The Omega's Crown|ᴋᴏᴏᴋᴛᴀᴇ

By Swetty_Kookie

106K 9.7K 2.3K

[ᴛʜᴇ ʟᴇɢᴇɴᴅ ᴏғ ʀᴇᴅ ᴛʀᴇᴀsᴜʀᴇ: ᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀ] [ᴜɴᴛɪʟ ᴛʜᴇ ᴇɴᴅ ᴏғ ᴛʜᴇ ᴡᴏʀʟᴅ: ɪɴ ᴄᴏʀsᴏ] Da generazioni ormai, nel pacif... More

The Legend of Red Treasure
Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 23
Capitolo 24- prima parte
Capitolo 24- seconda parte
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31 [Fine Prima Parte]
Until The End Of The World
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47

Capitolo 22

2.6K 276 59
By Swetty_Kookie

Nell'aria era presente quella ineguagliabile tensione, diventata ormai famigliare per Taehyung, l'unico omega letteralmente in mezzo al gruppo di alfa che insieme, si stava muovendo seguendo la figura di Jungkook, a pochi passi di distanza dal biondo, guidando il gruppo.

Camminava a testa bassa alzandola solo quando si sentiva osservato o quando sentiva qualcuno parlottare, come per intercettare cosa stessero dicendo. A dir la verità da quando era tornato insieme alla ciurma, temeva per la sua incolumità ancor più di prima se possibile. Jungkook aveva promesso che l'avrebbe protetto, ma il suo essere capitano e alfa dominante sarebbero bastate a mettere a tacere le voci che pian piano si espandevano nel gruppo?

Era ciò che era successo da quando era tornato: era rimasto sempre accanto al capitano Yun, aiutandolo a camminare talvolta o evitando che inciampasse quando le corde che tenevano strette i suoi polsi tiravano o non gli permettevano di utilizzare le mani come appiglio per aiutarsi a scavalcare qualche radice più sporgente. Chanwook, come al solito, aveva dato inizio a quel mormorio costante mettendolo in estremo disagio e facendolo come sempre sentire inadeguato. Il suo cuore batteva per l'ansia che qualcuno di loro avesse potuto girarsi improvvisamente e aizzare ancora una volta la folla contro di lui, e allo stesso tempo le grida del pubblico della notte passata e che gli intimava di spogliarsi gli tornavano in mente, facendo accelerare il suo respiro e battito cardiaco.

Odiava quella situazione, odiava aver costantemente paura che la tranquillità del momento potesse terminare. E specialmente non riusciva a fidarsi di Jungkook, gli aveva dato speranza troppe volte per poi deluderlo come se nulla fosse, nonostante, rimembrando il passato, riuscisse comunque a trovare delle valide giustificazioni per il suo comportamento. Ciò che però l'alfa non sapeva era che se anche avesse avuto il coraggio di perdonarlo o di rimanere al suo fianco in quel percorso, dentro di sé Taehyung sentiva di essere completamente solo e specialmente che quello che aveva vissuto – l'Henede, l'essere legato all'albero maestro, molestato dalla ciurma che trovava ogni pretesto per punirlo, e per ultimo l'asta di schiavi omega – lo avrebbe perseguitato per tutta la vita.

Il respiro tremò e chiuse gli occhi giusto per un istante, prima di riaprirli e trovarsi un paio di occhi vispi e piccoli fissarlo con astio per poi tornare a guardare di fronte a sé.

Chanwook era colui che aveva iniziato a temere maggiormente lì in mezzo, conscio ormai di quanto la sua parola incidesse sul pensiero degli altri. Non sapeva come Jungkook potesse eventualmente fermarlo nel caso in cui la sua stessa ciurma si ribellasse alle sue decisioni.

Aveva paura ma non voleva per nulla al mondo darlo a vedere, e l'unico problema era che ormai non sapesse più come fare.

A distrarlo da quel flusso di pensieri e preoccupazioni fu un piccolo grugnito proveniente dal capitano Yun che lo fece girare con sguardo preoccupato per cercare subito la fonte di quel verso di dolore. Non fu difficile capire che furono proprio quelle corde legate ai suoi polsi che venivano tirate fin troppo e che causavano la sofferenza e perdita d'equilibrio dell'anziano alfa.

Lo tenne per un braccio quando i suoi piedi s'incastrarono in mezzo ad una radice, evitandogli una rovinosa caduta, e ricevendo solo un gutturale «La ringrazio Vostra Altezza.» che lo fece sospirare dispiaciuto. Da quando la sua azione sconsiderata s'era ripercossa sull'omega, il vecchio alfa non aveva più spiccicato parola con il principe sentendosi troppo in colpa e non meritevole delle premure del suo sovrano.

«Capitano» lo richiamò con un sospiro dispiaciuto, facendo voltare l'uomo nella sua direzione, il quale però mantenne gli occhi bassi per non incrociare il suo sguardo, visibilmente pieno di rimorsi. «apprezzo davvero che abbiate rischiato così tanto per poter fuggire e voglio che sia chiaro che non lo ritengo colpevole di ciò che è successo.» precisò.

«Vostra Altezza non so nemmeno cosa vi sia successo nel bosco ma ho fatto troppi errori durante questa disgrazia per ricevere la vostra compassione—» le sue parole vennero interrotte all'improvviso quando uno strattone della corda rischiò quasi di farlo inciampare, cose che non avvenne grazie ai riflessi pronti di Taehyung.

Alzò lo sguardo sulla ciurma che camminava a pochi passi da loro per individuare chiunque avesse tirato maggiormente la ma ebbe solo modo di vedere un paio di occhi familiari girarsi nuovamente nella direzione che stavano percorrendo dopo averlo guardato con astio. Non c'era nemmeno il bisogno di specificare che fosse il gruppo di Chanwook.

Riguardò poi il capitano Yun e lesse nel suo sguardo la consapevolezza di meritarsi quel trattamento che, prima di lui, il suo principe aveva subito perché non aveva saputo proteggerlo.

«Per me la vostra presenza al mio fianco è già sufficiente.» strinse i pugni infastidito da quel comportamento e con un leggero tono d'irritazione rivolse quelle parole al capitano Yun, nella speranza che smettesse di tormentarsi e si concentrasse a rimanere vigile e attento con la ciurma accanto. «Per cui smettetela di comportavi in questo modo e tornare a rivolgermi la parola.» concluse con tono un po' più tranquillo, scorgendo poi da lontano le grandi spalle larghe di Jungkook che gli dava le spalle e camminando fiero di ciò che era: un alfa imponente e comandante di un veliero pirata.

Era convinto di ciò che diceva, il vecchio alfa non aveva fatto altro – da quando la ferita alla spalla fosse più o meno guarita – che tentare di agevolargli i compiti, volendo solo il suo benessere. La sua azione sconsiderata nei giorni precedenti era stata mossa dal capriccio del principe di voler andare via da quella ciurma, smosso dalle emozioni negative che Jungkook aveva scatenato in lui baciandolo con la forza.

Questa volta toccava a lui tentare, per lo meno, di aiutare il capitano per quello aveva già qualcosa in mente. Doveva solo forzarsi ad avvicinarsi a Jungkook e parlargli, cosa che non faceva da quando si erano messi in viaggio. Aveva rivissuto in loop gli ultimi momenti che gli avevano visti soli nel bosco, quando l'alfa era tornato a prenderlo da quell'asta di schiavi, domandandosi se la decisione che aveva preso fosse quella giusta.

Chiuse gli occhi per qualche secondo per scacciare l'immagine di sé stesso correre disperato in direzione dell'alfa, vergognandosi per quanto patetico e disperato fosse sembrato, per poi riaprirli e tirare un sospiro stanco prima di rivolgersi velocemente al capitano Yun con un «Torno subito.» e camminare a grandi falcate verso Jungkook.

Quando gli fu accanto non gli rivolse alcuna parola o sguardo ma poté sentire chiaramente bruciare sulla pelle il suo sguardo curioso, seguito da quello della ciurma dietro di lui adesso.

«Fa slegare il capitano Yun.» disse con tono freddo senza alzare lo sguardo per incrociare i suoi occhi ma ricevendo come risposte lo stesso trattamento che lui stava riservando al capitano: l'essere ignorato brutalmente.

Strinse i pugni infastidito e si costrinse a sollevare lo sguardo solo per poter guardare qualche tipo di cambiamento nello sguardo dell'alfa «Dico sul serio, i tuoi uomini continuano a tirare le corde rischiando di fargli del male!»

