Don't Tell Dad II

By Its_Francy

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Sequel di "Don't Tell Dad" Non mi sentivo più una bambina. Mi sentivo una donna in tutto e per tutto, con i... More

Prologo
Miss Indipendenza
Troppo persa in te
Ciò che va... Torna
La vita é un fiore
Naturalmente
Non me stessa questa notte
Il modo in cui mi ami
La verità fa male
Quindi tu lo sai
Noi siamo
Irresistibile
Non riesco a trovare la luna
Dilemma
Danneggiata
Le grandi ragazze non piangono
Se non rivedessi il tuo viso
Ogni rosa ha le sue spine
Chi possiede il mio cuore
Bloccato
Prendimi o lasciami
The End
Avviso
Avviso pt2

Miseria

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By Its_Francy

19.

Ero tesa come una corda di violino il che voleva dire solo una cosa: ero nervosa. Ed era una cosa che mi faceva perdere le staffe perché non ero mai nervosa, ero nervosa solo quando non sapevo come affrontare qualcosa e in genere io ero sempre preparata. Non ero stata così nervosa neanche il primo giorno di scuola, avevo già deciso che avrei detto al cappello parlante di voler essere smistata in Grifondoro.

Tutto ad un tratto mi resi conto che ero arrivata al fondo del corridoio senza neanche sapere come ci fossi arrivata. Non ricordavo neanche di essere uscita da casa. Entrai in ufficio, il posto di Irene era vuoto. Alzai gli occhi sulla porta dell'ufficio di Malfoy, era socchiusa ma non c'era nessuno che parlasse all'interno. Presi un bel respiro e mi avvicinai sbirciando dalla fessura.

Malfoy era in piedi davanti allo specchio con addosso una giacca nera molto elegante che lo faceva sembrare uno snob. Si stava sistemando i gemelli ai polsi. Alle sue spalle un'altra giacca appesa all'anta dell'armadio.

"Il grigio." Feci io facendomi coraggio. "Il grigio risalta i tuoi occhi."

Malfoy alzò lo sguardo sullo specchio, preso alla sprovvista, e mi fissò tramite il riflesso. Guardò l'orologio al polso e fece una smorfia. "Weasley, che ci fai qui? Sei in anticipo."

Io avanzai un passo nella stanza ancora un po' timorosa. "Serata importante?" Chiesi.

Malfoy cominciò a sbottonarsi la giacca e scrollò un po' le spalle. "Il solito. Devo solo essere presente e cercare di non bere troppo."

"Oh." Annuii io vagamente. "E ci vai da solo?"

Lui alzò di nuovo gli occhi su di me e si fermò per qualche minuto, esaminandomi per bene. Si voltò prestandomi tutta la sua attenzione ed io ebbi solo voglia di scappare via e non presentarmi mai più. Alzò un sopracciglio nel suo tipico cipiglio strafottente. "Sei sotto Imperius o sei solo particolarmente idiota stamattina?"

"Cercavo solo di fare conversazione." Feci io scrollando le spalle.

Malfoy scoppiò a ridere. "Fare conversazione? Da quando tu conversi con me?" Scosse la testa e si passò una mano sugli occhi. "Dio, speravo di sbagliarmi ma davvero non smetti mai di stupirmi."

Io allargai le braccia partendo subito sulla difensiva. "Che cosa c'è di così strano?"

"Non lo so, dimmelo tu!" Fece puntandomi un dito contro. "Ieri volevi staccarmi la testa e oggi fai conversazione! Sei la persona più incoerente che conosca!"

"Non sono incoerente, sono solo confusa!" Urlai io.

"Confusa su cosa?" Urlò lui in risposta.

"Su noi due!"

Improvvisamente calò un gran silenzio e Malfoy sembrò ancora più frustrato di prima. Si leccò le labbra un paio di volte prima di rispondere.

"Pensavo avessi già deciso." Fece a voce bassa, quasi avesse paura di parlarne, adesso.

