Il Golden Royale contava quindici posti a sedere, più cinque al bancone; non era forse il più grande, ma era di certo il migliore della città. Un bar di tutto rispetto, dove potevi incontrare cortesia, professionalità e qualità. Il proprietario, il signor Golden, multimiliardario che aveva sparso il suo nome per tutto il globo, lo aveva inaugurato dieci anni addietro come il primo di una serie di locali, che avrebbero avuto lo stesso successo dei suoi hotel. Non aveva badato a spese per quel posto: il massimo il locale, il massimo le bevute, il massimo della competenza. La cosa strana è che non era un bar per ricconi, ma un bar per chi sapesse apprezzare una serata diversa.