Il Giuramento Parte 7

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Mi fece anche lui un'iniezione, e mi rassicurò sulla scomparsa di quel maledetto dolore, in un tempo ragionevole.

Ringraziammo il medico e ritornammo a casa: speranzosi, questa volta. »

- Arrivammo alle cinque del mattino, don Nicò: il sole era sorto, ed io stavo ancora contorcendomi dal dolore.

« "Chiama mio fratello, Olì, e digli di venirci a prendere; voglio andare subito a casa!ˮ dissi mettendole anche fretta.

Lei restò come imbambolata, e tergiversò: non voleva parlare con lui; sapeva quali erano i suoi modi, e il tono aggressivo che aveva nei suoi confronti; e poi sapeva anche, come avevamo già da qualche tempo capito, che la sua risposta sarebbe sempre stata adeguata alle indicazioni della brunetta.

"Ha detto che verrà, Francè!ˮ "Ma... prima, quando gli ho detto di cosa si trattava, e di fare presto, mi ha risposto "Seeh...!ˮ "Mo' vengo con l'elicottero!ˮ.

"Vigliacco..., un fratello ti chiede aiuto, e tu fai sarcasmo?ˮ pensai, continuando a contorcermi nel letto.

Alle dieci, non era ancora arrivato nessuno; i bambini si svegliarono da loro, li avevamo lasciati dormire, pronti per andare al mare.

Toccò a Olimpia, spiegare loro la ragione per cui non sarebbero più andati al mare; i bambini capirono, e rimasero tranquilli.

I bambini capiscono, basta dar loro delle spiegazioni valide; essi, sono tutti capaci di valutare e di distinguere la verità dalla bugia.

Eravamo già alle dodici e trenta, quando arrivarono il mio fratellino Enrico - il più piccolo di noi - e un operaio. »

- Don Nicò, di Enrico..., le parlerò più avanti!

- Quel vigliacco di Pasquale non volle venire: preferì mandare loro.

- Perché consigliato male, forse.

- Non forse..., don Nicò: sicuramente!

« Comunque, arrivammo a casa che erano già le quattro del pomeriggio; mia madre, che avvisata era venuta a casa, vedendomi in quello stato restò fortemente preoccupata, nonostante tutto.

Mi misi subito a letto, e dopo circa mezz'ora arrivò il mio medico.

A quei tempi accorrevano al capezzale di un malato: ci tenevano.

Confermò la diagnosi del medico precedente e mi somministrò un'altra iniezione; poi si soffermò in salotto, a parlare con Olimpia e mia madre.

Sentivo, ma... non capî cosa dicesse loro; però, notai subito che il dolore iniziò a diminuire d'intensità.

Il dottore andò via, raccomandandosi di tenerlo informato degli eventuali sviluppi; le due donne dopo passarono da me, e dissi loro del dolore, che, credetti subito, mi stava lasciando.

Invitandomi a cercare di prendere sonno, le due donne - a me più care - si spostarono in cucina. Prima di andare però "Il dottore ha lasciato delle ricette per le analisi!ˮ disse Olimpia, chiudendo la porta della camera. Il dolore, e quell'atroce sofferenza che mi aveva così lungamente causato, era quasi scomparso, e mi addormentai. »

- Don Nicò, dormî per quindici ore di filato.

- Immagino... Francè.

« Quando venne a svegliarmi "Come ti senti?ˮ mi domandò piuttosto ansiosa Olimpia.

"Bene, non ho più alcun dolore; Mi prepari un caffè per favore?ˮ le chiesi gentilmente, sorridendole: felice per la fine di quell'incubo.

"No...: devi andare in laboratorio a fare le analisi; questo è il contenitore dell'urina, che sono andata a prendere in farmacia ieri sera!ˮ disse lei, felice per la piega che aveva preso la faccenda, e lo poggiò, mostrandomelo, sul comodino.

Il GiuramentoWhere stories live. Discover now