"Io non ho deciso un bel niente!" Feci due passi dentro la stanza per avvicinarmi di più a lui. "Io ho solo... io non so..."

Lui sospirò alzando gli occhi al cielo. "Ti prego, risparmiami il monologo su te stessa che devi trovare il tuo io interiore e capire chi sei prima di buttarti in una relazione. Ne ho già sentiti a migliaia e sono stanco."

"Io non so come comportarmi." Dissi sinceramente.

Malfoy mi guardò interessato e aggrottò la fronte. "Che cosa vuol dire questo?"

Io sospirai e mi avvicinai ancora un po', indicandoci. "Io e te... noi... voglio dire, era tutto molto facile quando eravamo a scuola, non credi? Bastava bisticciare un po', pomiciare in un angolo buio e poi darci sui nervi di nuovo. Era semplice e gli ormoni facevano gran parte del lavoro. Ma adesso..."

Lui mi guardò serio ed annuì. "Sì, adesso le azioni hanno delle conseguenze. Si chiama essere adulti, Weasley."

Mi stavo irritando. Mi stavo irritando parecchio. Malfoy aveva davvero il coraggio di darmi delle lezioni di vita? Sospirai profondamente cercando di non rimbeccarlo. "E' Rose."

Malfoy alzò un sopracciglio. "Cosa?"

"Il mio nome è Rose." Feci di nuovo io.

"Lo so qual è il tuo nome." Disse posando la giacca nera sulla scrivania. "Mi hai preso per un idiota?"

"Le persone adulte con una certa confidenza si chiamano per nome, Scorpius." rimarcai bene le parole per sottolineare il concetto. "E sì, forse ti ritengo un po' idiota."

Lui sbuffò una risata sarcastica. "Oh certo, questo invece è un comportamento totalmente da adulta."

"Io sono adulta!" Feci pestando un piede a terra. "Sei tu che mi irriti talmente tanto..."

Malfoy scosse la testa. "Adesso non dare la colpa a me, Weasley."

Basta. Non riuscii a trattenermi un minuto di più. Mi aveva davvero fatto arrivare al limite, ero su di giri e non potevo più tornare indietro. Camminai fiera verso di lui e in uno slancio mi buttai tra le sue braccia. Lo baciai. Lo baciai con tutta la foga che avevo e mi sentii scaldare dentro quando lo sentii ricambiare con la stessa passione.

Mi sentivo agguerrita, ma allo stesso tempo avevo raggiunto un certo livello di pace interiore. Era così naturale starsene lì con le labbra incollate alle sue. Era semplice. Probabilmente perché entrambi avevamo la bocca troppo impegnata per poterci urlare contro.

Lo sentii cercare di allontanarmi, mormorando. "Rose..." disse tra i miei baci. "... Rose, non è il momento..."

Ma io pensai che fosse esattamente il momento. Era il nostro momento e non avevo nessuna intenzione di tornare indietro.

"Weasley!"

Solo in quel momento mi resi conto che cosa intendesse dire Scorpius con 'non è il momento'. Mi voltai di scatto, presa alla sprovvista, Jordan mi fissava torvo dallo stipite della porta. Sentii Scorpius sospirare pesantemente alle mie spalle.

"Ho un appuntamento con Jordan." Disse. "Non è il momento."

Eccola là, un'altra scena da aggiungere alla mia 'walk of shame' che mi sarebbe rimasta stampata nella mente da lì all'eternità. Ero così rossa che per un attimo pensai davvero di poter andare a fuoco per autocombustione.

Jordan mosse i suoi baffetti minaccioso, era irritato e sicuramente molto deluso da me. "Weasley, se non ti dispiace vorrei avere una parola con il signor Malfoy. Da solo."

Io riuscii solo ad annuire e precipitarmi fuori dalla porta. Sarei mai riuscita a combinarne una giusta?

**

Al scoppiò fragorosamente a ridere e io lo guardai male. Cercò di asciugarsi le lacrime dagli occhi ma le sue dita incontrarono la plastica dei suoi occhiali protettivi. Lasciò perdere e continuò a concentrarsi sul suo lavoro, dando una rapida lettura a quello che avrebbe dovuto fare. Senza smettere di ridere, ovviamente.

