The Omega's Crown|ᴋᴏᴏᴋᴛᴀᴇ

By Swetty_Kookie

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[ᴛʜᴇ ʟᴇɢᴇɴᴅ ᴏғ ʀᴇᴅ ᴛʀᴇᴀsᴜʀᴇ: ᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀ] [ᴜɴᴛɪʟ ᴛʜᴇ ᴇɴᴅ ᴏғ ᴛʜᴇ ᴡᴏʀʟᴅ: ɪɴ ᴄᴏʀsᴏ] Da generazioni ormai, nel pacif... More

The Legend of Red Treasure
Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24- prima parte
Capitolo 24- seconda parte
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31 [Fine Prima Parte]
Until The End Of The World
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47

Capitolo 13

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By Swetty_Kookie

«Capitano!» l'urlo proveniente dall'esterno spezzò quel momento in cui le loro labbra stavano sfiorarsi e attirò tutta l'attenzione di Jungkook. Guardò la porta ancora chiusa sul quale si trovava l'omega, come se così facendo riuscisse a capire dal tono dei suoi uomini se il loro richiamo fosse dovuto a qualcosa di pericoloso o semplicemente un richiamo per ciò che era appena successo con il principe lì di fronte a lui che, con il suo stesso sguardo confuso, lo lasciò passare ed uscire dalla sua cabina per raggiungere l'esterno.

Non fu difficile intercettare la bandiera nera ed il veliero maestoso che navigava a pochi chilometri di distanza da loro. Alla punta di essa intravide la figura corvina di Jisoo con le braccia conserte e lo sguardo infuriato dritto sulla sua ciurma; ricordò le sue ultime parole, quel "me la pagherai" che aveva ignorato quando preso dall'istino aveva spinto sulla sua nave l'omega dopo averlo scambiato per tre sacchi di denari all'Henede.

Aveva fatto un errore e non si riferiva solo all'aver infranto quel patto con Jisoo, bensì ad aver sottovalutato la situazione troppo preso dal suo piano e dalla ventata di problemi che Taehyung aveva causato con il suo arrivo: aveva dovuto combattere con i suoi stessi istinti da alfa cercando di comportarsi come un vero capitano e guidando i suoi uomini verso le grotte di Ehsul.

La tempesta li aveva rallentati e aveva dato tempo agli uomini di Jisoo di raggiungerli; si era lasciato distrarre troppo facilmente da quella zazzera dorata che adesso sostava accanto a lui guardando con occhi sgranati colei che l'aveva comprato e che avrebbe voluto usarlo per incrementare il suo guadagno offrendo ai giovani signori la possibilità di abusare di quel principe omega.

Strinse i denti e i pungi, fino a farsi diventare bianche le nocche e a lasciare i segni delle unghie sui palmi delle mani, prima di girarsi verso l'omega e intercettare gli occhi scuri con i suoi. Quando si incontrarono lo vide quel cipiglio preoccupato che passò con un guizzo per i suoi occhi. Se non fosse stato per la sua stupida voglia di liberarsi dei problemi che l'arrivo di Taehyung aveva causato nella sua mente facendogli provare sentimenti contrastanti fin dall'inizio, tutto quel problema non sarebbe mai esistito e forse, in quell'esatto momento, sarebbero ancora in quella cabina a scambiarsi quel bacio tanto agognato dall'alfa.

«Vai dentro.» disse con un cenno del capo indicando all'omega il suo ufficio, il quale però corrugò la fronte confuso e fece per ribattere con un «No! Io—»

«Taehyung, fa' quello che ti dico.» insistette andando poi a cercare con la mano l'impugnatura della sua spada che estrasse con un solo colpo per poi voltarsi verso i suoi uomini ed alzare quest'ultima in aria urlando «Estraete le vostre spade!» causando le urla di tutta la folla, comunicando con le sue parole il tacito comando di combattere contro quegli uomini che appena avrebbero attraccato avrebbero dato il via ad una guerra.

Era colpa sua sin dal principio ma, se non poteva tornare indietro nel tempo per rimediare al suo errore – fin dal principio se non si fosse lasciato condizionare dal suo istinto primordiale alla vista del principe omega svenuto in spalla ad Hoseok –, avrebbe comunque mantenuto la sua parola cercando di proteggerlo.

