Scream and i will run.

By ---Juliette---

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La vita di Alexandra Hale viene sconvolta improvvisamente dalla notizia che mai avrebbe immaginato di sentire... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6

Capitolo 2

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By ---Juliette---

«Isaac ti prego smettila, mi stai facendo venire il mal di testa.»

Era da almeno venti minuti che continuava a fare avanti e indietro per il loft.

«E l'odore della tua ansia mi disturba» aggiunsi esasperata.

In quel momento eravamo io, mio fratello e il beta che mi stava facendo impazzire, nel loft di Derek.

Era passata una settimana da quando ero tornata a Beacon Hills, avevo avuto occasione di conoscere meglio il beta, ed avevamo legato molto, per quanto fosse possibile legare in una sola settimana. Eravamo molto simili e sapevo che era un ragazzo che aveva tanto da offrire al mondo.

In quella settimana abbiamo avuto modo di parlare, ho raccontato al mio nuovo amico e a mio fratello la mia vita dopo l'incendio, o meglio dire... gliel'ho mostrata, ho mostrato loro di come la mia vita stesse andando finalmente per il verso giusto, fino a quando sono diventata un Alpha, sei mesi prima, -i ricordi di quel giorno mi hanno quasi distrutta-.
Gli ho mostrato gli ultimi sei mesi della mia vita, che è stato un continuo fuggire dagli Alpha.

Avevo trascurato completamente un anno della mia vita, non volendoli preoccupare inutilmente.

Ho parlato e dimostrato loro dell'abilità che ho sviluppato dopo essermi trasformata da beta ad Alpha -abilità che tutt'oggi non ho la minima idea di come io faccia ad avere-, ne sono rimasti molto sorpresi e mi hanno riempita di domande.

Derek invece mi ha permesso di vedere ciò che è successo in città negli ultimi due anni, a partire da Peter, che era diventato Alpha uccidendo Laura -nostra sorella- e dei suoi raptus omicidi in cui si è vendicato di tutti coloro che avevano causato l'incendio che aveva decimato la nostra famiglia. Mi ha mostrato poi la sera in cui lo hanno sconfitto, e in cui Derek lo ha ucciso, diventando Alpha a sua volta. E in fine mi ha fatto vedere tutta la storia del Kanima che aveva iniziato ad uccidere delle persone, controllato da qualcuno, di come lui e Peter -riportato in vita da una certa Lydia- lo hanno ucciso, e di come il ragazzo, di nome Jackson, è tornato in vita sotto forma di licantropo, fino ad arrivare a tutta la storia del branco di Alpha.

«Isaac tesoro... giuro che se non la smetti ti stacco la gola con i denti.»

«Però... non si vede proprio che siete fratelli voi due» disse sarcastico.

Vidi Derek sorridere orgoglioso alle parole del beta, scatenando un sorriso anche a me.

«Sapete... inizia a non piacermi quest'idea. Sento che è rischioso... anzi l'idea non mi piace affatto e lui non mi piace affatto.»

«Andrà tutto bene» rispose mio fratello.

«Deve per forza farlo lui?»

«Sa come farlo. Io no. Sarebbe più pericolo se ci provassi io»

Il beta puntò lo sguardo su di me.

«Ah non guardare me, neanch'io sono in grado di farlo. E non riesco a vedere i tuoi ricordi, sono troppo offuscati» esclamai alzando le mani.

«Scott non si fida di lui, e io mi fido di Scott.»

Al nome del licantropo mancai un respiro, che cercai di mascherare con un colpo di tosse, ma fui troppo lenta e i due mi guardarono straniti.

Non lo avevo più visto dal giorno in cui ero tornata, e la cosa mi dispiaceva. Non ero riuscita a togliermelo dalla testa neanche una volta durante quella settimana, volevo disperatamente conoscerlo.

«Neanch'io mi fido di lui, e a dir la verità, non mi sono mai fidata, ma tu fidati di me. Starò accanto a te tutto il tempo, e vedrò anch'io ciò che vede lui, ma continuo a sostenere che non riuscirà a fare meglio di me.»

«Vale la pena tentare» mormorò Derek in risposta.

«Lui non mi piace» disse il beta.

«A nessuno piace» rispondemmo in coro io e mio fratello.

Mi sdraiai sul divano quando riuscii a percepire i suoi pensieri.

«Lui è qui» dissi in tono annoiato.

I due mi guardarono confusi, non sentendolo arrivare.

«Sento i suoi pensieri» esclamai ovvia.

Quella sarebbe stata la prima volta che lo avrei rivisto dopo tanti anni, ma onestamente non mi importava.
Non mi ero mai fidata di lui, e non avrei cominciato quel giorno.

Subito dopo le mie parole la porta del loft si spalancò mostrando la sua figura.

Lo squadrai attentamente.

I capelli marroni erano corti e curati, aveva un leggero accenno di barba e anche lui, proprio come tutti i licantropi, aveva un fisico scolpito.

Se non fosse stato mio zio, e non fosse uno psicopatico avrei pensato che era davvero un bell'uomo.

«Ragazzi... per vostra informazione tornare in vita dal regno dei morti ha compromesso alcune mie abilità ma il mio udito funziona ancora, quindi spero che non vi imbarazzi dirmi quello che provate direttamente in faccia» disse colui che era mio zio.

«Non ci piaci» rispose Derek impassibile.

«A me non sei mai piaciuto» risposi io alzando la mano, Peter sembrò accorgersi di me solo in quel momento.

«Ma guarda... allora è vero, la figliol prodiga è tornata.»

«Tranquillo zietto psicopatico, neanch'io sono felice di vederti.»

Prima che potesse rispondermi Derek lo interruppe.

«Sta zitto e aiutaci.»

«Mi sembra giusto» rispose Peter tirando fuori gli artigli.

Mi alzai, non smettendo neanche per un attimo di ascoltare i suoi pensieri.

'Pff... scorbutici. Io aiuto e neanche un grazie.'

«Oh giusto. Per cosa dovrebbero ringraziarti esattamente? Solo perché negli ultimi mesi ti sei reso utile non vuol dire che tu sia passato dalla parte dei buoni Peter» esclamai non riuscendo a resistere.

Mi guardò confuso e anche meravigliato, mentre Isaac e Derek mi guardarono divertiti.

«Ah e... prova anche solo a pensare di fare qualcosa di male, che vada oltre il motivo per cui sei qui e ti stacco la testa» dissi sorridendo, intanto Isaac si sedette su una sedia e io mi inginocchiai accanto a lui.

«Sta' tranquillo, andrà tutto bene» sussurrai incoraggiante prendendogli la mano.

Il beta mi sorrise in segno di ringraziamento.

«Rilassati. Funziona meglio se sei calmo» mormorò Peter avvicinandosi a noi.

«Come fai a sapere come funziona?» domandò Isaac.

«E' un rituale usato quasi solo dagli Alpha, visto che è un'abilità che richiede una certa pratica. Se sbagli rischi di paralizzare qualcuno o ucciderlo.»

Isaac mi guardò leggermente in ansia ed io gli sorrisi cercando di mascherare la mia.

Avrei voluto evitare di utilizzare quel metodo, ma era l'unico modo per ottenere una risposta su dove potessero essere Erica e Boyd, Isaac era riusciti a trovarli ma non ricordava come o dove fossero, ed io in quel caso non potevo fare niente.

«Tu hai fatto molta pratica vero?» chiese il beta spaventato.

«Non ho mai paralizzato nessuno.»

«Aspetta... significa che...»

Peter non gli diede il tempo di finire la frase, conficcò gli artigli nel collo del beta e quando Isaac si dimenò gli poggiò una mano sul petto per farlo stare fermo. Sapevo di non poterli toccare altrimenti rischiavo di rompere il collegamento e mi sentii impotente.

Entrai nella mente di Peter e vidi anch'io il ricordo di Isaac.

C'era una figura, era offuscata ma sembrava appartenesse a un ragazzo, immaginai fosse Boyd.

Sentii Isaac dimenarsi e mio fratello alzarsi accanto a me. Gli presi la mano fermandolo, e feci vedere anche a lui.

Tornai a concentrarmi sul ricordo del beta e vidi qualcuno entrare in una stanza, la stessa dove era Boyd, vidi qualcuno lottare ma era tutto troppo offuscato per capire a chi appartenessero le figure, l'ultima cosa che riuscii a vedere fu Deucalion, poi il ricordo si interruppe e tornai alla realtà.

Lasciai la mano di Derek, mi avvicinai al beta, e mi girai verso mio fratello.

«Isaac li ha trovati, era tutto confuso ma li ha trovati» mormorai stringendo la mano al mio amico.

«Deucalion stava dicendo qualcosa sul tempo che stava per scadere» disse Peter ignaro che anche Derek avesse visto tutto.

«Che vuol dire?» chiese Isaac.

«Che li ucciderà» rispose mio fratello, scossi la testa.

«No. Non ha detto questo, stava parlando della luna piena. Ha detto loro che sarebbero morti entro la prossima luna piena» dissi io, avendo ancora impresso il ricordo di Isaac nella mente.

Sentii lo sguardo confuso di Peter sulla pelle, si chiedeva come facessi a saperlo.

«La prossima luna piena?» domandò mio fratello preoccupato.

«Domani notte» ricordai io.

Sentii la presa sulla mia mano aumentare e sorrisi rassicurante al beta.
Sapevo che aveva paura per i suoi amici, per il suo branco.

Successivamente Derek mi portò con sé nella scuola dove andavano Scott, Stiles e altri loro amici, dato che il primo aveva chiamato mio fratello perché voleva mostrargli una cosa.

Al pensiero di rincontrare il lupo mannaro il mio cuore iniziò ad accelerare, e mi sentii un idiota.

Sembravo una ragazzina alla sua prima cotta dannazione!

'Alex... datti un contegno... nemmeno lo conosci!'

Sotto lo sguardo attento di mio fratello calmai il mio cuore e presi un respiro profondo, poi lo seguii all'interno della scuola ed entrammo in un aula.

Vidi Scott, Stiles e altre due ragazze che riconobbi grazie ai ricordi di Derek, si chiamavano Lydia e Allison.

La prima aveva i capelli rossi, leggermente lunghi e mossi e gli occhi color nocciola, aveva un bel fisico con le curve al punto giusto e capii perché Stiles avesse una cotta per lei -Isaac mi aveva riferito anche questo-, l'altra ragazza invece aveva i capelli corti di un castano scuro e gli occhi dello stesso colore, aveva il fisico allenato di una cacciatrice e non appena vide mio fratello assunse un espressione seria, e capii anche il motivo, Derek me ne aveva parlato, la madre di Allison stava cercando di uccidere Scott, mio fratello per salvarlo l'ha morsa e lei, seguendo il codice dei cacciatori, si è suicidata e da allora Allison ce l'aveva con lui non conoscendo tutta la storia. Infatti non sapeva che sua madre stava cercando di uccidere Scott.

Notai lo sguardo di tutti e quattro i ragazzi posarsi su di me, quello delle due ragazze era curioso, non sapendo chi fossi, quello di Stiles sembrava ancora diffidente mentre Scott sembrava felice di vedermi.

«Alexandra, ma potete chiamarmi Alex» dissi rivolta alle ragazze, si presentarono anche loro, ignare del fatto che le conoscessi già.

Sentii lo sguardo di qualcuno addosso, mi girai e vidi Scott sorridermi, ricambiai facendo un piccolo cenno con la mano in segno di saluto.

«Allora... qual'è questa misteriosa cosa che dovremmo vedere?» domandai sedendomi su un banco.

Lydia e Allison si guardarono e alzarono i loro avambracci mettendoli vicini, curiosa mi avvicinai.

«Posso?» chiesi avvicinando la mano e loro annuirono.

Tracciai con le dita i segni che avevano sugli avambracci, sembravano dei lividi ma avevano una forma particolare, ed erano identici per entrambe le ragazze.

Guardai mio fratello e gli feci cenno di avvicinarsi.

«Io non vedo niente» disse dopo un po'.

Alzai gli occhi al cielo.

«Guarda ancora» disse Scott.

«Come fa un livido a dirmi dove sono Boyd ed Erica?»

«Nessuna differenza, è lo stesso su entrambi gli avambracci» esclamai.

«Non significa niente» sospirai esasperata dal suo voler essere così testardo.

«Pareidolia. Vedere forme che non ci sono. E' una sottoclasse dell'apofenia» rispose Lydia.

La guardai confusa, non avendo capito una sola parola.

«Vogliono aiutarci» mormorò Scott.

«Queste due? Questa qui mi ha usato per far risorgere il mio zio psicopatico. Grazie. E quest'altra, ha tirato con l'arco contro di me e il mio branco.»

Resistetti all'impulso di ringhiare.

'Derek!' sgridai e lui sussultò.

Non gli avevo mai parlato mentalmente.

«Sì ma infondo non è morto nessuno giusto? Magari c'è stata qualche menomazione, qualche mutilazione ma nessuna vittima. E' una differenza importante secondo me» esclamò Stiles, al che alzai le braccia verso di lui, come a dire che avesse ragione.

«Mia madre è morta» rispose Allison guardando mio fratello.

Ci volle tutta la mia forza di volontà per non ringhiarle contro.

«L'ha uccisa il codice d'onore della tua famiglia, non Derek» risposi.

Lei mi guardò sorpresa, probabilmente chiedendosi come facessi a saperlo.

«Sì. Derek mi ha raccontato ogni cosa e non mi sembra proprio che tu abbia una fedina penale molto pulita.»

Sentii gli sguardi di tutti i presenti addosso.

Derek cercò di nascondere un sorrisetto, Lydia mi guardò curiosa, Stiles aveva un espressione che non riuscii a decifrare mentre Scott era sorpreso, probabilmente non si aspettava quella reazione da parte mia. La diretta interessata invece sembrò ferita, ma cambiò subito espressione e ritornò a quella seria.

«Quella ragazza cercava Scott. Sono qui per aiutare lui, non te» rispose guardando Derek.

«Vuoi aiutarlo? Trova qualcosa di reale» disse mio fratello e sospirai.

Quando si alzò feci per seguirlo ma prima mi girai verso la cacciatrice.

«Senti... mi dispiace per quello che ho detto. Tendo ad essere molto protettiva e vado fuori di testa quando si tratta di lui, probabilmente tu lo odi ma è mio fratello e non posso non volergli bene però non volevo essere cattiva, ti chiedo scusa.»

Tutti i presenti -a parte mio fratello- sembrarono sorpresi, forse pensavano fossi più senza cuore e che non mi sarei mai scusata. Dopotutto si sa, scusarsi non è nel DNA degli Hale.

«Possiamo ricominciare da capo?» le chiesi porgendole la mano.

Ovviamente non mi andava giù ciò che aveva fatto in passato, ma sapevo che chiunque poteva commettere degli errori, io per prima ne avevo commessi molti ma l'importante era esserne consapevoli e sapevo che lei lo era. Oltretutto volevo provare ad essere amica di tutti loro.

Per un momento Allison esitò, poi annuì e mi prese la mano, sorrisi.

Mi girai verso mio fratello pronta ad andare via, lui uscì ma prima che potessi seguirlo sentii la cacciatrice chiamarmi.

Mi voltai curiosa.

«Uno di questi giorni ti andrebbe di vederci a casa mia, solo noi tre? Così potremmo conoscerci meglio» disse indicando anche Lydia. Per un momento esitai, ma quando sentii i suoi pensieri capii che non aveva cattive intenzioni, quindi annuii.

«Mi farebbe piacere» dissi sorridendo, poi seguii mio fratello, non prima di aver lanciato un ultima occhiata a Scott che mi guardava contento e mi chiesi cosa gli passasse per la testa, fui tentata di sentire i suoi pensieri ma non lo feci.

Di solito non usavo la mia abilità per spiare le persone, volevo lasciare loro privacy, infatti la usavo solo con chi non mi fidavo o con chi stavo imparando a conoscere, per sentire se le intenzioni fossero buone.

Quando entrai in macchina sentii lo sguardo di mio fratello addosso.

«Che c'è?» chiesi confusa.

«Cos'era quello?»

«Cos'era quello cosa? Cercavo di essere gentile, vorrei evitare di farmi nemica tutta Beacon Hills sai.»

«No. Non mi riferivo a quello. Cos'erano quegli sguardi con Scott?»

«Non so di cosa tu stia parlando»

Cercai di mostrarmi il più indifferente possibile, ma il mio cuore mi tradì.

Fortunatamente Derek lasciò cadere il discorso, e restammo in silenzio per il resto del tragitto.

«Ovviamente quello che proverai non sarà molto... piacevole» a quelle parole mugugnai contrariata.

Isaac si girò verso di me e mi sorrise, cercando di tranquillizzarmi.

Ci trovavamo tutti alla clinica veterinaria dove lavorava Scott, a quanto pare il suo capo era un esperto del soprannaturale.

Scott e Derek stavano riempiendo una vasca con del ghiaccio, Isaac ci sarebbe entrato dentro e sarebbe entrato in una specie di ipnosi, Deaton -il capo di Scott- pensava che così saremmo riusciti ad accedere al ricordo di quando il beta era riuscito a trovare Erica e Boyd.

«Se il tuo ritmo cardiaco rallenterà abbastanza entrerai in uno stato di trance» continuò il veterinario.

«Come se fossi ipnotizzato?»

«Esatto. Ti trasformerà a metà. Questo ci permetterà di accedere al tuo subconscio»

«Quanto deve essere lento il battito cardiaco?» la voce di Scott per un minimo secondo riuscì a rilassarmi.

«Molto lento»

«E quanto è di preciso 'molto lento'?» domandai preoccupata.

«Quasi morto» sospirai.

Ero sicura che i tre lupi mannari riuscivano a fiutare la mia ansia.

Isaac infilò una mano dentro la vasca e la ritrasse subito, essendo gelata.

«Non è pericoloso vero?» chiese il beta.

«Vuoi una risposta sincera?» rispose Deaton.

«No. Credo di no»

Improvvisamente ci girammo tutti quando sentimmo un rumore, vidi Stiles che si era infilato un guanto.

Tutti lo guardammo seri.

«Che c'è?» chiese preso in causa.

Quando nessuno rispose sospirò e si tolse il guanto.

Sentii Isaac sospirare accanto a me e lo guardai.

Posai una mano sulla sua spalla.

«Se non te la senti non lo devi fare per forza» sussurrai.

Scott annuì d'accordo con me.

Il beta non rispose e si tolse la maglia, poi si infilò dentro la vasca.

Scott e Derek si posizionarono ai lati della vasca e gli posarono le mani sulle braccia, pronti a tirarlo giù, mentre io mi inginocchiai accanto a lui e lo guardai cercando di rassicurarlo.

I due licantropi lo spinsero in acqua facendo bagnare il pavimento, e di conseguenza anche me, ma non mi importava.

Il beta si trasformò ed iniziò a ribellarsi.

«Spingetelo sotto!»

Isaac continuava a ribellarsi, così mi alzai e mi posizionai dietro di lui spingendolo per le spalle.

«Tenetelo.»

«Ci stiamo provando!» rispose mio fratello.

Riuscimmo a spingerlo giù e lui smise di muoversi, così lo lasciammo e tornò lentamente in superficie.
Mi spostai e tornai al suo fianco.

«Non dimenticate: gli parlerò soltanto io. Troppe voci lo farebbero uscire dallo stato di trance» disse il veterinario.

Noi annuimmo.

«Isaac? Mi senti?»

«Sì. Sì, ti sento.»

«Sono il dottor Deaton. Se tu sei d'accordo avrei bisogno di farti qualche domanda.»

«Sì.»

«Voglio chiederti della notte in cui hai trovato Erica e Boyd. Voglio che tu ti sforzi di ricordarla il più dettagliatamente possibile, come se fossi di nuovo lì.»

Isaac iniziò ad agitarsi.

«Non voglio farlo. Non voglio, non voglio farlo!»

«Va tutto bene. Rilassati. Sono solamente ricordi, non possono farti del male.»

«Non voglio farlo.»

«Tranquillo. Rilassati. Così. Ora torniamo a quella notte, al posto in cui hai trovato Erica e Boyd. Mi dici che cosa vedi? C'è qualche genere di edificio? Una casa?»

Entrai nella mente del beta, pensai di far vedere anche agli altri il ricordo, ma decisi che non era né il momento né il modo, sarebbero rimasti tutti molto confusi, non lo feci vedere neanche a Derek, si sarebbero accorti del suo essere assente.

Mi guardai intorno, non era una casa, era un edificio. Sembrava fatto di marmo.

In lontananza sentii la voce di Deaton che continuava a fare domande ad Isaac.

Notai che l'edificio era vuoto e polveroso, come un luogo abbandonato.

Cercai più dettagli possibili per capire che posto fosse.

Sentii dei passi e mi girai, c'era qualcuno che non riuscii a riconoscere.

Improvvisamente sentii dolore al polso, e lo guardai, c'erano dei segni di artigli e sentivo il sangue uscire. Capii che probabilmente Isaac si stava dimenando e che si era aggrappato al mio polso, cercai così di ignorare il dolore, anche se la presa aumentava.

Seguii il rumore di passi e vidi Isaac -l'Isaac del ricordo- salire delle scale e lo seguii. Si guardò intorno spaventato ed in quel momento avrei tanto voluto abbracciarlo e dirgli che sarebbe andato tutto bene.

«Non riesco a controllarlo. Nessuno di noi ce la fa» sentii dire da una voce che non conoscevo.

Parlava della luna piena, di perdere il controllo. Dalle voci riuscii a capire che avevano paura, paura di ciò che avrebbero fatto con la luna piena, temevano di farsi del male a vicenda.

'Se sono chiusi insieme durante la luna piena si faranno a pezzi.' pensai preoccupata.

Nonostante non li conoscessi ero preoccupata per loro, erano i beta di mio fratello e sapevo che ne sarebbe stato distrutto se fossero morti, anche se non lo avrebbe mai ammesso.

Improvvisamente sentii un rumore, erano loro, gli Alpha, sentii la paura di Isaac come se fosse la mia.

Loro sapevano che Isaac era lì, sentivano il suo odore.

Percepii un liquido caldo colare dal mio naso: sangue. Per qualche ragione perdevo sangue dal naso, e riuscivo a sentire l'irrequietezza del beta.

Stava succedendo qualcosa 'fuori'.

Capendo che probabilmente Isaac si sarebbe svegliato a momenti mi concentrai su ciò che vedevo: Deucalion davanti a quello che sembrava il caveau di una banca.

Sentii un rumore e mi girai, Kali aveva trovato Isaac.

Improvvisamente mi sentii mancare l'aria e quando riaprii gli occhi riconobbi la clinica veterinaria.

Respirai come se fossi stata in apnea, e vidi Deaton porgermi un fazzoletto, lo guardai confusa e lui mi indicò il naso, avevo dimenticato che mi stava sanguinando. Feci un sorriso di ringraziamento e mi asciugai il sangue.

«L'ho visto! Ho visto il nome, è la Fist National Bank di Beacon Hills. E' una banca abbandonata, li tengono chiusi all'interno, dentro al caveau» disse Isaac mentre si rialzò, venendo di fianco a me e bagnandomi. Deaton lo avvolse in un asciugamano e dato che ero praticamente appiccicata a lui avvolse anche me.

Vidi tutti i presenti con sguardo assente.

«Che c'è?» chiese Isaac confuso, ed in effetti lo ero anch'io.

«Non ricordi che cosa hai detto prima di svegliarti, vero?» domandò Stiles al beta e lo guardai confusa.

«No.»

«Hai detto che quando ti hanno catturato ti hanno trascinato in una stanza, dove c'era un cadavere.»

«Il cadavere di chi?» domandai io, avevo la gola secca e la voce mi uscì in un sussurro.

«Erica. Hai detto che era di Erica.»

Guardai mio fratello per vedere una sua reazione, ma non ne vidi nessuna.

«Lei non è morta!» disse dopo un po' di tempo.

«Derek, lui ha detto: c'è un cadavere ed è di Erica. Non lascia molto spazio per l'interpretazione.»

«E chi c'era nel caveau con Boyd?» domandò lui non volendo credere che la sua beta fosse morta.

«Qualcun altro, ovviamente» rispose Stiles.

«Forse la ragazza che era in moto, la ragazza che ti ha salvato» ragionò Scott.

Sia io che Isaac scuotemmo la testa.

«No. Lei è umana» risposi io per entrambi.

Tutti, tranne Isaac e Derek che lo sapevano, mi guardarono chiedendosi come facessi a conoscerla, anche quella volta ignorai gli sguardi.

«Chi era nel caveau con Boyd invece era come noi» disse Isaac.

Chiusi gli occhi e appoggiai la testa sulla sua spalla.

Si era infilato dei vestiti asciutti ed ora eravamo seduti su una specie di bancone, mentre tutti gli altri erano in piedi.

'Mi dispiace' sentii nei pensieri del beta.

Lo guardai confusa, e lui mi guardò il polso.

'Ma smettila, non è niente. Tra pochissimo guarirà.' risposi mentalmente.

«E se fosse così che Erica è morta? Li fanno lottare insieme con la luna piena e vedono chi sopravvive. Una sfida al lupo più forte» pensò Stiles.

«Dobbiamo tirarli fuori questa notte» disse deciso mio fratello.

«Cerca di ragionare Derek. Non puoi semplicemente fare irruzione.»

«Se Isaac è entrato ce la farò anch'io.»

«Ma non ha attraversato la porta di un caveau giusto?» mormorai io con ancora gli occhi chiusi.

Li aprii confusa quando sentii odore di gelosia e sentendomi osservata. Puntai lo sguardo su Scott, aveva un espressione indecifrabile. Anche quella volta resistetti all'impulso di sentire i suoi pensieri.

«Ci serve un piano» disse colui che stavo guardando, tenendo lo sguardo fisso su di me.

«Dobbiamo studiare un piano per irrompere nel caveau di una banca in meno di ventiquattro ore?» chiese mio fratello e pensai che non avesse tutti i torti.

«Qualcuno lo ha già fatto: "La First National Bank di Beacon Hills chiude tre mesi dopo la rapina" non dice come hanno fatto ma non ci vorrà molto a scoprirlo» disse Stiles.

«E quanto?» chiese mio fratello.

«E' internet Derek. Capito? Minuti.»

Non ci vollero minuti, ma ore.

