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By Hufflepuff-Moony

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By Hufflepuff-Moony


Seoho aprì finalmente gli occhi e si rese conto che erano ormai passate diverse ore da quando era svenuto.

Un dolore lancinante gli faceva rimbombare la testa, così passò una mano sul retro del collo, trovandolo ancora insanguinato per la forte botta ricevuta. Un ringhio di dolore lasciò le sue labbra, poi cercò di alzarsi per poter tornare al campo base.

Ciò che aveva scoperto non era da sottovalutare, un soldato che andava d'accordo con delle creature magiche era qualcosa di completamente inconcepibile.

"Se non è mai successo ci sarà un motivo, no?" si disse il biondo "Loro sono esseri malvagi, è ciò che mi è sempre stato detto." ragionò ancora, cominciando a incamminarsi per tornare al più presto dai suoi compagni e raccontargli tutto.

Però nel frattempo la sua mente non trovava pace, continuava a ripensare all'espressione di puro stupore e incredulità che si era dipinta sul viso di Keonhee non appena si era reso conto delle sue intenzioni.
L'aveva tradito senza esitazione, e ogni tentativo di spiegargli come stavano realmente le cose sarebbe stato del tutto vano.
Certo, gli dispiaceva di essersi comportato in un modo così meschino e vile, però l'aveva fatto per un bene maggiore: proteggere i sudditi e la famiglia reale da tutti i mali, cosa che faceva da ormai anni.

Però...lo sguardo del castano, deluso e pieno di risentimento, non smetteva un secondo di essere il protagonista dei suoi mille pensieri.

"Seoho basta pensarci. Non sei fatto per avere amici, né tanto meno un compagno. Ora che si è allontanato da te starà sicuramente meglio." pensò la guardia, sospirando rassegnato.
Non era mai stato bravo a stringere legami affettivi con gli altri, quindi era sempre un po' impacciato e incapace di coltivare amicizie sane e durature. Gli unici ragazzi con cui parlava erano i suoi colleghi, ma erano conversazioni puramente basate sul lavoro, mai una volta avevano passato un pomeriggio tra di loro senza il fine di andare a caccia.

"Che vita miserabile."

La solitudine lo allettava, lo faceva sentire al sicuro, però...si sentiva così fuori posto ogni volta in cui altre persone lo circondavano, a causa del suo inascoltato desiderio di sbloccarsi e rompere il ghiaccio in cui si era rinchiuso con le proprie mani.

Finalmente aveva trovato un ragazzo con cui parlare liberamente, un individuo senza doppi fini lavorativi ad animarlo, un essere puro di cui però non aveva avuto alcuna cura.
Keonhee era una persona d'oro che lui aveva trattato come uno straccio usato, l'aveva schiacciato a terra con tutto il proprio peso, senza avere un minimo di rispetto per i suoi sentimenti.
Poi il fatto di averlo preso in ostaggio peggiorava il tutto. Se ripensava a quel pomeriggio, loro due nel vicolo, da soli...si pentiva di non averlo baciato, aveva sprecato un'occasione unica e aveva paura che non ne avrebbe mai più avuta un'altra simile.

Il castano lo incuriosiva non poco e il solo pensiero che adesso lui lo odiasse gli stringeva il cuore in una morsa dolorosa. Non voleva che il suo piccolo e primissimo tentativo di uscire dal guscio finisse in un modo così terribile.
E fu così che la sua "missione" di riferire ciò che aveva visto scivolò in secondo piano, lasciando spazio al trovare un metodo intelligente per farsi perdonare dal fiorista, anche a costo di mettersi in ridicolo chiedendo consiglio a tutti i suoi conoscenti.

Non voleva far appassire quel piccolo germoglio di speranza che era nato nel fondo del suo cuore.

--

Cinque giorni dopo...

Un'imprecazione rimbombò per le pareti che delimitavano il piccolo locale pieno di fiori colorati.
Il ragazzo castano si massaggiò il pollice che era stato sfortunatamente schiacciato da un vaso di ceramica piuttosto pesante, borbottando insulti e maledizioni tra sé e sé.

Da quando era stato pugnalato alle spalle da Seoho, non riusciva più a concentrarsi come una volta.
Sobbalzava al minimo rumore, continuava a guardarsi intorno alla ricerca di una via di fuga per un'ipotetica evenienza, aveva i nervi a fior di pelle e, soprattutto, non aveva più fatto un vero sorriso.
Aver tradito i propri amici l'aveva colpito nel profondo, lasciando uno squarcio profondo e sanguinante lì dove si trovava il suo cuore.

Keonhee fu distratto dal suono del campanello posto all'entrata del negozio, a indicare che un nuovo cliente aveva appena messo piede in quel piccolo angolo di paradiso di cui si prendeva tanta cura.

Così il ragazzo fece un finto sorriso di cortesia e si recò al bancone, venendo sorpreso da una testa bionda.

"Seoho." fu l'unica cosa che pensò il fiorista.

