Scream and i will run.

By ---Juliette---

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La vita di Alexandra Hale viene sconvolta improvvisamente dalla notizia che mai avrebbe immaginato di sentire... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 6

Capitolo 5

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By ---Juliette---

«Va' e stracciali tutti, mi raccomando» disse Allison posando le mani sulle mie spalle, e Lydia accanto a lei annuì.

«Non vi deluderò ragazze. Sono piuttosto bravina nella corsa ormai» esclamai sorridendo.

Era passata una settimana da quando avevo ricominciato la scuola e da quando avevo fatto amicizia con le due ragazze di fronte a me. Avevamo legato davvero in quel poco tempo, erano entrambe fantastiche.

Ora ci trovavamo all'esterno e le due mi stavano incoraggiando a vincere la corsa campestre che si sarebbe tenuta a minuti.

Mi guardai intorno e vidi Scott e Isaac farmi cenno di avvicinarmi, così salutai le due e andai da loro.

«Pronti a farvi stracciare?» chiesi provocatoria.

«Ti piacerebbe» rispose Scott.

Sorrisi.

Con la coda dell'occhio notai Isaac inginocchiarsi per allacciarsi le scarpe e proprio in quel momento, accanto a noi passarono i gemelli, che mi squadrarono, infastidita ringhiai lievemente, attenta a non farmi sentire da orecchie umane.

I due sorrisero divertiti.

Il coach fischiò e tutti partirono, i gemelli erano in testa ma in un battito di ciglia li raggiunsi.

Sentivo i loro pensieri, volevano divertirsi un po'. Li avrei accontentati allora.

Presto mi accorsi che non stavamo più seguendo il percorso della corsa, ma continuai a seguirli, poi sentii qualcuno correre accanto a me, mi voltai e vidi Isaac.

'Torna indietro idiota! Loro vogliono questo! Se sono da sola posso affrontarli ma non se devo preoccuparmi anche di te!'

'Non ti lascio da sola ad affrontarli!'

Ringhiai e accelerai il passo.

Corsi a perdi fiato con il beta dietro di me, e arrivai in una piccola radura, i gemelli non c'erano ma sentivo ancora i loro pensieri. Quando Isaac arrivò accanto a me gli posai un braccio sul petto, protettiva.

«Giù!» urlai al beta un secondo prima che uno dei gemelli ci colpisse.

Ci abbassammo ma venni comunque spinta via.

Rotolai per la radura e i gemelli mi presero ciascuno per un braccio, vidi Isaac avvicinarsi e gli feci cenno di no con la testa.

'Ti faresti solo ammazzare, sta' indietro.'

«Ethan, me lo dimentico sempre, quante ossa ci sono nel corpo umano?» chiese Aiden.

«Non lo so, contiamole» rispose il gemello.

«Beh ragazzi, sapevo che foste ignoranti ma non fino a questo punto» mormorai.

Feci per liberarmi ma qualcuno mi precedette, dando un pugno sulla mandibola ad Ethan.

«Fuori uno» disse Scott.

«Andiamo McCall, stavo per liberarmi, non occorreva il tuo aiuto» esclamai prendendo la mano che mi porse e rialzandomi.

Non rispose, troppo concentrato a guardare i gemelli ringhiarci contro.

Sguainai artigli e zanne e ringhiai, i due licantropi accanto a me fecero la stessa cosa.

Eravamo tutti pronti per lo scontro.

Improvvisamente però tutti ci girammo in direzione di un urlo femminile.

Iniziai a correre in direzione del grido con tutti i licantropi dietro di me.

Quando arrivammo vidi un cadavere, pieno di sangue, legato ad un albero per il collo.

«E' lui, non è vero?» chiese Stiles a Scott.

Sapevo di cosa stava parlando, quella mattina Scott mi aveva detto che la sera precedente un uomo alla clinica veterinaria era sparito lasciando lì il suo cane e la sua macchina.

Chiusi gli occhi e voltai la testa, ero stanca di tutte quelle morti.

Mi allontanai leggermente dal resto del gruppo.

