The Omega's Crown|ᴋᴏᴏᴋᴛᴀᴇ

By Swetty_Kookie

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[ᴛʜᴇ ʟᴇɢᴇɴᴅ ᴏғ ʀᴇᴅ ᴛʀᴇᴀsᴜʀᴇ: ᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀ] [ᴜɴᴛɪʟ ᴛʜᴇ ᴇɴᴅ ᴏғ ᴛʜᴇ ᴡᴏʀʟᴅ: ɪɴ ᴄᴏʀsᴏ] Da generazioni ormai, nel pacif... More

The Legend of Red Treasure
Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24- prima parte
Capitolo 24- seconda parte
Capitolo 25
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31 [Fine Prima Parte]
Until The End Of The World
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47

Capitolo 26

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By Swetty_Kookie

Quel giorno era il giorno. Jungkook era uscito non appena le prime luci dell'alba avevano iniziato ad entrare dalla finestra, incontrando fastidiosamente i suoi occhi e svegliando gli animali nascosti nella foresta che presero ad animarsi, svegliando anche il resto del villaggio.

Taehyung lo aveva sentito muoversi accanto a lui ed involontariamente aveva socchiuso gli occhi per poterne osservare il profilo dal basso, ancora assonnato, passarsi distrattamente le mani tra i lunghi capelli mossi e poi passare agli occhi che stropiccio quasi se così facendo avrebbe potuto riprendersi dal sonno.

Non s'era reso conto che i suoi movimenti avevano causato il risveglio dell'omega, per cui il biondo potette per qualche minuto buono rimanere in disparte ad osservare il pirata e ripensare ai giorni appena trascorsi. Erano stati lunghi e frenetici, anche se s'era trattato di soli tre giorni a Taehyung era sembrata una settimana; al mattino usciva con il pirata e dopo che quest'ultimo si fosse assicurato d'averlo scortato alla bottega, dove passata il resto della mattinata, lo lasciava l' con la beta che gentilmente gli aveva mostrato alcune parti più burocratiche del suo lavoro, lasciandolo a lavorare nella stanza posta dietro il bancone. Grazie a quello potette leggere alcune lettere inviate direttamente dal suo regno per concludere o contrattare affari con il capovillaggio, o ancora richieste di merci firmate da suo padre in persona. A volte rimaneva incantato ad osservare quella firma così familiare e che spesso aveva sostituito con la sua quando lo affiancava per cercare d'imparare il più possibile da lui.

Gli mancava, anche se i giorni frenetici che aveva trascorso negli ultimi due mesi non gli avevano dato dicerto il modo di riflettere su come potesse stare suo padre ormai a conoscenza del suo rapimento. Poteva immaginare avesse già mobilitato flotte per partire alla sua ricerca, ma a contrario di tutto se sue aspettative – o semplicemente se l'avesse saputo settimane prima – non era così felice di come invece avrebbe dovuto reagire. La preoccupazione che qualcosa potesse succedere a Jungkook lo logorava nel petto, là proprio dove si trovava il cuore che in molte di quelle notti aveva battuto a velocità elevata proprio a causa del pirata.

Era ormai chiaro a entrambi che nessuno dei due desiderava il male dell'altro e che fossero già rassegnati a ciò che li aspettava. Come Taehyung aveva detto, stavano vivendo ogni singolo momento, senza pensare ad un domandi.

Una volta terminato il suo lavoro in bottega usciva per poter prendere il mestolo di cibo che, in un pentolone generale, venivano cucinate pietanza in gran quantità così da poter sfamare almeno un po' i componenti del villaggio. Era in quel momento che Jungkook tornava accompagnato dal capovillaggio Woojin, ed era lo stesso momento della giornata in cui il tempo sembrava non finire mai.

Si rintanavano dentro la loro momentanea casa, molto spesso sotto sguardi indagatori da parte dei pirati della Emavros, e rimanevano lì chiusi per ore a guardarsi l'un l'altro e parlare, scherzare, talvolta bisticciare, esattamente come una normale coppia farebbe. Non c'era paura, non c'era tensione, tranne quando Jungkook decideva di giocare sporco e provocarlo. I freni che bloccavano le azioni del pirata diventavano sempre meno efficienti, lasciandolo muoversi senza esitazione anche nello sfiorare o parlare in modo più sporco con l'omega – cosa che invece aveva cercato di trattenersi dal fare sempre per evitare di spaventarlo.