"Non c'è niente da ridere, Al!" Feci io offesa.

Al rise più forte. "Scusa, Rosie. Ma si potrebbe scrivere un libro su di te. E venderesti migliaia di copie."

Io sbuffai dondolando i piedi nel vuoto. Ero seduta sulla scrivania del suo collega, che per il momento non era in ufficio. Giocai senza attenzione con una pianta vicino a me.

"E' stato davvero imbarazzante. Jordan mi ucciderà!"

Al mi guardò da sopra la sua spalla. "Non toccare troppo quell'affare, Rose."

Io mi fermai all'istante guardando l'innocua piantina. "Perché?"

Al scrollò le spalle. "E' la ragione per cui Patrik non è a lavoro oggi."

Mi allontanai subito dalla pianta come scottata. Decisi anche di scendere dalla scrivania, non si poteva mai sapere. Quel posto era una trappola ed in fondo Al ci aveva quasi rimesso la pelle, una volta. Beh, era stato avvelenato di proposito, ma non era quello il punto.

Sospirai pesantemente e mi avvicinai ad Al. "E poi Malfoy che ha un appuntamento con Jordan? Di cosa diavolo dovranno mai parlare? Non hanno praticamente niente in comune." Al mi lanciò un'occhiata di sbieco. "Cosa?" Dissi io.

"Beh..." Iniziò lui cauto. "Una cosa in comune ce l'hanno."

Guardai per un po' Al, persa nell'oblio. Poi, come un fulmine a ciel sereno, un'idea si infiltrò nella mia testa. "Oh no."

Al mi guardò allarmato. "Rose, sono sicuro che non c'è niente di cui preoccuparsi. E' solo una chiacchierata."

"Oh no." Ripetei io guardando nel vuoto. "Oh no. Stanno parlando di me. Non ne uscirà niente di buono."

Al alzò le mani ricoperte dai guanti cercando di calmarmi, ma si mantenne a distanza cercando di tenere sotto controllo quello che stava facendo. Qualunque cosa fosse.

"Rose, non agitarti." Fece seriamente allarmato. "Ti prego, non agitarti."

Era già troppo tardi. "Devo andare, Al."

"Rose!"

Sentii la voce di Al che mi richiamava ma ormai ero già uscita dal suo laboratorio del piccolo chimico e stavo correndo lungo il corridoio verso l'ascensore. Non feci neanche in tempo a frenare, ci andai a sbattere contro e come una pazza cominciai a schiacciare il bottone per chiamarlo, a ripetizione, senza fermarmi un solo secondo.

Un vecchio mago, che attendeva l'ascensore in tutta compostezza, mi fissò un po' sorpreso. "Per la miseria, se tutti quanti avessero la stessa fretta di lavorare, qua dentro!"

L'ascensore finalmente si aprì davanti ai miei occhi e mi ci precipitai dentro, sperando che il vecchio mago seguisse il mio esempio. Non appena le porte si richiusero, il mago mi chiese cordialmente.

"Dove deve andare, signorina?"

"Ufficio Misteri." Blaterai in un fascio di nervi.

Sentii l'ascensore cominciare a scendere. "Oh beh." Ridacchiò il vecchio mago. "Se avessi a che fare con Malfoy probabilmente correrei anche io. Da quello che si dice ha un brutto carattere. Proprio come suo padre."

Io feci una smorfia e mi voltai verso di lui. "Tutto vero."

Il mago rise di nuovo. "Sai, mi ricordi tanto una mia cara collega. Hermione Weasley. E' abbastanza famosa."

"Ne ho sentito parlare." Feci vagamente.

Ringraziai Merlino appena le porte si aprirono di nuovo, al mio piano, e non risposi neanche al saluto del vecchio mago strampalato. Corsi fino alla fine del corridoio e aprii violentemente la porta dell'ufficio.

