The Omega's Crown|ᴋᴏᴏᴋᴛᴀᴇ

Da Swetty_Kookie

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[ᴛʜᴇ ʟᴇɢᴇɴᴅ ᴏғ ʀᴇᴅ ᴛʀᴇᴀsᴜʀᴇ: ᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀ] [ᴜɴᴛɪʟ ᴛʜᴇ ᴇɴᴅ ᴏғ ᴛʜᴇ ᴡᴏʀʟᴅ: ɪɴ ᴄᴏʀsᴏ] Da generazioni ormai, nel pacif... Altro

The Legend of Red Treasure
Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24- prima parte
Capitolo 24- seconda parte
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31 [Fine Prima Parte]
Until The End Of The World
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47

Capitolo 27

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Da Swetty_Kookie

Le urla dei pirati erano quasi assordanti per quanto forti fossero mentre, euforici, mollavano le casse trasportate per i due precedenti giorni sulla sabbia, correndo poi su essa quando intravidero il mare e in lontananza quella bandiera malconcia sventolare maestosa dall'albero maestro più alto del veliero. Tutti corsero verso il mare, sventolando le mani in aria per attirare l'attenzione e quando scorsero dal veliero lo stesso gesto e le urla lontane, capirono d'essere arrivati a casa.

Taehyung si lasciò sfuggire un mezzo sorrisino riuscendo quasi a provare sulla sua stessa pelle l'emozione d'avercela fatta, ma al contrario non fece nulla e si guardò intorno per cercare un paio di occhi che trovò in lontananza e che gli rivolsero un sorriso stupendo che lo lasciò per qualche secondo senza parole. Tornare su quella nave significava che tutti gli sforzi fatti in quei giorni non erano stati vani, che tutto era andato secondo i piani, ma come un serpente che striscia nascondendosi tra i piccoli granelli di sabbia, anche la consapevolezza che mancasse poco alla fine si nascondeva sotto quelle emozioni.

Una volta salpati avrebbero raggiunto le grotte di Ehsul e da allora tutto sarebbe stato sulle sue spalle: avrebbe dovuto condurre la ciurma verso il tesoro, nella speranza che la sua memoria non lo sabotasse facendogli percorrere il sentiero sbagliato. Quei giorni tranquilli con il resto della ciurma sapeva sarebbero stati la quiete prima della tempesta, e se solo avesse dato loro la possibilità di dubitare della sua lealtà o insinuare che tutto fosse un inganno, nemmeno Jungkook sarebbe stato in grado di salvarlo quella volta.

Sospirò e distolse lo sguardo per ripuntarlo nuovamente verso il mare blu senza un filo d'onda. Il clima e i venti erano perfetti per riprendere il viaggio.

«A cosa pensi?» una voce familiare lo distrasse dai suoi pensieri e subito un sorriso tirato comparse sulle labbra dell'omega per incontrare gli occhi curiosi di Jungkook.

«Tante cose diverse, in realtà.» sospirò mentre seguì con lo sguardo la prima scialuppa avviarsi con due uomini verso la loro direzione. Avrebbero prima salito le casse di merci e poi la metà della ciurma sarebbe ritornata a bordo. Hoseok dirigeva il tutto tenendo al suo fianco il capitano Yun legato ancora alle corde, le quali non erano mai state slegate in quegli ultimi giorni.

Taehyung ricordava la discussione avuta con Jungkook la seconda notte consecutiva di viaggio. Viaggiare in quelle condizioni lo riteneva eccessivo, specialmente quando si trattava di quell'uomo che, come lui, aveva passato quegli ultimi giorni nell'ombra. Non aveva dato ombra di dubbio sul suo comportamento, quindi perché punirlo in quella maniera?

In risposta Jungkook gli aveva solo detto che fosse pericoloso, senza scendere nei particolari e vista la sua testardaggine ci aveva rinunciato facilmente, potendo solo scusarsi con il capitano Yun il giorno successivo. In realtà anche il comportamento del vecchio alfa era cambiato in quei giorni, ma doveva presumere fosse per l'ancora precaria situazione in cui si trovavano entrambi: prigionieri e lontani dalle mura del castello.

«Guardate un po' chi c'è qui! Chi non muore si rivedere, purtroppo, vero Chanwook?» quella voce squillante attirò l'attenzione di tutti i presenti e causò la reazione immediata del pirata appena nominato.

