Il Giuramento

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il Giuramento

(...qualcuno tocchi Caino!)

Ho parlato poco fa con don Nicola, e mi ha detto che ti aspetta per domani pomeriggio, alle quattro in punto! - mi dice mia moglie Olimpia, non appena tornata dalla Messa.

Eh..., mah..., è proprio necessario che io vada a parlare con un prete? Cosa gli racconto? - le rispondo indeciso.

Tu vacci..., e raccontagli tutto; scarica a lui tutto ciò che hai dentro, e vedrai che ne uscirai più sereno, e il tuo rancore avrà fine; le sue parole sapranno rincuorarti, e rasserenarti soprattutto, com'è successo a me, dopo che gli ho raccontato la nostra attuale condizione. È un sant'uomo, lo sai, e con lui è come parlare con Gesù nostro Signore; vedrai che, alla fine, con le sue parole e i suoi fraterni consigli, ti saprà alleggerire l'animo; ed è quello di cui abbiamo bisogno entrambi per tornare a vivere serenamente, ora che siamo anziani; vacci, mi raccomando! - finisce lei.

Va bene, come vuoi..., domani mi recherò! - le rispondo, non convinto ma più per tenerla contenta che per altro.

L'indomani..., entro in chiesa qualche minuto prima dell'orario concordato.

La chiesa è piccola, è di periferia, ed è dedicata alla Madonna del Carmelo; piuttosto lontana dal centro abitato del mio paese, Saviliano, ma alquanto vicina alla masseria che fu di mia proprietà, sull'altipiano di Serralonga, dove io e la mia famiglia abbiamo vissuto per molti anni.

Prendendo a frequentare questa parrocchia, più per comodità di tragitto che per altro, Olimpia aveva avuto modo di conoscerne il parroco, don Nicola, restandone affascinata dalla semplicità dei suoi modi, e dal trasporto spirituale che induceva con le sue omelie, e presi a frequentarla anch'io.

La chiesa è vuota, se non per una signora che prega, stando seduta al primo banco, e un'altra che, vedendomi, mi viene incontro e mi domanda "Voi vi dovete confessare?ˮ.

No..., ma ho appuntamento alle ore quattro con don Nicola! - le rispondo prontamente.

"Don Nicola sta confessando..., nel frattempo si accomodi qui!ˮ mi dice lei, indicandomi una sedia posta fuori dall'ingresso della sagrestia.

Prima che la donna si allontani, le dico: Se ha la possibilità, lo avverta che c'è Francesco Studiante, grazie.

"Adesso non posso, ma non appena esce la persona che si sta confessando, glielo dico!ˮ mi rassicura lei, andandosi a sedere poi al fianco della signora che sta pregando, e prendendo a parlare con essa.

Diversi minuti dopo, la porta della sagrestia si apre e ne esce un signore; l'uomo mi sorride; "Devi essere stato assolto dai tuoi peccati!ˮ, penso rispondendo al suo sorriso.

Subito dopo la signora entra, e ne esce quasi immediatamente andando direttamente a parlare con l'altra, che, pur avendo ripreso a pregare, ha un gesto di stizza nel sentire quanto le è riferito, e torna da me. "Si può accomodare!ˮ mi dice, chiudendomi poi la porta alle spalle.

La sagrestia..., non ci sono mai entrato, in una, in vita mia, ha tutte le sembianze di uno studio professionale; la scrivania è posta al centro della stanza, con una poltrona direzionale in pelle nera da un lato e due per gli ospiti dall'altro; un crocefisso e la foto del pontefice regnante appesi sul muro, alle spalle; il computer acceso, messo in stand bay; un armadio a quattro ante, due delle quali con vetri fumé, un salottino di pelle marrone sull'altro lato della camera, e un attaccapanni a lato della porta d'ingresso: un ufficio..., come li ho avuti io negli anni delle mie attività.

Don Nicola è un uomo di piccola statura, con barba e capelli, entrambi corti e bianchi; ha indosso la casula e la stola ed è seduto alla scrivania, e sta leggendo quello che, di primo acchito, mi sembra il suo breviario.

Il GiuramentoWhere stories live. Discover now