Be my First and my Last | P.J...

By ConsueloRogue

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#2 in k-pop 15/05/21 #3 in j-hope 25/05/21 #11 in triangolo 07/04/21 #19 in Jungkook 01/04/22 Jung Hoseok la... More

Prefazione
Intro: He loves me
1: My Moon
2: Playful glances
3: Busted
4: Something in my belly
5: Plan '555.6.1'
6: Thing SHE has forgotten
7: Drag me to Hell: HIM
7.1: Drag me to Hell: HER
8: She loves me
9: Welcome
10: And so we meet again
11: Near but far away
12: One night
13: Radio Silence
14: Don't go
15: Three dates
17: Happy B.Day Jimin-ssi
18: Armed Bomb
19: Gongjun-nim
20: Shibari
21: How to cause a fight
22: DEFCON 1
23: Men are all the same
24: Sign it
25: Holidays
26: Metropolitan
27: Call me when you're sober
28: SLAVE
29: Valentine
30: Teach You
31: Breaking down
32: Swimming pool
33: Husky
34: Not my place
35: Atonement
36: I need you
37: Stress Control
38: Kidnapped
39: Laundry Service
40: Her Little Old World
41: My Agasshi
42: Married with my job
43: Tainted Love
44: Milonga de Amor
45: Points of view
46: Buon compleanno, Gongjun-nim
47: Run in circles
48: Deafening Silence
INTERLUDE: Singularity
49: Once Upon a December
50: Scandal
51: Need to change
52: Kiss me, tease me
53: Fly me to the Moon
54: Boy meets Evil
55: Triple Valentine
56: Secrets
57: How could you
58: 'Melo' is my nature
59: My Time
60: Deep Blue
61: Sinking
62: Richter 9.05
63: Wing beat
64: Winston blu
65: Whatever it takes

16: Dark Room

291 29 42
By ConsueloRogue



Seoul, 5 Ottobre 2021


L'appartamento di Taehyung era caldo e accogliente, un grande divano nocciola regnava incontrastato nel gigantesco salotto, la luce del tramonto si rifletteva, rossastra, sulle pareti bianche. Della musica Jazz che Aurora non conosceva risuonava nell'appartamento, lui era seduto sul divano con le lunghe gambe accavallate e la guardava con un sorrisetto sornione stampato sul volto perfetto.

Non era mai stata tanto arrabbiata con qualcuno come con Kim Taehyung.

Prese un sorso di vino bianco, fruttato e profumato. «JK mi ha raccontato di Roma nel dettaglio.»

«Te l'ha... 'raccontato'?» lui rise, una vampata di calore le scaldò la nuca.

«Non mi ricordo niente di quella sera, Tae.»

Lui le lanciò uno sguardo di sufficienza, le labbra perfette incurvate in un sorrisino che la mandava fuori di testa dalla voglia di prenderlo a schiaffi. Col naso nel calice si torturò un'unghia. «Perché l'hai fatto?»

«Perché era divertente, Noona. E tu ci stavi. Non ti sei opposta, avresti potuto non bere.»

«Vero...» Aurora prese un altro lungo sorso, le tremavano le mani. «Speravi in una cosa a quattro?»

«Perché no...» lui assottigliò lo sguardo e spettinò la frangia con le lunghe dita affusolate, sorrise e posò il bicchiere semivuoto. «Dammi un attimo.»

Lui annuì, Aurora si diresse in bagno, aveva le guance rosse dalla rabbia, petto e nuca bruciavano, le si contorcevano le viscere.

Si spogliò, e rimase con solo il completino intimo di pizzo blu addosso, sistemò il seno e le stringhe del basso slip semitrasparente e strinse i denti. Con una camminata da gatta si avvicinò a Taehyung, che stava guardando il cellulare. Si fermò dietro di lui e gli accarezzò le spalle.

Taehyung sobbalzò e si girò di scatto, allargò gli occhi e il suo sguardo da sorpreso si fece torbido, la lingua saettò sulle labbra sottili. «Noona...»

Gli passò una mano tra i capelli soffici, si abbassò e gli soffiò contro l'orecchio: «Ti va di riprendere il discorso?» gli mordicchiò il lobo e dovette trattenersi dallo stringere la carne tra i denti. Lui rabbrividì e un basso mugolio gli sfuggì dalle labbra, le sue dita le accarezzarono il braccio nudo.

Taehyung rise con voce bassa e roca. «Se proprio me lo chiedi così...»

Il suo braccio le avvolse la vita e Aurora si lasciò trascinare oltre la spalliera, sul suo grembo. Scansò il bacio di Taehyung e gli porse il collo, le sue labbra le sfioravano la pelle. Gli diede uno strattone leggero.

«Chiudi gli occhi.» lui le palpò il culo, sorrise con aria sorniona e ubbidì.

Aurora storse il naso, lo avrebbe preso a schiaffi. Si alzò e la sua mano le scivolò sulla coscia, diretta in alto, tra le sue gambe; la afferrò. «In piedi, Tae.»

«Cosa vuoi fare, Noona?» Taehyung riaprì gli occhi, in piedi davanti a lei. Gli sorrise e gli prese il volto tra le mani per sollevargli il mento.

«Fidati, chiudi gli occhi e tienili chiusi.» sfiorò il collo con le labbra e gli tolse la maglietta, controllò che tenesse gli occhi serrati e gli girò attorno, con una mano gli accarezzava la schiena, con l'altra pescò le manette dalla borsa.

Gli baciò le spalle, lui sospirava piano ma manteneva gli occhi chiusi. Sorrise contro la sua pelle profumata e gli portò indietro le mani, con un secco click intrappolò i polsi.

«Noona?» Taehyung sobbalzò e si girò, gli occhi allargati.

«Ho detto: fidati.» gli mordicchiò la spalla, lui trasalì. Con una lenta carezza scese lungo la schiena liscia, esplorò l'addome e gli slacciò i pantaloni. Aveva un'erezione considerevole.

Gli leccò la schiena e mordicchiò le spalle, tremava. Con un gesto deciso gli abbassò pantaloni e boxer. Era un peccato, si sarebbe goduta molto di più la vista di quel culo tondo e sodo in un'altra occasione.

Scese a baciargli la schiena, con una mano cercava nella borsa la maschera da mettergli sugli occhi. Affondò i denti nel gluteo sodo, lui sobbalzò e mugolò, con le mani intrappolate dietro la schiena cercava di toccarla.

«Ah... Noona.»

«Voglio fare un gioco TaeTae. Lo so che ti piace giocare...» si alzò, la benda stretta tra le mani, gliela calò sugli occhi e lo girò di scatto verso il divano.

«Mi piace molto giocare, Noona.» lui ghignava, un brivido di eccitazione le corse giù per la schiena.

Recuperò il collare e glielo infilò, se si fosse agitato troppo lo avrebbe strangolato. Con una leggera spinta nell'incavo del ginocchio lo fece crollare in avanti e gli succhiò il lobo.

«Me lo hanno detto, sai, TaeTae? Anche a me piace giocare. Vai un po' più avanti.» gli accarezzò il basso ventre e si fermò a giocare con i suoi ricci, con le unghie gli scalfì la pelle. Lui ubbidì, docile e fremente.

Era sicura che fosse più per la novità della situazione che altro.

«Che gioco vuoi fare Noona?» Taehyung emise un basso risolino, con una carezza all'interno coscia che lo fece rabbrividire lo costrinse ad allargare di più le gambe.

«Facciamo il gioco delle domande.» gli piantò le unghie nella schiena e si trattenne, non poteva rovinarlo in modo troppo visibile. Lo graffiò, lui ansimava. «Sai come si chiama quando fai ubriacare qualcuno talmente tanto che il giorno dopo non si ricorda ore intere, solo per portartelo a letto?»

«Eh?!» Taehyung si irrigidì e si agitò, con uno spintone lo fece finire bocconi contro la spalliera, afferrò i capelli e gli tirò indietro la testa, strattonò il laccio che gli aveva passato attorno al collo e iniziò a soffocarlo.

«Rispondimi Taehyung.» una vampata di calore le scaldò la nuca.

«No-noona...»

«Se lei non può dare il consenso, lo sai come si chiama?» le tremavano le mani, le sue unghie scalfivano il cuoio capelluto di Taehyung che boccheggiava.

«S-stupro?» ansimò lui con voce soffocata.