Anche i baci, a discapito da ciò che Taehyung immaginava, furono all'ordine del giorno. Jungkook, insieme alla sua nuova spavalderia nei suoi confronti, dopo aver testato che la sua presenza e il suo contatto – anche se ancora minimo – non infastidissero il biondo, aveva preso a dargli, quando meno se lo aspettava, baci. Baci ovunque. Sulle labbra, sul collo quando era distratto, sulla spalla quando l'omega si spogliava o si rivestiva, sulle nocche delle mani delicate, la fronte, le guance. Non ci fosse lembo scoperto che non fosse stato sfiorato da quelle labbra, e Taehyung sentiva quel calore temporaneo quasi come un marchio sulla pelle. Ogni punto formicolava e bruciava.

Avevano lasciato andare le loro barriere man mano e si erano fidati dell'altro in così poco tempo che Taehyung cercò di contenersi rimproverandosi mentalmente. Suo padre, i suoi insegnanti, persino il capitano Yun lì presente, sapeva l'avrebbero ammonito per quel modo di fare. Non bisogna mai fidarsi di qualcuno che non appartenga alla propria famiglia, gli rimbalzavano in testa quelle parole. Ma lui lo stava facendo e non aveva mai sentito il cuore più leggero.

Inoltre, casi come la prima mattina in quel villaggio, non accaddero più per cui fu facile dare man forte al pirata e sostenere la sua tesi su qualche bambino curioso del villaggio.

Mugugnò quando all'improvviso le sue tempie pulsarono e, non ricordando di non aver fatto presente al pirata il suo stato di veglia, si portò una mano sulla fronte per massaggiarla e cercare di placare quel dolore. Le sue orecchie fischiavano fastidiosamente e in bocca aveva un gusto disgustoso.

Anche se ad occhi chiusi percepì lo sguardo di Jungkook su di sé, e a confermare ciò fu il movimento che piegò il materasso dietro di loro e che lo costrinse a schiudere nuovamente gli occhi.

I capelli corvini del pirata gli solleticarono la fronte quando si piegò nella sua direzione così da essere a pochi centimetri di distanza l'uno dall'altro. «Avevo detto che avresti potuto riposare fino a tardi, perché sei già sveglio?»

«Ti ho sentito muoverti e credo d'avere il sonno abbastanza leggero.» imbronciò per un po' le labbra, mettendosi poi seduto accanto al moro nella speranza magari che quel mal di testa si placasse. «Ah, mi sento uno straccio.» ma tutt'altro, sembrò solo peggiorare.

«E' normale, è una conseguenza del liquore.» spiegò l'alfa, finendo con l'alzarsi completamente dal materasso, sovrastando il corpo del biondo per scendere. Avevano riposizionato il materasso sulle travi di legno trovandole molto più confortevoli del pavimento.

Taehyung ignorò quel gesto e semplicemente seguì con gli occhi i movimenti del pirata per la stanza. «Ma tu non sembri stare male.» constatò.

La sera precedente, dopo essere rincasati dopo la cena generale, Jungkook aveva tirato fuori una borraccia con all'interno del liquore che Woojin gli aveva dato come regalo per la loro partenza. In realtà non aveva intenzione di aprirlo né tanto meno di finirlo in una sola notte, ma Taehyung lo aveva guardato curioso e dal commento che aveva fatto giorni prima, gli era venuta l'idea di far cambiare opinione al biondo. Dopo il primo bicchierino aveva arricciato il naso e quasi rimesso per il gusto orribile che, al posto di cambiare il suo pensiero lo confermò solamente. Ma al contrario suo Jungkook aveva continuato a mandarlo giù come fosse acqua e, preso improvvisamente dal suo spirito competitivo – assopito in quegli ultimi mesi – aveva afferrato la bottiglia e sfidato con lo sguardo l'alfa, prima di portare il collo di essa alle labbra e mandare giù per tre volte quel liquido trasparente, facendone finire un po' sul suo viso per quel gesto goffo.

Jungkook gli aveva tolto la bottiglia dalle mani guardandolo sbalordito da quel gesto, ma quando le guance rosa dell'omega comparvero nella sua visuale non potette fare a meno di ridacchiare e fissare i movimenti lenti di un Taehyung ubriaco.

Il principe ricordava solo d'aver rischiato di cadere sul pavimento e di sentire un tremendo caldo, ma poi tutto era diventato sbiadito fino al buio totale.