«Ehi! Toglietevi di mezzo!» sentii urlare dallo sceriffo, appena arrivato.

Mi avvicinai nuovamente e vidi Scott guardarmi preoccupato, gli feci un cenno con la testa per dirgli di non preoccuparsi.

«Delimitiamo l'area prima che qualcuno inquini le prove!» disse lo sceriffo ad un agente.

«Indietro! Tutti indietro per favore!»

«Qualcuno porti via da qui questi ragazzi!»

Alcuni si allontanarono.

Stiles si avvicinò a suo padre.

«Papà, vieni. Vedi? Sono sempre le stesse ferite.»

«Sì, lo vedo. Fammi un favore, torna a scuola va bene? Coach, mi serve aiuto» disse il padre di Stiles.

Il coach annuì.

«Avete sentito? Qui non c'è niente da vedere. Probabilmente è solo.. un senzatetto.»

«Coach» sentii mormorare da Scott, accanto a me.

«Sì?»

«Era dell'ultimo anno.»

Sospirai, non mi sembrava giusto che una vita così giovane venisse strappata via così crudelmente.

Continuando a guardare il cadavere strinsi la mano al licantropo accanto a me, che la strinse.

«Ma non era in squadra vero?» chiese poi il coach.

Prima che qualcuno potesse rispondere un urlo squarciò l'aria.

Strinsi ancor di più la mano del licantropo e mancai un respiro.

La ragazza cercò di avvicinarsi al cadavere ma alcuni agenti la tennero lontana.

Sentendomi soffocare da quella scena, che scatenava in me dei ricordi mi allontanai e mi appoggiai ad un albero.

Vidi i gemelli guardare il cadavere confusi, ed entrai nelle loro teste.

Non ne sapevano niente.

Mi chiesi chi potesse fare una cosa del genere.

Nessun licantropo, ne ero certa.

«Avete notato come lo guardavano i gemelli?» sentii chiedere da Isaac mentre si avvicinarono a me.

«Come se non avessero idea di quello che è successo?» disse Stiles.

«No, no. Lo sapevano» mormorò testardo il beta.

Scossi la testa.

«Sono entrata nelle loro menti Isaac, non ne sapevano niente.»

«E' stato strangolato con una garrota. Scusate sono l'unico che nota l'assenza di lupo mannarità in questi omicidi?»

«Stiles ha ragione» esclamai.

L'umano mi indicò.

«Tu... tu mi piaci sempre di più, sappilo» sorrisi.

«Per voi è una coincidenza che loro arrivano e la gente inizia a morire?» chiese Isaac.

Lo guardai alzando le sopracciglia e incrociando le braccia sotto il seno, aspettando che si rendesse conto di ciò che aveva appena detto.

«Ovviamente non stavo dicendo che tu c'entrassi qualcosa lupacchiotta» si corresse.

Lo guardai male per il nomignolo.

«Non sono stati loro» ribadii.

«Scott? Tu che dici?» chiese Isaac sperando che almeno lui fosse dalla sua parte.

Tutti lo guardammo.

«Non lo so ancora.»

«Non lo sai ancora?» chiese Stiles.

«Beh lui non ha torto. Sul serio amico, sacrifici umani?»

«Scott, hai gli occhi che diventano giallo fluorescente d'accordo? Ti spuntano i peli sulle guance e poi scompaiono all'improvviso. E se ora ti accoltellassi guariresti magicamente e mi dici che fai fatica ad accettare i sacrifici umani?»

Mi avvicinai a Stiles e gli feci cenno di battere il pugno, cosa che fece.

«Certo che anche lui non ha torto» mormorò il licantropo ad Isaac.

«Non mi interessa. Hanno ucciso quel ragazzo, e la ragazza che mi ha salvato, quindi io ucciderò loro» rispose il beta, poi se ne andò.

Alzai gli occhi al cielo.

Mi trovavo a lezione di scienze quando sentii un improvviso dolore al petto che mi fece mancare il fiato e mugugnare dal dolore. Non capivo cosa l'avesse procurato, ma avevo una strana sensazione sulla pelle.

'Derek.'

Stava succedendo qualcosa a mio fratello.

Lo sentivo.

Uscii di fretta e furia dall'aula, ignorando i richiami dell'insegnante e corsi al loft il più in fretta possibile.

I miei piedi quasi non toccavano terra da quanto correvo velocemente.

Mi trovai ben presto davanti alla porta del loft, e mi ritrovai davanti agli occhi una scena che non avrei mai voluto vedere. Derek con un palo che gli trapassava il torace, con Kali che lo teneva fermo. Vidi poi Ennis trattenere Cora e Deucalion di fronte a mio fratello.

«Alexandra... ti stavamo aspettando» mormorò il leader degli Alpha.

Accecata dalla rabbia ringhiai e mi buttai contro Kali, con l'intenzione di liberare mio fratello, con gli artigli le graffiai il torace. Ruggì contro di me e mi diede un calcio in faccia, con i piedi scalzi, graffiandomi. Poi mi poso una mano sul collo e strinse leggermente.

Mi fece inginocchiare accanto a mio fratello continuando a tenermi, e con l'altra mano tenne fermo il palo che lo trafiggeva.

«Lasciali andare Deucalion. E' me che vuoi, così è sempre stato» sussurrai sofferente.

«No» sentii dire da Derek.

«Non permetterò che ti uccidano!»

«Ti prego» sussurrai implorante all'Alpha.

Fece un cenno al licantropo che tratteneva mia sorella, il quale la liberò.

Cora fece per avvicinarsi a noi ma negai con la testa.

«Visto? Non siamo irragionevoli» mormorò l'Alpha di fronte a me.

«Che cosa vuoi? Vuoi uccidermi?» sussurrò mio fratello sofferente.

Negai subito con la testa, come per scacciare quel pensiero dalla mente.

«Credi che io sia così noioso? Non provare a trattarmi come un sociopatico, non sono tuo zio. Sono un uomo con più lungimiranza di un semplice assassino. Infatti...sono qui per mostrarti quanta capacità visiva possa avere un cieco» disse, per poi far brillare i suoi occhi.

«No, hai ragione. Tu non sei Peter, sei molto peggio di un sociopatico. Sei un lurido assassino, che non è in grado di accettare un rifiuto. Tu offri alle persone di entrare nel tuo branco e se si rifiutano dai loro la caccia come fossero animali. Tu, Deucalion, sei solo uno spregevole essere che non merita di vivere» sputai con tutto il veleno che avevo in corpo. Sentii Kali stringere la presa sul mio collo e iniziai a boccheggiare sentendo i suoi artigli lacerarmi la pelle.

«Smettila! Smettila, falla smettere!» urlò Derek.

Kali mi lasciò, e respirai in cerca d'aria, ma non ebbi il tempo di riprendermi che subito Ennis che prese il suo posto.

Il licantropo mi afferrò saldamente per la gola e strinse con gli artigli, facendomi mancare l'aria.

Avevo la vista offuscata, ma riuscii a vedere Kali stringere ancor più forte il palo che trapassava mio fratello, e vidi del sangue uscire dalla sua bocca.

«Basta...» dissi in un sussurro strozzato.

Ennis strinse ancor di più.

«Così li uccidete!» sentii urlare da Cora.

«Non ancora sorellina, però potremmo» rispose Kali.

«Chi sa quanto riuscirà a resistere con un tubo che lo trafigge, se cinque minuti o cinque ore»

Si voltò verso di me.

«Tu invece non resisterai a lungo piccola Alex»

Ringhiai, per quanto mi fosse possibile in quello stato.

«Deucalion sarebbe meglio che tu arrivassi al punto.»

«Ora riuscite a capire qual'è il problema di far parte di un branco di Alpha? Vogliono prendere tutti le decisioni. Io? Preferisco di più scoprire i nuovi talenti, come voi» disse Deucalion "guardandoci" entrambi.

«Non siamo interessati» rispose Derek sussurrando.

«Non mi fai neanche arrivare al punto» disse l'Alpha fingendosi offeso.