Con la coda dell'occhio intravide Taehyung abbassare lo sguardo con le sopracciglia corrugate per l'irritazione prima di fare però come gli aveva detto, entrando nuovamente nella cabina del capitano. Tornò quindi a concentrarsi sul veliero nemico che, alle loro spade protratte all'aria risposero con gli archi puntati verso di loro, esattamente l'ultima volta. La loro unica arma aggiuntiva erano quelle frecce capace di raggiungere in velocità e in lontananza la loro nave ancora prima che potessero effettivamente salpare.

«Al riparo!» urlò quando intravide il braccio di Jisoo dare il via allo scocco delle frecce, rotolando poi verso la cassa posta all'angolo del castello di quarto dove si riparò.

Riuscì a percepire alcune urla di dolore, segno che alcuni suoi uomini erano appena stati colpiti dopo non aver avuto il tempo di nascondersi, e dopo di che si affacciò dalla cassa per osservare le mosse del nemico. Intravide gli arcieri intenti a ricaricare i loro archi in attesa dell'ennesimo via da parte di Jisoo e ne approfittò per camminare di soppiatto verso le scale e scendere con poche falcate sul ponte di coperta, nascondendosi appena in tempo dietro l'albero maestra alla seconda ondata di frecce.

Intravide i suoi uomini attendere di poter attaccare con un combattimento corpo a corpo e poi intravide il capitano Yun al polo opposto, dietro il secondo albero maestro, con uno sguardo preoccupato e specialmente disarmato. Incrociò il suo sguardo e si apprestò ad afferrare uno dei suoi coltellini nascosti nei cinturini legati ai polpacci uno dei suoi coltellini che fece finire con precisione vicino i piedi dell'uomo.

Osservò il suo sguardo confuso prima di dirgli a denti stretti un «Non si faccia ammazzare, mi serve vivo!»

Quando lo scossone della nave nemica contro l'Esmavros fece traballare i presenti a causa dell'instabilità, capì che era arrivato il loro momento. Guardò i suoi uomini dai gradi superiori e divise i compiti in modo strategico in modo tale che nessun campo rimanesse scoperto.

«Voi abbattete gli arcieri,» e poi si girò dall'altro lato per intercettare il secondo gruppo «voi rimanete a difendere il ponte di coperta! Non lasciateli salire!» e fu così che le prima urla si elevarono e le prime strade s'incontrarono tintinnando rumorosamente nell'aria insieme alle grida di dolore e agli schizzi di sangue che sapeva avrebbero ricoperto le superfici legnose della sua nave.








Lo scossone e l'inizio delle urla fece tremare Taehyung più di quanto avrebbe voluto. Aveva visto dalle finestre laterali le due ondate di frecce che s'erano infrante su di loro ed aveva rischiato di rimanerne colpito quando una di essa oltrepassò la finestra dalla quale stava osservando tutto. Si era spostato giusto in tempo prima che anche i cocci di vetro gli colpissero il viso.

I passi rimbombavano e facevano tremare i pavimenti e, le spade che si scontravano tra loro causavano urla e grugniti.

Aveva seguito le parole di Jungkook solo perché non avrebbe lasciato che nessuno di quei pirati avrebbe rischiato la vita per proteggerlo. Era entrato lì per cercare un'arma con la quale difendersi, per cui con le mani leggermente tremanti – per la paura che qualcuno potesse entrare da un momento all'altro ed attaccarlo – iniziò a cercare tra le varie scartoffie ed i cassetti, non trovando però nulla. Quando aprì la porta dietro la scrivania scoprì che dietro di essa si nascondeva niente che meno se non la camera del capitano: il letto grande riempiva quasi tutta la stanza e qualche lanterna ondeggiava seguendo le oscillazioni delle onde. Era quasi vuota, non c'era nulla che la decorasse se non un diario posto al centro di quel letto, lo stesso che aveva visto leggergli quella stessa mattina, e poi le vide finalmente. C'erano una serie di foderi – alcuni vuoti ed altri no – in un angolo per terra dove si precipitò immediatamente.

Ne afferrò uno e estrasse la lama con cautela, con sguardo deciso. Sarebbe uscito la fuori e avrebbe dimostrato che non era solo un semplice omega, ma che era il principe Kim Taehyung successore e futuro del re del regno Daeson; e specialmente avrebbe dimostrato a Jungkook che non doveva proteggerlo.

Quello che era successo tra loro era stato solo un semplice momento dettato dai loro istinti e dai loro ferormoni che li aveva avvicinati. Senza di essi a influenzarli non avrebbe mai lasciato che qualcosa del genere accadesse...

Sentì dei tonfi che lo riportarono alla realtà. Uscì da quella stanza e si diresse verso la finestra rotta per osservare la situazione e magari organizzare velocemente un efficace strategia che lo vedeva come vincitore in un ipotetico scontro.

Riuscì a intravedere solo un lato e quando constatò che alcuni uomini di Jisoo fossero già sulla nave capì che non erano poi così in vantaggio.

Inoltre il capitano Yun era rimasto là fuori disarmato, doveva scendere e proteggere l'unico uomo rimasto in vita insieme a lui dell'equipaggio reale.

Aprì di scatto la porta e la prima cosa che intravide fu una lama che andò subito a bloccare la sua stessa, formando sul volto un'espressione fastidiosa. Colui che si trovava davanti era un alfa ed aveva appena messo su un ghigno divertito, forse perché credeva avrebbe avuto vittoria facile con un omega o semplicemente perché era il suo obbiettivo, come d'altronde lo era per gli altri.

Immaginava che Jisoo gli avesse inseguito per riavere indietro colui che aveva pagato tre sacche di denari ma non si sarebbe lasciato prendere così facilmente. Era riuscito a sfuggirgli una volta sotto l'effetto di droghe, l'avrebbe fatto anche una seconda ma questa volta armato e con sé tutta la concentrazione e lucidità possibile.

Posò l'altra mano sulla lama e spinse più forte che potè il pirata di fronte a lui deviando con un colpo la direzione della spada dell'altro. Aveva tecniche differenti da quelle dei pirata, studiate e sicuramente non dettate dall'istino; aveva resistenza e la capacità di rimanere a sangue freddo in un combattimento, studiando prima il nemico e solo dopo attaccarlo. Al contrario i pirati reagivano d'istino dettati dalla violenza e con la sola voglia di uccidere.

Quel punto poteva essere un vantaggio ma al tempo stesso l'essere circondato da altri pirati non gli permetteva di rimanere concentrato solo su uno di loro. Avrebbe dovuto guardarsi indietro e rimanere vigile agli attacchi del suo avversario, e lui era abituato solo a combattimenti leali e senza trucchetti.

Fece tintinnare nuovamente la sua spada quando il pirata l'alzò ancora per attaccarlo e bloccò per la seconda volta il suo movimento. Poteva farcela.

Studiò la sua postura non corretta. Metteva completamente il peso del corpo sulla spada per fare pressione e magare farlo vacillare, ma ciò avrebbe significato solo una cosa: avrebbe sprecato più in fretta le sue energie e con un avversario simile la vittoria era assicurata solo quando quest'ultimo avrebbe iniziato a mancare di forza.

Poteva giocare le carte della sua abilità per schivare gli attacchi, lasciarlo stancare e poi attaccare ma lasciò stare immediatamente i suoi pensieri quando quest'ultimo provò a colpirgli un fianco con un calcio. Indietreggiò e si scontrò contro la ringhiera che lo bloccò.

Guardò il ghigno dell'alfa, come se lo avesse in pugno e poi guardò di sotto novando Hoseok battersi contro un altro alfa al quale squarciò la gola senza esitazioni e con uno scatto repentino.

L'altezza non era poi molta avrebbe potuto atterrare perfettamente sui suoi stessi piedi e, in caso qualcosa sarebbe andato storto, si sarebbe al massimo scontro con Hoseok.

Puntò nuovamente lo sguardo verso il pirata di fronte a sé e quando questo ghignò iniziando a correre con la spada verso la sua direzione si slanciò all'indietro e fece sì che il suo corpo facesse una capriola nell'aria e ritornasse in posizione eretta. I suoi piedi si scontrarono contro il pavimento, facendolo tremare, ma il suo equilibrio lo sbilanciò verso l'esterno della nave dalla quale rischiò di cadere se solo la spia non gli avesse afferrato il polso e riportato con i piedi a terra.

Ebbe solo il tempo di guardarlo stranito – non si aspettava un aiuto da parte dell'altro – prima di sussurrare un «Ti ringrazio—» interrotto dall'ennesimo urlo e dall'arrivo di due pirati dai lati opposti. Si diedero le spalle bloccando con le spade il colpo dei pirati nemici.

«Il capitano non aveva dato ordini di rimanere in cabina?!» lo sentì urlare dietro di lui e preso da una scarica d'adrenalina spinse l'alfa di fronte a sé facendolo barcollare e con un movimento calcolato e studiato negli anni compì la così detta mozza zeta – colpendo tutti i legamenti principali che avrebbero immobilizzato il corpo del pirata – facendo schizzare le prime gocce di sangue che macchiarono la lama.

«Non prendo ordini da nessuno!» disse in risposta correndo poi verso l'altro pirata che gli andò contro. Con la coda dell'occhio intravide il capitano Yun impegnato a combattere con un coltellino, riuscendo a cavarsela più o meno bene, e Jungkook scontrarsi invece con l'uomo che aveva tramortito all'Henede con un candelabro, nonché il padre di Jisoo.

Cercò la donna con gli occhi e la intravide ancora sulla sua nave, comandare un'altra ondata di uomini che scesero sul ponte di coperta dell'Esmavros urlando.

Se fosse stata lei l'ideatrice di quell'attacco se l'avesse tolta di mezzo tutti gli uomini là presenti avrebbero perso il loro capitano. Ciò che non sapeva era se davvero l'omega avesse quel ruolo quando c'era la presenza di suo padre.

Jungkook doveva aver avuto la sua stessa idea e aveva forse pensato di battere prima l'alfa e poi passare all'omega. Si sarebbe occupato Taehyung della donna che aveva rischiato di farlo violentare per dei semplici tornaconti...

Corse tra le urla e i combattimenti, ferendo con la spada chiunque si mettese in mezzo a lui e il ponte che l'avrebbe portato sulla nave nemica. Quando passò accanto a Jungkook sentì un'imprecazione da parte sua seguito poi da un grugnito di dolore che bloccò Taehyung e lo fece girare involontariamente verso il capitano.

Lo vide con i vestiti ricoperti non completamente dal suo sangue e con espressione infuriata in volto, mentre guardava l'alfa di fronte a lui. Si teneva con la mano l'intercostale ferito dal quale iniziò a sgorgare sangue. La ferita era intravedibile dalla stoffa della camicia squartata in quel punto. Non l'aveva perforato ma l'aveva solo sgraffiato in profondità, ciò significava che non aveva intaccato qualche organo importante e il processo di guarigione sarebbe stato più veloce ed efficiente.

«Ecco qui.» si rivolse a lui l'alfa puntandogli la spada contro come per indicarlo «Sai cosa pensano adesso di me la mia ciurma e tutti gli altri pirati per colpa tua?!» urlò infuriato stringendo la presa sul manico della spada «Che mi sono fatto fottere da un omega!» rise amaramente, chiarendo quanto infastidito fosse da quella situazione. Considerando quanto inferiori vengano definiti gli omega in quel mondo Taehyung non fu così sorpreso dal sentirsi dire queste parole.

Ridacchiò anche lui, con sicurezza però, «Bene, allora guardassero attentamente» disse rivolto ai suoi uomini «perché quel fottuto omega sarà lo stesso che ti uccider—»

Un piccolo coltellino si posò sulla sua gola bloccando le sue parole. Sgranò gli occhi e intravide il profilo delineato di Jisoo accanto a lui, guardare di fronte a sé. Si era lasciato stupidamente distrarre sul campo di battaglia...

In risposta però al suo gesto scorse Jungkook fare lo stesso toccando con la lama ed un ghigno sofferente in volto il collo dell'alfa di fronte a lui.

«Lascialo Jisoo.» constatò con tono fermo. Entrambi avevano in mano la vita di qualcun altro, un passo falso ed entrambi avrebbero perso qualcuno.

«Cosa c'è Jungkook temi per la stessa vita dell'omega che tu stesso mi hai consegnato?» si avvicinò ancor di più a Taehyung facendogli stringere i denti per la paura. Aveva ancora la spada tra le mani e sarebbe stato un vantaggio riuscire a colpirla e allontanarla dalla sua figura, ma il coltellino troppo vicino al collo avrebbe dovuto spostarsi solo di poco per ucciderlo definitivamente.

«Ti riconsegnerò ciò i sacchi che mi hai dato, questa guerra non ha senso.»

«Credi che m'importi?!» urlò nel suo orecchio in risposta «Ha tramortito mio padre e ci è sfuggito sotto al naso, ci ha resi lo zimbello di tutti i pirati! Lo voglio morto!» quando il biondo fece per rispondere sarcastico sentì il suo nome pronunciato ancora una volta da Jungkook che con lo sguardo e un piccolo cenno negativo gli comunicò di fare silenzio.

«Ed stai creando una strage di morti innocenti solo per questo stupido tornaconto?»

Ridacchiò ancora al limite del nervoso la ragazza «Stupido tornaconto?! Mi hanno sottratto sotto al naso l'Henede con tutti i miei omega all'interno! Sai cosa significa questo?!» digrignò i denti irritata «Che ho perso tutto il lavoro di anni ed il rispetto di mio padre... ho perso tutto per colpa sua!» gli si mozzò il fato quando fece più forte la presa e fu allora che intercettò lo stano movimento degli occhi di Jungkook.

La stava distraendo in modo tale che potesse allontanarla e di conseguenza lasciarlo libero.

«Arrenditi, è una guerra persa in partenza contro di me.» fu in quel momento che agì, prima che Jisoo potesse aprire bocca alzò il braccio e le diede una gomitata nello stomaco facendo si poi che la sua lama fosse sotto il suo mento, esattamente come aveva fatto con suo padre quando era scappato.

Gli occhi di lei si sgranarono e proprio mentre nella sua mente s'instaurò l'indecisione di ucciderla o ferirla semplicemente per allontanarla – se avesse giocato il suo stesso gioco sarebbe andato contro i suoi ideali e non sarebbe stato miglio di lei – il padre di quest'ultima andò a colpire la ferita aperta e sanguinante di Jungkook, facendolo grugnire di dolore e puntando la spada contro Taehyung, che immediatamente si fece scudo con la stessa omega.

«E' più importante la vostra reputazione che la vita di vostra figlia?» chiese poi indietreggiando ad ogni passo dell'alfa, stringendo con il braccio il collo della donna – che cercava di colpirlo per liberarsi – e puntando la spada verso l'alfa che avanzava verso di loro.

«Che domande» disse con una risatina sarcastica «cosa vuoi che m'importi dell'unica disgrazia mai capitata in vita mia?» quelle parole gli fecero raggelare il sangue. Ricordava il discorso di Jisoo sul rispetto che si fosse guadagnata solo grazie all'Henede che era riuscita a gestire... non mentiva riguardo suo padre.

«Bastardo.» la sentì ringhiare e fermò i suoi passi quando raggiunse con la schiena il parapetto della nave, bloccandosi. Intravide Jungkook sollevarsi dietro di lui, pronto a scagliarsi nella direzione del pirata se solo avesse provato a colpirlo, ma al contrario di qualsiasi aspettativa Jisoo allungò la mano verso la spada impugnata da Taehyung e con uno scatto repentino, ancora costretta dalle braccia del biondo dietro di lei, creò un graffio obliquo lungo tutto il busto dell'uomo che considerava padre.

«L'unica disgrazia l'ho avuta io ad avere un padre del genere!» esclamò e sentendo poi la presa di Taehyung farsi più leggere – per quanto l'avesse scioccato – si districò dalla presa e spinse suo padre a terra con un calcio premendogli poi lo stivale sul petto ferito e puntando la punta della lama contro la giugulare di quest'ultimo.