«Io riesco a reggerlo tranquillamente, è da quando ho dieci anni che lo bevo.» disse tranquillamente, ridacchiando quando un ricordo gli tornò alla mente «Ma anche per me la mia prima sbronza non è stata molto piacevole. Ho vomitato ovunque.»

«Io— io non ricordo assolutamente nulla.» si scoprì le gambe dalla coperta intento ad alzarsi per poter raggiungere il secchio con dell'acqua che avevano riempito il giorno prima, ma si bloccò quando notò le sue cosce nude sbucare dalle lenzuola. Non c'era nulla di strano su di esse, ma il fatto che fossero nude significava solo che Jungkook l'aveva spogliato... o l'aveva fatto da solo? Era possibile quando a stento riusciva a reggersi in piedi?

Voleva domandare e soddisfare la sua curiosità, ma era troppo imbarazzato e non sapeva se scoprire la verità sarebbe stato un bene o un male.

Si alzò barcollando leggermente e inginocchiandosi di fronte all'acqua gelida, v'immerse completamente il volto bagnando anche alcune ciocche di capelli. Sperava solo che così facendo quel mal di testa sparisse insieme all'imbarazzo nato sulle sue guance.

Quando tornò a respirare sembrò quasi di sentirsi meglio, o almeno il calore era sparito, e con lo sguardo tornò a cercare Jungkook intento a sistemarsi la cinghia sui fianchi stretti seguendo poi il fodero della spada.

«Meglio così allora. Non pensarci troppo e torna a dormire, non appena le casse saranno qui partiremo senza attendere oltre.» sembrava essere tornato il Jungkook serio e incentrato sul suo lavoro, come lo aveva conosciuto prima di quei tre giorni trascorsi insieme.

«M-ma—» lo bloccò senza che potesse accorgersene e sgranò gli occhi quando si rese conto d'averlo fermato. Stava per uscire e andare a compiere i suoi doveri da capitano di un veliero pirata, perché mai doveva sentirsi deluso dall'essere lasciato in questo modo? Si sarebbero rivisti comunque tra qualche ora. «N-niente.»

«Che succede?» il tono dolce che utilizzò lo fece sentire ancora più a disagio. Camminò verso il letto per tornare a sedersi, scuotendo la testa negativamente sperando che lasciasse perdere il suo modo di fare, ma la contrario Jungkook si gli avvicinò e prendendogli una mano e accovacciandosi per essere più in basso rispetto al biondo, domandò ancora «Che c'è? Non andrò via fino a quando mi dirai qual è il problema.» affermò serio.

Il cuore gli batté all'impazzata quando realizzò quale fosse il vero problema, e deglutì quando cercò di mettere su parole inutili per smascherare il suo vero problema. Non ce n'erano, o per meglio dire era un pessimo bugiardo, quindi Jungkook l'avrebbe scoperto presto.

«Credevo avremmo potuto passare insieme il tempo qui, fino all'ultimo...» si grattò a disagio una cuticola non potendo credere alle sue orecchie. Stava davvero parlando in quel modo così mieloso ad un alfa? Che fine aveva fatto tutto il suo rancore e il suo odio? Era bastato così poco...

«E questa mattina non mi hai nemmeno baciato. Cioè, so che il mio alito è disgustoso dopo ciò che ho bevuto la sera scorsa ma—»

Un bacio improvviso bloccò il suo farfugliare ed il sorriso di Jungkook apparve nella sua visuale. «Hai finito? Davvero credi che sia il tipo che pensa a queste cose?» ridacchiò andando a riprendere tra le mani una del principe, della quale baciò ogni nocca in rilievo.

«Credevo piuttosto potessi infastidirti io... mi rendo conto di aver esagerato in questi giorni e il contatto fisico so che è difficile per te.» il tono si fece più basso e insieme ad esso, anche il busto di Taehyung spinto sempre più a toccare schiena con il materasso da Jungkook. «Ma sapere che in un certo modo ti sono mancati rende tutti i miei tentativi di trattenermi ancora più difficili.»

Taehyung ormai non riusciva più a connettere la mente. Le parole di Jungkook non avevano significato, solo il timbro della sua voce rauca gli solleticava le orecchie e solo le sue emozioni sembravano guidarlo in quel momento.