«Esatto Taehyung, si chiama stupro.» rilasciò la pressione sulla trachea di lui, allungò una mano nella borsa e recuperò la bottiglia di lubrificante.

«Ma Noona, cosa-?» Taehyung tremava intrappolato in quella posizione scomoda e innaturale in cui lo aveva costretto, la sua erezione non si era spenta, ma aveva il respiro corto.

«Ho detto che facciamo il gioco delle domande, TaeTae, ma le domande le faccio io.» coi denti stappò la bottiglia. «Qual era il programma a Roma? Farmi bere e poi? Vedere nella camera di chi sarei finita? Passarmi tutti e tre a turno, insieme?» ringhiò e lo schiacciò contro la spalliera per impedirgli di alzarsi.

«Noona stai esagerando...»

«Rispondimi!» gli rovesciò il lubrificante tra le natiche, lui emise uno strillo acuto e Aurora lo schiacciò con tutto il suo peso.

«Cosa stai facendo?!»

«Se non mi rispondi ti spiego il significato della parola 'stupro' e lo faccio senza alcool. Non ti sei opposto all'inizio, no?»

«No, no Noona, scusa, scusa! Volevo solo vedere come reagiva Jimin-ah!» Taehyung scalciò e Aurora strinse di nuovo il collare per soffocarlo.

«Ah, quindi nessuno di voi tre mi avrebbe toccata se fossi stata troppo ubriaca? Perché mi risulta che io abbia baciato tutti e tre e che sia stato proprio TU a iniziare, da quello che mi hanno detto.» gli schiaffeggiò il culo e passò la bottiglia di lubrificante tra le sue natiche.

«Scusa! Non... non ci avevo pensato, scusa! Sì, sì se Jimin non si fosse messo in mezzo... forse ti avremmo ripassata tutti e tre.» Taehyung singhiozzò con voce stridula.

Aurora rise, nel petto la rabbia ribolliva come fuoco liquido. Era tentata di non fermarsi.

«E cosa sarebbe stato, Taehyung?»

«S-stupro...» singhiozzò, aveva le guance bagnate. Gli diede uno schiaffetto leggero sulla natica e allontanò la bottiglietta dal suo culo.

«Bravo TaeTae. Esattamente quello.» nel sentirlo singhiozzare quell'inferno che le scaldava la nuca si era ritirato. «Lo rifarai?»

Taehyung scosse la testa e Aurora sorrise, lo liberò dal suo peso e con una spintarella lo fece rotolare sul divano, lui si rannicchiò su un fianco, le braccia ancora prigioniere.

Aurora prese la bottiglietta dalla borsa e la agitò, con un sorriso gli tolse la benda. «Bene Tae, ora bevi. Sarà la cosa più vicina allo stupro che ti farò oggi.» cinguettò.

«O-oggi?» balbettò lui, pallido e con le guance bagnate.

«Oggi.» annuì e lo aiutò a rimettersi a sedere. «E lo berrai, perché è l'unico modo in cui io ti libererò di quelle.»

Taehyung deglutì a vuoto e storse il naso. «Co-cos'è?»

«Limone... E sale. Che è meglio che prenderlo nel culo, no?»


【----❤----】


Seoul, 10 Ottobre 2021


Aurora l'aveva appena avvisato di essere quasi arrivata a casa, sembrava stressata. Si diresse in cucina, le avrebbe fatto il suo the allo zenzero preferito.

Hoseok dormiva sul divano e Jimin si fermò. Aurora si eccitava tantissimo quando il rapper era in stanza con loro, e a lui piaceva essere guardato mentre faceva sesso.

"Magari piace anche ad Aurora... potremmo... potremmo togliere un po' di stress." un brivido gli percorse la schiena.

Poteva farlo lì, sul bancone della cucina. L'avevano già fatto quando non c'era nessuno e l'idea che qualcuno potesse entrare e beccarli a scopare era incredibilmente eccitante per entrambi.

Controllò le camere di tutti, tornò all'ingresso e sbirciò, dal piccolo corridoio il rapper era totalmente celato. Sì, la cucina era perfetta. Sedette all'isola, in un punto in cui non fosse possibile vedere Hope, e iniziò a giocare col cellulare.


