ᴍɪɴᴇ ᴏʀ ɴᴏᴛ? || ᴛᴀᴇᴋᴏᴏᴋ

By blxetae

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Jeon Jungkook, ragazzo 17enne che crede ben poco nel cosiddetto "amore a prima vista", ne verrà irrimediabilm... More

1. Chiamata
2. Il biondo
3. Di troppo
4. Ricordi
5. Sospetti
6. Casa Jeon
7. Prendersi cura
8. Gradevole
9. Fratellanza
10. Decisioni avventate
11. Sentimenti stupidi
12. So cosa vuol dire
13. Buio
14. Kim Yugyeom
15. Discussione
16. Voglio provarci
17. Realizzazione
18. Cedere alle tentazioni
19. Infermeria
20. In trappola
21. Dove sei?
22. Appartenenza
23. Speranza
24. Voglia di distrarsi
25. Assenza di pietà
26. Saper porre fine
27. Spiraglio di luce
28. Fragile
29. Eomma e appa
30. Incubi e rimedi
31. Perdono
32. Ritorno alla normalità
33. Primo appuntamento [pt.1]
35. Il nuovo studente
36. Lasciare il segno
37. Parte della famiglia
38. Gelosia
39. A modo nostro
40. Niente è come noi
41. A cuore aperto
42. Nonostante tutto
43. Ritornare a sorridere
44. Rapido ed indolore
45. Il saggio hyung
46. Solo per stanotte
47. Grazie di amarmi
48. Complicità
49. Un'amore ufficiale

34. Primo appuntamento [pt.2]

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By blxetae

«Eccoci arrivati» mi avvisa con tono raggiante non togliendo comunque le mani da davanti ai miei occhi, posto dove le ha messe poco fa per –come dice lui– 'mantenere l'effetto sorpresa' «Pronto?»
«Sì»
«Bene, tre...due...uno...puoi guardare!» annuncia.

Sento il peso prima presente sulle mie palpebre venir meno e decido così di fare come mi ha detto. Apro piano gli occhi e non trattengo un urletto eccitato che lo fa sorridere ampiamente.
«È...è..»
«Esatto, è una sala giochi»

Avvolge una mano intorno alla mia vita e, troppo felice di esserci tornato dopo tanto tempo, lo abbraccio forte riempiendogli il volto di baci. Ridacchia per un po' mentre mi accarezza la schiena.
«Era da tantissimo che volevo andarci!» gli confesso con gli occhi a cuoricino.
«Diamoci una mossa allora»

Ci dirigiamo verso la cassa e, nonostante le mie suppliche, non riesco a convincerlo a farmi pagare per entrambi così mi limito a guardarmi intorno e scegliere quali giochi provare.
Punto subito il mio sguardo sulla pedana luminosa con sopra disegnate delle frecce in varie direzioni, difronte uno schermo e centinaia di canzoni a disposizione dei giocatori. Amo quel gioco!

Non aspetto neanche Taehyung che mi fiondo sopra la pedana e scorro le dita sullo schermo per dare un'occhiata alle canzoni proposte, tutte molto energiche e movimentate come piacciono a me. Sposto lo sguardo sul castano, che solo adesso ha terminato di parlare col cassiere, che a quanto pare è suo amico, e mi ragione con un contenitore di plastica pieno di gettoni. Mi guarda un attimo serio ma non ci riesce per molto, infatti ridacchia al vedermi saltellare come un bambino.

«Non aspettarmi eh» mi rimprovera scompigliandomi i capelli giocosamente «Vuoi fare questo?» indica lo schermo.
«Sì, ma tu mi farai compagnia»
«Non se ne parla piccolo, non sono più così giovane» prova a scappare ma lo afferro per un braccio e con uno strattone, non troppo forte per non fargli male, lo posiziono sulla pedana accanto alla mia.
«Non esco con i vecchi» lo stuzzico facendogli uscire uno sbuffo, seguito dall'inserimento di due gettoni nell'apposito spazio.

«Va bene, forza scegli la canzone»

Faccio come dettomi e seleziono la mia canzone preferita, che fortunatamente era tra quelle proposte, e poco prima di partire gli lascio un bacio a stampo che lui allunga più del previsto.

Che peste voleva farmi partire in svantaggio, adesso vede come lo straccio!

Iniziamo a ballare e, come già anticipato, sto vincendo alla stragrande contro il mio hyung che con movimenti incerti e un po' scoordinati non fa altro che strapparmi una risata dopo l'altra. Tenta di fare l'offeso ma vedo benissimo come anche lui si stia disperatamente cercando di trattenere dal ridere.