Lo stomaco in subbuglio era probabilmente la cosa che più si avvicinava a come realmente si sentiva. Voleva contorcersi e rannicchiarsi sotto la figura imponente dell'alfa, quasi gli veniva da rimettere per tutta la confusione all'interno di esso. Odiava e amava al tempo stesso quella sensazione, e finì con il mordersi il labbro superiore quando non ne potette più di trattenere tutte le sue emozioni. Labbro che però venne subito sostituto da quelle del corvino, così deciso e così veloce da rendere il tutto ancora più confuso.

Strinse le ciocche corvine tra le mani quando quel bacio divenne insostenibile e gli occhi divennero lucidi quando non ottenne ciò che voleva. Jungkook non gli diede tregua rendendolo affannoso e lasciando che della saliva scendesse lentamente tra i loro menti fino a formare un quasi invisibile filamento tra le loro labbra quando il corvino decise finalmente di farlo respirare.

Ma la sua irruenza sembrava non finire lì, perché con un colpo secco portò una delle gambe nude dell'omega piegata sul materasso e l'altra verso l'esterno così da poterlo ospitare tra esse senza intralci. La lingua lasciava scie umide lungo tutto il collo e le mani accarezzarono dal basso verso l'alto il busto magro, potendo sentire sotto il palmo della mano le ossa del torace, salendo poi verso uno di quei bottoncini rosa coperto dalla camicia bianca.

«Mh» scattò sul polso l'omega quando il pollice passò velocemente su di esso e si morse il labbro inferiore tra i denti quando quel movimento venne ripetuto più volte ad una velocità estenuante.

L'altra mano del pirata andò a sollevare la maglietta rivelando alla luce del giorno il petto dell'omega che dopo una veloce occhiata, andò a torturare con la sua stessa lingua.

«No,» mugugnò e andò ad afferrare i capelli del corvino quando sentì la sua lingua calda formare un cerchio attorno al suo capezzolo. Sentiva di poter impazzire per quelle sensazioni così forti che lo mandavano fuori di testa e causavano il suo respiro corto «basta così.»

Aspettava che il pirata lo ascoltasse, che così come tutto aveva avuto inizio così finisse. Ma al contrario di tutte le sue aspettative Jungkook non si fermò e al contrario scese a baciargli con piccoli schiocchi lo stomaco piatto e poi la pancia, per la quale contrasse tutto il suo corpo quando si soffermò sull'ombelico con il quale prese a giocare con la lingua.

Ormai era diventato un ammasso di gemiti mal trattenuti, senza la capacità di formare parole di senso compiuto. Qualcosa premeva al di sotto dei suoi calzoncini e lo infastidiva tanto da portarlo a chiudere le gambe per alleviare quella sensazione. Cosa che ovviamente non riuscì a fare vista la presenza della testa del moro ormai tra di esse.

Aveva già sentito quel tipo di emozione, era successa durante il calore in cui, oltre ad aver ricevuto aiuto dalle dita di Jungkook che considerava ancora come suo nemico, si era dato piacere da solo. Ma ciò che stavano facendo quel giorno era completamente diverso da quel preciso istante.

Le emozioni sembravano così vere rispetto ad allora, dove l'effetto della passiflora doveva aver inibito i suoi sensi, che sembrava Jungkook lo stesse toccato davvero per la prima volta.

Quando sentì le sue dita infilarsi nell'elastico dei calzoncini trattenne il respiro e attese qualsiasi movimento dell'alfa. Quando notò però che quest'ultimo si fosse fermato, allora sollevò la testa per poterne scrutare i suoi occhi scuri così pieni di desiderio. Si sentì mancare l'aria e un battito, perciò rimanendo in silenzio prese un profondo respiro interrotto poi da Jungkook.

«Posso fermarmi.» constatò, come a dargli l'ennesima dimostrazione che in qualunque momento avrebbe potuto allontanarsi e che ciò che stava per fare sarebbe dipeso solo da lui. Gli stava dando libera scelta ma in quella posizione, con Jungkook a pochi centimetri dalla sua intimità, sembrava che il corvino avesse già preso la sua decisione.

Rimase semplicemente in silenzio buttandosi nuovamente con la testa sul materasso, stringendo gli occhi e deglutendo forzatamente, diede un silenzioso consenso al corvino.

Si sentiva così sottomesso al suo sguardo e alla sua presenza che l'idea di rifiutarlo era stata solo un brevissimo pensiero, sparito quando ormai era diventato troppo tarsi e la sua intimità incontrò l'aria al di fuori dei calzoncini.