Stavolta Irene era lì, al suo solito posto, e mi guardò con un sopracciglio inarcato mentre cercavo di riprendere fiato poggiandomi con le mani sulle ginocchia.

"Rose, buongiorno." Disse semplicemente. "Non c'era bisogno di correre, non sei per niente in ritardo."

Io scossi la testa cercando di respirare. "No... io... sono ancora là dentro?"

Irene corrucciò la fronte. "Il signor Jordan e il signor Malfoy sono in riunione." Irene si alzò in piedi e si mise davanti alla porta, intuendo le mie intenzioni. "Non vogliono essere disturbati."

"Irene," Iniziai io respirando a fondo. "Devo davvero entrare là dentro."

Lei scosse la testa spaventata. "Il signor Malfoy si è raccomandato che per nessun motivo..."

"Weasley!" La voce tonante di Jordan arrivò dall'altra parte della porta. "Smettila di fare tutto questo casino ed entra!"

Irene sospirò rassegnata ed io sorrisi trionfante. Mi rassettai un po', sistemai i capelli e presi il fiato che ancora mi mancava. Aprii la porta e feci appena un passo all'interno della stanza. Jordan era seduto nella sedia degli ospiti mentre Malfoy era in piedi vicino alla sua scrivania. Aveva una faccia che non riuscii a leggere.

"Mi ha fatto chiamare, signore." Feci beffarda verso Jordan.

Lui roteò gli occhi e mi fece cenno di entrare. "Smettila di comportarti come un'idiota ed entra. Merlino se mi farai diventare matto! Mi toccherà andare in pensione a causa tua!" Lanciò uno sguardo a Malfoy. "Voi due mi farete diventare matto!"

"Beh?" Feci io come se stessi parlando con mio fratello. "Si può sapere che succede?"

Jordan si alzò in piedi. "Succede che torni a lavorare per me. Nel mio ufficio. Alla mia rubrica del gossip." Disse alzando la voce.

Io sentii un colpo al cuore ma non dovevo cedere. Non con Jordan. Mandai un veloce sguardo a Malfoy, che abbassò la testa colpevole, ed incrociai le braccia al petto. "Ma davvero? E per quale motivo?"

Jordan spalancò gli occhi e diventò tutto rosso. Per un attimo pensai che gli fosse partito un embolo. "Perché lo dico io!" Urlò. "Ecco perché! Hai voluto la tua seconda occasione, Weasley! Non te ne darò una terza!"

Mi portai le mani sui fianchi, minacciosa. "E sono ancora nella mia seconda occasione!" Ritorsi. "Non ho fatto proprio niente di male! Io sono la migliore e lei lo sa! Ho finito il lavoro di una settimana in meno di due ore! E se se la deve prendere tanto perché... perché..." Mi vergognavo un po' a dirlo. "Perché stavo pomiciando con Malfoy..."

"Non è per questo." Mi interruppe Jordan.

Io sospirai frustrata. "E allora cosa diavolo è?"

"E' stato Scorpius a chiamarmi." Fece serio Jordan. "Mi ha chiamato ieri sera dicendomi che ne aveva abbastanza, che sei irrispettosa nei suoi confronti, non sei collaborativa ed era stanco di litigare con te tutto il tempo."

Stavolta rimasi davvero senza parole. Lasciai andare le braccia lungo i fianchi e alzai lo sguardo su Malfoy, che stava ancora a testa bassa senza dire una parola. "Davvero?" Feci io amara. "Questo invece è il tuo essere adulto, Scorpius? Davvero mi faresti questo?"

Lui sospirò profondamente senza accennare a guardarmi. "Ieri è stata davvero una brutta litigata e non avevo certamente idea che stamattina..." Si interruppe bruscamente e si schiarì la gola. "Non credo che riusciremo mai a lavorare insieme."

Volevo prenderlo a schiaffi. Volevo seriamente e maledettamente prenderlo a schiaffi. Mi stava portando via il mio lavoro.

Jordan lesse l'amarezza sul mio viso. "Sei una persona brillante, Weasley, tornerai nel mio ufficio e vedrai..."

"Cosa?" Lo interruppi io con una risata amara. "Tornerò qui quando ci sarà troppo lavoro da smaltire e poi di nuovo alla rubrica del gossip e ancora e ancora? Mi sono stancata di essere trattata come una pallina da ping pong. Io non torno nel suo ufficio."

Jordan e Malfoy si mandarono uno sguardo. "Weasley, non puoi rimanere qui senza la nostra autorizzazione, sarebbe..."

"Oh no, non ha capito." Feci io alzando una mano per interromperlo. "Io mi licenzio."

Feci per andarmene, infuriata col mondo, la voce di Jordan mi bloccò sulla soglia. "Weasley, seriamente?"

Mi voltai verso di loro. Mandai uno sguardo a Malfoy e poi a Jordan. "Le farò avere le mie dimissioni domani mattina."

**

"Ti sei licenziata?!" Fece mamma scandalizzata. "Tesoro, avevi lavorato così duro."

Io scrollai le spalle trascinando la forchetta sul piatto, senza voglia di mangiare. "Non ne valeva la pena. Sono sicura che troverò presto qualcosa. Posso sempre scrivere qualche pezzo per una rivista minore, fino a che non trovo un lavoro fisso. Me la caverò."

Papà mi puntò la forchetta contro. "Hai fatto bene!" Disse biascicando la sua carne. "Non devi farti mettere i piedi in testa da nessuno!"

"Ron!" Fece subito la mamma. "Non si tratta di farsi mettere i piedi in testa. Il lavoro è lavoro e bisogna avere una certa professionalità. Posso capire che diventi davvero molto difficile lavorare insieme alla persona che ami e..."

"Ehi!" Saltai subito su io. "Io non amo Scorpius!"

Papà fece un sorrisino verso la mamma. "E' per questo che ti rifiuti di lavorare con me ogni volta che avete bisogno di un Auror?"

Mamma arrossì violentemente e prese a tagliare la sua fetta di carne con vigore. "Non essere sciocco, Ron."

"Ammettilo, non puoi resistermi!" Sghignazzò papà.

Hugo ed io alzammo gli occhi al cielo. Era irritante quando si mettevano a fare i ragazzini. Hugo mi rivolse un sorriso. "Mi dispiace molto per il lavoro, Rose."

"No, va bene." Feci io con un sorriso incoraggiante. "E' quello che volevo. Davvero."

Hugo fece una smorfia ma non infierì. "Potresti sentire zia Luna se ha bisogno di qualcuno per il Cavillo."

Stavolta fui io a fare una smorfia. "Non credo di essere capace di scrivere quel certo tipo di articoli."

"Certo che no, bisogna essere fuori di testa per quello." Fece papà

"Ron!"

"Oh andiamo, Hermione, è la verità!" Si lagnò. "Luna è sempre stata strana. E' quel Rolf è ancora più strano di lei!"

"Oh e voi non avete mai avuto a che fare con Lorcan e Lysander." Fece Hugo rabbrividendo. "Sono terrificanti!"

Papà scoppiò a ridere guardandomi. "Non sei uscita con Lysander quando eri a scuola? Esilarante! Ricordo ancora quando me lo disse George!"

Io lo guardai male. "Non è divertente! E' stata la cosa più imbarazzante che mi sia successa!"

"Adesso basta parlare male di zia Luna e della sua famiglia!" Fece la mamma offesa. "Pensate a come sarebbe brutto se parlassero così di noi! Come se fossimo... strani!"

"Ma noi siamo strani, mamma." Rimarcò Hugo.

Mamma lo guardò risentita. "Beh, io non viaggio il mondo alla ricerca di cose che non esistono!"

Papà le puntò il dito contro. "Ah-ha! Allora lo ammetti che sono strambi!"

Io e Hugo scoppiammo a ridere, mentre la mamma mise una specie di broncio senza rispondere a papà. Il campanello suonò. Mandai uno sguardo ad Hugo, che non aveva nessuna voglia di andare ad aprire, e sospirai.

