The Omega's Crown|ᴋᴏᴏᴋᴛᴀᴇ

By Swetty_Kookie

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[ᴛʜᴇ ʟᴇɢᴇɴᴅ ᴏғ ʀᴇᴅ ᴛʀᴇᴀsᴜʀᴇ: ᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀ] [ᴜɴᴛɪʟ ᴛʜᴇ ᴇɴᴅ ᴏғ ᴛʜᴇ ᴡᴏʀʟᴅ: ɪɴ ᴄᴏʀsᴏ] Da generazioni ormai, nel pacif... More

The Legend of Red Treasure
Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24- prima parte
Capitolo 24- seconda parte
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31 [Fine Prima Parte]
Until The End Of The World
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47

Capitolo 15

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By Swetty_Kookie

In un angolo ombreggiato del veliero, Taehyung si trovava affiancato dal capitano Yun con lo sguardo basso e in silenzio, intento ad osservare quella specie di rituale per le morti che avevano subito durante l'attacco. Sotto gli occhi un leggero strato violaceo, segno della notte insonne che aveva – come al solito – passato e gli angoli delle labbra costantemente tirati verso il basso.

A pochi metri di distanza da lui il resto della ciurma celebrava quel rituale, a tratti macabro, dove preparavo i corpi senza vita su delle tegole di legno insieme ai loro oggetti personali pronti per gettarli in mare. Tutti stavano solo attendendo l'uscita del capitano che avrebbe speso alcune parole per i componenti ormai senza vita, prima di poter mettere fine a quell'atmosfera pesante tipica di un lutto.

Quando aveva visto quelle sistemazioni aveva storto il naso. Nel suo regno si celebrava una veglia funebre in cui tutti le persone strette all'ormai defunto piangevano e pregavano a finché la sua anima potesse riposare in pace; lì quei pirati, quando decidevano di unirsi ad una ciurma pirata, sapevano che tipo di celebrazione avrebbero avuto e che, una volta finita, nessuno avrebbe pianto sulle loro tombe.

L'eco di alcuni passi lo riportò alla realtà in cui sollevò lo sguardo cupo per puntarlo su un alfa che poteva ormai dire di conoscere abbastanza. Come al solito camminava fiero con la sua postura prorompete ed il codino basso dietro la nuca, guardando con sguardo dispiaciuto i componenti della sua nave fino a quando i loro occhi non finirono con l'incrociarsi di nuovo. Nessun pensiero nella mente di Taehyung vagò più, come nei giorni precedenti; bensì, nonostante il forte odore dal quale era purtroppo attratto, solo rabbia ribolliva nelle sue viscere ed era pronto a farla scoppiare da un momento all'altro. Cercava solo di contenersi.

Distolse quindi lo sguardo, e lo tenne ancorato in un punto impreciso dell'orizzonte fino a quando la voce dell'alfa non vagò nell'aria prendendo finalmente parola.

«Ogni volta è sempre doloroso dover dire addio ai nostri compagni,» iniziò a gran voce ricevendo subito dei cenni di approvazione da parte della ciurma. Taehyung si limitò a spostare lo sguardo su chi lo circondava e a congiungere le mani vicino il busto in una sorta di forma di rispetto.

«e non saremo mai davvero pronti a farlo, ogni volta! Perché accadrà ancora e la prossima volta potreste essere voi sdraiati lì, su quelle tegole...» lasciò cadere il discorso, affievolendo la voce e passando in rassegna gli sguardi dei suoi uomini. Su ogni volto era espressa un'emozione differente: i più giovani tremavano e piangevano leggermente, per la prima volta costretti ad assistere a qualcosa del genere; i più anziani si limitavano a tenere bassa la testa e a corrugare le sopracciglia consci che le parole del capitano fossero veritiere.

«Non vi dirò che non accadrà più, non farò promesse che non potrò mantenere. Siete voi stessi i fautori della vostra vita, dipenderà dalle vostre forze e dalla vostra grinta!» la voce divenne più alta e coinvolgente, tant'è che persino Taehyung – nonostante non volesse ammetterlo – sentì il coraggio e la volontà di combattere prendere possesso di sé. Insieme a quella sensazione, urla e schiamazzi di incoraggiamento fuoriuscirono dalla ciurma insieme a pungi battuti sul legno e spade protratte verso il cielo. «Ma vi prometto che le vostre vite e quelle dei vostri compagni non saranno mai vane! Vi condurrò verso i più grandi tesori e vi offrirò una vita che potrete definire tale!»

Altri schiamazzi e altro chiasso provennero dalla ciurma aizzata dalle parole del loro capitano. Solo un trio – che prima era stata un quartetto – rimaneva in silenzio guardando nello specifico uno degli uomini ormai senza vita. I suoi occhi seguirono quella figura e vide chiaramente il volto di Chanwook cupo di rabbia per la perdita del suo compagno.

«Ma per il momento dovremmo dire addio ad alcuni di loro che coraggiosamente hanno combattuto al nostro fianco e che, purtroppo, il mare ha richiamato a sé.» le urla scemarono man mano che la frase continuava, adesso con un tono più calmo e rispettoso nei confronti dei defunti.

Scorse alcuni pirati afferrare dagli estremi le tegole di legno per avvicinarsi all'uscio della nave, attendendo altre parole del capitano. «Che possano continuare il loro viaggio e scovare tesori maestosi.» fu come la frase di un rituale, perché con essa sancì anche la fine di tutto quello. Le tegole con i corpi senza vita di alcuni pirati finirono in mare e subito dopo come un mantra tutti ripetettero le ultime parole del capitano.

Per un momento non aveva ritenuto quella cerimonia degna di tale nome, ma le parole di Jungkook avevano un significato profondo e non gli sembravano dette solo per potersi sbarazzare dei corpi senza nessun senso di colpa. Non conosceva e non aveva mai visto questo genere di pratiche ma per qualche secondo di sentì emotivamente empatico verso quella ciurma, ma per l'appunto fu solo questione di attimi.

Girò il capò verso il capitano trovandolo con sguardo duro, intento ad osservare il resto dell'equipaggio tornare a svolgere i loro compiti, prima di richiamarlo. «Capitano Yun.»

Il vecchio alfa si girò a guardarlo velocemente e ritrovò i suoi occhi scuri e cupi «Appena toccheremo terra ferma» iniziò convinto ormai di quelle parole «fuggiremo da qui.»

Non sarebbe potuto rimanere ancora a lungo lì, circondato da tutti quei pirati... circondato costantemente dallo sguardo e dall'odore di Jungkook. O semplicemente da lui.

I ricordi della sera precedente erano ancora impressi nella sua mente e, ora che non c'era più nulla a distrarlo, erano tornati prepotenti a invadergli la mente. Non poteva sopportare di stare ancora un secondo di più lì, non con la consapevolezza di aver confessato a quel pirata che sentiva qualcosa di diverso – e che ancora non sapeva ben classificare – per lui, ed in riposta aveva ricevuto solo un bacio forzato. Voleva stargli lontano, doveva stargli lontano!

«Certo Vostra Altezza!» rispose prontamente il capitano Yun accennando un piccolo sorriso orgoglioso, come se avesse appena visto un bambino svegliarsi dal suo sogno ad occhi aperti. Perché in fondo era stato quello, Taehyung si era lasciato abbindolare e aveva perso di vista cosa fin dall'inizio gli era stato davanti: la falsità. Jungkook lo aveva provocato, gli altri gli avevano fatto credere che fosse un tipo gentile, persino le sue azioni lo avevano portato a convincersi che sì, quel pirata era davvero diverso. Fino a quando ovviamente non si era ritrovato costretto immobile dalle sue mani con il timore che qualcosa si più, oltre un bacio, sarebbe potuta succedere.

Scosse la testa e quando fece i primi passi per allontanarsi dal ponte di coperta – aveva intenzione di tornare nella sua camera non riuscendo – forse per il mancato sonno – a reggersi in piedi. Si sentiva debole da un po' di giorni ed evidentemente il mancato sonno che stava pian piano accumulando doveva farlo sentire più fiacco del solito.

Ma a distruggere i suoi piani fu uno spintone così forte che si ritrovò a cascare per terra, reggendosi a stento con le braccia sul pavimento. Quando sollevò lo sguardo indignato, si ritrovò d'avanti il volto di Gujae – affiancato da Chanwook – rosso dalla rabbia e dagli occhi lucidi pronto a saltargli addosso per sfogare la sua frustrazione.

Un lieve mormorio generale si propagò nell'aria e attirò l'attenzione di tutti, compresa quella del capitano Jungkook – intento a rientrare nella sua cabina – che fermò i suoi passi e si girò nella direzione del trambusto. Dalla sua visuale riusciva solo a vedere chiaramente la schiena di uno della sua ciurma e... poi la vide quella zazzera bionda sul pavimento.

Il capitano Yun scattò verso il suo sovrano, e subito gli si parò davanti a finchè potesse proteggerlo da qualsiasi attacco, ma al contrario le sue condizioni ancora precarie non riuscirono a fermare l'ira dei due. Gujae spinse malamente e con facilità il vecchio alfa, mentre Chanwook andò ad afferrare il colletto dell'omega spingendolo contro il bordo della nave.

Taehyung grugnì di dolore nell'impatto ma cercò di rimanere stabile e, portando le mani sui polsi di quell'ultimo provò a staccarlo da sé, invano. Il suo volto a pochi centimetri dal suo gli trasmetteva la rabbia e al tempo stesso il divertimento che provava nei suoi confronti.

«E' tutta colpa tua!» urlò spingendolo poi ancora una volta e facendo gemere questa volta di dolore l'omega che si ritrovò a stringere gli occhi e i denti. Non riusciva a capire cosa stesse succedendo ma per fortuna, a metterlo in salvo, non furono altro che Namjoon che si premurò di allontanare Chanwook da lui – mentre Hoseok fece lo stesso con il capitano Yun –, e Jimin che con un viso stranamente preoccupato lo aiutò a mettersi seduto accarezzandogli la schiena.

Taehyung guardava il pirata dimenarsi tra le braccia di Namjoon gridando quanto fosse colpa sua e altri insulti che non riuscirono nemmeno ad arrivargli alle orecchie, mentre con mani leggermente tramanti si accarezzava il collo.

«Quel fottuto omega merita una lezione—»

«Silenzio!» quella voce si propagò ancora una volta e, stupidamente, gli occhi lucidi di Taehyung finirono con l'andare in contro a quella figura che di tutto punto scese le scale per arrivare al ponte di coperta e in poche falcate li raggiunse per fermare la situazione. I loro occhi ancora una volta incastonati gli uni negli altri, nonostante Taehyung lo odiasse.

«Chanwook, Gujae—» richiamò i suoi uomini con sopracciglia corrugate. Il capitano Yun che nel frattempo era strisciato verso il suo sovrano per accertarsi che stesse bene. «Avete un motivo per prendervela con l'omega dopo aver detto addio ai nostri compagni?!»

L'omega eh... perché come uno stupido, dopo quella freddezza, sentiva un magone formarsi all'altezza della gola. Eppure già dal comportamento del giorno precedente avrebbe dovuto capire che tutto ciò che era avvenuto – quegli sguardi e quei piccoli gesti che Taehyung aveva mal interpretato – era solo un'illusione.

«Il motivo dice capitano?!» sorprendendo tutti Chanwook spinse con entrambe le mani Jungkook che indietreggiò di poco, rimanendo però con sguardo vigile e corrucciato per ciò che stava avvenendo. «Di motivi ce ne sono a bizzeffe, non è vero?!» chiese rivolto al resto della ciurma. Chi dalla sua parte, annuì, il resto restò a guardare confusi tutto ciò che stava succedendo in quell'istante.

«Il primo è la sua presenza su questa anche che, voi capitano, avete permesso! O ancora la sua mancanza di rispetto nei nostri confronti, mi ha puntato una spada alla gola e ancora voi capitano, l'avete difeso!» spiegò a pochi centimetri dal volto di Jungkook che ascoltava senza proferire parola «E per ultimo per colpa sua Hanjun è morto!»

Poi si voltò verso il resto della ciurma per coinvolgere anche gli scettici, troppo codardi per ammettere che aveva ragione. «Non ho forse ragione?! Da quando in qua le decisioni non vengono più prese tramite il voto e solo dal capitano, eh?!» aprì le braccia e girò attorno alla folla, prima di tornare a guardare Jungkook.

Taehyung silenzioso e ancora confuso, le gambe stranamente troppo deboli persino per rialzarsi, guardò dalla sua visuale Jungkook ridacchiare leggermente dopo qualche minuti di silenzio, prima di provocare con il suo solito tono arrogante il pirata.

«Non capisco Chanwook... ce l'hai con l'omega per essere la causa della tua frustrazione o con me che sono il capitano ed ho il potere decisionale?!»

Quelle parole misero alle strette l'uomo che, stringendo i pungi, non si lasciò sottomettere dal suo stesso capitano tanto voglioso di scatenare una rivolta su quella nave con il solo obbiettivo di provare a spodestare quel fin troppo giovane capitano.

«Quando l'Esmavros era capitanata da Yujae non saremmo mai arrivati a dover dire addio a dei nostri compagni per un fottuto omega!» lo colpì dove sapeva fosse più debole: parlando dell'ex capitano.

La mascella di Jungkook s'irrigidì e insieme ad essa anche il suo sguardo. Il ghigno chiaramente provocatorio di Chanwook gli procurava un istantaneo tic di nervoso all'occhio ma, per non passare dalla parte del torto – con le decisioni che aveva preso e la consapevolezza che la metà dei suoi uomini sosteneva il pirata lì di fronte a lui – cercò di calmarsi e trovare la soluzione più equa per tutti.

Spostò fugacemente gli occhi verso il biondo, ancora tra le braccia di Jimin – quel giorno i suoi ferormoni sembravano essere ancora più forti dei giorni precedenti – e poi lo ripuntò in quello di Chanwook. «Ed allora, visto che sembri tenerci particolarmente,» si fece beffa di lui «continui a schiamazzare e lamentarti. Perché non trovi una soluzione?» scorse un sussulto da parte del biondo alle sue parole.

Era consapevole di metterlo in una situazione svantaggiosa con Chanwook a prendere decisione ma ancora contava sulle sue capacità persuasive per evitare che finisse in qualsiasi pericolo con i suoi uomini – non sapeva fino a che punto avrebbero potuto agire per vendicarsi e divertirsi. Scorse ancora quel guizzo di delusione, scaturita dalle due parole, nei suoi occhi e che gli procurò una fastidiosa sensazione all'altezza del petto, ma non poteva fare altrimenti! Ieri aveva agito in quel modo con la semplice e più che ragionata decisione di allontanarlo perché sarebbero diventati l'uno il punto debole dell'altro; sarebbe da veri incoerenti pretendere di salvarlo in quel momento quando, le parole di Chanwook, seguivano un senso logico ed erano più che veritiere...

«Una punizione.» alzò un sopracciglio a quella parola «Come per i traditori.»

«Lui non fa parte della nostra ciurma.» non avrebbe mai permesso che, come per i traditori, quel ragazzo venisse appeso all'albero maestro e torturato. Usavano quel metodo poche volte e serviva per far parlare il traditore e fargli confessare cosa stesse facendo alle loro spalle, ma Taehyung... lui non nascondeva nulla e né tanto meno meritava di finire legato lassù.

«Non importa, è un omega e come tale deve pagare per le disgrazie che ci ha causato.»

«Chanwook—» quando Namjoon provò a ribattere Jungkook sollevò una mano per zittirlo. Guardò freddamente negli occhi il pirata più anziano e semplicemente sperò che tutta la fortuna accompagnato da un pizzico di carisma che sapeva gli appartenesse, lo portasse a prendere la decisione giusta.

«Facciamo una votazione allora...»

«Ma che cazzo fai Jungkook?!» fu Jimin a parlare quella volta.

Diede le spalle ai presenti per salire nuovamente sul castello di quarto e si poggiò nuovamente alla ringhiera di legno per guardare i suoi uomini. «Chi ritiene che l'omega debba pagare alzasse la mano!»

Subito una serie di mani alzate si protrassero verso il cielo. Gli occhi terrorizzati di Taehyung guardarono inesorabilmente quelle mani, non riuscendo a distinguere quale fosse la maggioranza, semplicemente afferrò il colletto di Jimin che – con altrettanto sguardo preoccupato – gli afferrò il colletto e gli sussurrò un «F-fa qualcosa, l-loro—» il nascente attacco di panico non riusciva nemmeno a farlo respirare come doveva.

Come poteva fargli una cosa del genere? Le sue parole non avevano avuto nessun effetto su di lui?

Uno degli uomini nella ciurma si scostò dalla folla e sembrò contare i voti, prima di constatare la decisione con un «La maggioranza è... a favore della punizione.»

Un fischiò invase le orecchie di Taehyung a quella consapevolezza e mentre, in modo distorto e confusionario, vide le prime gambe avvicinarsi a sé per afferrarlo – nonostante le proteste del capitano Yun e Jimin – e legarlo all'albero di maestro, esattamente come avevano precedentemente detto.

Il cuore pompava sangue fin troppo velocemente e, mentre si lasciava trasportare inerme dai pirati, sentì una sensazione opprimente all'altezza del petto e della gola che gli vietava di respirare. Riusciva solo a guardare il cielo azzurro sopra la sua testa e la ragione andare sempre di più, via dalla sua mente.

L'attacco di panico che minacciava di avere da giorni si stava manifestando in maniera subdola e silenziosa proprio in quel momento, facendogli mancare le forze di ribattere o dimenarsi. Le prime lacrime scesero dai suoi occhi mentre dei singhiozzi mal trattenuti uscirono rumorosi dalle sue labbra, fino a quando non vide delle corde di fronte ai suoi occhi. Le sentì stringergli la pelle e il corpo, tutto in maniera così confusionaria che non riuscì a distinguere nemmeno il momento in cui avessero finito dopo averlo appeso all'albero maestro. Gli importava solo di respirare, cosa che in quel momento riusciva a fare.

In quella frazione di secondo riuscì solo a pensare che sarebbe morto in quel modo, nessuna tortura o nulla... un attacco di panico così forte da non permettergli di respirare. Chiuse gli occhi stremato, lasciando che la testa gli cadesse lateralmente attendendo qualsiasi tipi di dolore o umiliazione che quei pirati erano pronti a dargli.

Ma ancor prima che una frusta potesse alzarsi nell'aria e schiantarsi contro la sua pelle, una voce familiare, la stessa che aveva dato il potere a tutto quello di poter accadere, fermò tutto. Non sentì cosa disse, né si rese conto che ormai non c'era più nessuna corda a legarlo, sostituita invece da delle braccia muscolose.

Riuscì a riacquisire coscienza solo quando dell'acqua gelida lo fece rinsavire ed aprire gli occhi, insieme alla consapevolezza di essere ormai al chiuso e con le voci del resto della ciurma ovattate dalle pareti. Di fronte a lui il suo aguzzino ed il suo salvatore in un unico volto.

«Riesce a respirare?» quel tono preoccupato ebbero il potere di farlo lentamente scoppiare, perché dopo qualche secondo passato a realizzare dove si trovasse e specialmente con chi si trovasse, spinse per le spalle l'alfa che finì con lo sbilanciarsi dalla sua posizione accovacciata – per stare alla sua stessa altezza – cadendo con la schiena sul pavimento.

Taehyung lo sovrastò con il suo stesso corpo iniziando tra le lacrime a tentare di prendere a pungi il pirata per trasmettergli appena solo un minimo del dolore che stava provando in quel momento. «Come mi sento?! Come mi sento?!» ripeté più volte.

«Taehy—»

«No!» lo bloccò ancor prima che posse finire di pronunciare il suo nome con quel tono dispiaciuto «Non chiamarmi per nome, smettila di guardarmi, smettila di comportarti in questo modo!» finì irrimediabilmente seduto sul ventre dell'altro, senza un cenno di forze, con i polsi bloccati dalle mani dell'alfa senza il minimo sforzo.

«Perché continui a farmi questo?!» ormai le lacrime avevano iniziato a scontrarsi sul petto dell'altro rendendo trasparente goccia dopo goccia il tessuto della camicia «Perché mi tratti come se fossi un mero oggetto solo perché sono un omega e poi intervieni e mi salvi?!» persino la sua voce aveva perso forza, riuscendo solo a fuoriuscire come un sussurro strozzato.

