IV

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Repressi un gemito quando riprese la sua lenta tortura e l'unica cosa che potei fare fu poggiare le mani sul suo petto e provare a spingerlo via ma era irremovibile.
"Signor Styles... La prego, la smetta... Non è giusto" rantolai scompostamente e lui, al contrario di ogni aspettativa, fece come richiesto.
Mi sorprese il suo gesto, convinta che avrebbe continuato a fare come gli pareva e quell'improvvisa interruzione mi fece aggrottare la fronte per il disappunto? Cazzo, Jocelyn torna in te! Dovresti essere felice che ti abbia ascoltato e che tutto ciò non sia sfociato in uno stupro, stupida ragazza!
E lui deve essersi accorto del mio dilemma interiore perché sogghignò "Che c'è fiorellino?" chiese serio riferendosi apertamente alla mia camicetta "Vorresti per caso che ti prenda proprio qui? Accanto ai tuoi genitori? Che mente perversa" concluse scuotendo lentamente la testa con scherno.
Io non arrossisco mai ma se fossi una di quelle ragazze, ora sarei più rossa di un pomodoro maturo; le sue parole mi fecero arrabbiare profondamente ma solo perché in parte sapevo che aveva ragione.
Gli tirai un pugno sul petto e mi allontanai subito dopo con l'intenzione di tornarmene a casa ma a quanto pare non corrispondevano ai suoi piani "Dove pensi di andare fiorellino? Non puoi colpire la gente e poi andartene come se niente fosse! È l'ABC dell'educazione" esclamò afferrandomi per il polso facendomi girare verso di lui "Beh scusami se non conosco tutte le appendici"
"I tuoi genitori avrebbero dovuto stare attenti agli aggiornamenti ed istruirti di conseguenza" alle sue parole sbuffai ed incrociai le braccia al petto "Mi spiace, ma se lei avesse prestato un minimo di attenzione a pranzo invece che molestarmi, avrebbe saputo che hanno tempo solo per il proprio lavoro" sogghignò e allungò una mano verso il mio viso "Oh fiorellino, non ti preoccupare, ci sono io disponibile ad insegnarti a comportarti... E poi non sono informazioni che dovresti dare: cosa mi impedisce ora di fare delle improvvisate a casa tua?" chiese depositandomi un pizzicotto sulla guancia "un futuro ordine restrittivo?" chiesi innocentemente mentre scostavo la sua mano con uno schiaffetto.
"Ouch, tu non osi nemmeno immaginare quello che vorrei farti in questo momento, con la sola ispirazione di uno schiaffetto" mi confidò sussurando, e anche se il buon senso mi suggeriva di ignorare questa sua affermazione, mi ritrovai a dargli corda "Ah sì? Sentiamo allora cosa ordisce la sua mente malata" sorrise sorpreso ma si riprese in fretta e allungando le mani verso di me, mi trasse a sè tirandomi per i fianchi facendo scendere le mani lungo il mio sedere "Prima di tutto, ti farei avere il più bel orgasmo della tua vita poi ti sculaccerei mentre sei ancora intontita dall'ecstasy e ti riavresti solo quando starei per finire provando solo una minima parte del dolore che avresti dovuto provare, poi ti scoperei talmente forte da farti dimenticare il dolore provato fino ad allora, costringendoti ad implorarmi per farti più male per poi darti più piacere; sempre di più, sempre di più fino a che non riusciresti a fare a meno di questo mix agrodolce" rispose tranquillamente abbassandosi sempre di più verso il mio viso così come il suo tono che ormai era divenuto un mormorio roco carico di promesse.
Deglutì e poggiai le mie mani sul suo petto con poca convinzione ma al contempo sentendo che stavamo correndo troppo "Wow, non le paiono un po' troppi dettagli? Mi ha rovinato l'effetto sorpresa, non mi... Non mi interessa più, grazie" ridacchiai nervosamente e cercai di liberarmi dal suo abbraccio soffocante, ma prima che potessi anche solo liberare un braccio, mi girò di spalle e mi spinse contro il lavandino premendomi con prepotenza la sua erezione contro il sedere, premurandosi di farmi sentire bene quanto fosse eccitato "Sei così cattiva, prima mi lasci immaginare ciò che ti farei e poi ti tiri indietro a danno compiuto. Per correttezza ora dovresti risolvere questo problema" mi bisbigliò all'orecchio continuando a spingere con impazienza il suo membro contro di me.
Questo comportamento rude mi stava solo facendo eccitare ma non trovavo il caso di soddisfare sessualmente uno dei migliori amici dei miei genitori.
Fui salvata dalla voce biascicante di mio padre che mi chiamava dal salone, Harry si scostò da me e si mise a guardare fuori dalla finestra della cucina mentre raggiungevo i miei con le guance arrossate e il respiro leggermente accelerato.
Fui sconvolta di trovarli uno poggiato all'altro cercando di sostenersi a vicenda ubriachi fradici mentre la signora Styles ronfava soporitamente sulla poltrona nell'angolo della stanza.