Ci sfidiamo per tre round e con mia grande sorpresa ne riesco a vincere solo due, l'altro, con non so quale abilità, riesce a passarlo lui senza la ben che minima difficoltà.

A parte gli scherzi Taehyung non se la cava per niente male col ballo, ho notato benissimo che tutti quei suoi movimenti strambi erano mirati a farmi ridere e non dettati dalla sua pessima capacità nel ballare.

«Tae» lo richiamo mentre giriamo per le varie attrazioni in cerca di una che ci ispiri divertimento «Dimmi, piccolo» fa scivolare una mano a tenermi la vita mentre punta il suo sguardo nel mio.

Arrossisco appena per la sua dolcezza ma al contempo per il suo continuo bisogno di mostrarsi così possessivo davanti alle altre persone. Sembra voglia sottolineare ogni volta che nessuno mi si deve avvicinare perché io sono suo e oltre a scaldarmi il cuore mi fa sentire anche più sicuro e protetto.

«La prossima volta voglio vederti ballare come si deve»
«Ma che dici? Guarda che-»
«Mi hai fatto vincere di proposito di' la verità» sembra indeciso su cosa dire ma alla fine cede e ammette le sue colpe.
«Ok lo ammetto, non volevo mostrare tutta la mia bravura per non umiliare il mio piccolo Kookie»

Lo guardo scioccato. Crede davvero che sarei stato io quello a essere umiliato? Bhe, non ha visto proprio un bel niente di come balla Jeon Jungkook.

«E sentiamo, cosa ti fa credere che quello a essere umiliato sarei stato io?» gli domando avvicinando il mio volto al suo con fare provocante, gli sorge un sorriso di sfida e fa sfiorare i nostri nasi.
«Oh eccome se lo so»
«Vedremo»

Mi sfilo dalla sua presa e mi dirigo verso un gioco di guerra da fare in coppia, l'obbiettivo è semplice: uccidere tutti gli zombie senza finire k.o. Impugno la pistola e gliela punto contro facendolo scuotere la testa probabilmente esasperato dalla mia infantilità, intanto mi accomodo sulla poltroncina e gli patto il sedile accanto al mio come invito a raggiungermi.
Non se lo fa ripetere due volte e mi affianca e inserisce i due gettoni facendo illuminare lo schermo e partire il gioco.

Iniziamo subito a sparare contro i nemici provenienti da ogni dove, io con la pistola rossa e lui con la blu e devo ammettere che non ce la caviamo affatto male insieme. Ci copriamo le spalle a vicenda e portiamo a termine la nostra missione in un paio di minuti, fortunatamente tutti e due con la barra segnalante la vita tutta piena o quasi.

«Niente male hyung» mi complimento con lui dandogli una pacca sulla schiena «Formiamo un'ottima squadra» gli sorrido.
«Avevi dubbi?» si pavoneggia con il suo furbo sorrisino a contornargli il volto mentre mi trascina, letteralmente, davanti ad tavolo sopra al quale vi sono posti due maniglie.

Hockey da tavolo...interessante.

Senza dire nulla inserisce i gettoni a lato del tavolo e subito il campo da gioco viene invaso da un lieve getto d'aria fresca facendo così fluttuare le due maniglie e far cadere un disco dalla mia porta, che prontamente prendo e colpisco in direzione della porta avversaria.

Parte così una sfida all'ultimo colpo senza eguali, con movimenti veloci e frenetici ci passiamo questo povero disco, vittima della nostra competizione e del nostro divertimento. Continuo a ridere per le facce buffe che assume il castano mentre cerca di non farmi fare punto, ma nonostante ciò riesco comunque a segnare più volte di fila facendolo sbuffare e aumentare la frequenza delle sue mosse strane.

Alla fine la partita finisce 4:3, inutile dire ovviamente chi ha vinto, anche se mi sono davvero sudato questa vittoria.

Poso la mia maniglia, che intanto con l'assenza d'aria è tornata contro il tavolo, e affianco il mio amore mettendogli le mani congiunte dietro al collo. Noto subito il suo tenero broncio che mi strappa un risolino e glielo bacio ripetutamente in un tentativo di far tornare quel bellissimo sorriso che si ritrova sul suo altrettanto favoloso viso.
A forza di stampare le mie labbra sulle sue anch'esse si curvano all'insù e ricambiano le mie attenzioni mentre due braccia scendono un po' troppo in basso.
Vedi un po' te 'sto maiale!