«Ha tentato di fuggire una volta, cosa gli vieterà di farlo una seconda?» continuò con tono ovvio, cercando di far riflettere l'omega riguardo la sua decisione. Quel vecchio alfa aveva contribuito solo a rendere più forte l'odio della ciurma nei confronti di Taehyung, temeva che se lo avesse lasciato libero prima o poi lo avrebbe ucciso nel sonno o – forse peggio – avrebbe davvero portato via Taehyung.

«Io ovviamente. Ha fatto quel che ha fatto solo per colpa mia, perché sono stato io a dirglielo...» confessò non ricevendo però alcuna reazione da parte del pirata che sembrava intestardito a non ascoltarlo.

«Ti ha messo maggiormente in pericolo e tu vuoi davvero che io lo liberi?»

«Non è stato di certo lui a mettermi in pericolo.» puntualizzò a bassa voce alzando gli occhi al cielo e incrociando le braccia al petto «E si, voglio che tu lo liberi, non merita di essere trattato in questo modo e—» interruppe il suo discorso solo quando sentì all'ennesimo passo il vuoto sotto i piedi. Una piccola cunetta naturale si trovava a pochi centimetri dai suoi passi e se non fosse stato per la prontezza di riflessi dell'alfa accanto a lui – che agilmente lo afferrò per l'avambraccio e lo riportò con entrambi i piedi per terra e in equilibrio – sarebbe caduto rendendosi ancora più umiliante agli occhi di tutti la sua immagine.

Respirò a fondo e deglutì per riprendersi dal piccolo spavento che gli aveva accelerato il battito cardiaco sia per la paura che per l'imbarazzo dell'essere stato aiutato dall'alfa – le guance si erano leggermente imporporate di rosa –, per poi districarsi velocemente da quella presa e riportare lo sguardo in quello color pece dell'alfa che silenzioso studiò il suo comportamento. Aprì la bocca per dire qualcosa ma l'unica cosa che riuscì a fare fu boccheggiare per poi mordersi il labbro e distogliere nuovamente lo sguardo.

La ciurma ormai aveva raggiunto il punto in cui si erano fermati e, sotto il loro sguardo, li stavano pian piano superando.

Andò involontariamente a toccarsi il lembo di pelle, adesso bollente, in cui la mano dell'alfa era entrata in contatto, dandosi dello stupido per quella reazione così esagerata. Stava per tornarsene accanto al capitano Yun, pentendosi già d'aver tentato di convincere Jungkook, ma mentre stava per fare dei passi indietro la voce dell'alfa lo fermò e lo fece bloccare sul posto.

«Lascerò che il capitano cammini senza corde ma a delle condizioni.» annunciò lanciando un veloce sguardo poi ad Hoseok poco lontano da loro per indicargli per l'appunto di liberare il vecchio alfa. «Durante la notte rimarrà legato e dormirà tra la ciurma.» parlò con Taehyung facendolo quasi rabbrividire per quanto freddo fosse il suo sguardo, che spostò poi quando la figura del vecchio alfa si avvicinò a loro.

«Un solo passo falso e non basteranno più delle corde.» puntualizzò con occhi glaciali, lasciando poi i due nuovamente soli prima di andarsene lanciando però un ultimo sguardo all'omega che fremette per qualche secondo.

Sospirò pesantemente per quel peso all'altezza del cuore che quell'alfa gli provocava, odiando quella sensazione per quanto al tempo stesso fosse piacevole e gli rendesse difficile respirare, un po' come quello che la presenza ravvicinata di Jungkook gli provocava. Odiava sentirsi in modi così contrastanti ma era già rassegnato e convinto che quei sentimenti non avrebbero smesso di tormentarlo molto presto, almeno fino a quando quell'alfa non sarebbe stato più nel suo campo visivo.

Odiava ammetterlo a sé stesso ma ormai non c'erano più dubbi... provava qualcosa per Jungkook che andava oltre l'odio o la semplice rassicurazione, ma era qualcosa di molto più profondo che aveva iniziato segretamente a temere viste le circostanze che li vedevano appartenenti a due mondi opposti.












Dopo aver camminato per ore, interrotte da piccole soste di dieci minuti ogni due ore, il cielo rosato era stato sostituito dal nero stellato, dove la mezzaluna illuminava parzialmente la vista in quella fitta foresta.

Un grugnito fuggì dalle labbra di Taehyung quando fece cadere dalle sue braccia i piccoli rametti per alimentare il fuoco che il capitano Yun aveva acceso esclusivamente per loro poco lontano da quello più grande della ciurma, dove quest'ultima era già seduta in cerchio a bere liquore e ridere di aneddoti passati.

Si accovacciò sulle sue gambe per poi dare un'occhiata al pesce che avevano pescato da un ruscello durante il giorno, adesso infilzato in due rametti e mantenuti sul fuoco dal capitano Yun. «Sono così chiassosi.» sbuffò infastidito lanciando un'occhiataccia al gruppo, scorgendo però con i suoi occhi solo la figura del capitano seduta su un tronco affiancato da Hoseok e stava ridendo. Taehyung non avrebbe mai creduto che quell'uomo potesse avere un sorriso così bello e infantile, tanto da fargli provare quel pizzico d'invidia perché con lui non l'aveva mai fatto, non gli aveva mai rivolto delle parole in quel tono scherzoso o ridendo con leggerezza.

Ma allo stesso tempo Taehyung sapeva che, con le parole che gli aveva rivolto, per orgoglio e per sé stesso, non poteva e voleva abbattere quel muro che li separava e che nascondeva la sincerità dei loro sentimenti. Non poteva dimenticare cosa aveva dovuto subire per colpa sua e non l'avrebbe mai perdonato.

Girò di scatto la testa per notare lo sguardo dell'alfa Yun nel suo, con negli occhi un'aria interrogativa per i suoi continui sbuffi. Colto in flagrante, per smorzare la tensione, decise schiarirsi la gola e soffermare l'attenzione su qualsiasi altra cosa non fosse lui.

«La nostra cena? E' pronta?» domandò afferrando poi uno dei rami mantenuti dal capitano Yun per poter collaborare.

Non ascoltò davvero la risposta, quel pesce era l'ultima cosa che gli interessava in quel momento, ma con un sospiro tornò nuovamente in direzione di quel grande gruppo di pirati attorno al fuoco, sussultando però quella volta quando i suoi pozzi scuri si incrociarono con quelli di Jungkook che, ancora una volta, lo stava guardando da lontano.

Il cuore prese ad accelerare e subito distolse il suo come scottato. Doveva assolutamente reprimere queste sue emozioni altrimenti sentiva che l'unico a soffrirne poi sarebbe stato solo ed esclusivamente lui.














Così come avevano riso e scherzato, così la ciurma era crollata tra le braccia di Morfeo brilla a causa dell'alcol ingerito. Lo scoppiettio del fuoco quasi spento faceva da sottofondo insieme ad un pesante russare in lontananza, mentre seduto ancora su un tronco d'albero la figura del biondo – completamente sola – guardava quello che rimava ormai del fuoco che avevano acceso, muovendo la cenere con un ramo sottile.

Il volto era affondato nelle ginocchia e nel braccio libero, mentre gli occhi vagavano tristemente là dove adesso c'era solo un mucchio di cenere.

Come Jungkook aveva detto, Hoseok non appena terminata la cena aveva subito richiamato il capitano Yun per legargli i polsi e trascinarlo tra la ciurma lasciando così l'omega da solo, isolato dal gruppo e con il buio a farsi sempre più fitto sopra le loro teste.

Stavano tutti dormendo, o almeno era ciò che sembrava da quella posizione lontana dove il fuoco ormai non illuminava più l'ambiente circostante.

Le dita fredde erano attorcigliate attorno alle braccia, in cerca di calore, e le gambe rannicchiate verso il petto. Per ovvie ragioni non riusciva a chiudere occhio e, anche se sapeva che il capitano Yun fosse lì con lui, anche se distante, non riusciva ad essere tranquillo. Come poteva esserlo dopo tutto? E provava a chiudere gli occhi, anche se per rilassare per un po' gli occhi, le ultime giornate vissute tornavano a galla ed allora la paura e la paranoia prendevano il sopravvento.

In aggiunta il fruscio degli animali e quel freddo pungente che era calato, a contrasto con il caldo afoso della mattina, contribuivano alla sua insonnia.

Il suono di un ramo spezzato lo colse di sorpresa e in una frazione di secondo scattò in piedi pronto a difendersi in qualunque modo da chiunque si stesse avvicinando a lui. Quando nella penombra intravide però quel profilo familiare e quella mezza coda arricciata e scompigliata, si portò una mano al petto e chiude gli occhi cercando di calmarsi.

