Puh'bblicitá

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Gabasisi guardava la tivvì in attesa di una pubblicità che lo convincesse a combinare qualcosa.
Televendita di tappeti.
Cambiò canale.
Telegiornale.
Cambiò canale.
Un altro telegiornale.
Cambiò canale.
Pubblicità.
Interrotta da un altro tiggì.
Gabasisi, perplesso, lanciò un'occhiata all'orologio.
Tutto giusto.
Ora di cena, ora di telegiornale.
Sua nonna lo diceva sempre: A volte le giornate sono come le banane. Ci si scivola sopra.
Gabasisi scivolava sulle giornate da così tanto tempo che ormai non sapeva più cosa significasse avere i piedi per terra.
Dalla dispensa prese tre latte di simmental tarocca, le rovesciò in una ciotola, poi girò la carne e la gelatina per sfaldarne le forme.
Nel frattempo, l'encore-man alla tivvì parlava d'un giovane reporter inglese.
Gabasisi tagliò una bella fetta di limone-
Spremendolo, lo usò come condimento assieme al pepe nero tritato.
Girò col cucchiaio ancora due o tre volte prima di assaggiare.
Come gli piaceva.
Il pezzo di carne e gelatina lo spremeva tra lingua e palato.
Prima assaporava la gelatina insapore, che cedeva subito il posto allo scintillante limone.
Poi, sulla punta della lingua, giungeva a tradimento il piacevole pizzicore del pepe nero.
Infine, prima di ingoiare, ruminava il manzo leggermente legnoso.
Sapeva bene che il cibo in scatola, se condito bene, faceva sempre la sua porca figura.
Gabasisi li chiamava –tumori in scatola-.
Faceva questa battuta quando portava le simmental tarocche dalla cassiera del suo supermercato di fiducia.
Diceva –e poi ci sono i tumori in scatola.- la cassiera passava alla cassa, sorrideva, poi chiedeva il conto.
Gabasisi, prima o poi, l'avrebbe portata a letto.
L'encore man aveva lanciato il servizio.
L'insipido tumore in scatola condito l'aveva distratto dalla notizia.
Nella sua tivvì vide due uomini nel deserto.
Un bianco inginocchiato, rasato, vestito d'arancione.
Un nero in piedi, volto coperto, vestito di nero.
Agitava un coltello, parlava la sua lingua  mentre lo speaker col difetto di pronuncia raccontava quel che le immagini, di lì a poco, avrebbero mostrato:
l'uomo nero che sgozza l'uomo bianco.
La vendetta contro i raid americani, ovvero bombe dei bianchi sulle case dei neri.
Gabasisi rimase pietrificato.
Naturalmente non fecero vedere l'assassinio per via delle immagini violente.
Con la –esse- a –effe- lo Fpeaker raccontava di guerra tra occidente e oriente, di Obama e isis, terminando il servizio con un  -Le immagini fono terribili e fono già diffufe sul web, ma youtube continua a rimuovere tali terribili contenuti-.
Gabasisi fece zapping.
Tutti i telegiornali parlavano della decapitazione.
Gabasisi finì la sbobba preparata, mise la ciotola nella lavastoviglie e si sedette al computer scrivendo su google "giornalista sgozzato" prima in italiano e poi in inglese.
Centinaia di video.
Tutti censurati.
Gabasisi voleva vedere la violenza.
Diamine, il servizio l'aveva incuriosito.
Cliccò su ogni video, ma erano tutti censurati.
Centinaia di migliaia di visualizzazioni e commenti.
C'erano le extended-version. Dove si potevano sentire le ultime parole del prigioniero.
Alcuni video mostravano anche il secondo prigioniero a cui sarebbe toccata la stessa sorte
Alla fine, su un forum, trovò il video originale.
Scaricò venticinque mega.
Attendendo il download, stappò un chinotto e lo sorseggiò due volte.
Il video s'aprì in una finestrella, Gabasisi cliccò play.
Guardò lo sgozzamento.
Non si chiese perché lo stesse facendo.
Pensava fosse un dovere, dato che tutti ne parlavano.
Notò che la clip aveva pure una regia e un montaggio audio-video.
Rimase profondamente indignato.
Come se avessero sgozzato lui o un suo caro.
Riconosceva, però, che non v'era più nulla da fare.
Ormai il poveretto era morto, ammazzato in diretta.
Sgozzato come un capretto.
Finito il chinotto, volle dire la sua.
Commentò sotto ogni video che aveva visto.
-Che orrore-, scrisse ovunque.
Alle due del mattino sbadigliò.
Levò le mani dalla tastiera, spense il computer, si lavò i denti.
Si liberò la vescica e il naso.
Si mise il pigiama e s'infilò sotto le coperte.
Alla fine, quel giorno, Gabasisi poté dire d'aver combinato qualcosa.

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⏰ Última atualização: Jan 10, 2018 ⏰

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