Arrossisco nell'immediato e gli tiro un schiaffo sulle sue grandi mani per fargli intendere di contenere i suoi ormoni impazziti almeno quando siamo in pubblico; anch'io vorrei potergli divorare quelle succulente labbra che mi stanno chiamando ma nonostante ciò mi sforzo di non saltargli addosso e sarei grato che anche lui facesse lo stesso.

«Tira giù le mani» mi mordo il labbro sotto il suo sguardo famelico.
«Come se non ti piacesse dove le ho messe» mi sorride sghembo stringendo la presa sui miei glutei, gesto che non solo mi strappa un urletto sorpreso ma mi fa arrossire ancora di più se possibile.
Gli tiro allora un pugno sul braccio che lo fa sia ridere che lamentarsi per la mia 'violenza ingiustificata', lo abbandono lì così mentre cerco un'ultimo gioco da poter fare.

Per nostra sfortuna il tempo è volato e ci rimane poco tempo prima di dover tornare a casa. Non voglio disobbedire a mia madre o farla preoccupare, ma ciò non vuol dire che non possiamo usufruire al meglio di tutto il tempo che ci rimane.
Voglio sfruttare ogni singolo secondo in sua compagnia, consapevole di quanto mi mancherà il suo inconfondibile profumo e il suo sguardo amorevole una volta rincasato.

Scorgo da lontano un canestro e delle palle da basket e mi fiondo in quella direzione sotto le suppliche di Tae di rallentare il passo e aspettarlo.

Rubo dal cestello gli ultimi gettoni rimasti e li infilo nella fessura, subito la sbarra che mi divideva dalle palle viene rimossa e quest'ultime mi rimbalzano tra le mani. Lancio uno sguardo al ragazzo già concentrato sul canestro vicino al mio e non posso fare a meno di ammirarlo con occhi sognanti.
Il suo profilo è mozzafiato e risalta ancora di più i suoi tratti marcati ma anche dolci e delicati; il suo grazioso naso all'insù affiancato alla sua mascella ben definita creano un magnifico contrasto da mozzare il fiato, le braccia e le gambe toniche, seppur moderatamente, fasciate alla perfezione dai jeans attillati e dalla maglia chiara che non lasciano spazio all'immaginazione, quei suoi occhi vispi e sottili, adesso concentrati, che sembrano tanto quelli di un bambino ma che al contempo trasmettono tanta sensualità. Dio quanto è bello.

Resterei ad ammirarlo ininterrottamente per ore e ore senza stancarmene mai, è di una bellezza disarmante e nonostante ciò non se n'è mai vantato o non l'ha mai usata come strumento per sminuire gli altri, e la lealtà sì che è un gran pregio. Da tutti i punti di vista è stupendo, dentro e fuori, ed è proprio questo che mi attrae tanto di lui, tutto il complesso.
Continuo ogni giorno a chiedermi come un dio greco come lui abbia scelto di frequentare un banale ragazzino come me, potrebbe avere la luna ma si è limitato ad una piccola ed insignificante stellina.

«Ei muoviti!» mi risveglia la sua voce roca e profonda facendomi tornare sul pianeta terra, pianeta sul quale stiamo giocando al tiro a canestro già da qualche minuto.
«Ti eri incantato piccolo?» mi domanda ridacchiando mentre si avvicina a me e si posiziona alle mie spalle. Sobbalzo a sentire il suo petto muscoloso a contatto con la mia schiena e vengo improvvisamente sopraffatto da un intenso calore al basso ventre e che si estende per tutto il resto del corpo. Sento le guance farsi calde e, poco ma sicuro, rosse da far invidia ad un pomodoro maturo.

«T-Tae, cosa stai-»
«Ti aiuto a fare punti, sei ancora a zero!» mi sorride afferrando una palla, facendo passare le braccia intorno alle mie, e iniziando fin da subito a tirare con precisione.

Beato lui che riesce a concentrarsi in questa posizione, io mi ritrovo a pochi centimetri da entrambi i suoi bicipiti e penso di star per svenire da tale visione, per non parlare del profumo di Gucci misto ad acqua di colonia che sento da qui...

Cerco di non sembrare una ragazzina eccitata in piena fase adolescenziale prendendo respiri profondi, in speranza di calmare il mio cuore che batte forte come un tamburo, e provo ad avanzare verso il gioco staccandomi così dal suo addome. Peccato che lui non ne sembra tanto felice e con una spinta mi schiaccia tra se stesso e il gioco.