«Vuoi che io uccida quelli del mio branco?» chiese Derek.

Strinsi i denti, sentendomi travolgere dai ricordi.

«No, voglio che tu ne uccida uno solo. Tu fallo e... non dovrò chiederti di uccidere gli altri. Ti verrà spontaneo, io l'ho fatto, Ennis l'ha fatto, Kali l'ha fatto... digli come ci si sente Kali, ad uccidere uno dei tuoi.»

«E' una liberazione.»

'Disse la psicopatica.'

Pensai, trasmettendo il mio pensiero alla diretta interessata.

Si voltò verso di me e ringhiò, mi prese il braccio destro e lo girò in una posizione innaturale.

Trattenni un urlo di dolore.

Si voltò e tornò sui suoi passi.

Deucalion continuò il suo discorso come se niente fosse.

«Dammi retta Derek, vuoi davvero sentirti in dovere di proteggere dei bambocci disadattati destinati a diventare un peso? E credimi, diventeranno presto un peso per te. A dire il vero... sto fiutando che uno di loro sta per mettersi nei guai proprio ora.»

Immediatamente i miei pensieri andarono ad Isaac.

Subito con la mente cercai di arrivare alla sua, nonostante fosse molto lontana.

Non mi importava se ero già debole e se facendolo lo sarei stata ancor di più, dovevo accettarmi che stesse bene.

Con fatica trovai la mente del beta, ed entrai.

Vidi che era chiuso in uno stanzino con Allison, e sentii che aveva perso il controllo, immaginai anche il perché. Aveva paura degli spazi chiusi, gli ricordavano la sua infanzia, in cui suo padre lo chiudeva all'interno di un freezer.

'Isaac..'

Prima che potessi parlargli per cercare di calmarlo, sentii che venne afferrato per il collo, vidi Scott di fronte a me, con gli occhi che brillavano.

«Isaac!»

Il beta immediatamente si calmò, non riuscendo più a continuare uscii dalla mente del licantropo e tornai alla realtà.

Sentii un liquido caldo colarmi dal naso e dagli occhi.

Avevo la vista offuscata e il respiro affannato, sentivo delle voce ma non capivo cosa dicevano.

In un attimo mi ritrovai nell'oscurità più totale.

Quando mi risvegliai era notte inoltrata. Confusa capii di trovarmi nel mio letto, mi domandai come ci fossi finita e improvvisamente i ricordi di ciò che era successo mi colpirono come un iceberg.

Ero svenuta per lo sforzo di entrare nella mente di Isaac.

Mi alzai e immediatamente mi girò la testa, mi aggrappai così al comodino e senza volerlo feci cadere qualcosa.

Mi abbassai per recuperare qualsiasi cosa fosse caduta, ma la vista mi si annebbiò.

Sentii qualcuno afferrarmi le spalle, e riconobbi l'odore di Derek.

«Sta' seduta. Sei ancora debole.»

«No... No, io sto bene. Ho solo bisogno di riprendermi un attimo. Tu come stai?» chiesi guardandolo attentamente, in cerca di ferite.

«Alex tranquilla, sono guarito del tutto, piuttosto tu...» mi indicò il collo.

Lo guardai confusa e mi passò lo specchietto che avevo sul comodino.

Mi guardai e vidi che avevo ancora i segni degli artigli attorno al collo, e dei segni violacei.

Sospirai

«Perchè non guarisci?» mi domandò.

«Io... Non so, credo sia per lo sforzo che ho fatto quando sono entrata nella mente di Isaac, non mi sono mai sottoposta a niente del genere. Qualche effetto collaterale doveva pur averlo.»

«Oh, vuoi dire come quando hai improvvisamente iniziato a perdere sangue dal naso e dagli occhi?» chiese Derek sarcastico.

«Che diamine ti è saltato in mente Alex?!»

«Volevo assicurarmi che Isaac stesse bene!»

Mugugnai per una fitta improvvisa alla testa.

«Che hai?» chiese Derek apprensivo.

«Non... non è niente» mormorai stringendo i denti.