«Omega del cazzo, ti sei stufato del cazzo del vice ed ora vieni a cercarne uno migliore?» il ghigno sdentato che rivolse il pirata a quello che, quando i due sollevarono lo sguardo, scoprirono essere Jimin fece fare una smorfia disgustata sia al castano e sia al biondo, poco lontano. Le allusioni di Chanwook erano rivolte sempre alla sfera sessuale e se a Jimin disgustava anche solo l'idea, Taehyung non riusciva nemmeno a sorvolare su quelle parole. Probabilmente, se gli avesse rivolto una frase del genere tempo addietro avrebbe sentito il suo orgoglio ferito e sarebbe scoppiato con ira di fronte a tutta la ciurma. Invece, fortunatamente, gli avvertimenti di Jungkook erano serviti a qualcosa e per quei giorni le uniche cose che quei pirati che lo odiavano avevano potuto fare era solo rivolgergli sguardi di sbieco.

«Ah ma davvero? Credevo le tue palle ti fossero arrivate a terra per quanto—»

«Jiminie.» la voce di Namjoon zittì quella dell'omega prima che potesse sparare altre sentenze, e mentre rivolgeva un veloce accenno di saluto al pirata che aveva appena offeso malamente il suo compagno – non risparmiandosi dal lanciargli sguardi d'odio – prese Jimin per le spalle conducendolo invece in direzione del capitano della Esmavros e del principe del regno, che si alzarono subito da terra per andare incontro al vicecapitano.

«Coglione di merda.» non si risparmiò però Jimin, alzando il dito medio in direzione di Chanwook, prima di rivolgere lo sguardo di fronte a sé e poter assistere a qualcosa che, fino a dieci giorni fa credeva non avrebbe mai potuto avere realtà.

«Vostra Altezza, vi trovo in ottima forma!» batté le mani con il suo solito fare entusiasta, facendo al contrario alzare gli occhi al cielo al biondo che non appena scorse le mani di Jimin avvicinarsi alle sue braccia, subito indietreggiò scansandosi. «L'ultima volta che ci siamo visti ricordo che stessi implorando che Jungkook tornasse a usare le sue dita nel tuo bel—»

«Che diamine!» non appena capì in che direzione sarebbe andata a finire quella frase, subito si apprestò a tappare la bocca del castano, andando con gli occhi alla ricerca di quelli scuri del capitano, in cui s'intrappolò subito e che gli causò un batticuore esagerato che lo fece arrossire e distogliere subito lo sguardo. «N-non è vero, io—»

«Scusatelo Vostra Altezza,» a salvarlo da quella situazione fu nuovamente Namjoon, che tirando a sé il suo compagno e senza risparmiarsi dall'assestargli un buffetto in testa, lo costrinse a inchinarsi di fronte a lui e continuare con un «quello che Jimin voleva dire era che gli siete mancato.»

«Che cosa?!» si alzò subito di scatto per guardare l'alfa e arrossire allo stesso tempo. Era ovvio non fosse la verità! O forse lo era, ma solo in piccola – piccolissima! – parte. «Non dire stronzate.»

La risata cristallina del capitano sovrastò quell'imbarazzo momentaneo e, quasi in cerchio, i quattro si zittirono quando l'uomo prese nuovamente parola. «Sono contento di vedervi, il viaggio è proseguito senza problemi?»

«Be', il bel tempo ci ha accompagnati e tranne qualche battibecco da parte di alcuni pirati è andato tutto liscio come l'olio.» spiegò con serietà il vicecapitano aspettando altre ipotetiche domande da parte del corvino, che però non arrivarono. Lo sguardo era concentrato sulle merci che i suoi uomini erano intenti a sollevare tramite delle corde.

«Bene, preparati per salpare immediatamente, non sprecheremo altro tempo.» lo sguardo sembrò mutare in uno più serio e rigido. Del volto rilassato e sorridente del pirata adesso c'era solo il ricordo nella mente dell'omega ma quella sicuramente doveva essere l'altra parte della medaglia che con Jungkook avrebbe dovuto accettare per forze di cose: quella che avrebbe appartenuto sempre a quel veliero pirata, l'Esmavros.

«Allora, principino,» Jimin gli si era avvicinato senza che avesse potuto accorgersene, troppo impegnato ad osservare Jungkook allontanarsi con Namjoon per dirigersi verso le casse ancora su terra ferma e nel frattempo parlare con l'alfa quasi come se stesse cercando di nascondersi. Non poteva negare che la certezza che tra loro ci sarebbero sempre stati dei segreti lo infastidisse, ma sentiva di non poter dire nulla per contrastare tutto questo.

