ɪᴍᴍᴏʀᴛᴀʟ | ᴊᴀᴍᴇs ᴘᴏᴛᴛᴇʀ

By JoMarch_wannabe

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#01 - jamespotter #02 - jamespotter #03 - jamespotter #04 - jamespotter #05 - jamespotter QUESTA TRAMA CON... More

CAST
PLAYLIST
PARTE I
PROLOGO
CAPITOLO I
CAPITOLO II
CAPITOLO III
CAPITOLO IV
CAPITOLO V
CAPITOLO VI
CAPITOLO VII
CAPITOLO VIII
CAPITOLO IX
CAPITOLO X
CAPITOLO XI
CAPITOLO XII
CAPITOLO XIII
CAPITOLO XIV
CAPITOLO XV
CAPITOLO XVI
CAPITOLO XVII
CAPITOLO XVIII
CAPITOLO XIX
CAPITOLO XX
CAPITOLO XXI
CAPITOLO XXII
CAPITOLO XXIII
CAPITOLO XXIV
CAPITOLO XXV
CAPITOLO XXVI
CAPITOLO XXVII
CAPITOLO XXVIII
CAPITOLO XXVIX
CAPITOLO XXX
CAPITOLO XXXI
CAPITOLO XXXII
PARTE II
CAPITOLO XXXIII
CAPITOLO XXXIV
CAPITOLO XXXV
CAPITOLO XXXVI
CAPITOLO XXXVII
CAPITOLO XXXIX
CAPITOLO XL
CAPITOLO XLI
CAPITOLO XLII
CAPITOLO XLIII
CAPITOLO XLIV
CAPITOLO XLV
CAPITOLO XLVI
CAPITOLO XLVII
CAPITOLO XLVIII
CAPITOLO XLIX - I PARTE
CAPITOLO XLIX - II PARTE
PARTE III
CAPITOLO L
CAPITOLO LI
CAPITOLO LII
CAPITOLO LIII
CAPITOLO LIV
CAPITOLO LV
CAPITOLO LVI
CAPITOLO LVII
CAPITOLO LVIII
✨INTERVISTA✨

CAPITOLO XXXVIII

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By JoMarch_wannabe

Era la prima volta, da quando aveva dovuto fuggire da Hogwarts, che Vera usciva di casa. Pensava che la sua grande dimora e il suo enorme giardino sarebbero bastati, ma si sbagliava. Quindi, ovviamente rimanendo allerta, aveva deciso di andare a fare una passeggiata per la Londra babbana. Diagon Alley sarebbe stato un rischio troppo alto dato che avrebbe potuto beccare dei Mangiamorte, ma non pensava sicuramente di beccare questi ultimi nei luoghi turistici.

Le aveva fatto bene prendere un po' di aria fresca, non che il suo giardino non ne avesse, però un cambio di panorama le aveva fatto piacere. Si era naturalmente sentita fuori luogo mentre camminava in mezzo a tutti quei babbani, ma alla fine era proprio come si sentiva fra gli altri maghi e streghe. Non contando i membri dell'Ordine, nessun altro la accettava o capiva, troppi cechi nel giudicarla per i suoi passati errori.
Aveva percepito la solitudine mentre camminava per le strade di Londra, infatti ci aveva pensato più volte a chiedere a James se volesse unirsi con lei. Quest ultimo, però, le aveva detto che si sarebbe visto con i suoi amici Malandrini e Vera non voleva che lui cambiasse i piani solo per lei. Non sapeva dove sarebbero andati ma molto probabilmente a bere qualcosa a Diagon Alley.
La Serpeverde era rimasta molto sorpresa dalla storia che conteneva Londra, come le torri antiche o i palazzi storici di cui Vera non aveva la minima idea come si chiamassero. I suoi genitori non gliel'avevano mai fatta visitare, erano già giudiziosi verso Diagon Alley perché era pieno di mezzosangue e nati babbani, quindi Londra era ancora peggio.

Appena la Serpeverde cominciò ad annoiarsi, cercò un vicolo isolato per poi Smaterializzarsi in casa sua. Quando arrivò, poteva percepire che qualcosa fosse diverso. Lo sentiva nell'aria, l'atmosfera sembrava più tesa del solito e alleggiava un silenzio inquietante, diverso rispetto a quando si trovava a casa da sola. Vera uscì in punta di piedi fuori dalla sala da pranzo, dove si era Materializzata, si voltò subito verso l'atrio con la bacchetta davanti a sé per un possibile attacco.
Nessuno si trovava lì, la strega scosse la testa cominciando a pensare veramente di stare diventando matta quando, dietro di lei, sentì le scale scricchiolare sotto il peso di qualcuno. Non ebbe il tempo di girarsi, però, che un incantesimo le colpì la schiena facendola cadere per terra. Vera tossì cercando di respirare dato che per la forte botta le era completamente andato a mancare il respiro. Con gli occhi sbarrati e il respiro affannato, la Serpeverde si alzò e si girò velocemente verso il suo rivale. La bacchetta era ormai dimenticata dato che era scivolata dalla sue mani e rotolata via da lei, ma Vera non ne avrebbe avuto bisogno.

"Bellatrix Lestrange" realizzò la Serpeverde che la riconobbe dai capelli neri folti e mossi e il viso scavato visto spesso nella Gazetta del Profeta. Il suo era uno dei pochi volti che si conoscevano dei Mangiamorte dato che la maggior parte se li coprivano con delle maschere. Era una mossa intelligente dato che così, non mostrando la loro identità, il Ministero non sarebbe riuscito ad arrestarli. Non solo, potevano essere chiunque, forse anche il Ministro della Magia stesso e nessuno sarebbe mai riuscito a saperlo.

"A che cosa devo questa visita a sorpresa?" domandò sarcasticamente Vera facendo sorridere in modo tetro Bellatrix.

"Il Signore Oscuro richiede la tua presenza" la Mangiamorte scese lentamente le scale, nel contempo non perdendo di vista neanche per un secondo Vera.

"Temo di essere occupata" la strega si finse amareggiata facendo scoppiare a ridere Bellatrix.

"Forse non hai capito, è un ordine" a quelle parole la Mangiamorte le puntò la bacchetta contro minacciosamente che non spaventò minimamente Vera.

"Non sono interessata" la strega si guardò intorno cercando di rimanere comunque allerta. Sapeva che Bellatrix non era sola, Voldemort sarebbe stato stupido a mandare solo lei essendo a conoscenza delle sue abilità.

"Ti faremo cambiare idea" tutto d'un tratto un Mangiamorte, di cui Vera non conosceva l'identità, uscì dalle cucine mentre Fenrir Greyback comparve dalla sala da ballo.
Quest ultimo fiutò l'aria per poi guardare Vera in modo malefico, come se adesso fosse riuscito ad annusare la sua traccia in modo da non perderla mai più di vista. La strega rabbrividì a quel pensiero e cominciò ad indietreggiare pensando ad un piano di fuga. Smaterializzarsi sarebbe stata la scelta più giusta ma fu come se i tre maghi oscuri avessero capito quale fosse il suo piano e in sincronia l'attaccarono. Vera riuscì a deviare gli incantesimi e stanca di rimanere sulla difensiva, si preparò ad attaccare quando venne colpita dalle spalle.