Il cuore gli batteva all'impazzata e il suo corpo s'era irrigidito come non mai per il terrore che ancora una volta qualcuno o qualcosa l'avrebbe messo in pericolo. E non sapeva se l'aver scoperto che, la persona che s'era avvicinata a lui di soppiatto, fosse il capitano Jungkook avrebbe dovuto fargli tirare un sospiro di sollievo o ancora di inadeguatezza.

«Mi hai fatto prendere un colpo!» disse a denti stretti, sperando che l'oscurità che li circondava fosse abbastanza da nascondere il velo di rossore sulle sue guance nato dall'imbarazzo d'essere stato colto in fragrante mentre sussultava per dei rami spezzati.

«Non volevo spaventarti ma ho ti ho sentito agitato da lontano.» lo vide fare dei piccoli passi, avvicinandosi maggiormente all'omega, e lasciando che l'oscurità non deviasse la loro vista. Il luccichio negli occhi scuri del biondo lo intravide come un guizzo quando quest'ultimo lo guardò per qualche secondo, prima di distogliere subito lo sguardo – come stava diventando solito fare – e tornare a sedersi sul tronco sul terreno.

«Non stavo pianificando di scappare se era quello che temevi.» abbassò la testa e parlò con le labbra arricciate in un piccolo broncio, ancora per la piccola figura che aveva fatto spaventandosi di fronte al pirata sperando che quest'ultimo tornasse dal resto della ciurma. Si sentiva a disagio in sua presenza e non libero di comportarsi come desiderava.

«Sai bene che non è quello il motivo per cui sono qui.» lo interruppe però all'improvviso, sedendosi al contrario accanto a lui e afferrandogli il polso freddo per far sì che l'omega alzasse lo sguardo «Ti ho detto che ti avrei protetto d'ora in poi ed è quello che sto facendo.»

Taehyung boccheggiò per qualche secondo prima di scostare il suo polso dalla presa del pirata, riuscendoci, per poi guardare i suoi piedi imbarazzato. Come potesse dire con così tanta tranquillità tutto ciò che pensava, senza provare un minimo d'imbarazzo, Taehyung doveva ancora capirlo. Ma il batticuore che gli causava diventava sempre più chiaro, tanto che dovette allontanarsi per paura che potesse sentirlo così agitato dal suo petto.

«Ho-ho capito non c'è bisogno di essere così seri...» si portò una mano ad accarezzare il braccio freddo – coperto dalla camicia fin troppo leggera per poter trasmettere calore in quella fredda nottata – per infondergli calore e abbassare lo sguardo nella speranza che Jungkook rinunciasse a qualsiasi tentativo di voler intraprendere una conversazione proprio in quel momento, lasciandolo solo.

«Sto bene quindi puoi anche andartene.» mugugnò leggermente infastidito dalla sua presenza. Aveva bisogno di tempo per stare solo e riflettere su come doversi comportare, non voleva la costante pressione dell'alfa sulle sue spalle. Era confuso e quell'uomo non faceva altro che bloccare il suo flusso di pensieri e farlo apparire come uno stupido imbranato.

«A me non sembra che tu stia bene—» bloccò le sue parole girandosi di scatto e puntandogli un dito contro.

«La mia non era una richiesta.» sibilò freddamente facendo chiudere le labbra all'alfa per la sorpresa di quel tono duro e che non ammetteva repliche.

«Ti ho detto che ti avrei protetto, ma come faccio se continui ad essere così ostile nei miei confronti?» chiese con quella punta di serietà nel tono che fece prendere un grosso respiro all'omega perché a quanto pare era già arrivato il momento della discussione e il biondo l'unica cosa a cui riusciva a pensare era che, anche volendo, non riusciva più a fidarsi di lui. Che lo aveva deluso così tante volte in quel misero mese di viaggio che la sua paura era del tutto normale.

«Non puoi davvero chiedermi di fidarmi di te dopo tutto quello che ho passato a causa tua, te ne rendi conto?»

«So bene cosa ho fatto e non ne sono contento!» puntualizzò alzando di poco il tono della voce, rimanendo comunque ad un volume abbastanza basso da non svegliare il resto della ciurma «Ma tu non hai mai cercato di forzarti e notare quanto stessi cercando di prendermi cura di te e al tempo stesso tenere a bada la ciurma. E nel momento in cui ti ho difeso a spada tratta ho perso di mano la situazione e sono stato costretto a lasciarti in quel dannato posto!»