Si girò con un sospiro in direzione dell'omega bassino, prendendo a camminare con quest'ultimo verso le rive del mare «mi sembra di capire che tra te e il capitano si siano risolte alcune cose.» lo prese in giro l'omega infastidendolo con il gomito e alzando le sopracciglia più volte come ad intendere che con quel 'risolto' ci fosse di mezzo la loro sfera sessuale. Il che non era del tutto falso ma era successo solo dopo l'essersi chiariti con le parole.

Mise su un broncio e alzò gli occhi al cielo lasciando da parte quella strana e fastidiosa sensazione all'altezza del petto quando guardava Jungkook parlare in modo sospettoso con il suo vicecapitano, e al contrario concentrarsi sulle parole di Jimin.

«Non è assolutamente come credi, ma si... in un certo senso ci siamo dati una tregua.» spiegò senza cadere in dettagli che voleva e dovevano rimanere privati.

«So che avete passato un brutto periodo... Hoseok mi ha detto cosa Jungkook aveva in mente quando vi ha lasciato a quell'asta di omega e non sono stato affatto d'accordo con la sua decisione. Ma adesso è sicuramente troppo tardi per dirlo.» nelle mente del biondo insieme a quelle parole nacque il ricordo di quell'asta di schiavi. La sua mente aveva rimosso la maggior parte delle cose che erano successe in quei frangenti, come una sorta di autoprotezione. Non aveva dimenticato ciò che era successo e tutt'ora quando degli sguardi che non desiderava si soffermavano troppo tempo sul suo corpo, ancora sentiva quella sensazione di umiliazione e disagio a fargli desiderare di scappare. Sensazione che con Jungkook non riusciva a provare e che aveva sentito in minor quantità grazie al pirata che aveva passato gran parte del tempo in sua compagnia.

Ma se, come in quel momento, qualcuno gli ricordava in modo specifico ciò che aveva vissuto allora la sua mente si bloccava per qualche secondo e il cuore accelerava involontariamente insieme alla sua salivazione. E fu proprio quello che successe quando l'omega pirata tirò in ballo l'argomento. Fermò i suoi passi e tenne basso lo sguardo, sentendo dal profondo del suo cuore di voler allontanarsi e andarsi a rifugiare tra un paio di braccia muscolose.

«Ciò che intendevo dire—» si posizionò d'avanti al principe, continuando leggermente preoccupato «è che so come ci si sente. Ho vissuto in una casa di schiavi per due anni, da quando i miei genitori hanno deciso di vendermi dopo aver rifiutato un matrimonio combinato con un ragazzo di venti anni più grande rispetto a me e solo perché era un contadino con molte terre, rispetto a molti altri.» ridacchiò al ricordo gesticolando molto per rendere quasi ironica la sua storia, ma che Taehyung scorse più dolorosa nei suoi occhi di quanto l'omega volesse dare a vedere.

«Con questo non sto cercando di farvi pena o dirvi che ho passato cose peggiori delle vostre, ma che posso capirvi e che, se può rendervi un po' più sereno, non vi remerò più contro come tutti gli altri.» quelle parole gli fecero alzare lo sguardo negli occhi dell'omega che, imbarazzato si grattava la nuca cercando invece di non guardare il principe. «Insomma, io—»

«Ti ringrazio.» lo interruppe il biondo sorridendo, sinceramente grato di quelle parole. Jimin durante il viaggio che lo aveva visto costretto su quella nave non aveva mai dato dimostrazione di odiarlo come il resto della ciurma, le sue parole a volte erano risultate dure ma volte sempre a prendere coraggio e non farsi abbattere. Era grato a quell'omega, specialmente nell'ultimo periodo in cui lo aveva aiutato – anche se non era stato costretto – con il calore.

A distrarre entrambi furono le urla dei pirati che avevano appena lasciato l'ultima cassa sul ponte di coperta e s'apprestavano a rimettersi in mare con le scialuppe pronti per poter tornare in superfice della nave.

I brividi si scatenarono su tutto il suo corpo quando sentì chiaramente Jungkook urlare, rivolto alla sua ciurma, un «Torniamo a casa.» prima che si voltasse nella sua direzione per tendergli una mano.

Stavano per salpare nuovamente e con emozioni e sensazioni diverse da quelle con cui erano scesi, e allo stesso tempo con la consapevolezza che quelli probabilmente sarebbero stati gli ultimi giorni prima che tutto dovesse tornare per forza di cose alla normalità.








