Miseria

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19.

Ero tesa come una corda di violino il che voleva dire solo una cosa: ero nervosa. Ed era una cosa che mi faceva perdere le staffe perché non ero mai nervosa, ero nervosa solo quando non sapevo come affrontare qualcosa e in genere io ero sempre preparata. Non ero stata così nervosa neanche il primo giorno di scuola, avevo già deciso che avrei detto al cappello parlante di voler essere smistata in Grifondoro.

Tutto ad un tratto mi resi conto che ero arrivata al fondo del corridoio senza neanche sapere come ci fossi arrivata. Non ricordavo neanche di essere uscita da casa. Entrai in ufficio, il posto di Irene era vuoto. Alzai gli occhi sulla porta dell'ufficio di Malfoy, era socchiusa ma non c'era nessuno che parlasse all'interno. Presi un bel respiro e mi avvicinai sbirciando dalla fessura.

Malfoy era in piedi davanti allo specchio con addosso una giacca nera molto elegante che lo faceva sembrare uno snob. Si stava sistemando i gemelli ai polsi. Alle sue spalle un'altra giacca appesa all'anta dell'armadio.

"Il grigio." Feci io facendomi coraggio. "Il grigio risalta i tuoi occhi."

Malfoy alzò lo sguardo sullo specchio, preso alla sprovvista, e mi fissò tramite il riflesso. Guardò l'orologio al polso e fece una smorfia. "Weasley, che ci fai qui? Sei in anticipo."

Io avanzai un passo nella stanza ancora un po' timorosa. "Serata importante?" Chiesi.

Malfoy cominciò a sbottonarsi la giacca e scrollò un po' le spalle. "Il solito. Devo solo essere presente e cercare di non bere troppo."

"Oh." Annuii io vagamente. "E ci vai da solo?"

Lui alzò di nuovo gli occhi su di me e si fermò per qualche minuto, esaminandomi per bene. Si voltò prestandomi tutta la sua attenzione ed io ebbi solo voglia di scappare via e non presentarmi mai più. Alzò un sopracciglio nel suo tipico cipiglio strafottente. "Sei sotto Imperius o sei solo particolarmente idiota stamattina?"

"Cercavo solo di fare conversazione." Feci io scrollando le spalle.

Malfoy scoppiò a ridere. "Fare conversazione? Da quando tu conversi con me?" Scosse la testa e si passò una mano sugli occhi. "Dio, speravo di sbagliarmi ma davvero non smetti mai di stupirmi."

Io allargai le braccia partendo subito sulla difensiva. "Che cosa c'è di così strano?"

"Non lo so, dimmelo tu!" Fece puntandomi un dito contro. "Ieri volevi staccarmi la testa e oggi fai conversazione! Sei la persona più incoerente che conosca!"

"Non sono incoerente, sono solo confusa!" Urlai io.

"Confusa su cosa?" Urlò lui in risposta.

"Su noi due!"

Improvvisamente calò un gran silenzio e Malfoy sembrò ancora più frustrato di prima. Si leccò le labbra un paio di volte prima di rispondere.

"Pensavo avessi già deciso." Fece a voce bassa, quasi avesse paura di parlarne, adesso.

"Io non ho deciso un bel niente!" Feci due passi dentro la stanza per avvicinarmi di più a lui. "Io ho solo... io non so..."

Lui sospirò alzando gli occhi al cielo. "Ti prego, risparmiami il monologo su te stessa che devi trovare il tuo io interiore e capire chi sei prima di buttarti in una relazione. Ne ho già sentiti a migliaia e sono stanco."

"Io non so come comportarmi." Dissi sinceramente.

Malfoy mi guardò interessato e aggrottò la fronte. "Che cosa vuol dire questo?"

Io sospirai e mi avvicinai ancora un po', indicandoci. "Io e te... noi... voglio dire, era tutto molto facile quando eravamo a scuola, non credi? Bastava bisticciare un po', pomiciare in un angolo buio e poi darci sui nervi di nuovo. Era semplice e gli ormoni facevano gran parte del lavoro. Ma adesso..."

Don't Tell Dad IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora