L'avevano chiamata Edythe, così che a qualsiasi imprevisto lei e i suoi occhi colore del cielo riuscissero a rimanere sempre raggianti e sorridenti. Eppure, quel nome non le fu molto d'aiuto. A sei anni dalla sua nascita, venne portata in un'orfanotrofio. i suoi genitori erano morti, e non sarebbero tornati a prenderla. Edythe iniziò a diventare più scorbutica, perse la luce nei suoi occhi e solo all'età di quindici anni venne adottata da una famiglia amorevole. I cognugi Stoker erano gentili con lei e quasi subito le fecero tornare la delicatezza nel suo comportamento, quello sguardo da cerbiatta che aveva sempre avuto ritornò raggiante. Aveva amici, una famiglia gentile e tutto sembrava andare benissimo. Ancora una volta però, quel nome non la salvò da un imprevisto. La sua famiglia si trasferiva a Los Angeles, e lei non si sarebbe mai immaginata di rincontrare una persona tanto famigliare quanto sconosciuta. Lui era diverso dagli altri, qualsiasi cosa in quel ragazzo dalla carnagione bianca come la neve e i capelli castano scuro le risultava ostile. Forse il suo nome non portava fortuna. Forse Edythe doveva affrontare qualcosa, o meglio qualcuno, prima di avere il suo attesissimo felici e contenti. Non si sarebbe mai aspettetta che quegli occhi che portavano la notte con loro in un modo quasi possessivo l'avessero avvicinata in quel modo. Doveva scappare, allontanarsi da quel pericolo il prima possibile.. ma lei non riusciva a non rimanerne affascinata. Forse per colpa della sua innaturale calamita per la sfortuna.