Non riuscì a vedere chi l'avesse attaccata dato che era troppo occupata a contorcersi dal dolore. Il suo rivale le aveva scagliato una delle tre Maledizioni Senza Perdono, ovvero quella Cruciatus. Vera non l'aveva mai provata nella sua pelle, sorprendentemente non l'aveva mai usata neanche. Per uccidere i nemici suoi e di Grindelwald, aveva sempre usato Avada Kedavra, uccideva velocemente e attirava meno persone.
La maledizione Cruciatus, invece, era una lenta tortura. Vera cadde sulle ginocchia non riuscendo a rimanere in piedi, il dolore era tale che non riusciva neanche più a pensare. Era come se mille coltelli la stessero trafiggendo e lacerando il corpo nello stesso momento. Sentiva di stare bruciando come se fosse imprigionata fra le fiamme di un rogo. Si sentiva mancare, non sapeva per quanto quell'atroce tortura stesse durando ma c'era un voce che piano piano la stava chiamando in un sonno profondo, le stava sussurrando di arrendersi.
La strega serrò gli occhi non volendola ascoltarla, non si sarebbe fatta mettere i piedi in testa da quattro loschi Mangiamorte, era Vera Serpeverde e avrebbe dimostrato che avevano commesso un grosso errore ad attaccarla. La strega aprì gli occhi di scatto riuscendo ad alzarsi nonostante il costante dolore a cui era sottomessa. Mentre veniva circondata dai quattro maghi oscuri, pensò di trasformare il dolore in rabbia. Tutta quella energia negativa mei confronti dei suoi rivali, cominciò a fuoriuscire da Vera come una nube letale. All'inizio la avvolse come se fosse stato un vortice ma, appena la Serpeverde riuscì ad incanalarla, con urlo di sforzo, la sfogò addosso ai quattro Mangiamorte. Vera si sentì sollevare involontariamente da terra mentre, con le braccia aperte, scagliava la sua rabbia, sotto forma di nube nera, contro i suoi nemici.

Le finestre si spaccarono, i quadri si distrussero e la statua di Salazar Serpeverde scoppiò in mille pezzi. I frammenti andarono a colpire sia i Mangiamorte che Vera ma lei non riusciva a sentire alcun dolore, troppo presa dall'adrenalina per farlo. Con la coda dell'occhio notò Bellatrix Lestrange e Fenrir Greyback scappare, fu in quel momento che si lasciò andare. La strega aveva perso ogni energia per riuscire ad appoggiare i piedi elegantemente per terra, infatti cadde di faccia. Il mento e le ginocchia furono le prime parti del corpo che toccarono dolorosamente il pavimento.
Vera si alzò con fatica mentre ciocchi di pietra e pezzi di vetro le trafissero la pelle delle gambe, viso e palmi della mani. La strega si guardò intorno notando che solo Bellatrix Lestrange e Fenrir Greyback fossero riusciti a sfuggire alla sua furia, gli altri due Mangiamorte erano per terra, pieni di lividi e tagli addosso, i loro vestiti danneggiati e i corpi senza vita. Vera non era per niente dispiaciuta, l'avevano attaccata in quattro, per lo più alle spalle e lei si era semplicemente difesa.
Era ancora sorpresa da quello che era riuscita a creare con la sua energia oscura, era riuscita ad usarla in suo vantaggio quando per tutta la sua vita non era stato altro che il contrario. Vera fece un verso amareggiato quando si accorse della distruzione che aveva causato, i quadri dei suoi antenati erano completamente sfracellati per terra. Non aveva idea se sarebbe riuscita a ripararli pur usando la magia. Per il momento quello non era l'importante e Vera cercò di concentrarsi e pensare lucidamente a quella sarebbe stato il prossimo passo da fare.
Sicuramente doveva andarsene via il prima possibile, era troppo debole se i Mangiamorte o peggio Voldemort, avessero deciso di tornare per una rivincita. L'unica cosa ragionevole da fare sarebbe stato mandare un messaggio a Silente e chiedergli di incontrasi in un posto sicuro.
Hogwarts sarebbe stata un'opzione ma Vera non poteva Materializzarsi o arrivare con la Metropolvere all'interno del castello, a causa delle difese che aveva sollevato Silente in modo da proteggerlo.

La strega, con l'ultimo briciolo di forza che aveva in corpo, si concentrò e usò l'incanto Patronus per mandare un messaggio ad Albus. Infine cominciò ad incamminarsi verso camera sua, normalmente, in una situazione del genere, si sarebbe Smaterializzata per velocizzarsi ma non era sicura di avere l'energia per farlo. Doveva cercare d'incanalare le ultime forze che aveva per raggiungere il posto dove aveva detto a Silente di incontrarsi. Mentre saliva le scale, le gambe le tremavano a causa della stanchezza e dei tagli, la testa le doleva tremendamente ma doveva farsi forza. Appena arrivò in camera sua, prese di fretta la sua borsa estendibile e ci infilò dentro lo stretto necessario. Non era sicura se sarebbe riuscita a ritornarci per un po' di mesi dato che ormai i Mangiamorte avevano scoperto dove si nascondesse.

Intanto Silente, non appena aveva ricevuto il messaggio da Vera, si Smaterializzò di fretta raggiungendo la destinazione stabilità da quest'ultima. Il preside di Hogwarts bussò alla porta in modo calmo, anche se all'interno era molto nervoso di sapere come stesse la strega.

"Silente?" Euphemia aprì la porta di casa rimanendo stupefatta nel vedere il suo vecchio professore di Trasfigurazione davanti a casa sua. Non capitava tutti i giorni che il preside di Hogwarts faceva una visita a dei vecchi alunni.

"Lei non è ancora arrivata?" le domandò Silente confondendo molto Euphemia che non aveva capito a chi lui si stesse riferendo.

"Non capis-" la strega venne interrotta da James Potter che comparve alla porta dopo aver sentito una voce conosciuta parlare.

"Professore, prego si accomodi" alle parole di suo figlio, Euphemia sbarrò gli occhi dispiaciuta e anche imbarazzata che, a causa della confusione, si era dimenticata delle buone maniere.

"Perdonami Silente, prego, sei il benvenuto" il preside venne accomodato nella sala da pranzo dove si trovavano Fleamont e il resto dei Malandrini. A vederli così tranquilli, Albus capì subito che Vera non fosse ancora arrivata e cominciò a preoccuparsi.

"Vera non è qui?" domandò il preside a James, ignorando i versi di disaccordo che avevano bofonchiato Euphemia e Fleamont appena il nome della strega in questione era stato pronunciato.

"No, perché? È successo qualcosa?" domandò James cominciando a preoccuparsi mentre anche il resto dei Malandrini si alzò dal divano per partecipare alla conversazione.

"Vera sta bene?" Silente alzò una mano per zittire i maghi dato che lo stavano riempendo di domande che neanche lui stesso sapeva rispondere.

"Mi ha mandato un messaggio che è stata attaccata e di incontrarsi qui, non so altro" confidò il preside di Hogwarts ai Malandrini. James era il più agitato fra tutti, stava camminando avanti e indietro per la stanza e continuava a passarsi le mani fra i capelli per la disperazione. Alla fine arrivò alla conclusione che non poteva stare lì fermo ad aspettare, doveva agire.

"Andrò a controllare in casa sua" si offrì James ma venne presto fermato dai suoi genitori.

"Assolutamente no" urlò Fleamont impaurito per la sicurezza di suo figlio, per lo più non voleva che James rischiasse la sua vita per una strega oscura come Vera Serpeverde.

"I tuoi genitori hanno ragione, James. Non sappiamo che cosa sia successo o dove lei sia adesso. Vera se la sa cavare da sola" il Grifondoro scosse la testa in disaccordo e stava per replicare quando sentì un leggero bussare alla porta. Con il cuore in gola dalla preoccupazione per la sua ragazza, James si avvicinò alla porta di casa a grandi passi aprendola di scatto. Appena lo fece, un corpo scivolò per terra tossendo: si trattava di Vera.

"Vera" esclamò sorpreso James aiutando la strega ad alzarsi da terra, ma quest'ultima era troppo debole per muoversi quindi il mago optò per prenderla fra le sue braccia. Il resto dei presenti lo seguirono in sala mentre James adagiava dolcemente, con uno sguardo molto preoccupato, Vera sul divano. I suoi vestiti erano sporchi e bucati in qualche punto, le sue ginocchia e palmi della mani erano pieni di tagli. James poté notare che nella maggior parte di essi, fossero inficcati dei pezzi di vetro o di pietra. Il mento aveva una grossa lacerazione e il viso era pieno di graffi.

"Per la barba di Merlino Vera, che cosa ti è successo" esclamò più che domandare James mentre le spostava delicatamente, per aver paura di ferirla, una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

"Stupidi Mangiamorte" sbuffò Vera con voce fievole e esausta "volevano reclutarmi ma si sono arrabbiati quando ho rifiutato"

"Raccontaci tutto" la incitò Sirius facendo annuire Peter ma ottenendo, invece, una spallata da parte di Remus.

"Forse è meglio lasciarla riposare" fece notare quest ultimo guardando Vera con dispiacere.

"No, va bene" la strega sospirò e cominciò a spiegare come fosse stata attaccata alle spalle da Bellatrix Lestrange.

"C'era qualcun altro di tua conoscenza?" le domandò Silente che la stava ascoltando con il volto pensieroso rivolto verso il camino.

"Fenrir Greyback" Vera pronunciò il nome adocchiando la reazione di Remus, quest ultimo era stato morso proprio da quel lupo mannaro. Il Grifondoro aveva sbarrato gli occhi a quel nome ma non aveva osato parlarne lasciando, invece, continuare a raccontare la Serpeverde.

"Uno ha usato la maledizione Cruciatus contro di me" Vera rabbrividì ricordandosi ancora quanto avesse fatto male, le sue parole scaturirono dei sospiri scioccati dai presenti. Pure Fleamont e Euphemia, che all'inizio non la volevano in casa loro, si erano dispiaciuti a quella dichiarazione.

"Come sei riuscita a liberarti di loro?" Peter aveva il volto paonazzo e sembrava essere molto agitato. Vera non riusciva a capire il motivo del suo atteggiamento ma era già da un po' di mesi che stava notando un cambiamento in lui. Il Grifondoro aveva cominciato ad ingrassare lentamente, non che non andasse bene, ma aveva anche cominciato a distaccarsi lentamente dai suoi amici. Vera era giunta alla conclusione che molto probabilmente quest ultimo fosse stressato per la fine della scuola e il suo futuro.
In modo da spiegare come si fosse difesa, Vera dovette confidare prima che contenesse in lei dell'energia oscura che fosse costretta a sfogare di tanto in tanto.

"Sono riuscita ad usarla a mio vantaggio questa volta, due Mangiamorte sono morti ma Bellatrix e Fenrir sono riusciti a scappare" concluse il racconto Vera mentre Silente con un movimento della sua bacchetta, aveva fatto comparire delle bende per coprirle le ginocchia e i palmi delle mani.

"Grazie" Vera era distrutta, non riusciva più a tenere gli occhi aperti ma Silente aveva ancora delle domande per lei.

"Non avevi messo delle difese attorno alla casa?" le domandò non avendo ancora capito come fossero riusciti ad entrare.

"Le avranno distrutte proprio mentre ero via" Vera aveva uno strano presentimento, come se non fosse stata una coincidenza che i Mangiamorte avessero distrutto le difese attorno alla sua dimora proprio mentre non c'era. Aveva osato pensare che forse qualcuno l'avesse tradita, ma Vera scacciò presto quel pensiero. Soltanto a James aveva detto che sarebbe andata in giro per qualche ora e probabilmente lui l'aveva confidato soltanto ai Malandrini, quindi l'arrivo dei Mangiamorte era una mera coincidenza.

"È stanca, ha bisogno di riposare" James infilò un braccio sotto le sue ginocchia e uno sotto la sua schiena e la sollevò dal divano. Avrebbe anche potuto usare la magia per portarla nella stanza degli ospiti ma voleva tenerla stressa sé per stare sicuro che stesse veramente bene. Non aveva bisogno di chiedere ai suoi genitori se lei potesse stare da loro, che loro lo volessero o no, lui non l'avrebbe persa di vista neanche per un secondo. Infine Silente, avendo notato che Vera fosse in buone mani, se ne era andato come anche Remus e Peter.

James non aveva neanche fatto in tempo ad appoggiarla nel letto degli ospiti che Vera si era già addormentata esausta fra le sue braccia. Quella notte, non gli importatava minimamente se i suoi genitori sapessero che lui stesse dormendo con la sua ragazza. Dopo la preoccupazione e l'agitazione che gli aveva fatto passare, non se la sentiva minimamente di abbandonarla neanche per un secondo. Fu proprio per quello che, neanche cambiandosi nel suo pigiama, si sdraiò accanto a Vera e, stando attento a non farle male, la avvolse protettivamente fra le sue braccia.

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