Capitolo 13

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La scostai dalle mie ginocchia e svuotai il suo zaino,frugando ovunque in cerca del suo inalatore,il suo respiro era sempre più pesante e affannato,corsi in camera sua e svuotai ogni suo cassetto sul pavimento,dopo quasi cinque minuti di ricerca lo trovai e velocemente corsi al piano di sotto per salvare Mary.

Mi guardò un secondo e chiuse gli occhi senza però smettere di respirare,andai nel panico,velocemente glielo infilai in bocca e lei inizio lentamente a prendere colorito e a stare meglio.

Tirai un sospiro di sollievo mi chinai e, cercando di non farle male le alzai i pantaloni,passai una mano sui segni che le avevo inferto e rialzandomi la guardai un momento,il volto era sereno e rilassato,non era morta,si era semplicemente addormentata.

Mi tirai forte le punte dei capelli,frustrato,onestamente,non sapevo nemmeno io perché le avessi fatto questo,era tutt'oggi che la mia mente era annebbiata da una rabbia cieca,era partita quando avevo assistito al bacio tra lei e Malik. Non era gelosia. Era solo fastidio. Lei mi appartiene ma questo non vuol dire che io sono suo,io non sono di nessuna appartengo solo a me stesso.

Avevo già notato il modo in cui la guardava. Il modo in cui la desiderava. Il modo in cui pensava a lei,un giorno avevo sentito la sua voce rauca,nei bagni,che sussurrava il suo nome.

Quella ragazza mi apparteneva,ormai, e se non potevo farlo capire a lui l'avrei fatto capire a lei.

La mia non era gelosia. Io non sono geloso. Mi infastidisce solo che si usi quello che è mio.

MARY'S POV

La testa mi scoppiava,la bile mi saliva in gola ma non abbastanza da farmi vomitare,la gola mi bruciava e il mio sedere pizzicava come se mille aghi lo stessero perforando.

Mi ricordavo solo che lui era arrabbiato perche Zayn mi aveva baciata.

Mi alzai lentamente con non poco dolore dal divano e salì le scale,entrai in bagno e mi abbassai i pantaloni davanti allo specchio, trasalii alla vista delle vesciche rosse e violacee che deturpavano la purezza della mia carne. Tutte le macchie formavano una mano enorme che si era stampata diverse volte sul mio deretano.

Lui mi aveva sculacciata.

Dio,i miei genitori non lo avevano mai fatto,si limitavano solo a piccoli scappellotti e arriva un trentenne psicopatico aka mio professore di letteratura che mi sculaccia nonostante io abbia più di sedici anni.

Quanto avrei voluto che non fosse tutto così complicato,da una parte sarei stata più che felice nel
vederlo sparire dalla mia vita e poterlo dimenticare,che potesse portare via il ricordo di quello che mi aveva fatto ma dall'altra parte avrei voluto che mi stringesse tra le sue braccia e non mi lasciasse piu andare,mi sarebbe piaciuto svegliarmi ogni giorno con un suo sorriso ma questa seconda possibilita era più che impossibile,mi aveva già fatto intendere che voleva solo divertirsi con me e che per lui ero solo un giocattolo che presto gli sarebbe venuto a noia e appena fosse accaduto mi avrebbe sostituita con qualcosa di più fresco e più puro.

Stavo diventando perversa,anche se non volevo ammetterlo,la mia intimità si accendeva sotto i suoi tocchi esperti,quando mi aveva sculacciata dopo il dolore iniziale avevo iniziato a bagnarmi. Se non avessi avuto quell'attacco d'asma gli sarei saltata addosso e sono più che sicura che anche se per lui sarebbe stato solo sesso per me sarebbe stato molto,molto di più,iniziai ad ansimare, corsi verso la mia stanza,sembrava esserci passato un uragano ma non le rivolsi una seconda occhiata,mi buttai sul mio letto e iniziai a pensare alle sue labbra sulle mie,i suoi ricci,i suoi profondi occhi verde smeraldo che avevo imparato ad amare,le sue mani su di me... La mia mano destra scivolo sempre più in basso,le punte delle mie dita sfiorarono delicatamente la leggera peluria che ricopriva la mia vulva,non riuscivo a fermarmi,le mie falangi scesero ancora fino a toccare la mia apertura bagnata,infilai prima un dito iniziando a pompare lentamente poi un altro,sempre piu velocemente,come mi aveva insegnato il mio professore.

Dopo qualche minuto fui completamente scossa da un potente orgasmo,le mie dita erano fradice di umori e in quel momento mi venne una gran voglia di metterle in bocca,il mio papino aveva detto che ho un sapore dolce e non potevo essere più d'accordo con lui.

Ancora stravolta per le mille sensazioni provate decisi di andare a fare una passeggiata per schiarirmi le idee. Presi le chiavi e il cappotto ed uscì.

La fredda aria autunnale mi avvolse in un abbraccio di brividi,seguì il percorso che mi avrebbe portato al piccolo parchetto che già una volta mi aveva aiutato a rilassarmi. Il sole era ormai calato e un leggero strato di tenebre ricopriva ogni cosa. I lampioni si accesero ronzando e la loro luce produceva un alone fantasma nell'oscurità che mi metteva leggermente a disagio,sarò paranoica ma mi sentivo osservata. Accelerai il passo,traducibile con mi mettei a correre,giunsi nel mio angolo di verde trafelata e sconvolta ma nonostante tutto mi misi a ridere un po' per alleviare il nervoso e un po' perché la mia ansia a volte era talmente tanta che sfociava quasi nel ridicolo.

Smisi immediatamente quando sentii un ramoscello spezzarsi dietro di me. Non ero paranoica,avevo ragione,qualcuno mi osservava e mi aveva seguita, per giunta. Feci finta di non essermene accorta e continuai a camminare maledicendomi per essere uscita da sola a quell'ora tarda.

Una mano dalla pelle olivastra si posò sulla mia spalla e mi costrinse a voltarmi delicatamente. Incontrai due pozzi neri che mi fecero venire voglia di girarmi dall'altra parte e iniziare a correre senza fermarmi più ma non potevo dato che sia le sue mani che i suoi occhi mi tenevano ancorati a lui.

Le ginocchia mi si fecero di gelatina ma nel momento in cui fece scontrare le sue labbra di miele con le mie,la mia mente smise di prestare attenzione alla realtà e si proietto su un sentore di menta e di tabacco,mani candide e due occhi di smeraldo.

Prese la mia impreparazione a piene mani,prima che avessi il tempo di richiudere la bocca,socchiusa per la sorpresa,lui infilò la sua lingua ed iniziò a giocare con la mia,provocandola,mordicchiandola sperando in una sua qualche reazione ma lei se stava ferma e immobile non accennando a rispondere.

Quando si staccò fu solo per riprendere fiato,lo guardai un momento negli occhi e ci scorsi scintille di malizia accendersi come fiammiferi,le sue mani scesero velocemente dal mio viso al mio sedere palpandolo rudemente. Poggiai le mani sul suo petto cercando di allontanarlo da me ma con scarsi risultati data l'imponente differenza di forza.

Fece un sorrisetto compiaciuto e tolse una mano dal mio fondoschiena,risalì lungo il mio ventre e la infilo sotto il mio cappotto,raggiungendo presto il mio seno. Iniziò a pizzicarmi i capezzoli,già duri per il freddo.
Le lacrime iniziarono a scendere sulle mie guance ma lui le asciugò ad una ad una con la lingua.
Si avvicinò lentamente al mio orecchio e sussurrò "Shhh,non piangere piccola, tra poco sarà tutto finito" il respiro mi gelò in gola e per la prima volta prestai davvero attenzione al suo odore.
Il suo profumo dolce era stato sostituito da un pesante puzzo di alcool.
Era ubriaco e sapevo perfettamente cosa stava per accadere.
Non dissi nulla ma le lacrime ripresero a scorrere sul sentiero già tracciato.

Trust me |H.S|Where stories live. Discover now