Il soldato non lo guardava, stava infatti osservando intensamente il pavimento composto da assi di legno, mentre si torturava le mani dall'ansia.

Keonhee fece un grande respiro profondo cercando di calmare il suo cuore impazzito, per poi catalizzare lo sguardo sulla guardia davanti a sé.
<Di cosa ha bisogno?> gli chiese, usando un tono il più formale e freddo possibile presente nel suo repertorio. Non voleva che l'altro si accorgesse del suo malessere e della sua tristezza, quindi tenerlo a distanza era l'unico modo per assicurarsi che tutto seguisse i suoi piani.

<Io...vorrei comprare dei fiori.> gli rispose il biondo, non osando alzare lo sguardo da terra.

<Sa già cosa vuole prendere?> gli domandò ancora Keonhee, curioso di sapere per quale motivo l'altro ragazzo li desiderasse.

Seoho annuì debolmente, iniziando a elencare diversi tipi di piante.
<Allora...un paio di giacinti, alcuni gigli, delle violette, due o tre peonie, degli anemoni, poi delle calendule e infine una rosa.> disse con un filo di voce, continuando imperterrito ad osservare i propri stivali.

A quelle richieste il castano aggrottò le sopracciglia.
"È chiaro che si vuole far perdonare da qualcuno." pensò quest'ultimo, senza chiedersi minimamente a chi fossero dirette quelle scuse.

Keonhee finì di comporre il bouquet in religioso silenzio, per poi porgerlo all'altro ragazzo, che aveva già appoggiato sul bancone di legno scuro delle monete d'oro come compenso.

Dopo aver preso i fiori e averli stretti così tanto da avere le nocche bianche, Seoho allungò il braccio verso il castano, che lo osservava con un'espressione confusa pennellata sul suo volto.
<Keonhee...questi sono per te.> disse la guardia, abbassando ancora di più lo sguardo e facendo spalancare la bocca all'altro, non aspettandosi minimamente un'azione del genere.

<Cosa...perché...?> chiese confuso il fiorista, prendendo ciò che gli veniva offerto e carezzandone le foglioline tenere.

<Penso che...i fiori parlino da sé.> rispose Seoho arrossendo un poco <Sappi che sono veramente dispiaciuto per tutto. Nessun altro sa dei tuoi amici, non ho detto nulla e non ho intenzione di farlo. Spero che potrai perdonarmi...> continuò, quasi sussurrando e con le guance incandescenti dalla timidezza e dalla vergogna.

Keonhee a quella vista sorrise intenerito, appoggiò il bouquet che aveva composto lui stesso sul tavolo e fece il giro del bancone, arrivando dritto davanti al biondo.
Pian piano lo abbracciò stretto, chiudendo gli occhi e inspirando appieno quel profumo fruttato che dal primo istante l'aveva colpito.

Dagli occhi di Seoho scivolarono alcune lacrime, capendo che il messaggio era stato recepito forte e chiaro senza neanche il bisogno di parole.

Nonostante le sue azioni spregevoli lui non era più da solo.









Note dell'autore.

Salve miei cari!✨

Ecco qui un nuovo capitolo, grazie mille di aver letto!
Spero vi piaccia~💞

Ora un po' di angst si è risolto...però preparatevi per il prossimo round, anche perché la fine si avvicina sempre di più purtroppo.



💐SIGNIFICATO DEI FIORI PRESENTI NEL CAPITOLO💐

- Giacinto= simbolo di sentimenti quali comprensione e benevolenza, indica il desiderio di ricongiungimento con una persona dalla quale ci si è allontanati. In particolare, i giacinti color porpora trasmettono un messaggio ben preciso: “Ti prego, perdonami”.

- Giglio= rappresenta la purezza e, in caso di problemi con una persona, simbolizzano la voglia di ricominciare da capo. È proprio l’immagine di una stretta di mano tra amici che vogliono iniziare un nuovo rapporto, fatto di lealtà e amore puro.

- Violetta= dimostra che chi la regala ha imparato dai propri errori. Ha appreso la lezione e non farà mai più lo stesso sbaglio. Per questo, le violette sono per eccellenza i fiori per chiedere scusa.

- Peonia= indica timidezza e vergogna, è ideale per dire scusa senza aver bisogno di parole.

- Anemone= fiore molto appropriato in un rapporto complicato. Indicano, infatti, la riconciliazione, l’intenzione di fare il primo passo verso l’altro.

- Calendula= è simbolo di dolore e dispiacere. Indica, quindi, il pentimento. È possibile chiedere perdono a una persona speciale facendo capire davvero quanto rimorso si sente per lo sbaglio commesso.

- Rosa= le rose rosa significano affetto e amicizia. Sono molto adatte per un’amica, quando ci si vuole far perdonare e quando si vuole mantenere l’amicizia vera. Le rose bianche, invece, indicano purezza dei sentimenti.

Ci vediamo alla prossima!

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