【----❤----】


Il colloquio era stato eterno, l'attività del suo cervello ridotta a zero. Voleva solo bere il the, fare la doccia e fare schifo sul divano mentre aspettava il take away. Scivolò lungo il piccolo corridoio d'ingresso, Jimin era seduto all'isola della cucina e la fissava, serio. Si accigliò e gli andò incontro.

«ChimChim, ciao.» sussurrò, lui le allungava una mano e la prese. Si trovò stretta nel suo abbraccio, il suo naso le solleticò il collo.

«Ciao amore! Mi sei mancata.» sussurò Jimin, le leccò il collo e vi depositò un bacio leggero che la fece rabbrividire.

«Anche tu.» sospirò e strinse la presa sulle sue spalle, la lingua che le esplorava il collo e i suoi baci leggeri la sciogliendo, la tensione le abbandonava le spalle tese.

Jimin le afferrò la nuca, si avventò sulle labbra morbide di lei e le mordicchiò, Aurora gli passò le mani tra i capelli, li tirò leggermente e cercò di staccarsi, senza fiato.

«Ho bisogno di fare una doccia ChimChim.»

Jimin scosse la testa, si alzò e la intrappolò contro il bancone. «La facciamo dopo.»

Le slacciò il bottone dei jeans, non voleva lasciarsi sfuggire quell'occasione. Aurora cercò debolmente di divincolarsi ma la trattenne. Le morse le labbra ed esplorò la bocca calda con la lingua, le prese una mano e la guidò dentro i pantaloni, l'erezione pulsava già.

«Ci siamo solo noi in casa.» ansimò, la mano di Aurora gli si era chiusa attorno al cazzo, lei lo guardava con il labbro intrappolato tra i denti, le sue dita giocavano sulla sua punta. «Oh sì...»

Aurora ridacchiò e reclinò il capo, i denti di Jimin le scalfivano la pelle, le succhiava la carne in un misto di dolore e piacere che la faceva tremare.

Da quando stava con Jimin usava un quantitativo osceno di correttore.

Mosse la mano sulla carne liscia e pulsante, giocò con lui, che ansimava e le brontolava contro la pelle; la mano di Jimin le risalì l'addome in una carezza decisa e le sue dita si strinsero attorno al capezzolo, una scarica di dolore andò ad alimentare il fuoco che aveva tra le cosce.

Con la mano libera Jimin si abbassò i pantaloni, gli sorrise e scivolò contro l'isola per inginocchiarsi davanti a lui. Umettò le labbra e diede una lenta lappata alla carne di Jimin per assaporare il suo sapore salato.

La bocca calda di Aurora lo avvolse e Jimin reclinò il capo, si lasciò scappare un basso gemito, le infilò le mani tra i capelli e li strattonò. Aurora gli artigliò i fianchi e spinse il capo contro di lui, le labbra gli sfioravano il pube e la sua gola gli si contraeva attorno.

«Ah... cazzo.» ansimò, la bocca di Aurora gli correva rapida lungo il cazzo, la lingua gli si attorcigliava attorno e lei succhiava con veemenza, le sue dita gli solleticavano l'interno coscia e i testicoli.

Le bloccò il capo, con una spinta secca la carne di lui le si piantò in gola e gli occhi presero a pizzicare. Soffocava e il fuoco tra le sue gambe divampò sotto lo sguardo ardente di lui. Aurora si agitò, in cerca d'aria e Jimin le liberò la testa di colpo.

«Spogliati, ma non ti fermare.»

Appoggiato al bancone le afferrò i capelli e si spinse nella bocca di Aurora; stava perdendo la testa, il calore gli invadeva i lombi. Ogni volta che lei gli faceva un pompino veniva nel giro di pochissimo.

Aveva gli occhi pieni di lacrime, Jimin la guardava lascivo, si mordeva il labbro e ansimava col fiato sempre più corto. Si inginocchiò e iniziò faticosamente a togliergli i jeans. Afferrò il membro di Jimin e giocò la sua punta salata, la leccò e succhiò; lui gemeva, aggrappato al bancone.

Riuscì a sfilare un braccio dalla maglia e cambiò mano, lottando per liberare anche l'altro braccio. Spinse il cazzo di Jimin fino in fondo alla gola per riuscire a slacciare il reggiseno. Lui lanciò via la maglietta e Aurora lasciò cadere il reggiseno bianco a terra; si staccò in cerca d'aria e riprese a torturarlo con la mano per sfilarsi la maglia dalla testa. Gli sorrise, lui le prese di nuovo la nuca e fece una leggera pressione. Sfilò le mutandine e si rialzò.