Poter tornare a tastare con i suoi stessi piedi le superfici legnose del veliero pirata aveva portato alla mente molti ricordi, la maggior parte dei quali erano legati a delle brutte sensazioni. Alcuni di essi non erano nemmeno poi così distanti da quel presente; ricordava come fosse ieri come fosse finito legato su quell'albero maestro poco prima del suo calore, rischiando di essere frustato come punizione dalla ciurma. O, se tornava indietro nel tempo, quando aveva rischiato di iniziare su due piedi di tagliare la gola a Chanwook quando quell'ultimo l'aveva molestato, e solo grazie all'intervento di Jungkook era riuscito a contenersi. Se ci pensava, era stato proprio quello il momento in cui le cose tra loro avevano iniziato a cambiare.

Il vento che sferzava i suoi capelli e l'odore dell'acqua marina che gli entrava dritta nei polmoni... tutto gli faceva tornare in mente qualche ricordo legato all'alfa e rivivere dei brutti momenti. Sperava che i suoi pensieri non prevalessero sulle sue emozioni, che le sue paure non lo portassero a fare scelte dolorose solo per non soffrire maggiormente in seguito.

Era tutto un'incognita e la consapevolezza di dover parlare ancora con Jungkook su come entrambi avrebbero dovuto comportarsi sul veliero di fronte alla ciurma rendeva tutto ancora più ansioso.

Ma quando un buon odorino arrivò sotto le sue narici un sorriso nacque naturale sulle sue labbra e, lasciandosi indietro il resto della ciurma intenta a riprendere i loro soliti lavori sulla nave, percosse i pochi passi che lo separavano da quella piccola porta che sapeva l'avrebbe condotto alla cucina. E infatti, senza nemmeno bussare spalancò la porta ed entrò nella stanza con un sorriso sulle labbra prima di urlare un «Yoongi Hyung!» probabilmente l'unica persona ad essergli mancata davvero.

Come al solito il volto del beta era tranquillo, un po' affaticato dal sudore che il calore dei fornelli produceva e quella bandana bianca attorno al capo che manteneva i suoi capelli scuri sollevati, così che non potesse scappare alcun capello all'interno del delizioso cibo che preparava. Ma lo scorse il leggero sorrisino che sollevò l'angolo delle sue labbra alla vista dell'omega.

«Vostra Altezza, come siete stato—» il cuoco però non riuscì a terminare la sua frase che inaspettatamente le braccia del principe gli circondarono il collo per qualche secondo prima che continuasse con un «Non credevo che avrei mai potuto dire qualcosa del genere ad un pirata, ma mi sei davvero mancato Yoongi.»

L'altro ridacchiò in risposta e mentre fece cenno al biondo di sedersi dove era solito prima che la ciurma si separasse, prese una ciotolina ed un mestolo per poter versare il contenuto liquido della minestra calda all'interno di essa, prima di posarla di fronte al reale. «Se stavate cercando di guadagnarvi qualche porzione extra, be'... ci siete riuscito.»

Squittì quando quel buon odore arrivò sotto il suo naso e non si fece scrupoli a prendere la ciotola bollente tra le mani e soffiare sul contenuto bollente. «Mi erano mancate anche le tue pietanze.»

In risposta ricevette solo un cenno di dissenso divertito, mentre il cuoco con un gesto veloce portò un asciugamano sulle spalle tornando a dare attenzione alla cena che avrebbe servito quella sera. Jungkook gli aveva ordinato uno dei piatti preferiti dalla sua ciurma e così, anche se con poco preavviso, subito si era messo all'opera.

«Come state? Non vedo più delle brutte occhiaie sotto i vostri occhi.» il beta lanciò uno sguardo furtivo dietro di sé per osservare la reazione dell'altro e fu quasi certo d'aver scorto un leggero rossore tra il vapore della zuppa che nascondeva il viso dell'omega.

Si schiarì la gola Taehyung e, mandando giù il liquido caldo, fece vagare lo sguardo per la stanza e mugugnò un «Diciamo che ho dormito bene ultimamente.» non sarebbe sceso nei particolari, così come aveva fatto con Jimin quella mattina, ma sapeva che Yoongi da bravo osservatore qual era, avrebbe intuito da sé cosa fosse successo.

«Devo dedurre allora che non svolgerà più il ruolo di mio aiutante.» ipotizzò il beta lasciando però Taehyung sorpreso. Non sapeva cosa fare, a dir la verità. Jungkook da quando aveva messo piede sulla nave s'era chiuso nella sua cabina e non ne era più uscito. Con ciò che era successo immaginava avesse un bel po' di lavoro accumulato, e non voleva disturbarlo solo perché era insicuro sul da farsi.

Fino ad ora avevano cercato di avere un comportamento neutro l'uno nei confronti dell'altro, per cui probabilmente, per continuare a tenere viva quella facciata, Taehyung avrebbe dovuto riprendere a fare ciò che faceva sulla nave prima della partenza. Sarebbe servito a non aizzare la ciurma nuovamente contro di lui.