Impreco mentalmente per non essermene rimasto tranquillo al mio posto: se già prima sentivo la faccia andarmi a fuoco ora quest'ultima sta danzando nei meandri dell'inferno con tanto di gonnellina hawaiana.
Come se non bastasse sembra muovere i fianchi a ritmo di musica e questo non fa per niente bene al mio corpo e soprattutto alla mia salute mentale, che dopo questa uscita avrà bisogno di una buona dose di acqua santa per riprendersi a dovere.

Ad interrompere questa dolce tortura è il fastidioso rumore dello scadere del tempo e il successivo blocco dei palloni, segno che per stasera abbiamo terminato qui la nostra giocata. Giro di poco la testa per poter vedere in faccia il castano e lo trovo a ghignare divertito «Dovremmo giocare così più spesso, piccolo» afferma tranquillo schioccandomi un bacio sulla guancia.
«Coosa!?»
«Ho fatto molti più punti del solito, mi porti fortuna» scrolla le spalle.
«Non pensarci neanche!» quasi urlo staccandomi da lui e fronteggiandolo.

Mi trattengo dall'urlargli in faccia quanto mi abbia reso nervoso e lo seguo all'esterno e successivamente all'auto.
Il viaggio è stranamente silenzioso, un po' per l'imbarazzo creatosi un po' per la stanchezza che questa serata movimentata ci ha portato.

Nonostante fossi preso da un impeto di difesa della mia dignità ho paura che Tae se la sia presa per come ho alzato la voce prima, non mi parla da allora e non distoglie un attimo lo sguardo dalla strada.
Ammetto di aver esagerato, mi imbarazzo davvero facilmente e mi è venuto spontaneo farlo, ma non voglio che pensi nemmeno per sbaglio che non mi sia piaciuto come mi teneva stretto durante l'ultimo gioco. Amo le attenzioni che mi rivolge, in primis le coccole e le continue dimostrazioni d'affetto.

Abbiamo passato una serata stupenda all'insegna del divertimento e dell'amore e temo di aver rovinato tutto senza nemmeno essermene accorto, non voglio concludere l'appuntamento in questo modo...

Poco dopo Taehyung accosta davanti casa mia e sospira, mi volto verso di lui ma ha lo sguardo da tutt'altra parte. Mi mordo il labbro inferiore e appoggio una mano sulla sua, posta ancora sul cambio, attirando la sua attenzione.
Si gira infatti a guardarmi stupito e deglutisce.

Mi dispiace così tanto TaeTae per aver rovinato tutto....

«Tutto bene picc-»

Non lo lascio finire che prendo le sue guance tra le mani e unisco le nostre labbra in un bacio bisogno e passionale. Lo sento per un attimo rigido ma poi non perde tempo a ricambiare mettendo una mano dietro la mia testa e spingendola delicatamente verso la sua, in modo da approfondire il bacio.
Inclino infatti il volto verso sinistra e mi assaporo appieno le sue labbra così dolci di cui ormai so il gusto a memoria. Picchietta la lingua sul mio labbro e non perdo tempo a lasciargli libero l'accesso, trasformando il dolce bacio iniziale in uno famelico e vorace.

Restiamo ad assaporarci finché i nostri polmoni ce lo permettono, ci stacchiamo con un sonoro schiocco e ci guardiamo per lunghi secondi negli occhi, ammirando il volto sconvolto dell'altro mentre cerchiamo di regolarizzare il respiro ancora affannato.

«Kookie-»
«Ti amo Tae, scusa se non sono come vorresti» dico con lo sguardo basso fiondandomi fuori dalla vettura, sto per entrare in casa quando vengo però bloccato da una salda presa sul mio polso.

Mi giro stupito verso il maggiore, intento a sorridermi ampiamente, e venendo coinvolto nuovamente in un bellissimo bacio pieno di sentimento e amore. Le sue mani sui miei fianchi e le mie intente a stringere la sua giacca, circondati dal buio e da qualche auto ma al contempo totalmente soli, rinchiusi in una bolla solo nostra che niente e nessuno può oltrepassare.

Solo io e lui, tutto ciò di cui ho bisogno.

«Ti amo anche io Jeon Jungkook, esattamente così come sei io ti trovo perfetto» mi sorride stringendomi a se e liberando così tutte le lacrime che stavo cercando disperatamente di trattenere.

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