Jimin le afferrò le natiche e le strizzò, Aurora lo fissava con aria maliziosa e compiaciuta, il profumo del suo sesso gli penetrava nelle narici. Le piantò una mano tra le gambe, era incredibilmente bagnata.

«Oh... sei fradicia. Ti eccita così tanto rischiare di essere beccata?»

«Ah, sì... da morire.» Aurora reclinò il capo e ansimò, schiacciata contro il bancone, lui emise una risata roca che la fece rabbrividire. Allargò le gambe, le dita di Jimin si fecero strada dentro di lei, irruente. Gli gemette contro le labbra e le morse.

Aurora tremava e mugolava contro di lui, mosse le dita rapido dentro di lei, i suoi umori gli colavano sulla mano. «Lo sapevo che ti piaceva... e se ci fosse qualcuno che guarda?» le ansimò contro le labbra.

«Come quando mi ah-mi scopi con Hope accanto?» ansimò Aurora, le mani strette attorno al bancone e gli occhi chiusi per godere meglio del movimento delle sue dita dentro di lei.

Un rumore dal salotto attirò la sua attenzione, scese a leccarle la clavicola e sbirciò. «Sì...»

La testa di Hoseok fece capolino dalla spalliera del divano, il moro aveva l'aria assonnata, sgranò gli occhi e Jimin ghignò.

Sollevò Aurora e la fece sedere sul bancone, lei emise una piccola risata.

«Adesso guarda solo me...» le soffiò contro l'orecchio, lei rabbrividì.

Con un ghigno la spinse contro il bancone gelido, lei gli aveva piantato addosso i suoi occhi brillanti. Le afferrò saldamente i fianchi e si spinse, lento, dentro di lei.

«Ah... Jimin!» Aurora gemette, il sesso di Jimin la riempì, i fianchi di lui aderirono ai suoi e le sue dita le si piantarono nelle cosce. Fece per girare il capo, ma Jimin le bloccò il mento con un ringhio e una stoccata violenta.

«Ho detto: guardami!» lei lo guardava con aria di sfida, si ritrasse e con una spinta violenta si conficcò di nuovo dentro di lei. Aurora uggiolò e sollevò una mano, le leccò le dita e le succhiò, mosse lento i fianchi per spingersi più a fondo dentro di lei.

Le lasciò libero il polso e riprese ad affondare dentro di lei con spinte lente e profonde, lei si stropicciava il seno, si toccava e gemeva sempre più forte.

Aumentò la velocità e sollevò lo sguardo, Hoseok si era sistemato a ridosso della spalliera e li fissava bramoso, la lingua che correva sulle labbra sottili.

Avrebbe voluto fargliela vedere meglio, ma la carne calda di Aurora che gli si contraeva attorno non gli permetteva di pensare.

«Ah! Jimin!» Aurora gemette, le sue unghie gli scalfirono la pelle. Tremava. Riportò l'attenzione su di lei e aumentò la profondità con cui si spingeva nella sua carne.

Aurora gemette, era tutta un fuoco e la mano di Jimin le scivolava attorno al collo, le sue dita le si strinsero attorno e le serrarono la gola. Emise un verso strozzato e cercò di mantenere lo sguardo puntato negli occhi color cioccolato di Jimin, che la fissava con lo sguardo appannato dal piacere.

L'orgasmo la colpì, facendole inarcare la schiena e la vista le si oscurò, soffocava. «Jimin-ah!»

Jimin rilasciò di colpo la pressione sul suo collo, le prese entrambe le cosce e aumentò il ritmo. Si lasciò andare contro il bancone, intontita, e si aggrappò al bordo per resistere ai colpi sempre più rapidi e violenti.

Il piacere gli risalì la schiena, con uno spasmo violento e un basso gemito Jimin si liberò dentro di lei. Aurora si rilassò contro il piano e coprì il volto con un braccio; i due grifoni sembravano muoversi al ritmo dei suoi respiri affannati.

Alzò il capo, Hoseok gli rivolse un ghigno, fissava la sua donna e la voleva. Lo eccitava che fosse lui a guardarli.

