Men just wanna have

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SHADE

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SHADE

L'aria venefica si era fatta gelida sulla pelle, carica di un'elettricità umida che presagiva tempesta

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L'aria venefica si era fatta gelida sulla pelle, carica di un'elettricità umida che presagiva tempesta. Il baccano scaturito dalla folle celebrazione collettiva ancora imperversava nel corso principale, andandosi a disperdere in echi profondi nelle viuzze più interne.

Shade guardò in alto, gustando il sigaro recuperato dalle sue scorte. La notte si irradiava di capillari grigi e turbini di cenere, originati dalle centinaia di falò accesi per celebrare la venuta di Nox. Dietro di lui, Honeypot finì di accordare il liuto e una melodia incalzante, malgrado strimpellasse di controvoglia data la stanchezza, si riversò nella saletta.

Ritirò una gamba sul ripiano di legno, lasciando a penzoloni la sinistra, e tirò un'altra boccata capace di rilassarlo per intero. Si sporse un poco a investigare la finestrella del terzo casale, la casa di Allelah: la lampada a olio era stata lasciata accesa e il riverbero giallo restava intatto oltre le persiane socchiuse. Non captò alcun movimento interno: Elizabeth doveva già star dormendo, sebbene Kelua e Ragor non avessero fatto ritorno.

Il canticchiare sommesso di Lavinia continuò indisturbato fino a che Sid, Tordek e Altea non presero parte alla seduta straordinaria.

L'ufficiale medico subito la guardò in cagnesco e Honeypot, che era comunque Honeypot, sogghignò senza riporre il vecchio liuto come le era stato intimato di fare. Pizzicò di proposito una serie di accordi grevi per enfatizzare ogni gesto di Altea e Sid rise a bocca chiusa udendola imprecare il Pantheon di Myther d'Or. Tordek si adoperò a servire cinque mezzi, uno ciascuno.

"Shade" lo richiamò Altea, sostenendosi la fronte coi palmi aperti appena si fu sistemata sul cuscino. Aveva l'aria stanca. "Ombre, per favore".

Lanciò un'ultima occhiata alla finestra, poi in basso, la stradina invasa da un branco di randagi in fuga dal caos che infestava il rione. Li guardò sparire dietro l'angolo opposto, la figura barcollante di Silaf sulla fine della via – ubriaco marcio.

Sospirò e si sedette di fronte a Sid, schioccando le dita sull'anello per attivarlo. Sollevò il braccio e avvitò il pugno in aria, un ordine per richiamare a sé le sagome nere appiattite sulle pareti, e trascinando la mano quelle tremolarono sopra le loro teste seguendo il ritmo del suo canto. Esplosero in otto filamenti di tenebra un secondo dopo e una cupola ermetica li tagliò fuori dal resto del mondo. Lavinia beccò in punta di dita un altro accordo stonato quando calò il buio attorno, una candela accesa sul tavolino da té come unica fonte di luce.

No human has shark teethWhere stories live. Discover now