Le labbra tremarono per mantenere le urla all'interno delle sue corde vocali, di quanto volesse urlargli contro quanta paura avesse accumulato, di quanto ormai non fosse più il vecchio sé, forte e determinato. «Allora perché non mi hai parlato prima in questo modo? Hai preferito allontanarmi e far crollare tutta la fiducia nei tuoi confronti comportandoti esattamente come il resto della tua ciurma!» fu impossibile trattenere le lacrime «Se mi avessi detto del tuo piano adesso non mi sentirei come un inutile pezza consumata e sul punto di rompersi!»

Sbatté un pungo con prepotenza sul suo braccio per poi accasciarsi sulla sua spalla tremando e singhiozzando «Perché mi hai baciato con la forza per allontanarmi, anche quando eravamo soli?!» ne sbatté un altro senza vera forza, per poi crollare direttamente sulla sua spalla, lasciandosi a quel pianto liberatorio «Se solo fossi stato sincero fin dall'inizio con me adesso non avrei gli incubi anche solo a chiudere gli occhi! Non avrei l'ennesimo ricordo di un alfa che si impone su di me e usa la violenza per ottenere ciò che vuole...»

Un sospiro lasciò le labbra dell'alfa, il quale poi si girò abbastanza da afferrare delicatamente le spalle dell'omega per allontanarlo e guardarlo in volto con espressione dispiaciuta. «Hai idea di cosa avrebbe voluto significate dirti queste cose?» domandò.

«Non avrei rifiutato! Avrei capito la situazione e—»

«No, non parlo di questo. Parlo di farti capire che per te provo molto di più di ciò che dovrei e che questo è pericoloso sia per me che per te!» ribatté deciso «Se qualcuno dovesse scoprire che tengo a te molto di più di ciò che do a vedere, ti farebbero del male per farlo a me. Oppure, credi che mi sia sentito soddisfatto nel baciarti in quella maniera?» sospirò chiudendo gli occhi e tremò quando sentì quella voce rotta dal pianto parlargli in quel modo così triste.

«E credi che per me sarebbe stato così terribile?»

«Co—cosa?»

«Venire a conoscenza che per te sono molto più di un inutile principe omega?» portò una nocca ad asciugare le lacrime ferme sulle sue guance, trovando, quando riaprì gli occhi, la sorpresa dipinta sul volto dell'alfa.

Una piccola risatina uscì dalle sue labbra, seguito dallo scuotere della testa negativamente e da una carezza sulla guancia fredda e ancora umida. Con il pollice passò delicatamente sopra quelle ciglia che incastravano ancora altre lacrime, prima di dire un «Non facevi altro che ripetere in continuazione quanto mi disprezzassi per aver rovinato tutto e per il mio essere pirata e quindi portatore di violenza e saccheggiamenti... come credi che avrei potuto dirti qualcosa del genere?»

Abbassò lo sguardo consapevole che ciò che l'alfa stesse dicendo fosse vero, mordendosi il labbro non sapendo più cosa ribattere.

«Adesso che lo sai, per favore, lascia che ti protegga e non allontanarti da me. L'ultima cosa che voglio e che qualcuno ti faccia soffrire ancora.» il cuore perse un battito a quella confessione che, più delle precedenti volte, gli parve vera e sincera adesso che era a conoscenza dei pensieri del pirata.

Abbassò lo sguardo e annuì, cadendo nuovamente sul petto dell'altro e lasciando che l'altro lo abbracciasse per far sì che il suo calore potesse penetrargli nelle ossa e riscaldarlo. Andò a stringere a pugno la sua camicia consumata, imbronciandosi quando alle sue orecchie arrivò un «Avresti dovuto dirmi che avevi freddo.» divertito.

«Jungkook...» alzò di poco lo sguardo per far sì che i loro occhi si incrociassero. A formicolargli nelle labbra quel desiderio di sostituire quel brutto ricordo con uno migliore e la paura di confessarlo.

Strinse le labbra tra di loro e prese un grosso respiro prima di accumulare tutto il coraggio che aveva in corpo e dire un «Mostrami che non sei ciò di cui ho paura.» temette che le forze potessero abbandonarlo completamente solo per pronunciare quella frase che avrebbe potuto dimostrare la sua voglia di fidarsi del corvino, più di mille altre.