Taehyung sbatté le palpebre più volte e, approfittando del momento di distrazione, corse lateralmente per raggiungere Jungkook accasciato sul fianco dolorante con ancora la spada impugnata nella mano e lo sguardo vigile su padre e figlia.

«Ritirata!» urlò l'omega quando, alzando lo sguardo, si rese conto della parità tra i due equipaggi. C'erano stati feriti tra loro e tra l'equipaggio del capitano Jungkook, ma quella guerra aveva perso senso nel momento in cui la vera natura di suo padre – che aveva volutamente non visto quando quest'ultimo l'aveva convolto in quell'attacco – tornò a palesarsi di fronte a sé. Ci aveva provato a renderlo orgoglioso ma nel momento in cui lui non aveva esitato a sottovalutare la sua vita si rese conto di aver sbagliato fin dal principio.

Richiamò sue due uomini per bloccarlo e farlo trascinare nuovamente sulla sua nave, con la quale avrebbe raggiunto poi il covo e l'avrebbe chiuso nelle sue celle segrete per tutta la sua esistenza, prima di rialzare lo sguardo sui due di fronte a lei intenti ancora a guardarli vigili.

«Riconosco d'arrendermi» prese parola la donna con tono glaciale «ma aspetterò comunque il riscatto di ciò che mi devi capitano Jeon.» concluse.

«Contaci.» disse in risposta l'alfa osservando poi con la coda dell'occhio tutti gli uomini di Jisoo ritornare feriti o con alcuni cadaveri tra le braccia sulla loro nave. Aspettò fino all'ultimo uomo e fino allo staccamento delle navi, prima di tirare un sospiro di sollievo e tornare con espressione sofferente in volto a tastarsi la ferita.

«Attento!» Taehyung accanto a sé lo sorresse subito, portando un suo braccio attorno alle sue spalle per reggerlo e guardandolo poi con le sopracciglia corrugate. Un misto di imbarazzo e preoccupazione invadeva i suoi occhi mentre, mettendo da parte le tutto ciò che c'era stato tra loro, prese a camminare aiutandolo a reggersi. «Dobbiamo curare quella ferita.»

«Perché sei uscito?» chiese invece con tono duro l'alfa, irritato.

«Avrei dovuto rimanermene immobile a guardarvi massacrare, senza fare nulla?!» chiese allibito invece Taehyung per quella domanda tanto stupida da parte dell'alfa «Non ho bisogno di alcuna protezione, so difendermi benissimo da solo!» constatò con ancora più rabbia causando solo un sospiro da parte di Jungkook che decise di lasciar perdere per il momento quella conversazione. Aveva un urgente bisogno di stendersi e medicarsi la ferita.

«Che diavolo!» esclamò qualcuno da lontano «Quando aveva appena iniziato a sgranchirmi le gambe!» Gujae dall'altra parte guardò il veliero di Jisoo allontanarsi, lamentandosi.

Venne ignorato da tutti, chi troppo preso dal riprendersi da qualche ferita e chi invece esaltato per quella specie di vittoria. Gli occhi di Jungkook andarono alla ricerca di Namjoon e quando lo videro poco lontano da loro in compagni di Jimin – entrambi sembravano non aver nessun graffo – lo richiamò a gran voce passandogli il comando mentre lui cercò di allontanarsi dall'omega e rintanarsi nella sua stanza.

Ad aiutarlo nella sua impresa fu il capitano Yun che distrette Taehyung dall'accompagnarlo iniziando a tartassarlo di domande. Doveva stare solo e cercare di chiarire una volta per tutte i pensieri nella sua testa.

L'unica cosa che aveva compreso, e che aveva sempre saputo fin dall'inizio con la sola differenza che prima non riusciva ad accettarlo, era d'avere qualche collegamento con Taehyung. Il suo istinto da alfa gli suggeriva che avrebbe dovuto accettarlo senza limitarsi, ma il pirata che era, il ruolo da capitano che ricopriva gli comunicavano solo una cosa: debolezza. Lo aveva visto proprio in quel combattimento, come si fosse lasciato distrarre dalla preoccupazione che potesse essere ferito.

E d'avere una parte di sé legata all'omega lo rendeva vulnerabile e facilmente attaccabile, e questo non poteva permetterlo.

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