Alla fine però Scott e Stiles avevano trovato tutte le informazioni a riguardo e adesso eravamo tutti -con tutti intendevo me, Scott, Stiles, Derek e Peter- nel loft.

Isaac si stava riposando, l'esperienza di qualche ora prima lo aveva messo fuori gioco, e non sarebbe riuscito a combattere in un eventuale scontro quando saremmo andati alla banca.

Stiles poggiò delle piantine sul tavolo ed iniziò ad illustrare il piano per entrare.

«Bene. Vedete questo? E' da qui che sono entrati. C'è un condotto di ventilazione sul tetto, porta direttamente all'interno del caveau, cioè qui -cerchiò un punto sulla piantina- Chiaro? Uno dei rapinatori è stato calato in questo condotto. Lo spazio è talmente stretto che ha impiegato dodici ore a trivellare la parete, che è fatta di pietra. Poi, per il resto della notte, ha passato il denaro a quelli che stavano sul tetto, grazie al condotto nella parete.»

«Noi ci passiamo?» chiese Scott anticipando la mia domanda.

«Sì ci passiamo ma veramente per un soffio e hanno riparato la parete, perciò ci servirà una trivella, credo che la punta di diamante sia quello-»

«Niente trivella» lo interruppe mio fratello.

«Scusa?»

«Se vado per primo quanto spazio ho?» chiese Derek.

Stiles guardò me e Scott in una silenziosa domanda: 'che diavolo gli passa per la testa?', sia io che il licantropo alzammo le spalle come a dire 'non guardare noi', il lupo mannaro poi puntò lo sguardo su di me.

Lo guardai confusa e lui sorrise.

Quel ragazzo era un mistero.

Non resistetti e diedi una piccola sbirciatina tra i suoi pensieri.

'Dio, è così bella.'

Vidi come mi vedeva lui in quel momento, ero seduta sulle scale con Peter dietro di me, indossavo dei jeans lunghi e un top leggermente scollato nero -non soffrivo il freddo, per questo mettevo le magliette corte anche in inverno-, avevo i capelli racchiusi in una treccia di lato mentre una piccola ciocca mi incorniciava il viso.

Quella ero davvero io?

Vista dal suo punto di vista sembravo... una dea.

Davvero mi vedeva in quel modo?

Senza che potessi impedirlo le mie guance arrossirono e il mio cuore iniziò ad accelerare. Sperai davvero che i lupi mannari non se ne accorgessero e per una volta qualcuno nell'universo mi ascoltò. Nessuno di loro sembrò notare niente.

Il rumore di un pugno che sbatteva contro qualcosa mi riportò alla realtà, e vidi Stiles tenersi una mano.

«Ce la può fare» sussurrò dolorante.

Capii che Derek si era offerto di sfondare il muro a pugni, e per questo non voleva una trivella.

Sospirai e feci cenno al mal capitato di avvicinarsi. Lui fece come detto e gli presi la mano tra le mie, assorbendo il suo dolore. Non fece molto male, in confronto a ciò che avevo subito nelle ultime settimane era solo un pizzicotto quello.

«Grazie» esclamò sorpreso.

«Non è niente» dissi sorridendo.

Mi piaceva davvero quel ragazzo, era simpatico, volevo provare a farmelo amico.

«Sfonderò quella parete. Chi viene con me?» chiese Derek.

Posò immediatamente lo sguardo su di me.

«Sai che non devi nemmeno chiederlo» risposi decisa.

Annuì in cenno di ringraziamento, poi punto lo sguardo su Peter dietro di me.

«Non guardare me. Non sono ancora pronto alla lotta e sinceramente con Isaac fuori uso hai poche probabilità di farcela» rispose il diretto interessato.

«Quindi dovrei lasciarli morire?» chiese mio fratello.

«Una di loro è già morta.»

«Questo noi non lo sappiamo.»

«Devo ricordarti che cosa ci ritroviamo ad affrontare? Un branco di Alpha formato da assassini. E se questo non basta a farti sciogliere le budella cerca di ricordarti che due di loro si possono combinare per formare un Alpha gigante. Sentiremo di sicuro la mancanza di Erica e Boyd.»

«Qualcuno può ucciderlo un altra volta?» chiese Stiles.

«Mi offro volontaria» dissi alzando la mano.

«Io ti amo» rispose Stiles.

Gli mandai un bacio volante, e sorrisi divertita.

«Derek. Dico davvero. Non vale la pena rischiare.»

Mi girai verso di lui e ringhiai, lanciandogli un chiaro messaggio: 'sta' zitto'.

«Tu che ne dici?» domandò mio fratello a Scott.

«Sì se vuoi che venga-» iniziò Stiles.

«Non tu.»

Trattenni una risata.

«Scott.»

Tutti puntammo lo sguardo su di lui, attendendo una risposta

«Erica non lo so, ma se Boyd è ancora vivo dobbiamo fare qualcosa. Bisogna provare.»

«Ma?» chiesi io.

«Chi è l'altra ragazza? Quella chiusa lì dentro con Boyd.»

Nessuno rispose.

«Che c'è?» chiesi vedendo Scott irrequieto.

Eravamo appena arrivati alla banca, e mentre i due lupi mannari tenevano i sensi all'erta, io stavo tenendo la mente aperta ad ogni pensiero esterno.

«Non riesco a smettere di pensarci.»

Lo guardai confusa.

«La luna sta sorgendo Scott. Che c'è?» chiese mio fratello.

«Rischio e ricompensa.»

«E che vuol dire?» domandai.

«Non stiamo valutando bene il rischio. Non abbiamo abbastanza informazioni.»

«Sappiamo che il tempo sta per scadere.»

«Sì ma pensateci. La triscele è apparsa sulla tua porta quattro mesi fa. Che hanno fatto per tutto questo tempo? Perché aspettare fino ad ora?»

Pensai che avesse ragione.

Perché aspettare tutto quel tempo?

«Non possiamo ricostruire ogni piccolo dettaglio.»

«Ma se questo dettaglio, la ragione per cui hanno aspettato, fosse quello più importante?»

«Allora rinunciamo e Boyd ed Erica moriranno. So che cosa sto rischiando. La mia vita per la loro.»

Quell'immagine mi diede i brividi, non avrei mai permesso che Derek morisse, a costo di dare la mia vita per la sua e per quella di Erica e Boyd.
Non lo avrei perso di nuovo.

Mio fratello saltò aggrappandosi ad una scaletta, ed iniziò ad arrampicarsi.

«Non vi biasimerò se non vorrete seguirmi.»

«Scherzi vero? E secondo te mi perderei mai la possibilità dell'ennesimo scontro con gli Alpha psicopatici? Scordatelo fratello» esclamai prima di seguirlo, arrampicandomi come aveva fatto lui, e guardai Scott. Per un momento sperai che decidesse di andarsene, non volevo si facesse male, ma come immaginai lui ci seguì.

Arrivammo al punto stabilito da Stiles, proprio davanti al caveau e Derek iniziò a prendere a pugni la parete, sfondandola poco dopo.
Entrò seguito da me e Scott.

Alzai lo sguardo e vidi una figura di fronte a noi.

«Boyd?» chiamò mio fratello.

Sentii ringhiare e mi avvicinai a mio fratello, con l'intenzione di proteggerlo.

«Boyd. Sono io. Sono Derek»

«Stiles, non è il momento» sentii dire da Scott, e immaginai che l'amico lo avesse chiamato.

Non osai girarmi e non distolsi lo sguardo dal licantropo di fronte a me nemmeno per un secondo, ascoltai comunque la conversazione tra Scott e l'umano, pensando che se l'avesse chiamato era per qualcosa di importante.

«Scott! Ascoltami! Dovete andarvene subito da lì! I muri del caveau sono fatti di adularia, un minerale che disperde la luce della luna.»

«Che vuol dire?»

«Blocca la luce della luna. Quei due non ne sentono gli effetti da mesi.»

«Hai presente i gladiatori a Roma, nel Colosseo? I leoni venivano tenuti a digiuno per giorni, in modo che fossero più feroci, fuori controllo. Deucalion ha impedito loro di trasformarsi per tre mesi interi, aumentando la loro reattività. Saranno più forti, più selvaggi, più assetati di sangue. Loro sono i leoni, sono i leoni tenuti a digiuno e tu, Derek e Alexandra siete appena entrati nel Colosseo» sentii dire da Peter.

'Grandioso. Ci mancava solo questa. Stiamo per essere sbranati da dei licantropi assetati di sangue.'

«Derek... abbiamo un problema, un problema enorme.»

Sentii qualcun altro ringhiare ed una seconda figura emerse dall'oscurità.

Feci un passo avanti.

«Cora?» domandai sconvolta.

«Chi?» chiese Scott.

«Cora» ripeté mio fratello, sconvolto quanto me.

«Derek, Alex... andate via. Andatevene subito!» disse Cora, sentii la sua voce tremare ed immaginai fosse per la luna piena.

La porta del caveau si aprì improvvisamente, mi voltai e vidi una donna, si inginocchiò e chiuse il cerchio di frassino che notai solo in quel momento, intrappolandoci dentro e poi se ne andò.

«No! No, aspetta!» urlò Scott.

I due lupi mannari sotto l'effetto della luna ci ringhiarono e si avventarono su di noi.

Ringhiai anch'io, e parai un colpo di Cora dritto sulla mia faccia, non volevo farle del male. 

Subito dopo vidi Scott a terra e Boyd avventarsi su di lui, non ci pensai un secondo e scaraventai mia sorella lontano da me con un calcio chiedendole scusa mentalmente, poi mi fiondai sul licantropo fuori controllo permettendo a Scott di alzarsi.

Boyd mi graffiò sul petto, affondando gli artigli nella carne.

«Ci provate gusto a distruggere tutti i miei vestiti o cosa?» ringhiai e gli diedi un pugno in faccia.

Qualcosa mi colpì al fianco e mi ritrovai scaraventata addosso al muro, con mia sorella sopra di me che cercava di uccidermi. Le bloccai le braccia e Scott la spinse lontano, poi mi aiutò ad alzarmi e Derek si avvicinò a noi.

Subito dopo ci ritrovammo tutti e tre attaccati alla parete.

«La conoscete?» ci chiese il beta.

«E' nostra sorella! Nostra sorella minore!» rispose Derek.

Ricordai che io e Cora ci portavamo solo un anno di differenza.

«E che cosa ci fa qui?» domandò il beta.

«Come possiamo saperlo? Credevamo fosse morta!» risposi.

«Attenti!» sentii urlare.

Mi abbassai in tempo per evitare che Boyd mi colpisse, mentre Scott fu troppo lento e il licantropo lo prese per la maglia scaraventandolo contrò una parete, poi si avventò su di lui, mi avvicinai e lo presi dalla giacca spingendolo via. Porsi una mano a Scott aiutandolo a rimettersi in piedi. Mentre io e il lupo mannaro lottavamo contro Boyd, Derek lottava contro Cora.

Il licantropo fuori controllo fece per conficcare gli artigli nello stomaco di Scott ma prima che potesse farlo mi misi in mezzo, spingendo via il secondo licantropo e sentii subito dolore al ventre, dove Boyd conficcò i suoi artigli.

Sospirai dolorante ed iniziai a boccheggiare sentendomi mancare l'aria.

«No! Non spezzare il sigillo!» sentii urlare da Derek.

Avevo la vista offuscata ma vidi una figura, che riconobbi essere Allison, china verso la barriera di frassino. Sembrò riflettere sulle parole di mio fratello ma quando mi vide in difficoltà spezzò la barriera.

«Boyd!» chiamò per attirare l'attenzione del licantropo che si voltò lasciandomi cadere a terra, subito ripresi a respirare normalmente.

Vidi di sfuggita i due lupi mannari impazziti correre via.

Sentii un braccio posarsi sulle mie spalle, mi alzai ma la persona non si mosse di un centimetro, mi teneva stretta tra le sue braccia assicurandosi che non cadessi, voltai la testa per capire chi fosse ad aiutarmi e vidi Scott guardarmi preoccupato, gli sorrisi rassicurante come a dire che poteva lasciarmi e che stavo bene ma lui non mollò la presa, al contrario l'aumentò, senza farmi male.

Non mi lamentai, né gli dissi di lasciarmi. Mi sentivo bene tra le sue braccia, al sicuro.

«Che ti è saltato in mente?!»

Mi voltai e vidi Derek tenere Allison per il braccio.

«Derek! Lasciala!» sgridai.

Mi avvicinai camminando con fatica e tenendomi un braccio sul ventre, sentii Scott restarmi attaccato. Probabilmente aveva paura che sarei caduta da un momento all'altro.

«Dovevo fare qualcosa!» si difese Allison.

«Ci ha salvato la vita» dissi a mio fratello avvicinandomi alla cacciatrice.

«Che cosa credi che faranno quei due la fuori? Hai idea di che cosa hai liberato?»

«Vuoi incolpare me? Non sono io che trasformo adolescenti in assassini» rispose Allison.

Mi appoggiai alla parete sapendo che quella discussione non sarebbe finita bene e chiusi gli occhi cercando di calmare il respiro così che le ferite potessero guarire.

Scott si posizionò accanto a me, restando però in piedi.

Sentii che voleva chiedermi qualcosa, ma sapeva che non era quello il momento adatto.

«No. Quello lo fa il resto della tua famiglia.»

'Non finirà bene.'

«Ho commesso degli errori, ma Gerard non è colpa mia.»

Ricordai la storia di Gerard da quello che mi aveva mostrato mio fratello, era il nonno di Allison. Era venuto qui per il funerale della figlia, Kate -zia psicopatica di Allison-, e aveva praticamente dichiarato guerra ai licantropi decidendo di ucciderli tutti senza fare distinzioni. Quando la madre di Allison è morta lui ha manipolato la nipote, spingendola a fare ciò che aveva fatto. Si era alla fine scoperto che Gerard stava morendo di cancro, e che era tornato a Beacon Hills perché voleva il morso, cosa che aveva ottenuto, Scott però lo aveva ingannato facendogli assumere delle pillole false, composte da sorbo degli uccellatori e ciò aveva impedito che il morso gli facesse effetto e lo avvelenasse dall'interno.

«E che mi dici di tua madre?» domandò mio fratello.

Capii che stava per venire a galla la verità perciò non mi intromisi, né dissi a mio fratello di smetterla, Allison aveva il diritto di sapere ciò che era successo realmente a sua madre.

«Che vuoi dire?»

«Diglielo Scott.»

«Che vuol dire Scott? Che vuol dire?» chiese la cacciatrice confusa e spaventata dalla risposta.

Mi alzai, sentendomi già meglio e mi avvicinai a mio fratello.

Gli feci un cenno e ci allontanammo, lasciando i due da soli.

«Stai bene?» chiese mio fratello.

«E tu?» domandai io.

Mi alzai leggermente la maglia e vidi che le ferite si stavano rimarginando.

«Cora è viva» realizzai poco dopo.

Derek annuì, probabilmente come me stava ancora realizzando.

«Senti questo odore?» domandai dopo un po'.

«Che odore?»

«Di morte...»

Iniziai a camminare seguendo l'olfatto.

Entrammo in uno sgabuzzino e vidi un cadavere.

Il cadavere di una ragazza che capii essere Erica.

Mi voltai verso mio fratello preoccupata.

Sembrava assente.

Lo guardai sentendomi impotente e lo abbracciai, più forte che potei.

Non lo avrebbe mai ammesso, ma sapevo che stava soffrendo.

Inizialmente Derek non ricambiò l'abbraccio, e a me andava bene così, poi però iniziò a stringermi forte, e sentii delle lacrime bagnarmi la maglietta.

Sapevo che non avrebbe mai pianto davanti ad altre persone, e mi sentii sollevata che con me si sentisse libero di essere sé stesso.

In momenti come quello più che mai avrei voluto proteggerlo da tutto, ma come si protegge qualcuno dal dolore?

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