«Alex smettila di fingere di essere invulnerabile! Che succede?»

«E' solo un po' di mal di testa, sto bene.»

«Dov'è Isaac?» domandai dopo un po' di tempo.

«Io... l'ho mandato via» rispose evitando di guardarmi.

«Tu hai fatto cosa?!» chiesi alzandomi, ignorando il mal di testa lancinante.

«L'ho fatto per tenerlo al sicuro! Hai sentito anche tu cosa ha detto Deucalion.»

«Deucalion può anche andare a farsi fottere» mormorai.

Mi allontanai e mi diressi verso la porta.

«E adesso dove diavolo stai andando?»

«A cercare Isaac e a dirgli che sei un idiota fratello!»

Non attesi risposta ed uscii in fretta dal loft.

La strada però mi venne sbarrata da Cora, che si posizionò di fronte alla porta con le braccia incrociate.

«Sei debole ancora, non puoi uscire in questo stato.»

«Sorellina, con tutto il rispetto, ma levati di mezzo.»

«E se dovessi incontrare uno degli Alpha?»

«Non credo proprio che fuori dalla porta ci sia Deucalion o qualcuno del suo branco pronto a saltarmi addosso sai? E anche se fosse, bene, mi divertirò un po'.»

Non si mosse.

«Lasciala andare Cora.» sentii dire da Derek, che ci aveva raggiunte.

Nostra sorella lo guardò, e nonostante non fosse molto convinta si spostò.

Mi voltai verso Derek e gli feci un cenno di ringraziamento.

«Non aspettatemi» esclamai prima di uscire.

In un secondo ero bagnata dalla testa ai piedi, per via della pioggia, ma me ne fregai.

Pensai a dove potesse trovarsi il beta, e mi venne in mente un solo posto: casa McCall.

Mi ricordai però che non sapevo dove abitasse Scott, così chiamai Allison.

La cacciatrice rispose subito.

«Ciao All... mi dispiace averti svegliato nel bel mezzo della notte ma-»

«Stai bene?»

«Sì... perché me lo chiedi?»

«Eravamo tutti preoccupatissimi! Isaac ha saputo da Derek che sei svenuta, e ce lo ha detto. Scott stava per distruggere il loft pur di vederti, ma Derek lo ha fatto ragionare.»

Non riuscii a trattenere un sorriso.

«A proposito di Scott... potresti dirmi dove abita?»

«Perché vuoi saperlo nel bel mezzo della notte?»

«Sto cercando Isaac, e credo che sia a casa di Scott.»

«Certo. Ti mando l'indirizzo per messaggio.»

«Grazie Allison.»

Attaccai e dopo aver ricevuto il messaggio mi diressi a casa del licantropo.

In poco tempo mi ritrovai davanti alla porta, feci per bussare ma pensai che non era il caso.

Avrei rischiato di svegliare i genitori del licantropo, feci così il giro della casa e mi arrampicai sul tetto, capitai di fronte ad una stanza che capii essere di Scott, notai il licantropo addormentato sul letto.

Mi dispiaceva svegliarlo, ma avevo bisogno di sapere che Isaac stesse bene, così bussai lievemente.

Il licantropo subito aprì gli occhi, e si guardò intorno spaesato.

Bussai lievemente un altra volta, e si voltò verso di me.

Inizialmente mi guardò sorpreso, ma poi accorse ad aprire la finestra e mi fece entrare.

Prima che potessi fare o dire qualsiasi cosa mi abbracciò forte, lasciandomi dapprima interdetta, poi ricambiai.

Quando mi staccai lo guardai negli occhi, e subito il resto del mondo sparì.

Niente poteva scalfirmi, con lui al mio fianco.

Il dolore passava in secondo piano, se lui era al mio fianco.

Il licantropo mi guardò sofferente, e avvicinò una mano al mio collo, dove avevo ancora i segni di ciò che era accaduto.

«Quando non ti ho più vista a scuola mi sono preoccupato da morire, e quando Isaac mi ha detto che eri ferita, e incosciente-»

Gli posai una mano sulla guancia.

