The Omega's Crown|ᴋᴏᴏᴋᴛᴀᴇ

By Swetty_Kookie

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[ᴛʜᴇ ʟᴇɢᴇɴᴅ ᴏғ ʀᴇᴅ ᴛʀᴇᴀsᴜʀᴇ: ᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀ] [ᴜɴᴛɪʟ ᴛʜᴇ ᴇɴᴅ ᴏғ ᴛʜᴇ ᴡᴏʀʟᴅ: ɪɴ ᴄᴏʀsᴏ] Da generazioni ormai, nel pacif... More

The Legend of Red Treasure
Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24- prima parte
Capitolo 24- seconda parte
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31 [Fine Prima Parte]
Until The End Of The World
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47

Capitolo 19

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By Swetty_Kookie

Seduto con le gambe strette tra loro, portate vicino al petto, Taehyung stringeva le braccia attorno ad esse con il mento posato sulle ginocchia. Gli occhi erano persi sulle coste della spiaggia dove, da lontano, già poteva intravedere gli uomini della Esmavros schiamazzare sulle rive del mare e improvvisare qualche combattimento amichevole per tenersi in movimento.

Lì dove c'erano stati i fuochi per due sere consecutive, adesso si trovava solo un mucchio di legna bruciata e carbonizzata che contrastava con la spiaggia bianca che antecedeva una fitta vegetazione.

Ancora troppo distanti dalle rive, si lasciò sfuggire un sospiro ansioso che attirò l'attenzione di Jimin intento a muovere in un movimento meccanico i remi della scialuppa con la quale lo stava portando da Jungkook. «Preoccupato Vostra Altezza?» chiese con un sopracciglio alzato e quel mezzo ghigno caratteristico del pirata.

Del Jimin gentile e premuroso nei suoi confronti – come lo era stato per tutta la settimana del calore – sembravano essersi perse le tracce. Era tornato il solito omega pirata che, esattamente come i suoi compagni di viaggio, si divertiva a deriderlo e prendersi gioco di lui. Anche se, ormai l'aveva capito, fosse solo una messa in scena per far sì che nessuno dei due potesse affezionarsi all'altro... o almeno era bello poterla pensare così, altrimenti tutto il riguardo che aveva avuto nei suoi confronti quell'ultima settimana, stentava a spiegarselo.

«Mentirei se dicessi che non lo sono...» si morse il labbro inferiore abbassando poi lo sguardo in basso, verso il mare azzurro che sotto il loro passaggio creava delle piccole onde che poi si disperdevano. «Dopotutto stavo per essere punito per qualcosa che non ho fatto, prima che sopraggiungesse il calore.»

«Prima che Jungkook vi portasse via.» lo corresse il pirata facendo poi spallucce come in segno di resa quando intravide le sopracciglia del principe corrugarsi.

«Dopo aver dato il permesso al resto della ciurma di decidere se meritavo una punizione o meno.» alzò leggermente il tono di voce, irritato. L'unica cosa che voleva sentire in quel momento era il nome del capitano. Il solo pensarlo gli mandava letteralmente la mente in fiamme, e non per il ricordo di ciò che era successo chiusi nella cabina, bensì per le parole che quell'ultimo gli aveva rivolta prima di andarsene.

Perché era così complicato riuscire a comprendere cosa passasse per la testa di quell'alfa? Perché prima gli diceva che non voleva avesse altro pretesto per odiarlo e poi gli rivolgeva quelle parole fredde facendo raggelare il suo cuore dopo un momento così intimo e importante per Taehyung?

Lo aveva pregato di toccarlo, aveva abbassato completamente tutti i vili e si era lasciato andare al suo tocco. Aveva avuto bramosia di ricevere anche una sola carezza od un bacio, dalla stessa persona che con violenza gli aveva rubato il suo primo, ma non aveva ricevuto nulla. Solo quella dolorosa indifferenza che gli stava spezzando il cuore e mandare più in confusione la mente.

Ormai non c'era più bisogno di provare a nascondere la verità, provava qualcosa per Jungkook ed anche se odiava ammetterlo anche solo a sé stesso, si pentiva giorno dopo giorno di aver lasciato che il suo cuore prendesse il posto della sua mente anche per un solo istante. Quando era iniziato tutto? Quando lo aveva protetto dalle lame della ciurma o quando lo aveva aiutato con il suo mal di mare? Quando era venuto a conoscenza dei suoi piccoli e premurosi gesti volti solo al suo benessere? O ancora prima, quando gli aveva afferrato la mano per riportarlo su quella nave?

Non ne aveva la più pallida idea, e più continuava a pensarci più non trovava spiegazione.

«Ah, Vostra Altezza» sospirò Jimin «perché non riuscite a comprendere un così semplice concetto che è quello dell'amore?»

Deglutì rumorosamente e girò di scatto la testa verso il pirata con sopracciglia corrugate. Cercava di mantenere un'aria arrabbiata, ma la verità era che i pensieri tristi nella sua mente erano così tanti e disordinati, da prendere il sopravvento sulle sue emozioni. «Cosa?» domandò solamente, stranito.

«Davvero non riuscite a vedere come il capitano combatti costantemente con quello che è il suo titolo e l'alfa che c'è in lui? Non vuole deludere quella che è stata la sua famiglia per anni ma al tempo stesso cerca di non fare del male a voi perché... insomma!» ridacchiò divertito «Si vede lontano un miglio che voi gli piacete.»

«No, sta zitto!» si tappò le orecchie e finì involontariamente con l'arrossire «Non ho bisogno di qualcun altro che mi metti in testa certe idee!» ricordava come Yoongi l'avesse plagiato con le sue parole facendogli cambiare lentamente opinione su quel pirata. L'aveva definito gentile, e Taehyung era riuscito a vederlo quel lato. Per poco tempo, ma l'aveva fatto.

Non c'era bisogno che qualcun altro gli mettesse idee in testa che l'avrebbero solo illuso.

«Evitate solo la verità in questo modo!» scosse la testa e ancora con le mani a premere sulle orecchie, guardò quanta distanza mancasse ancora dalla terra ferma. Fortunatamente erano quasi arrivati, mancava pochissimo. «Per non parlare poi come l'altro ieri avete continuato a toccarvi chiamando il suo nome! Come se nessuno vi avesse sen—»

«Non è vero!» si sbilanciò verso Jimin con gli occhi sgranati e le guance velate d'imbarazzo, facendo cadere quest'ultimo all'indietro e di conseguenza anche i due remi. «Non è successo nulla del genere, d'accordo?» sovrastava l'omega con la sua altezza maggiore rispetto a quella di Jimin, mentre con la mano sulle labbra del castano annuiva alle sue parole a pochi centimetri di distanza dal suo visto.

«Ripeti con me:» lasciò la sua bocca libera e poi scandì «Non è mai successo.» lettera per lettera.

«Oh andiamo, i vostri ferormoni erano così intensi. Si è sentito dappertutto—»

«Al diavolo!» si allontanò da Jimin e, ancora prima che potesse avvicinarsi ancor di più alla terra ferma, scese dalla scialuppa affondando fino alle ginocchia nell'acqua marina, percorrendo con difficoltà e a grandi falcate il tratto che l'avrebbe condotto fuori dall'acqua.

«Vostra Altezza!» lo ricorse Jimin ridacchiando, scendendo come il biondo dalla scialuppa per ritrovarsi con le gambe in acqua. «Rimarrà un nostro segreto, voglio sapere come—» s'interruppe però all'improvviso, quando andò a sbattere contro la schiena del principe bloccatosi improvvisamente. Ebbe solo modo di spostarsi di poco per poter osservare il resto della ciurma intento a guardarlo.

Prese un grosso sospiro Taehyung, passando in rassegna ogni volto pieno di cicatrici e sguardi freddi rivolti solo a lui, per poi incontrare un paio di occhi più grandi e familiari. Jungkook era piegato sulle ginocchia – una poggiata sulla sabbia e l'altra in alto sopra la quale aveva poggiato il suo braccio – intento a spegnere definitivamente quello che rimaneva del fuoco della notte appena passata.

Come un lampo gli tornarono in mente le sue parole, i suoi sussurri, le sue mani sulla sua pelle e i gemiti che aveva rilasciato la sua bocca sempre per colpa del pirata. Quello che gli aveva fatto era sembrato servire a qualcosa, perché da allora era rimasto costretto a letto solo per tutta quella notte e la mattina successiva – dove, Jimin aveva ragione, aveva riprodotto da solo quello che gli alfa gli aveva mostrato, pensando irrimediabilmente ad esso –, per sentirsi finalmente meglio poi nel pomeriggio. Aveva passato quindi quell'ultima notte sulla nave e quella mattina si era fatto scortare da Jimin su terra ferma.

Distolse lo sguardo, imbarazzato, prima di schiarirsi la gola e riprendere a camminare verso l'unica persona che sapeva non gli avrebbe puntato un coltellino addosso, o minacciato, e che purtroppo era la stessa che gli causava tutto quell'imbarazzo.

Poté udire Jimin seguirlo ed al tempo stesso qualche sussurro da parte dei pirati, riguardante l'attesa che il suo calore aveva comportato, aumentando così i tempi di viaggio.

Quando gli fu difronte in un gesto involontario iniziò a martoriarsi le dita delle mani, mentre Jimin aveva preso a riempire il loro silenzio avvisando il capitano che, con il suo arrivo su terra ferma, Namjoon sarebbe stato pronto a salpare nuovamente per raggiungere come previsto il polo opposto della foresta Yeol.

Vagò con gli occhi in cerca del capitano Yun che avrebbe dovuto trovarsi lì con loro, non scorgendo però nessuna traccia di quest'ultimo. Sperò vivamente che non gli fosse successo nulla di grave e che presto o tarsi sarebbe sbucato dalla vegetazione per qualche legna che i pirati gli avevano intimato di prendere nonostante la spalla dolorante, ma non avvenne nulla di ciò anche quando Jimin tornò verso la scialuppa lasciata in mare e Taehyung rimase nuovamente solo in compagnia di Jungkook.

O almeno era quello che credeva perché un'improvvisa imprecazione da parte dell'omega pirata, non fece girare tutti nella sua direzione così da poter vedere finalmente la persona che era vagata nella mente di Taehyung pochi minuti fa, con un ramo appuntito verso la gola di Jimin – che con mani alzate indietreggiava – frapponendosi tra l'omega e la scialuppa.

Spalancò gli occhi e la bocca quando lo vide guardare in cagnesco tutti i presenti, e alzò un braccio per provare a fermarlo, ma le improvvise – e ultime – parole che aveva rivolto al capitano prima che il calore lo avesse costretto a stare lontano da chiunque, fossero proprio quelle di voler scappare da lì. Lo aveva detto perché infuriato con Jungkook a causa del bacio che gli aveva forzato sulle labbra, preso da un momento di sconforto e frustrazione... non avrebbe mai immaginato che il capitano avesse preso le sue parole come veritiere, organizzando quello che sembrava una vera e propria fuga.

Il resto della ciurma guardò in attesa qualunque cosa sarebbe successa da quel momento in poi, mentre il capitano Yun continuava ad avanzare puntando quel ramo appuntito alla gola di Jimin.

«Vostra Altezza!» lo richiamò facendolo trasalire «Correte da questa parte.» al contrario però Taehyung non si mosse di un millimetro, troppo insicuro di cosa sarebbe potuto succedere. Erano in minoranza numerica, non ci avrebbero messo molto ad assalirlo o andare incontro al capitano Yun.

Strinse al contrario a pugni le mani, maledicendo per la prima volta quel vecchio alfa che, troppo impulsivo e legato all'onore di dover fare di tutto per il proprio sovrano, lo stava mettendo nuovamente in pericolo. Perché non importava a quel punto se la colpa fosse la sua o di qualcun altro, l'unico a cui quella ciurma avrebbe dato la colpa sarebbe stato lui. E così il vecchio Yun non lo aiutava di certo.

«Si sbrighi Vostra Altezza!» sentiva il cuore battere all'impazzata con tutta quell'aria di tensione, e poi mordendosi il labbro inferiore fece il primo passo in direzione del vecchio alfa.

E se fossero riusciti davvero a scappare da quei pirati? Forse avrebbe potuto finalmente liberarsi di tutta quella tensione, avrebbe potuto finalmente dimenticare quello che gli era successo... d'altronde il capitano Yun era sì, impulsivo, ma non avrebbe comunque messo a repentaglio la vita del suo sovrano senza già un piano dettagliato sotto. Forse ci aveva pensato già da prima che arrivassero a terra ferma... aveva avuto tempo di costruirsi un'arma all'oscuro di tutti.

«Taehyung.» quella voce lo bloccò sul posto quando compì l'ennesimo passo cauto. Il respiro accelerato lo fece trasalire e lentamente si girò in direzione del capitano Jungkook, per scorgere un quasi invisibile cenno negativo con il capo.

Gli stava dicendo di non farlo, di non andare. E lui si era fermato istintivamente al richiamo della sua voce, si era lasciato condizionare ancora una volta da quella voce da alfa.

Strinse i denti e, a differenza di ciò che il pirata gli aveva detto, riprese a camminare. Mancavano solo pochi passi per poter raggiungere nuovamente la riva umida del mare, quando—

«Capitano Yun!» vide quest'ultimo venir tramortito con un colpo alla nuca da parte di Hoseok che, di soppiatto, aveva raggiunto il vecchio alfa e fermare quella pazzia che stavano per fare. Trattenne il fiato e si portò una mano alle labbra quando vide la spia provare a sollevare il capitano da terra per ritrascinarlo sulla sabbia asciutta e Jimin imprecare qualcosa per essersi lasciato cogliere così di sorpresa.

Con il dissenso di tutti a schiamazzare nuovamente per la spiaggia, si voltò lentamente verso Jungkook – rimasto fermo dov'era – per guardarlo con un misto di rabbia e paura negli occhi. D'altronde aveva appena provato a fuggire sotto i suoi stessi occhi e con una ciurma già inferocita e accanita nei suoi confronti, temeva cosa avrebbe potuto fare per poter dare soddisfazione ai suoi uomini.

«Dannazione—» grugnì a denti stretti mentre, accecato dalla paura, provò a scappare nuovamente in una direzione non precisa del bagnasciuga, venendo però stroncato sul nascere dal petto di Jimin che con impetuosità lo fece sbilanciare all'indietro e cadere con il sedere sulla sabbia morbida.

«Portate delle corde.» sentì dire da Jungkook fin troppo vicino alla sua figura, mente sotto gli occhi di tutti iniziò a dimenarsi e scalciare per far sì che gli stessero lontano.

E sembrava essere tornato tutto all'inizio, a quando era stato messo in ginocchio sul ponte di coperta di fronte a quel capitano dall'odore stranamente familiare, a quando ancora credeva che il suo titolo da principe ereditario contasse qualcosa.

«Lasciatemi!» gridò con il volto imbrattato dal sudore e dalle nascenti lacrime, mentre un paio di uomini presero a bloccargli gli arti per legarli «Lasciatemi!»

Sentiva la paura a fior di pelle con la sicurezza di non aver nessuno di cui fidarsi. Se erano riusciti a legarlo all'albero maestro per frustrarlo, anche se non aveva fatto nulla, adesso che avevano un pretesto non riusciva nemmeno ad immaginare cosa sarebbe mai potuto succedere.

Quando i due uomini si allontanarono dopo avergli legato le mani dietro la schiena e le caviglie, vide nuovamente Jungkook camminare verso la sua direzione fino ad essergli a pochi centimetri di distanza. Si piegò sulle ginocchia e, sotto sguardò confuso di Taehyung, andò a portare le mani sui suoi fianchi così da poterlo sollevare e far posare il suo busto contro la sua spalla.

«Che stai facendo?!» urlò e provò a dimenarsi nonostante le mani legate lo bloccassero dal muoversi come voleva realmente, venendo brutalmente ignorato mentre, al contrario, il capitano andò a stringergli con entrambe le braccia le gambe, così che non potesse sbilanciarsi e cadere.

«Voglio che teniate d'occhio il vecchio alfa e che vi mettiate a riparo.» lanciò un'occhiata al cielo sopra le loro teste che pian piano si stava riempiendo di nuvole grigie, ignorando le lamentele dell'omega «Io tornerò tra qualche ora.»

«Che diavolo significa?!» si fece avanti Chanwook dalla folla. La camminata zoppa e quello sguardo rabbioso negli occhi «Abbiamo aspettato che il calore dell'omega finisse e abbiamo anche rispettato ciò che hai detto, capitano, quindi adesso dov'è la sua punizione?!» digrignò i denti venendo poi affiancato da altri alfa che, come lui, non aspettavano altro che vedere come il loro capitano avrebbe punito il principe.

«Vi ho detto che io mi sarei occupato di lui, non che lo avrei punito. Né tanto meno di fronte a voi.» mantenne la sua aura fredda e imponente, sprigionando improvvisamente ferormoni alfa per prevalere sul gruppetto formatosi e che altro non volevano se non vedere quell'omega umiliato di fronte a loro.

La conseguenza di quell'azione però fu l'inevitabile mugolio da parte di Taehyung che fermò qualsiasi sua protesta per essere ancora in braccio a quell'alfa.

Calò il silenzio per i secondi a venire, prima che tutto venne interrotto dalla leggero occhiata del capitano verso Hoseok – che annuì senza che nessuno se ne accorgesse – e poi l'uscita di scena del primo con ancora Taehyung sulle spalle, diretto all'oscuro di tutti in un posto disperso nel mezzo della fitta vegetazione.








Erano ormai minuti che camminavano, o forse meglio dire che Jungkook camminava e Taehyung dondolava sulla spalla dell'alfa, grugnendo e imprecando per essere messo giù e per cercare di capire dove stessero andando e perché si fossero allontanati dal resto della ciurma.

«Mettimi giù.» grugnì all'ennesimo sbalzò che prese il suo stomaco contro la spalla dell'alfa, per l'andamento non rettilineo del terreno. Aveva ancora le mani legate dietro la schiena ed il viso era arrossato per lo sforzo che stava compiendo per rimanere con la testa sollevata.

Erano minuti che si lamentava intimando all'altro sempre le stesse parole: sapeva camminare da solo non c'era davvero bisogno di portarlo in braccio e tanto meno tenerlo legato. Non avrebbe provato più a scappare – se quel suo tentativo poteva essere definito davvero un tentativo di fuga –, anche perché era solo e specialmente con quell'alfa alle calcagna. Non gli avrebbe lasciato nemmeno il tempo di pensarci...

«Ho detto lasciami dannazione!» provò nuovamente a dimenarsi stringendo il labbro inferiore tra i denti e muovendo le gambe costrette sia dalla corda, sia delle braccia di Jungkook, a stare ferme. Provò a lasciargli una ginocchiata nello stomaco, ma fu un insuccesso perché rischiò solamente di scivolare e farsi male al posto dell'alfa.

Per cui dopo minuti passati a tentare vani ribellioni, con parole che sperava avessero tutto l'effetto di ragionare l'alfa, si ritrovò alla fine con il fiatone, il volto rosso per la fatica e nessuna soluzione. Solo quel fastidioso silenzio da parte del capitano.

«Non posso crederci...» si lasciò sfuggire stanco, sentendo pian piano la rabbia prendere possesso del suo corpo. Strinse le mani a pungi, ficcandosi le unghie nel palmo in un tentativo di calmarsi, ma al contrario sentì solo la sua ira aumentare insieme a tutti i pensieri che gli stavano invadendo la testa e che, non sapeva se avrebbe potuto trattenerlo all'interno di essa.

«Dimmi, ti diverti a comportarti in questo modo?» chiese con un piccolo cenno di risata isterica, cercando di contenere le parole che volevano strabordare dalle due labbra senza un filo logico. «Sei un incoerente, un ipocrita... credi che tutto giri intorno a te, uh?! Distruggi un veliero reale, pretendi un'alleanza nonostante per colpa tua io abbia rischiato di essere violentato più volte, ti atteggi ad alfa illudendomi di proteggermi per poi buttarmi nuovamente nella fossa dei leoni... e pretendi che io ti ascolti?!» sbraitò.

Della sua compostezza non era rimasto nulla, se non un mero ricordo. Vivere per un intero mese, quasi, circondato da pirati barbari gli avevano fatto dimenticare cosa significasse essere il principe di un regno trasformandolo nella persona che non sentiva di essere. E quegli ultimi giorni era stato così impegnato a cercare di avere la mente tranquilla a causa di Jungkook e rimanere al sicuro dal resto della ciurma, che aveva dimenticato chi era.

«Che diavolo vuoi da me?! Perché non mi lasci in pace tu e i tuoi dannati uomini—» un piccolo singulto irritato e al tempo stesso spaventato lo colse quando si sentì scivolare da quella presa, mantenuta ferrea però dall'alfa che ancora si ostinava a non parlargli, sospirando, al contrario, come se fosse costretto a sorbirsi tutta la rabbia dell'omega.

Sentirsi trattato in quel modo dopo aver lasciato che quell'alfa lo toccasse e vedesse la parte più debole di lui lo faceva sentire così umiliato, come se fosse stato qualcosa di nulla ciò che per lui era stata la prima esperienza. Nonostante il suo trauma aveva permesso che lo stesso alfa che lo aveva bloccato con i polsi a letto lo toccasse e gli desse piacere... si sentiva un mero oggetto nelle mani di un pessimo padrone che, quando ricorda della sua esistenza, lo usa per poi rimetterlo in quell'angolo della stanza a fare polvere.

«Vi distruggerò uno ad uno, partirò da te e poi quel Chanwook, Jimin e—» deglutì a fatica e s'impose di non far calare il tono di voce. Il magone in gola e la voglia di piangere ancora, come se le lacrime che aveva versato nei giorni precedenti non fossero bastate. «tornerò nel mio regno e vi farò dare la caccia fino a quando—»

Un singhiozzo lo pervase e, tutta la forza che aveva impiegato nel mandare giù quel nodo alla gola, gli si era riversò contro cogliendolo di sorpresa con il pianto. Subito le lacrime presero a scendere copiose dai suoi occhi cadendo sul terreno dietro di lui, adesso fermo segno che Jungkook aveva arrestato la sua camminata.

Rimasero quelli che parvero minuti ma che furono solo secondi, fermi. Taehyung a testa china ancora impossibilitato a poter toccare terra con i suoi stessi piedi e Jungkook perso con lo sguardo nel vuoto e la mascella indurita per cercare di tenere in piedi quella facciata.

«Ed ora cosa c'è? Vi sto dando la possibilità di sfogarvi e vi mettete a frignare?» sospirò cercando di contenere sé stesso dal rimettere a terra l'omega e baciare via quelle lacrime.

«Mi è entrata una cosa nell'occhio...» mentì spudoratamente mordendosi a sangue il labbro per non farsi sfuggire più nessun'altro singhiozzo, prima di aggiungere un basso «e mi fanno male i polsi.» che gli costò parte della dignità che ormai non aveva più.

Fu allora che sentì finalmente scorgere un movimento dell'alfa intento a fargli rimettere i pieni per terra e apprestarsi a slegargli prima le caviglie e poi i polsi.

Si rialzò dopo aver buttato le corde che avevano lasciato segni sui polsi nivei dell'omega, constatando quanto stretti fossero stati legati, studiando con una linea di dritta di serietà sulle labbra il biondo di fronte a sé intento adesso a strofinarsi gli occhi per evitare le lacrime potessero uscire ancora ed eliminare quelle già presenti.

Deglutì e provò a sollevare una mano andare a toccare quei segni rossi ma l'omega si scostò con quello sguardo freddo e ancora con qualche lacrima incastrata tra le ciglia. Lo aveva appena allontanato ancor di più di quanto non avesse già fatto con tutte le scelte sbagliate che aveva preso fino ad ora.

Si rimise addosso quindi quella maschera che da solo si era imposto di indossare prima di riprendere a camminare spintonando leggermente l'omega verso una determinata direzione, pronunciando un acido «Se ora avete finito di lagnarvi, possiamo continuare.» e non lasciandosi sfuggire quel leggero movimento della gola deglutire forzatamente.

Passarono altri minuti in cui, nel più totale silenzio, camminarono stando attenti a rami bassi e alle radici che fuoriuscivano dal terreno ricoperto da sabbia e foglie secche, prima che tante voci lontane iniziassero a riempire l'ambiente che li circondava.

Taehyung alzò la testa corrugando le sopracciglia, non capendo dove stessero andando e troppo imbarazzato per chiederlo, cercando così di scorgere qualcosa tra gli alberi che man mano che camminavano avvicinandosi a quella fonte di chiasso, diminuivano rendendo visibile in questo modo quelle che sembravano persone.

Quando furono alla fine di quel percorso si fermò, così come Jungkook a pochi distante da lui, per alzare lo sguardo in alto e schiudere le labbra per lo sgomento. Sbatté più volte le palpebre deglutendo a fatica quando in quell'ampio spazio intravide centinaia da persone di svariati generi: uomini, donne, alfa o omega che fossero.

Studiò l'ambiente confusionario e impallidì quando vide un palchetto di legno allestito al centro della radura, delle tende rosse – come se stessero per esibirsi in uno spettacolo – e un piccolo pilastro al lato sinistro di esso. Scattò verso Jungkook avendo un brutto presentimento riguardo a ciò che sarebbe accaduto da quel momento in poi e si buttò verso di lui sbattendo le mani contro il suo petto per attirare l'attenzione.

«Jungkook» gli si spezzò il fiato quando sentì le mani dell'alfa arpionarsi alle sue braccia per poterlo allontanare «che diavolo significa tutto questo?»

Non ricevette nessuna risposta, semplicemente il pirata lo costrinse a voltarsi e con un piccolo spintone a camminare. Gli teneva una mano stretta sulla spalla e si faceva largo tra il pubblico di alfa che non lo degnavano di uno sguardo, per dirigersi invece verso una zona più appartata, dietro quel palco.

Deglutì a fatica quando scorse dietro un paio di tende alcune omega intente a colorarsi le labbra e indossare abiti succinti con sguardo apatico, come se fosse normale per loro qualsiasi cosa stessero per fare, ma ancor prima che potesse girarsi ancora una volta in direzione del capitano per sbraitargli contro e sperare che non lo avesse davvero portato dove credeva d'essere – quella che sembrava essere una vendita di schiavi omega, un uomo bassotto e dalla pancia larga, che a stento riusciva a contenere nel panciotto e nei pantaloni di seta, si avvicinò a loro con un sorriso malizioso in volto.

«Oh capitano Jungkook, finalmente abbiamo l'onore di parlare di persona!» sbatté le mani per manifestare la sua eccitazione, per poi sistemarsi il colletto della camicia bianca – da quanto non vedeva un tessuto pulito? – e passare in rassegna con i suoi occhi piccoli il suo volto e i sui capelli color oro.

«Quindi è questo l'omega di cui il vostro uomo mi ha parlato?» Taehyung non era a conoscenza di ciò di cui stavano parlando e a stento riusciva a mantenere salda la concentrazione. I suoi occhi non facevano altro che vagare sull'ambiente attorno a lui chiedendosi come fosse possibile una cosa simile. Poi il suono si un sonoro schiaffo attirò la sua attenzione e subito si volto verso le omega – contava solo un altro omega maschio – intente a vestirsi e truccarsi, trovandone subito una accasciata per terra con la mano a mantenersi la guancia pulsante appena schiaffeggiata e le lacrime a imbrattargli il viso, facendo colare di conseguenza il trucco nero attorno agli occhi. Un alfa, in piedi di fronte a lei, invece, continuava a sbraitarle contro qualcosa che da quella distanza riusciva a sentire poco bene.

Strinse i pugni mentre la paura che realmente Jungkook l'avrebbe lasciato lì, ad affrontare tanta crudeltà – sembrava anche peggio dell'Henede – lo colse. Sentiva già il respiro accelerato e il magone alla gola riempirsi e pungere per la voglia di piangere. Cosa erano stati per il pirata quegli ultimi giorni di viaggio insieme a lui? Davvero non provava un minimo di compassione e pena sapendo contro cosa l'avrebbe mandando in contro.

Trasalì e di distrasse dai suoi pensieri quando un dito sotto al mento lo portò a voltare lo guardo in direzione dell'uomo, una alfa, grassottello. «Ehi biondino, stiamo parlando di te. Non comportarti in maniera rozza, altrimenti la prima cosa che farò e darti una bella punizione—»

«Perché invece non si concentra sul denaro che mi spetta?» allontanò la mano dell'uomo Jungkook, sovrapponendosi tra loro come per creare più distanza. «Vi ho mostrato l'omega, adesso voglio i miei sei sacchi di denaro.»

«Jungkook cosa—» gli afferrò con forza l'avambraccio stringendo tra le dita il tessuto della sua camicia, tirandola leggermente per attirare l'attenzione. Ricevette solo uno strattone che allontanò malamente la sua presa.

«Manca di buone maniere, non vorrei che i miei clienti ricevano uno schiavo disobbediente.» rispose con tono stizzito, guardando l'atteggiamento del biondo che imperterrito aveva ripreso a strattonare il braccio del pirata mugugnando una serie di «No, no» sull'orlo del pianto.

«Cinque sacchi: è un omega maschio, quindi molto raro; con quel grazioso viso e quei rari capelli biondi attirerà subito l'attenzione di qualche signorino, ma capisco subito che è un tipo disobbediente.» assottigliò lo sguardo l'alfa, sfidando con gli occhi il pirata «Quindi quelli saranno sufficienti.»

«Cinque e mezzo e l'omega è tuo.» quelle parole lo fecero sprofondare. Era quello il modo in cui si sarebbe occupato di lui? Sbarazzandosene così da non avere più nessun problema?

«Andata.» contrattò l'uomo, richiamando poi con un veloce gesto della mano l'uomo che aveva picchiato pochi minuti fa l'omega, così che potesse parlargli nell'orecchio comandandogli probabilmente di recuperare il numero di denaro richiesto dal pirata.

«Jungkook» lo richiamò subito l'omega non appena l'alfa si girò come per guardarlo un'ultima volta. Gli afferrò ancora una volta i lembi della camicia piagnucolandolo e supplicandolo con gli occhi come non aveva mia fatto prima «ti prego non lasciarmi qui.» scosse la testa negativamente, con il labbro tremante, per enfatizzare maggiormente quanto detto.

Per un secondo, guardando quegli occhi neri, gli parse di vedere un guizzo dispiaciuto luccicargli negli occhi, sostituito subito da quella apatia che Taehyung sapeva non fare parte dell'alfa.

«Io non scapperò più, non mi lamenterò più, ma ti prego non—»

«Saresti davvero scappato se Jimin non ti avesse fermato?» lo interruppe facendogli quella domanda alla quale Taehyung non sapeva che rispondere e se avrebbe decretato la scelta dell'alfa sul lasciarlo lì o portarlo nuovamente con sé sulla Esmavros.

Ponderò attentamente i suoi pensieri per dare una risposta all'alfa, ma alla fina decise per la pura e semplice verità: timidamente fece un cenno positivo con il capo per poi abbassarlo colpevole. Chiunque fosse stato al suo posto ci avrebbe provato almeno una volta, a maggior ragione quando si ha un intero equipaggio contro.

Sentì uno sbuffo divertito e poi un paio di mani delicate posarsi sulle sue spalle e un paio di labbra lasciare un bacio sulla sua nuca bionda. «Giusto.» lo sentì sussurrare, e quando alzò lo sguardo per guardarlo incredulo vide quell'angolo alzato delle labbra dell'alfa che lo fece sperare per quell'attimo di secondo. Attimo morto quando quest'ultimo poi concluse con un «Mi dispiace.» quella che doveva essere la loro conversazione d'addio.

Non ebbe il tempo di ribattere o dire altro perché il signore dalla pancia sproporzionata tornò con il suo tono di voce squillante ad attirare l'attenzione di Jungkook che gli diede nuovamente le spalle lasciando all'oscuro quel volto deluso e quel cuore appena andato in frantumi.

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Immagino siate confuse da Jk ma tranquille che nei prossimi capitoli si capirà tutto

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"È la prima volta in vita mia che sento il fuoco dentro." Posa la sua mano sulla mia coscia. "Ignorarti è l'unico modo che ho per affievolire i miei...