"Vado io." Mi offrii.

Andai ad aprire la porta ancora pensando alla conversazione di papà e a quanto fossero strani zia Luna e la sua famiglia. Ovviamente non potei che spalancare gli occhi dallo stupore quando aprendo la porta mi ritrovai a faccia a faccia con Zabini. Mi sarei aspettata di tutto, ma lui proprio no.

"Dylan..." Iniziai io un po' incerta, inarcando un sopracciglio. "Posso aiutarti?"

Zabini sospirò profondamente e fece un passo avanti, appoggiandosi sulla soglia in una strana rigida postazione. "Scusami, mi ha costretto a farlo. In nome dell'amicizia non potevo dire di no."

Corrucciai la fronte. "Ma di cosa diavolo stai..." parlando? Stava parlando di Malfoy che era appena comparso dietro di lui. Cercai di sbattergli la porta in faccia, ma Zabini ostruiva il passaggio. Alzai gli occhi al cielo. "Davvero? Portare Zabini come ferma porta?"

Sentii la sua voce arrivare da dietro la porta semichiusa. "Sapevo che avresti cercato di sbattermela in faccia."

Riaprii la porta di slancio. "Ti meravigli?" Feci aggressiva. "Che ci fai qui, non avevi una serata di gala?"

Si passò una mano tra i capelli. "Quella può aspettare." Disse. "Non dare le dimissioni, Rose, sono sicuro che possiamo risolvere la cosa."

Lo fissai basita. "Prima chiami Jordan per farmi spostare dal tuo ufficio e adesso mi rivuoi indietro?"

"No, non voglio che torni all'ufficio misteri. Non credo che riusciremmo mai a lavorare insieme. Voglio solo che tu continui a lavorare per Jordan, non è giusto che lasci il tuo lavoro per una stupida discussione. Jordan può farti arrivare in alto."

Incrociai le braccia al petto, furiosa. "Lo sai cosa non è giusto, che sia tu a decidere per me! Prima di tutto io non lavoravo con te, io lavoravo per te. Proprio tu parli dell'essere adulti e non sai neanche stare nello stesso ufficio con me senza perdere la testa? Secondo, non ho intenzione di tornare da Jordan e farmi guardare con pena dagli altri colleghi di nuovo! Ho una dignità anche io! E terzo, le mie dimissioni saranno già sulla scrivania di Jordan a quest'ora. Fattene una ragione."

"Le hai già spedite?" Fece sorpreso.

"Certo che le ho spedite, cosa credevi, che stessi scherzando?" Avrebbe dovuto sapere che non scherzavo su questo genere di cose. "Adesso hai tutto quello che volevi... Jordan ti troverà presto una sostituta."

"Non ho tutto quello che volevo, Rose." Aveva davvero usato il mio nome di battesimo? Era una prima! "Io voglio te!"

Ok. Quelle erano dichiarazioni forti. E per un secondo barcollai. Lo guardai negli occhi, dentro a quelle iridi grigiastre dove tanto tempo prima avevo trovato delle scaglie azzurre. Erano ancora lì, limpide come sempre.

Scossi la testa e mandai fuori una risata amara. "Lo credevo anche io. Evidentemente non siamo adulti abbastanza. Non riusciremo mai a lavorare insieme."

Malfoy sospirò arrendevole. "Ho combinato un gran casino in tutti questi anni, ma se tornassi indietro sono certo di una cosa, Rose." Alzai lo sguardo su di lui. "Non ti lascerei mai andare."

"Eravate una gran bella coppia a scuola!" Convenne Zabini.

Io e Malfoy gli lanciammo un'occhiataccia e lui si zittì di nuovo. Io sbuffai e mi passai una mano tra i capelli.

"Sono successe troppe cose, è passato del tempo e continuiamo a fare stupidaggini. Non credo ci sia più niente che tu possa dire per farmi cambiare idea, Scorpius."

Malfoy fece un passo verso di me e mi fissò serio.

"Io ti amo."

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