«No, lo farò... credo.» annuì a sé stesso, pensando fosse la cosa migliore da fare, prima di riprendere con la testa meno affollata di pensieri a gustarsi quella porzione extra gentilmente offerta dal cuoco che riprese a parlargli poi con il suo solito tono sprezzante.

«Allora, Vostra Altezza, mi racconti un po'? Il cibo del villaggio era paragonabile alle mie prelibatezze?»







Entrava e usciva dalla cucina insieme al cuoco servendo piatto dopo piatto i membri della ciurma intenti a sedersi sugli sgabelli e a brindare con del liquore senza nemmeno aver ingerito alcun boccone. Fino a quando ognuno di loro aveva ripreso le loro mansioni e la cena era stata servita il buio era calato ed ora, con alcune fiaccole accese ad illuminare l'ambiente, stavano per consumare il loro primo pasto dopo il loro rientro.

L'ambiente sembrava essere più allegro del solito, tanto che Taehyung dovette trattenersi dal sorridere ad alcuni giovani pirati già brilli a causa dell'alcol.

Il cigolio di una porta che non s'apriva da quella mattina però fece girare tutti in direzione del ponte di quarto, là dove si trovava la cabina del capitano, che uscì seguito subito dopo da Namjoon, per poi posarsi con i palmi delle mani sulla ringhiera che lo separava dal ponte di coperta.

Guardava i suoi uomini uno ad uno e l'angolo delle sue labbra sembrava nascondesse un sorrisino soddisfatto. Ci furono minuti di strano silenzio prima che con grande sorpresa – almeno da parte dell'omega – non estrasse la spada per puntarla verso il cielo buio e urlare un «Ci siamo!» che scatenò la reazione immediata dei suoi uomini che lo imitarono urlando e fischiando.

«Preparati uomini perché stiamo per diventare più ricchi di qualsiasi altro pirata o regno che esista!» quella gioia e quella determinazione bloccarono Taehyung a bocca aperta che rimase semplicemente fermo a guardarlo stupito da ciò che stava vedendo da quel pirata. Aveva già avuto modo di vedere una volta quando le sue parole fossero in grado di aizzare la folla ad acclamarlo, specialmente se erano così piene di ricche aspettative, ma sentiva ancora i brividi al pensiero di quanto potente in realtà quel ragazzo fosse.

«Quindi mangiate e bevete in quantità, perché c'è da festeggiare!» rientrò la sua spada e sbattendo i pugni sulla ringhiera in legno diede inizio a quella specie di festeggiamento.

I loro occhi finirono con l'incontrarsi e, senza che il pirata si togliesse quel sorrisino di dosso, scese velocemente sul ponte di coperta e lo raggiunse in poche falcate per poi togliergli di mano quelle ciotole di cibo e al contrario trascinarlo allo stesso tavolo in cui si trovavano i suoi uomini fidati: Namjoon, Jimin e Hoseok. Persino Yoongi li raggiunse poco dopo, prendendo posto accanto a lui.

«Oggi non mangerete nelle vostre stanze, Capitano dei miei stivali?» chiese Jimin alzando un angolo del labbro superiore come se fosse infastidito dalla presenza dell'alfa.

«Oggi è giorno di festeggiamenti, perché dovrei passarlo da solo?»

«Qui è sempre festa, o tutti i piatti perfetti che vi preparo ogni giorno a cosa servirebbero?» rispose a tono Yoongi, ricevendo uno scocco di lingua affermativo da parte del castano, che gli diede subito ragione.

«Oppure con il nostro principino, no? Chissà quante ce ne avete combinate mentre eravate soli in quella stanza.» continuò Jimin, infastidendo il capitano con il suo modo di fare così spocchioso, il quale reagì subito con un sospiro mentre Taehyung rischiò di strozzarsi con la zuppa.

«Ecco perché non magio con voi deficienti.» alzò gli occhi al cielo, prima di lanciare un fugace sguardo a Taehyung che come se non stessero parlando di loro continuò a mangiare. Ma lo vide chiaramente il rossore scatenatosi sulle sue guance e sulle orecchie.

Sorrise internamente, cambiando subito argomento. «Sentiamo un po', cosa avete intenzione di fare dopo aver ottenuto la vostra parte di tesoro?» a quella domanda il primo a rispondere fu Yoongi che, alzando la mano, disse subito «Potrei pagare l'affitto di un bel locale nel centro del villaggio ed essere il proprietario di un bel chiosco, così da poter cucinare in ogni momento.»

