ᴍɪɴᴇ ᴏʀ ɴᴏᴛ? || ᴛᴀᴇᴋᴏᴏᴋ

By blxetae

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Jeon Jungkook, ragazzo 17enne che crede ben poco nel cosiddetto "amore a prima vista", ne verrà irrimediabilm... More

1. Chiamata
2. Il biondo
3. Di troppo
4. Ricordi
5. Sospetti
6. Casa Jeon
7. Prendersi cura
8. Gradevole
9. Fratellanza
10. Decisioni avventate
11. Sentimenti stupidi
12. So cosa vuol dire
13. Buio
14. Kim Yugyeom
15. Discussione
16. Voglio provarci
17. Realizzazione
18. Cedere alle tentazioni
19. Infermeria
20. In trappola
21. Dove sei?
22. Appartenenza
23. Speranza
24. Voglia di distrarsi
25. Assenza di pietà
27. Spiraglio di luce
28. Fragile
29. Eomma e appa
30. Incubi e rimedi
31. Perdono
32. Ritorno alla normalità
33. Primo appuntamento [pt.1]
34. Primo appuntamento [pt.2]
35. Il nuovo studente
36. Lasciare il segno
37. Parte della famiglia
38. Gelosia
39. A modo nostro
40. Niente è come noi
41. A cuore aperto
42. Nonostante tutto
43. Ritornare a sorridere
44. Rapido ed indolore
45. Il saggio hyung
46. Solo per stanotte
47. Grazie di amarmi
48. Complicità
49. Un'amore ufficiale

26. Saper porre fine

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By blxetae

Tae's pov

Vedo tutto intorno a me girare vertiginosamente, le luci mi penetrano nella pupilla facendomi venire il mal di testa mentre vengo sballottato da una parte all'altra della pista da ballo.

Poco fa Hoseok mi ha servito l'ennesimo sciottino e nonostante il mio fegato stesse chiedendo pietà l'ho buttato giù senza esitazione per provare ancora una volta quella sensazione gradevole di calore al petto. Mi ha promesso che mi porterà lui a casa perché sono troppo ubriaco per guidare e rischierei la vita inutilmente, verrò domani a recuperare l'auto e magari ne approfitterò per ringraziare come si deve il rosso per l'aiuto che mi da ogni volta. Mi ha però anche detto di restare nei dintorni della sua postazione bar così da potermi tenere d'occhio ed evitare che faccia cazzate, consiglio che ho bellamente ignorato ritrovandomi incapace di stare in piedi tra la massa di ragazzi che stanno ballando.

Dopo qualche minuto impiegato ad uscire disperatamente dal centro del delirio riesco, non so come neanch'io, ad allontanarmi traballante buttandomi poco dopo sul divanetto vuoto che avevo mirato. Nonostante la mia posizione composta sulla pelle del mobile nero vedo tutto intorno a me fare il giro tondo e decido così di chiudere un po' gli occhi per farli —e farmi— riposare.
Peccato che dal riposare gli occhi sono finito con l'addormentarmi, indisturbato dal forte rumore e dalle luci nauseanti.

Una mano abbastanza agitata mi inizia a scuotere freneticamente facendomi aprire piano gli occhi. Davanti a me si para l'immagine del mio amico Hoseok e tiro un sospiro di sollievo al constatare che il locale è ormai vuoto e che quindi possiamo finalmente tornare a casa.
«È ora di andare Tae, ti riporto a casa» mi avvisa e io, non riuscendo a formulare una frase di senso compiuto, mi limito ad annuire e ad appoggiarmi al mio hyung, che mi aiuta ad arrivare all'auto senza cadere come una pera.

Inutile dire che mi riaddormento e che vengo quindi risvegliato una volta arrivati a destinazione.

Con un braccio a tenermi la vita e in mano le mie chiavi di casa mi accompagna a piccoli passi fino al portone d'ingresso e successivamente all'ascensore, dove appena entrato mi appoggio con poca delicatezza al muro rischiando di perdere l'equilibrio.

Ancora una volta Hoseok mi tiene stretto sospirando, probabilmente pentito di avermi fatto bere così tanto.
Sono talmente fuso che non mi accorgo nemmeno che le porte dell'ascensore si sono aperte e che il rosso mi sta già trascinando verso la porta del mio appartamento, per poi impugnare la chiave giusta ed entrare subito dopo lo scatto della serratura.

Ci metto qualche secondo a mettere a fuoco gli oggetti presenti intorno a me ed una volta riuscitoci indico con un cenno di capo la direzione da prendere per la mia stanza al rosso che stava aspettando i miei comandi.

Manca qualche metro affinché io possa finalmente buttarmi sul mio letto e dimenticare definitivamente l'orribile serata trascorsa con una sana dormita, peccato che sarebbe stato tutto troppo semplice. Un conato di vomito mi prende alla sprovvista facendomi spostare brutalmente dalla presa del mio amico e correre mezzo traballante nella stanza accanto, ovvero il bagno, dove subito dopo mi accascio difronte al water e rimetto tutto l'alcol ingerito. Sento i passi veloci di Hoseok raggiungermi e una mano poggiarsi sulla mia schiena e accarezzarmela con dolcezza, mentre man mano mi sento sempre più leggero e un senso di acidità mi disturba la gola.