«Sto bene adesso, non devi preoccuparti.»

Prese la mano che avevo sulla sua guancia tra le sue mani, se la avvicinò alla bocca e la baciò.

Il mio cuore mancò un battito.

«Perché non guarisce?» chiese guardando il collo.

«Sono debole ancora, ma guarirà presto. Sta' tranquillo.»

Il licantropo mi guardò e si alzò.

«Tieni» disse porgendomi una felpa nera.

«Non... non ce ne è bisogno.»

«Si invece» sorrisi e senza che lo chiesi il licantropo uscì dalla stanza, così mi tolsi la maglietta bagnata e indossai la felpa, inalai a piene narici, sentendo il profumo di Scott sopra di essa.

Aprii la porta, per far entrare il licantropo e accanto a lui vidi Isaac.

Lo abbracciai.

«Grazie al cielo. Mi dispiace tanto per Derek, è stato stupido, io non voglio che tu te ne vada» dissi tutto d'un fiato.

«Ehi Lupacchiotta, respira. Sta' calma.»

Mi staccai e presi un respiro profondo.

«Mi dispiace, vorrei che tu tornassi con me al loft.»

«Derek è stato molto chiaro.»

Scossi la testa.

«Shh, non dire niente. Non devi preoccuparti per me, Scott mi ha concesso di rimanere qui, per un po' almeno.»

Il licantropo annuì, per confermare le parole del beta.

«Prometti che starai bene?» chiesi guardandolo negli occhi.

«Certo» rispose sorridendo.

«Allora sarà meglio che vada, vi ho già disturbati abbastanza» mormorai dirigendomi verso le scale.

«Piove a dirotto fuori, e quella è la mia felpa preferita, quindi non ti permetterò di rovinarla.»

«Allora permettimi di riprendermi la maglia e te la restituisco.»

«Alex, tu rimani qui stanotte, non si discute. Non ti mando lì fuori con quella pioggia.»

«Ma-»

«Niente ma.»

Sbuffai e annuii.

«Bene. Sarà meglio che vada, vorrei recuperare il sonno che questa lupacchiotta qui mi ha rubato» feci la linguaccia al beta, che in risposta sorrise ammiccante, poi guardo me e Scott malizioso e mi fece l'occhiolino, poi si voltò e tornò nella stanza in cui al momento alloggiava.

Alzai gli occhi al cielo.

«Allora... buonanotte» dissi a Scott, voltandomi verso le scale.

«Dove vai? Ho detto che non ti faccio uscire con questo tempo.»

«Vado sul divano. Avete un divano vero?»

«Sì, abbiamo un divano, ma tu dormirai in camera mia, nel mio letto.»

Scossi la testa.

«E tu dove avresti intenzione di andare?» chiesi incrociando le braccia.

«Mi metterò sul pavimento, voglio restarti vicino.»

Smisi di respirare. Mi sorprendeva la facilità con cui dicesse le cose.

«Allora io dormirò sul pavimento, e tu sul letto. Questa è casa tua, sono io il parassita» dissi entrando nella stanza.

«Primo: non sei un parassita. Secondo: voglio che tu dorma sul letto.»

Lo guardai attentamente.

«Non ho alcuna possibilità di farti cambiare idea vero?» domandai arresa.

«Esatto.»

Mi sdraiai sul letto, mentre il licantropo si prese un cuscino e un lenzuolo per sé.

«Potresti dormire anche tu sul letto, insomma... c'è spazio. Se vuoi, ovviamente» dissi dopo un po'.

In quel momento gli davo le spalle, quindi non vidi una sua reazione. Mi morsi il labbro inferiore.

Non rispose, ma lo sentii muoversi, e poco dopo salì sul letto. Non osai voltarmi.

Tremai leggermente per il freddo, e ben presto mi sentii circondare da un calore familiare, e delle braccia mi strinsero saldamente la vita.

Nel buio sorrisi, e prima che potessi rendermene conto, mi addormentai.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Vorrei che mi faceste sapere cosa ne pensate nei commenti <3
Un bacio a tutti!

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