La mano di Aurora gli accarezzò il basso ventre, lentamente lasciò andare la presa sulle sue cosce e si spostò per uscire da lei.

Aurora si puntellò sui gomiti e sedette, ridacchiò. Il rischio di essere vista le faceva sfrigolare la pelle e le gambe tremavano ancora per l'orgasmo. Lui le passò un braccio attorno alla vita e la strinse a sé.

«Ti preparo qualcosa mentre fai la doccia?» Jimin le diede un rapido bacio, gli occhi scuri brillavano.

«Solo il the ChimChim.» gli affondò il volto nel collo, oltre il profumo vanigliato sapeva di maschio.

Le scompigliò i capelli, Hoseok si era nuovamente nascosto nel divano. «Vai a lavarti allora, ti aspetto qui.» sussurrò.

Aurora annuì, si chinò a raccogliere i vestiti e saltellò via. Jimin recuperò il bollitore e iniziò a riempirlo, alle sue spalle si avvicinavano i passi leggeri del rapper.

Hoseok si appoggiò al bancone, era ancora caldo del corpo di Aurora e il profumo del suo sesso aleggiava nella cucina. Incrociò le braccia al petto e squadrò Jimin che, ancora nudo, armeggiava ai fornelli.

«Hai intenzione di dirglielo?»

«Che la vuoi?» Jimin gli lanciò un'occhiata da sopra la spalla, ghignava.

«Quello lo sa già.» Hoseok si strinse nelle spalle e il biondo si girò di scatto, aveva gli occhi allargati sotto le sopracciglie aggrottate, ghignò. «Che hai fatto sì che vi guardassi.»

«Volevo capire se si eccitava quando rischia di essere scoperta. Ne ho avuto la conferma.» ghignò e recuperò pantaloni e boxer.

Hoseok sollevò le sopracciglia e ridacchiò. «Quindi? Glielo dirai?»

«Che ci hai guardato?»

«Uhm.» annuì, Jimin si stava rivestendo con aria gongolante.

«Mah chissà... Forse sì.» sorrise e aggirò il bancone per prendere la maglietta, l'amico era seduto dove prima c'era Aurora. «A te è piaciuto?»

Hoseok rise. Non capiva cosa stesse facendo Jimin. Sapeva delle sue inclinazioni, ma non aveva mai accennato ad avere comportamenti simili. Quel pomeriggio invece si era calato abbastanza bene nel ruolo del 'master', volontariamente o involontariamente. Era grezzo, ma poteva migliorare.

«Sì... si può dire che mi sia piaciuto. E'... ubbidiente. Più di quanto mi aspettassi, ma ti sfida.»

Jimin sorrise e annuì, in cerca della tazza di Sailor Moon di Aurora. «Sì. Mi piace che sia così.»

«Ti da l'idea di averne il totale controllo, vero?» sorrise Hoseok.

«Sì. E' questo che ti piace? E' così che lo fai?»

Hoseok annuì e si alzò per recuperare un sacchetto di patatine dalla dispensa, passò accanto a Jimin e gli diede una pacca sulla spalla. «Se hai intenzione di continuare a farvi guardare da qualcuno prima o poi glielo dovrai dire.»

«Non lo so ancora...» Jimin arricciò le labbra, non era sicuro che una persona qualsiasi andasse bene.

Non provava più gelosia verso Hoseok, non aveva l'istinto morboso di coprire Aurora come succedeva quando erano presenti gli altri e lei girava in dormitorio in felpa lunga e mutande.

Forse era Hoseok la chiave, poteva aiutarlo a compensare quel bisogno che provava di avere il controllo su di lei.

«Beh, pensaci...» ghignò Hoseok. «Sono sempre disposto a guardare la Ragazzina nuda.» rise e si chiuse in camera.





----

Angolo Autrice

Taehyung ha sempre avuto una paura fottuta di Aurora quando si incazzava, e finalmente io e Arya ci siamo spiegate il perché. Che dire, si è preso un bello spavento...

Dall'altro lato Jimin e Hoseok, alle spalle di Aurora, creano una buffa situazione di esibizionisti/voyer... hem.

Non vedo l'ora di leggere i commenti ;D, alla prossima puntata!

As always,
ILYSM, BORAHE

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