Aveva la testa piena di immagini, pensieri e suoni indefinibili, quasi a scoppiargli e che non fecero altro che aumentare la sua confusione quando il fiato caldo del pirata si scontrò con la base della sua intimità, reda poi umida da quelle che erano sicuramente due labbra che non poteva vedere, vista la sua posizione.

Le voci iniziarono ad animare il villaggio là fuori e rendeva il tutto ancora più confusionario e pericoloso, perché proprio come tre giorni prima avrebbero potuto spiarli da quella finestra e vedere quel lato di lui nascosto persino a sé stesso e che solo Jungkook stava avendo l'onore di vedere.

Si portò una mano alle labbra e contrasse lo stomaco quando una lunga lappata seguì la sua asta fino a fermarsi sulla punta arrosata e già umida, per richiuderla poi nella bocca calda del pirata che prese subito a muoverla su di essa.

Cercò di chiudere le gambe per quanto strana fosse quella sensazione ignorando la presenza dell'alfa tra di esse, ma quest'ultimo al contrario le tenne spalancate e con un veloce scatto trascinò il corpo dell'omega verso l'esterno del letto così da poter avere libero accesso ad entrambi i piaceri del principe. Infatti, mentre la sua bocca era impegnata con il membro dell'altro, le dita andarono a stuzzicare l'apertura bagnata dell'omega che, nonostante non fosse in calore, sembrasse pronto per riceverlo. Quel sol pensiero gli annebbiò la mente e quasi come volesse riprodusse su sé stesso ciò che faceva all'omega, immaginando quella testa bionda e quel viso arrossato e pieno di lacrime ospitare tra le sue labbra la sua erezione, prese a muoversi più velocemente accompagnando ad esso le dita che inserì nell'apertura dell'omega senza esitazione.

Ormai in quelle quattro mura che avrebbero ben presto allontanato potevano udirsi solo i gemiti mal trattenuti dell'omega, insieme ad un mix spropositato di ferormoni.

Si contorceva e muoveva in maniera spropositata quando quell'insieme divenne troppo da sopportare. «P-piano—» si lasciava sfuggire quella semplice parola che Jungkook, al contrario di ascoltare, usava ogni volta per aumentare la velocità.

Strinse quei capelli mossi tra le dita così forte, tanto da avere paura di poterli strappare se solo vi ci fosse aggrappato maggiormente, quando si sentì ormai al culmine del piacere. Si mise seduto in uno scatto e fu forse l'immagine di Jungkook con le guance leggermente arrossate e tutta l'intenzione di non fermarsi, a farlo arrivare al limite. Probabilmente se si fosse goduto quello spettacolo dall'inizio non sarebbe stato in grado di reggere nemmeno per due minuti.

Non seppe bene come comportarsi, tutto avvenne così improvvisamente tanto da lasciarlo con il fiatone ed il sudore ad imperlargli la fronte come se avesse appena finito di correre, anche se era semplicemente rimasto seduto. Strinse gli occhi e strinse le dita tra quei capelli, lasciandosi sfuggire un gemito più lungo degli altri, liberando finalmente ciò che minacciava di scoppiare nella sua intimità da un momento all'altro. E lo fece proprio nella bocca del corvino.






Un leggero sospirò fuoriuscì dalle labbra dell'omega ed allo stesso tempo le sue braccia si incrociarono al petto. Gli occhi vagavano davanti a sé e poi sul terreno che stava calpestando, affinché non inciampasse in qualche radice.

Erano partiti dal villaggio da poco meno di due ore, dopo che i carri con le merci avevano fatto la loro apparizione dalla foresta. Come avevano programmato, l'omega ed il capitano Yun non avrebbero messo piede fuori in quell'arco di tempo, così da non rischiare d'essere riconosciuti da qualche mercante del regno, avendo la possibilità di uscire solo quando quegli ultimi sarebbero andati via.

In realtà Taehyung non ne aveva così poi risentito, come invece aveva immaginato; o almeno non dopo ciò che era successo all'alba di quella mattina. Era stato piacevole, e specialmente di grande aiuto per i suoi pensieri, rimanere in quella casa, sdraiato su quel letto ad osservare il soffitto e a riflettere su ciò che aveva fatto, rivivendo ogni minima emozione e ricordo. Non sapeva come avrebbe dovuto guardare l'alfa da quel momento in poi, visto che l'immagine del pomo d'Adamo del pirata che faceva su e giù era rimasta impressa nella sua mente, ma esattamente come tutto il resto immaginava avrebbero risolto l'argomento. Insomma, era evidente che l'essere stati a stretto contatto in quegli ultimi giorni avesse scatenato desideri che avevano finito con il far avverare in un minimo lasso di tempo in cui, nessuno dei due, era stato capace di trattenersi.