Mi avvicinai ai miei genitori e mi misi fra loro per sostenerli mentre li accompagnavo alla porta, il signor Styles era appoggiato allo stipite e con un ghigno divertito dipinto sulle labbra rosee mi guardava trascinare i miei con fatica senza muovere un dito "Non so cosa tu legga, ma sono sicura che sul libro ufficiale della buona educazione, ci sia scritto a caratteri cubitali che un gentiluomo dovrebbe aiutare una donzella in difficoltà" sbuffai dopo che mio padre sfuggì alla mia presa e cadde per terra farfugliando parole incomprensibili. Lo sentì ridacchiare ma non potei girarmi verso di lui a causa del peso di mia madre sulla mia spalla destra "Quindi tu mi ritieni un gentiluomo? Davvero carino da parte tua ma penso dovresti dirmelo perché non sono così sicuro di meritarmi un simile appellativo" lo sentì mormorare a pochi passi da me.

Aprì la bocca per dire che lui chiaramente non si meritava di essere chiamato in una tal maniera ma improvvisamente mi resi conto di ciò che avevo fatto. "Perché fiorellino, se così non fosse, non dovrei aiutarti come l'educazione dice" aggiunse beffardo affiancandomi e passandomi un braccio intorno ai fianchi poggiandomi una mano sul sedere rendendomi ancora più difficile pronunciare quelle poche false parole "Oh ma cosa dice? Lei è un perfetto g-g-gentil-gentiluomo" dissi stringendo i denti mentre la sua mano stringeva maggiormente la presa come sfidandomi a continuare ma non appena ebbi richiuso la bocca si scostò e si abbasso a prendere in spalla mio padre che nel frattempo si era accasciato al suolo e si era addormentato. Non avevo mai visto i miei genitori in uno stato così pietoso, anche se a dire la verità non che li avessi mai visti diversamente dai robot cui l'unica ragione di vita era lavorare e guadagnare soldi e a dirla tutta, la condizione in cui versavano mi metteva a disagio.

Con un sorriso ironico mi esortò a raggiungere la porta, alzai gli occhi al cielo ma cercai di raggiungerla il più velocemente possibile nonostante il peso di mia madre fosse sempre più difficile da sostenere, l'aria fresca della notte mi accarezzò il viso. Con il sorriso sul viso raggiungemmo velocemente casa ma davanti alla porta mi accorsi di non avere le chiavi; alzai gli occhi e pensai di frugare nella borsa di mia madre ma mi resi conto che l'avevamo lasciata nel salotto. Il signor Styles aveva sul bel volto un sorriso ironico che mi trasmetteva tutto il suo fastidio, lo ignorai mentre dopo aver fatto sedere mia madre per terra mi misi a correre verso dove eravamo arrivati. La porta era socchiusa e non ci misi a molto a trovare ciò che stavo cercando. Era una cosa che non avevo mai fatto ma infilare le mani nella borsa di mia madre era una cosa che mi metteva seriamente a disagio e fu con un sollievo immenso che trovando ciò che stavo cercando potei finalmente smettere di farlo.
Mi rialzai in piedi e tornai indietro trovando il signor Styles che cercava di convincere mio padre che l'erba non era una qualche sorta di bastoncino di zucchero, li raggiunsi ridacchiando ma sul viso di Harry vi era un'espressione infastidita oltre ogni dire.
"Invece che stare lì a ridere fiorellino, muoviti" abbaiò indicandomi la porta, alzai gli occhi al cielo ma non dissi nulla limitandomi a girare le maledette chiavi nella toppa. Ripresi mia madre in spalla e seguita da Harry li adagiammo sul divano non sapendo ancora dove fosse la loro camera da letto e mentre loro riprendevano il loro sonno, anelavo solamente a chiudere tutta la faccenda e poter finalmente andare a dormire; con uno sbadiglio accompagnai Harry alla porta ma sembrava non aver nessuna intenzione ad uscire o almeno non nell'immediato futuro. Si appoggiò allo stipite e si abbassò su di me, il suo perverso buonumore tornato al proprio posto mentre i suoi occhi luccicavano di malizia "Allora fiorellino? Neanche il bacio della buonanotte al tuo prode cavalliere?" Chiese avvicinando il viso al mio ma fu con un sospiro che azzerai le distanze, lo colsi di sorpresa ma credo di averlo sorpreso maggiormente con un bacio sulla guancia e prima che potesse reagire, gli sbattei la porta in faccia dirigendomi verso la mia stanza e buttandomi sul letto non potei fare a meno di pensare a quanto fosse fastidioso e insistente il vicino che mi era capitato anche se indubbiamente sexy e fu con questi pensieri che crollai vinta dalla stanchezza.

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