Socchiuse gli occhi quando intravide nei gesti e nello sguardo le intenzioni di Jungkook, il quale aveva colto al volo il suo messaggio e che si avvicinò lentamente, senza fretta, al suo volto senza però lasciare che le labbra si sfiorassero.

Le dita corsero dalle mani che aveva afferrato, lungo le braccia in un movimento lento fino ad arrivare alla schiena che con un leggero colpo spinse verso di sé. Lo sentì fremere sorpreso a bocca schiusa e con le guance arrossate, completamente ipnotizzato dai suoi gesti e solo quando gli chiese un «Ne sei sicuro?» lo vide tornare a prendere vita, deglutire rumorosamente e poi annuire.

Fu allora che lasciò che i loro respiri si mischiassero e le loro labbra toccassero questa volta in un movimento dolce, non forzato e specialmente graduale. Fu calmo, dolce, un semplice contatto di labbra approfondito poi da quelle del corvino che presero a muoversi esperte su quelle dell'omega, il quale invece rimase completamente fermo e immobile, inconsapevole di cosa dover fare.

«Piega la testa» spiegò con dolcezza Jungkook, integrando alle sue parole anche il contatto fisico, portando una mano dietro la nuca e affondando con le falangi tra i capelli biondi, morbidi e setosi «e schiudi le labbra.» così fece.

Quei piccoli passaggio fecero sì che quel bacio prendesse una piega diversa. Taehyung azzardava nell'imitare lo stesso movimento che Jungkook faceva sulle sue labbra, si ritraeva a volte quando tutto diventata così insostenibile da sopportare nel suo petto che necessitava di allontanarsi e riprendere fiato. E quando succedeva puntualmente l'alfa si premurava di rilassarlo prendendo a lasciare degli schiocchi sulle sue guance e poi sulla mascella, fino a tornare a lambire le sue labbra e inserire la sua lingua nella cavità orale dell'altro per vederlo ancora più imbarazzato e incapace di ricambiare.

«B-basta...» fu Taehyung per l'appunto a fermarlo quando entrambi erano finiti sul terreno e le loro labbra sembravano ormai incollate e mai stanche di assaggiarsi l'un l'altra «D-domani ci alzeremo all'alba.» si giustificò così, tornando a respirare quando le labbra di Jungkook furono di nuovo abbastanza distanti dalle sue.

«Permettimi di rimanerti accanto questa notte, così potrai fare sogni tranquilli.» gli scostò una ciocca di capelli, portandola dietro l'orecchio, e quando fece per lasciare sulle sue labbra un piccolo bacio a stampo il biondo di scostò troppo imbarazzato per riuscire a spicciare parola o fare altro, che senza dare alcun consenso si stese sul terreno e si mise su un fianco, rannicchiandosi su sé stesso, così da dare le spalle a Jungkook.

Sapeva che sarebbe rimasto lì al suo fianco e che, anche se non voleva ammetterlo, la sua presenza al suo fianco gli avrebbe fatto davvero fare sogni tranquilli.

Si toccò le labbra con i polpastrelli mentre qualcosa di caldo venne poggiato sul suo corpo e con quell'odore di mare familiare e delle carezze tra le sue ciocche bionde, le braccia di Morfeo lo accolsero più velocemente di quanto credesse, insieme a quella ancora vivida sensazione di caldo sulle labbra e di farfalle nello stomaco.

Continue Reading

You'll Also Like

9.7K 792 59
Aura Valentini; @auravalentini Paulo Dybala; @paulodybala
37.5K 1.6K 28
𝐀𝐧𝐠𝐞𝐥 𝐑𝐨𝐬𝐞 è una sedicenne che,dalla sua scuola privata,si trasferisce nella scuola di suo fratello maggiore,Rhys,un ragazzo festaiolo e cas...
30.2K 2.3K 51
Pietro e Beatrice hanno sempre avuto un rapporto complicato. Lo avevano quando si erano appena conosciuti e, due anni e mezzo dopo, la situazione non...
10.5K 958 11
raccolta di scene/ piccole os in cui i due fessi si innamorano in tutti gli universi più uno. tutte le storie di questa raccolta sono basate sui vost...