«Ti diverte vedermi in questo stato? Confondermi?» solo una volta che si fu calmato Jungkook gli lasciò i polsi e senza proferire parole o fare null'altro, lo stette a guardare dal basso portarsi i palmi contro gli occhi per non lasciar che le lacrime gli rigassero gli occhi.

Non poteva di certo dargli torto. Persino la sua coscienza continuava a dargli dello stupido per non essere in grado di prendere una decisione e mantenerla... voleva tenerlo lontano ma fino a quando sarebbe rimasto sotto i suoi occhi dubitava di poterci riuscire.

«Perdonami.» sospirò quella parola mettendosi poi seduto per poter stare all'altezza del biondo che al contrario provò ad allontanarsi. Tentativo invano, visto che subito le braccia di Jungkook lo portarono subito sul suo petto come per volergli trasmettere calore e protezione, quella di cui l'aveva privato trattandolo in quel modo nemmeno il giorno prima.

«No.» nonostante le sue parole, Taehyung rimase fermo in quell'abbraccio – o forse meglio dire che il suo istino di omega lo costrinse a rimanere e cercare sicurezza nell'alfa – continuando a singhiozzare e tremare per la paura che aveva affrontato. «No!» ripeté poi in un urlo.

«Ti odio Jungkook,» quasi sorrise il pirata per aver per la prima volta sentito il suo nome dalle labbra del principe, accostato ad un sentimento così negativo «ti odio con tutto me stesso.»

«Va bene così allora...» usò un tono di voce più dolce prendendo a fare con le mani dei cerchi concentrici e portando inevitabilmente la punta del naso freddo sotto l'attaccatura dell'orecchio là dove si trovavano le ghiandole responsabili dei ferormoni. Quelli dell'omega, solo adesso lo notava, erano diventati sempre più forti con il passare dei giorni. «Ma adesso calmati e respira, non vorrai avere un'altra crisi?»

Ed odiava persino quel tono mellifluo capace di fargli fare qualsiasi cosa gli comandasse nonostante dentro stesse esplodendo dalla rabbia. Il calore era soffocante sul quel petto ed il respiro non riusciva a prendere un suo ritmo personale seguendo inevitabilmente quello dell'alfa.

La testa gli scoppiava e le sue dita andarono inevitabilmente a stringere il tessuto della camicia tirandolo a sé. Non capiva se stesse per avere ancora una volta un attacco di panico ma sentiva la sua pelle andare a fuoco e tutto era così confusionario... riusciva solo a distinguere meglio di quanto credesse quell'insieme di odori da alfa che gli entravano nelle narici e—

«Taehyung.» quando Jungkook sentì sotto i polpastrelli la pelle bollente seguito da quel fremito che involontariamente le labbra di Taehyung avevano causato, un piccolo presentimento si instaurò nella sua mente che collegò l'aumento di ferormoni dell'omega a quel determinato momento. A confermare i suoi pensieri fu l'improvvisa inspirazione del biondo che, come incantato, aveva annusato il suo collo esattamente dove il corvino l'aveva fatto qualche minuto prima.

Portò le mani a stringere le spalle dell'omega per spostarlo dal suo abbraccio ed allora lo vide: viso arrossato, occhi languidi, labbra umide, quei capelli biondi lucenti, il respiro che si scontrava contro il suo ed il suo forte odore. Lo guardò come incantato sentendo la reazione naturale del suo corpo, al cavallo dei pantaloni.

E poi tutto distrutti dall'entrata in scena di Jimin che, senza bussare o altro, aprì per constatare ciò che fuori si era propagato come una bomba causando confusione nella mente degli alfa.

Taehyung era appena entrato in calore.

-

Lo specifico per chi non se ne fosse accorto con tutto il casino che è successo in questi capitoli, che non è stato random il calore e se vi soffermate su determinati punti in cui Taehyung afferma di sentirsi strano più volte (con precisione inizia dal capitolo 11) noterete che tutto questo è stato premeditato.

E niente, ci tenevo solo a farvelo notare.

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