Avrebbe voluto scendere in spiaggia, sentire la ruvidità dei sassi sotto i piedi, il fastidio di quelli più grandi e dalle forme irregolari contro cui per anni aveva lottato per la paura di scivolare. Sembravano passati secoli, dall'ultima volta. Al primo ricordo chiuse gli occhi, come se quel gesto fosse sufficiente a scacciare le immagini, a riporle nel cassetto più lontano della mente, mentre queste, imperterrite e battagliere l'aggredirono con forza. [...] -Ehi, scusa, hai da accendere?- una voce maschile, roca, dall'accento cantilenante, irruppe nella sua mente. [...] Matilde aprì gli occhi trovandosi davanti uno sconosciuto con i capelli color cenere arruffati, l'espressione smarrita e annoiata di chi vorrebbe essere altrove.