Capitolo 1.

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"Ciro!" Mi richiama il boss.
"Cosa?" Domando nervoso evitando lo sbirro che dovrebbe farmi uscire fuori da 'sta prigione in cui mi trovo da 19 mesi.
"Vieni qua." Dice.
Guardo lo sbirro.
"5 minuti."Dice.
Mi sta altamente sul cazzo, gli sparerò prima o poi.
"C'è una casa... dove sono molto ricchi... lui si chiama Philips Sparks. Ti spiegheranno tutto i miei scagnozzi. Li conosci già." Dice.
Annuisco ed esco fuori dirigendomi dallo sbirro.
"Signor Johns. È arrivato il suo giorno, e sinceramente, speriamo di non rivederla più." Sorride cordialmente.
"Dovreste vedere io." Ammetto.
"Allora, compiliamo questo modulo e lei è libero. Nome?" Chiede.
"Ciro." Rispondo.
"Cognome?"
"Johns."
"Luogo e data di nascita?"
"26 novembre '94, Napoli." Rispondo fiero.
"Cittadinanza?"
"Italiana."
"Residenza?" Questa domanda m'intimorisce.
"Bronx street, 72. New York." Dico.
"Vivi nel Bronx?" Chiede.
"Si."
Ho un enorme villa nel Bronx, me l'ha lasciata in eredità mio nonno.
"Reato?" Continua.
"Rapina..." dico.
"Solo questo?" Chiede con un ghigno.
"E spaccio." Dico alzando gli occhi al cielo.
"Ciro... ti soprannominano Ped... credi che non sappia perchè?" Chiede.
"Te lo sai tu." Rispondo mettendo le braccia dietro la testa.
Voglio solo uscire da qui.
Dopo altre due domande e una firma mi fanno uscire.
Sono libero.
Torno nel mio amato Bronx.
"Ciro!" Mi urlani tutti.
"Sei tornato!" Dicono.
Io annuisco con un solo pensiero in testa; le parole del boss.
Torno a casa mangio qualcosa e prendo il telefono.
Chiamo uno degli scagnozzi del boss.
"Ciro!" Mi risponde.
"Tra 5 minuti sotto casa mia." Dico.
"Cos'è hai stalker?" Domanda.
"Il telefono del pusher non conosce stalker." Affermo.
"Non cambierai mai." Dice.
Rido.
Scendo e lo trovo giù, ci salutiamo con il solito saluto.
E ci fumiamo una canna insieme mentre parliamo della rapina che dobbiamo mettere in atto stasera in una villa in centro.
Andiamo da Jet per le armi.
Jet Garcia è il capo delle armi, noi ci suddividiamo.
Io sono la mente ed anche il braccio.
Jet come ho detto prima ha le armi.
Sydney è lo stalker, lui scopre vita morte e miracolo di ognuno. Poi ci sono Jonathan, Jacopo, Cameron, Johnny, Tom e Michael che ci aiutano con il resto. Siamo una squadra.

Prendiamo tantissime armi. E io prendo il mio gioiellino, una bella pistola fuori serie, sono tutte armi senza matricola, Jet se ne intende di queste cose.
Corro a parlare con Sydney per sapere cosa ha scoperto.
"Allora gli Sparks?" Domando entrando in casa sua.
"Hanno una villona poco lontana da qui, un bel Rottweiler a fare da guardia chiamato Fuffy..." dice ed io scoppio a ridere e lui insieme a me.
"Hanno una figlia, sono riuscito a sapere pochissime cose su di lei, nemmeno il suo nome." Continua.
"Della figlia ci fotte ben poco. Ci vuole un piano più grande per casa Sparks. Per stasera?" Dico.
"Stasera per la villa in centro ti ho già spiegato che sono in vacanza." Dice ovvio.
"Ci vediamo alle 10 sotto casa mia." Dico.
Chiamo gli altri, ci mettiamo d'accordo per l'orario e tutto, speriamo che andrà tutto bene.
Prendo il mio giubbotto di pelle e vado via.
Accendo una Marlboro rossa e penso a stasera.
"Ho bisogno di una scopata." Affermo.
Chiamo Marylin, una delle puttane dello strip club accanto casa mia.
"Eccomi." Dice entrando in casa mia.
Io non le do il tempo di parlare e la porto nella mia camera.

Dopo aver finito va via.
'Ste puttane non ti fanno provare un cazzo.
Guardo l'orologio.
Le 9:45pm.
Inizio a prepararmi.
Passamontagna, pistola e guanti.
Do uno sguardo allo specchio.
I miei occhi verdi sono spenti, ho un accenno di barbetta, il mio ciuffo è perfetto.
Indosso una t-short nera che risalta i miei muscoli, uno skinny nero, le mie Air max bianche e sguscio via da casa.
Scendo giù dove trovo Jet, Jacopo e Sydney.
"Gli altri?" Chiedo mentre mi accendo una sigaretta.
Jet mi fa un cenno con la testa indicando che sono poco distanti da noi.
Arriviamo davanti all'enorme villa.
"Allora, io, Jet, Jacopo e Tom entriamo. Sydney resti in cortile, Michael tu fai il palo con Jonathan. Cameron tu aspetti in macchina. Tutto chiaro?" Dico duro.
"Chiaro." Affermano.
"Entriamo." Dico.
Ci infiliamo i passamontagna per sicurezza e scavalchiamo il cancello.
Arriviamo alla finestra e Jacopo nota l'antifurto. Lui è un genio tecnico e collegandosi con il suo pc lo disattiva.
"Sei un mito." Gli do una pacca sulla spalla.
Faccio forza con il piede di porco sulla finestra, e si apre.
Sono un professionista.
Entriamo accendendo le torce e i ragazzi iniziano a cercare per casa mentre io ho un solo pensiero in testa: la cassaforte.
La cerco per tutta la casa e alla fine noto un quadro al piano superiore.
Lo punto con la torcia. Raffigura una bambina sull'altalena con un uccellino sulla mano. Ha un vestito rosa cipria ed è scalza. È bellissima.
Non mi faccio imbambolare da un quadro e lo sposto. Trovo la cassaforte.
"Cazzo la combinazione!" Dico
Sul quadro noto una data; 08/09/1999 con un nome sotto, Brooklyn.
La inserisco e si apre.
Soldi.
"Non so chi tu sia cara Brooklyn, ma in questo momento ti amo." Dico.
Riempio lo zaino con tutti i soldi.
Rompo qualche vaso, butto giù qualche mobile.
Prendo la mia bomboletta e scrivo accanto al quadro 《GRAZIE BROOKLYN. ♡
-PED.》
Scendo dagli altri che intanto hanno preso altro oro e qualche cosa di valore.
"Andiamo." Dico.
"Hai trovato i soldi?" Chiede Jet.
"Si."Affermo.
Usciamo dalla finestra.
Entriamo nel furgone da Cameron e ridiamo come matti.
Sono le 12:00am e abbiamo terminato la nostra missione.
"Si va in discoteca?" Chiede Cameron.
"Si, Frà, offro io!" Dico tirando i soldoni dallo zaino.
Gli altri ridono e ci battiamo il cinque.
Andiamo in un locale trovato per strada.
Scendiamo ed entriamo, facciamo baldoria fino alle 5 del mattino ubriachi e balliamo come matti.
Bisogna festeggiare!
Sono le 5:30am. Esco fuori per fumarmi la mia solita sigaretta e sento delle urla.
Mi avvicino ad un vicolo cieco e noto una ragazza mezza nuda che urla e un ragazzo con una pistola.
Mi ricordo della pistola di oggi che avevo preso da Jet e gliela punto contro.
"Lasciala." Dico.
Lui si gira e mi nota.
Butta la pistola e scappa via.
"Grazie!" Dice la ragazza piangendo.
É bellissima!
Faccio un cenno con la testa.
"P-posso sapere come ti chiami?" Dice.
"Le passo la mia giacca di pelle, è praticamente nuda, se non fosse per l'intimo.
"Va a casa."Dico girandomi di spalle e iniziando a camminare verso il locale.
"Beh, io sono Brooklyn. " sussurra.

Romanzo Criminale. Where stories live. Discover now