Quando poi alle sue orecchie era arrivato il trambusto dei carri, aveva deciso di vestirsi, così da essere pronto per il viaggio, e spiare ciò che accadeva all'esterno aprendo leggermente la porta. Nessuno s'era accorto della sua presenza e, anche se non ne rimase poi così stupito, quasi gli brillarono gli occhi quando scorse le divise del suo esercito al regno, e poi il logo della sua famiglia.

Il cuore aveva preso a battere velocemente, ma poi tutto si era dissolto velocemente quando di fretta quegli ultimi avevano scaricato le merci trattando con sufficienza i membri del villaggio. Quei retroscena che dalla sua posizione a palazzo non aveva mai osservato, lo lasciarono di stucco e gli fecero rendere conto che le parole dei pirati sul suo regno non fossero poi così infondate.

Era questo, quello a cui pensava intensamente da quando aveva potuto mettere piede fuori e prepararsi per il lungo viaggio che avrebbero affrontato al fine da ritornare dal resto della ciurma.

Il capitano Yun gli camminava accanto con sguardo basso e più silenzioso del solito. Era rimasto sorpreso, a dir la verità, quando qualche minuto prima della partenza Jungkook aveva ordinato ad Hoseok di legare il vecchio alfa e stare accanto a loro durante il viaggio. Ricordava la discussione avuta con il pirata per quel particolare, ma quella volta non avrebbe avuto il coraggio di avvicinarsi a lui e chiedere spiegazioni, non quando il suo sguardo bruciava ancora sulla sua pelle insieme all'infinità di baci che quasi sembravano essere rimasti impressi sulla sua pelle.

«Perché le corde?» domandò quindi ad Hoseok, a qualche passo di distanza dai due.

Il pirata si girò a guardarlo con sufficienza, prima di rispondere come da prassi «Ordini del capitano.» che fecero tirare un sospiro esausto a Taehyung. Tutto diventava più complicato quando sotto gli occhi di estranei dovevano tornare ad essere il pirata burbero ed il principe prigioniero. Avrebbe chiesto spiegazioni personalmente quando Jungkook l'avrebbe raggiunto quella notte, anche se non con poco imbarazzo.

«Mi dispiace, Capitano Yun.» prese parola con l'uomo più anziano, ricevendo solo silenzio in cambio. Lo guardò attentamente, sbattendo più volte le palpebre stranito da quell'atteggiamento, ma ricollegò quel suo modo di fare quella mattina alla vista delle guardie reali. Erano stati a così pochi passi dal poter tornare a casa che se Taehyung era riuscito a comprendere e a stare al gioco, per il capitano non doveva essere stato facile.

«Immagino che abbiate visto le guardie questa mattina.» continuò «So che avremmo potuto avere la possibilità di scappare, loro mi avrebbero riconosciuto e ci avrebbero protetto, ma non potevo e—»

«Era una vostra decisione, Altezza.» parlò in modo freddo, rivolgendo lo guardo poi al biondo «Come tutte le altre decisioni errate che avete deciso di scegliere dall'inizio di questo incubo.»

Spalancò la bocca non aspettandosi di certo parole così dure da parte di quell'uomo, ma lo strattone di Hoseok sulle corde che tenevano legato il capitano lo zittirono, mentre rischiava di vedere l'uomo cadere sul terreno senza possibilità di aggrapparsi a qualsiasi cosa.

«Fate silenzio! Entrambi!» quasi sembrò ringhiare il moro, lanciando un'occhiataccia al vecchio alfa e poi all'omega, il quale, silenzioso, tornò a guardare terra ma che nella mente aveva mille dubbi e incertezze ad alleggiare tra i pensieri. E le parole del capitano Yun non fecero altro che farle aumentare e farne nascere di nuove.

Nel profondo sapeva di star prendendo le decisioni sbagliate, ma tutto quello sarebbe svanito una volta tornato a palazzo. Nessuno avrebbe saputo della sua relazione con Jungkook se non sé stesso ed il suo cuore che presto sarebbe andato in frantumi.

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