«Dio che noioso!» ribatté subito Jimin che prese subito dopo parola buttandosi con un sorriso stampato in volto sulla spalla del suo compagno e riprendendo subito a parlare con aria sognante. «Io e Joon, sempre che il nostro capitano non ci voglia con lui in un altro viaggio, abbiamo già pensato di comprare delle terra vicino qualche collina, allevare delle pecore e crescere i nostri futuri sette figli.»

«Così tanti?» quella domanda spaventata da parte di Namjoon fece ridere i presenti, ma che al tempo stesso si beccò uno scappellotto da parte di Jimin che in risposta confermò con un «Certamente!»

«E voi capitano?» chiese Yoongi.

Taehyung fece sparire il sorriso sulle labbra causato dalla coppia e si soffermò sul pirata al suo fianco, incuriosito dalla sua risposta.

I loro occhi s'incrociarono per qualche secondo, di nuovo, e poi riprese «Tornerò nel mio villaggio e aiuterò chi non potrà permettersi nemmeno un po' di pane. Del resto si vedrà, non credo di essere pronto ad abbandonare il mare per tornare a vivere come tutti gli altri.» due di loro annuirono, pensandola alla stessa maniera.

Toccava a Taehyung. Tutti lo guardavano curiosi, aspettando una risposta.

«C-cosa? Io non avrò parte di quel tesoro.»

«E allora? Intendevamo a corte.» riprese il castano, sporgendosi con le mani incrociate sul barile che in quel momento fungeva da tavolo.

«Jimin, non credo sia il—» tentò di placare la curiosità dell'omega, Jungkook, sapendo non fosse un argomento facile per il biondo, ma al contrario quest'ultimo rispose. Con sguardo freddo ed occhi inespressivi, ma lo fece.

«Probabilmente verrò ricordato come lo zimbello del regno, un re omega che ha rischiato la vita venendo rapito da dei pirati.» ridacchiò a quella consapevolezza che fin dall'inizio aveva avuto «Ma comunque cercherò di fare del mio meglio per il mio popolo... mi assicurerò che le guardie del mio regno siano rispettose nei confronti di chi è più povero. Poi probabilmente dovrò mettere al mondo un erede, e quindi sposare un alfa che mio padre sceglierà per me e vivere il resto della mia vita a palazzo nella speranza che nessuna guerra o malattia invada il mio popolo.»

Una strana tensione alleggiava ora sulle teste dei presenti. Persino Jimin sentì d'aver sbagliato con l'insistere. «Ugh... mi dispiace.» disse infatti, subito dopo, sotto lo sguardo severo di Jungkook.

«Non importa, è la fine che fa qualsiasi reale.» fece spallucce prima di guardare ognuno di loro e premere le labbra tra loro. «Credo di aver rovinato il vostro umore... forse è meglio che—»

«No.» lo bloccò Jungkook quando vide l'omega intento ad alzarsi per andare via, costringendolo a rimettersi a sedere «Rimani con noi.» A quella richiesta da parte dell'alfa riuscì solo ad annuire leggermente e tornare in posizione composta su quella sedia, a testa bassa.

Il gruppetto riprese subito a parlare, cambiando definitivamente argomento, mentre senza che alcuno sguardo indiscreto li disturbasse, un paio di mani finirono con l'intrecciarsi tra loro, unite con l'intento di dimostrarsi che c'erano l'uno per l'altro ma nascoste esattamente come la loro relazione.








Alcuni componenti della ciurma barcollavano ubriachi mentre quelli più sobri accompagnavano i primi verso le rispettive stanze, dopo aver consumato la loro cena e chiacchierato e bevuto fino a rimanere senza voce ed un briciolo di lucidità. Persino Jimin aveva finito con alzare troppo il gomito ed ora, spalmato sulle spalle del suo compagno mugugnava qualcosa di indecifrabile con le guance paffute arrossate e intente a strusciarsi sul collo del suo alfa.

«Noi andiamo per primi.» disse infatti Namjoon una volta posizionato il castano per bene sulla sua schiena, sorridendo quando tra quei lamenti sconnessi percepiva un «Andiamo, andiamo.» da parte dell'altro. Taehyung immaginò che anche per loro quei giorni, ormai passati, dovevano essere stati impegnativi.

Li salutò con un mezzo sorriso e, sollevandosi dallo sgabello, iniziò a raccattare i piatti sul loro tavolo potendo già sentire le lamentele di Yoongi su quanto lavoro avesse nuovamente da fare. Una presa però lo bloccò dal compiere qualsiasi altro movimento e, girando la testa in direzione di quell'odore familiare, scorse Jungkook in piedi e con un viso rilassato a renderlo ancora più bello. Non vi era più quel sorriso soddisfatto di qualche ora prima e nemmeno la preoccupazione dei giorni precedenti. Sembrava quasi che nessun pensiero sfiorasse la sua mente.

«Cosa?» domandò quando l'altro non prese subito parola spiegando il suo gesto.

«Lascia fare a qualcun altro, vieni con me.» rispose e, con un gesto repentino gli tolse le ciotole di mano e sotto lo sguardo di alcuni pirati rimasti ancora a bordo lo trascinò verso gli scalini che li avrebbero condotti verso il ponte di quarto e di conseguenza alla sua cabina.

Solo quando si chiuse la porta alle spalle gli lasciò il polso e riprese a camminare per la stanza quasi come se fosse irrequieto. «C-c'è qualcosa che non va?» chiese quindi il biondo, corrugando le sopracciglia leggermente preoccupato e avanzando di qualche passo per intercettare l'espressione dell'alfa. Si bloccò però quando quest'ultimo si appoggiò sulla sua stessa scrivania e rilasciò un sospiro stanco, prima che il loro sguardo potesse incrociarsi e scatenare in entrambi mille emozioni che gli contorsero lo stomaco.

«Uhm... innanzi tutto volevo chiederti scusa al posto di Jimin. E' stato indelicato nel chiederti quelle cose.» allungò la mano come a volergli indicare di afferrarla e quindi avvicinarsi. E così fece: con poche falcate lo raggiunse e quando i loro palmi si sfiorarono la presa del pirata si fece più salda e con uno scatto l'attirò a sé, mettendo i loro corpi a contatto e finendo con i volti a pochi centimetri di distanza gli uni dagli altri.

Un leggero imbarazzo si propagò ancora sulle guance del principe, mentre posando le mani sul petto dell'alfa, abbassò lo sguardo sulle sue dita che presero subito a giocherellare tra loro, imbarazzato.

«E poi volevo stare solo con te. Hoseok mi ha riferito che sei stato nelle cucine per la maggior parte del tempo. Perché non sei venuto qui?» i loro nasi si sfiorarono mentre le loro labbra combattevano dalla voglia di scontrarsi con le rispettive gemelle per perdere subito quelle formalità e unirsi come avevano fatto nei giorni precedenti e che da quella mattina non avevano avuto modo di fare.

«Eri impegnato, non volevo disturbarti.» lasciò andare un sospiro dalle labbra, prima di continuare «E poi non sapevo bene cosa fare. Qui siamo più visibili agli occhi di tutti, quindi credevo di dover comportarmi come prima che scendessimo dalla nave per non destare sospetti.»

«Capisco come ti senti, ed è stato saggio da parte tua. Hoseok mi ha anche riferito che Chanwook e Gujae siano stati un bel po' a parlare in segreto ed è quasi certo che l'argomento principale fossi tu. Tra l'arrivo alle grotte e il tesoro non credo avranno modo di fare qualcosa, e fino a quando non fanno un passo falso non posso bandirli o fare altro—»

«Non voglio che tu faccia tutto questo per me.» ribatté subito, scuotendo la testa negativamente.

«Be', lo farei anche per toglierli di mezzo una volta per tutte visto che da anni vorrebbero togliermi il potere.» ridacchiò andando a circondare la vita dell'omega per stringerlo ancora più a sé «Ma tu saresti il motivo principale.»

«Se solo lo sapesse la tua ciurma finirebbero tutti col volerti fuori.» alzò gli occhi al cielo ridacchiando. Jungkook quando voleva sapeva essere un perfetto adulatore.

«Mi chiedo se non sia meglio a questo punto. Potrei finire col rapirti di nuovo e portarti lontano dal tuo regno così da costringerti a vivere con me per tutta la vita. Dopo tutto ho ancora una carta che attesta che tu sei mio.» lo provocò tentando subito dopo di far incontrare le loro labbra in un bacio. Bacio che però non riuscì ad ottenere.

«Quella carta è solo tale. Ne abbiamo già parlato.» passò qualche secondo di silenzio tra loro, prima che la risata gutturale del pirata riempisse nuovamente la stanza.

«Sei ancora più lontano di quanto la mia mente non avesse già immaginato.» quella terribile consapevolezza li portò entrambi a zittirsi e scrutarsi l'uno negli occhi dell'altro.

«Avevamo deciso di non parlarne, ricordi?» mormorò l'omega ricevendo solo un cenno d'assenso da parte del pirata che però, al contrario, continuò.

«Credevo di potermela cavare sapendoti di nuovo nel tuo regno al sicuro da chi vuole farti del male, ma la consapevolezza che qualcun altro avrà l'onore di toccarti e farti suo per sempre mi porta ad essere un egoista.» le dita strinsero con possessione i fianchi morbidi dell'omega e la sua testa finì nell'incavo di quel candido collo dall'odore inebriante. Sarebbe bastato così poco per rendere davvero suo quel principe, ma al tempo stesso sapeva che una mossa sbagliata e avrebbe rovinato tutto per sempre.

«Ad ogni modo» si riscosse velocemente allontanando da sé il biondo con le mani sulle sue braccia, per riprendere a camminare dando le spalle all'omega per nascondere i nascenti canini che formicolavano per quanto fosse stato vicino dal perdere il lume della ragione. «ciò che dici è giusto, anche se non nego che preferirei averti affianco. Puoi aiutare Yoongi o Jimin con i loro incarichi, o se ti va puoi benissimo rimanere in questa stanza. Mi distrarresti il più delle volte ma sarebbe piacevole.» ridacchiò scompigliandosi i capelli per poi iniziare con lo slacciare i primi lacci al collo della camicia.

Taehyung lo guardava con sopracciglia corrugate per il cambio repentino e sentendo freddo da quando il corpo dell'alfa non era più a contatto con il suo. Ciò che l'alfa gli aveva confessato rispecchiava allo stesso modo le sue paure, ma aveva cercato fino a quel momento di rendere quelle parole solo dei meri pensieri, giustificandoli con quello che era diventato una specie di mantra: vivere il presente.

Jungkook le aveva rese reali pronunciandole. Reali e dolorose, tanto che ringraziò quell'uomo per avergli dato le spalle altrimenti avrebbe potuto scorgere una lacrima cadere dal suo occhio sinistro e che subito di apprestò ad eliminare.

«Ma c'è una cosa che non posso più permettere, ed è che tu dorma in quelle quattro mura circondato dai miei uomini.» lo vide aprire la porta della sua stanza e poi girarsi nella sua direzione con un mezzo sorriso «Abbiamo già dormito uno accanto all'altro no?» gli indicò poi il letto.

«Jungkook...» sussurrò sentendo il cuore fare male. Aveva cambiato appositamente argomento ma era stato l'unico ad esprimere i suoi pensieri e sentimenti.

Strinse i pugni fino a farsi diventare bianche le nocche e percorrendo la distanza che lo separava da Jungkook si ritrovò nuovamente a pochi centimetri di distanza dall'altro. Le sue mani adesso tenevano strette la stoffa bianca del pirata, come se stesse cercando un appiglio per non cadere.

«Hai ragione.» si morse il labbro per non lasciare che le lacrime rendessero le parole che aveva in mente solo dei lamenti fastidiosi «L'idea di stare lontano da te mi fa mancare il respiro e a volte ho desiderato non nascere un principe solo perché così le cose tra noi avrebbero potuto funzionare meglio fin dall'inizio!» nascose il volto nel suo petto, non intenzionato a voler mostrarsi in quelle condizioni. Le sue buone intenzioni sul pensare solo ai giorni presenti erano andate a farsi benedire così come l'aveva fatto la sua ragione quando aveva capito di provare dei sentimenti per l'alfa.

«Ma non posso essere un egoista quando la vita di migliaia di persone peserà sulle mie spalle un domani.» la voce si affievolì leggermente e dopo qualche secondo di silenzio passato a prendere fiato, come se non riuscisse a respirare, alzò lo sguardo lucido di quei sentimenti contrastanti per incontrare quegli occhi scuri e profondi riuscendo a provare – proprio come quasi si immagina la profondità delle acque oceaniche – quella sensazione di paura e impotenza che gli contorceva lo stomaco allo stesso tempo però per quanto affasciante fosse.

«Ma voglio esserlo per me.» fu deciso «Non potrai essere l'uomo che starà al mio fianco ma per favore, sii l'uomo che mi renderà suo per la prima volta.» il cuore nel petto gli tremò e con le lacrime agli occhi si alzò sulle punte dei piedi per poter raggiungere le labbra tanto agognate l'uno dall'altro, per sigillare con esse l'ennesima promessa.

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Aggiornamento super veloce, spero possa essere lo stesso con il prossimo~
Ditemi cosa ve ne pare di questo capitolo o della storia in generale, mi farebbe molto piacere ^^

Ci stiamo avvicinando pian piano alla fine e, rispetto alle mie altre storie, non ci sarà nessun conto alla rovescia questa volta😣

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