Rimaniamo così per un po', io a vomitare e lui a farmi compagnia con carezze e frasi tranquillizzanti. Quando finalmente sento di non aver più nulla da espellere vengo aiutato a rimettermi in piedi e senza aspettare ancora mi lavo i denti e la faccia.

Se prima riuscivo almeno a fare qualche passo, adesso che sono debole rischio più volte di cadere a terra ma fortunatamente arrivo sano e salvo al mio letto e questa volta mi ci tuffo sopra per davvero. Mi accoccolo al mio morbido cuscino, pronto per potermi finalmente riposare, ma vengo subito scosso dal rosso.
Uffi voglio dormire ora!

«Non fare il bambino Tae, non puoi dormire con questi vestiti. Inizia a spogliarti che ti cerco un pigiama» mi rimprovera andando a controllare i miei cassetti mentre con uno sbuffo mi metto seduto e mi tolgo i pantaloni.
Poco dopo mi lancia una tuta e si mette seduto vicino a me ad attendere che finisca, aiutandomi là dove faccio fatica.

Una volta vestito più comodo non gli lascio nemmeno il tempo di andarsene che lo abbraccio mormorandogli un "grazie hyung" e, anche se poco chiaramente, vedo gli angoli della sua bocca curvarsi all'insù.
«Figurati, la prossima volta farò più attenzione promesso»
«Non è stata colpa tua, ero io che volevo bere tanto e tu da bravo barman hai solo svolto il tuo lavoro» mi sorride nuovamente, questa volta lasciandomi un bacio tra i capelli e alzandosi.
«Buona notte TaeTae» mi saluta una volta raggiunta la porta, ma lo sento appena, già diretto nel mondo dei sogni.





Un raggio di sole entra furtivo dalla finestra, colpendomi in pieno volto e risvegliando il grande dolore alla testa testa che ero finalmente riuscito ad alleviare con il sonno.
Dannazione!

Ormai con la testa dolorante e nessuna voglia di tornare a dormire decido di alzarmi, con passi trascinati mi dirigo in cucina per prepararmi una bella tazza di caffè ma rimango stupito di ciò che trovo. Un piatto di pancake con sciroppo d'acero e mirtilli mi aspetta sul tavolo della cucina, con tanto di posate e una tazzina di caffè. Un sorriso mi sorge spontaneo sul volto e nonostante apprezzi davvero il gesto non mi faccio troppe domande e mi siedo a mangiare la mia colazione preferita.

Dopo qualche minuto la finisco e poso il piatto e la tazzina nel lavandino, non faccio però in tempo a pulirli che due tenere braccia mi avvolgono da dietro la vita, facendomi sobbalzare per la sorpresa.

Riconosco subito il profumo e il tocco leggero del koala dietro di me e non posso fare a meno di sorridere, ma non uno di quei miei soliti sorrisi, uno piuttosto cupo. Mi sento un verme a non provare più l'amore di prima per lui ma a fare finta di nulla davanti ai suoi occhi, a continuare a ricambiare i baci e le carezze quando le stesse le ho donate ad un altro ragazzo. Ogni volta che mi da queste attenzioni un peso mi opprime il petto per ricordarmi quanto sia crudele a giocare con i sentimenti di un ragazzo così dolce e puro come Jimin.

Afferro le piccole mani prima appoggiate al mio ventre tra le mie e ci gioco un po' prima di portarle alla bocca e baciarle con delicatezza. Una risatina aleggia per la stanza portandomi al limite della sopportazione. Sono stanco di mentire a colui che c'è sempre stato per me e per quanto abbia paura di perderlo, sarebbe solo peggio portare avanti quest'agonia.
Mi giro verso di lui con già gli occhi lucidi ed il labbro tremante, venendo immediatamente colpito in pieno petto dall'espressione spaventata e confusa del biondo. Mi afferra con entrambe le mani il volto e mi asciuga le lacrime che corrono sempre più numerose e veloci lungo le mie guance.
E già, è ormai arrivato il momento che tanto temevo e non posso più tornare indietro.

«Amore che cos'hai? Che succede?»
Amore...
Il mio pianto aumenta d'intensità e con esso i miei singhiozzi facendomi abbassare il volto dalla vergogna.

Sono un mostro.

«Ei guardami!» mi alza il volto «Spiegami cosa succede, non ce la faccio proprio a vederti così!»

Le sue parole sono una pugnalata dopo l'altra: è così prezioso come ragazzo, come ho fatto a meritarmelo? Come ha fatto un angelo come lui a mettersi con un mostro come me? È proprio vero che gli opposti si attraggono...

Prendo un grande respiro pronto finalmente a dirgli tutta la verità, tutto ciò che avrebbe dovuto sapere fin dall'inizio ma che sono stato troppo vigliacco per rivelargli.
A lui non piacciono le bugie, devo dirglielo e adesso.
«M-mi disp-piace tanto..» dico solamente continuando a piangere sulla sua spalla, bagnandogli i vestiti. Mi guarda ancora più confuso di prima e riporta ancora una volta il mio sguardo a contatto col suo.

«Per cosa TaeTae, per cosa sei dispiaciuto?» mi sembra quasi di vederlo tremare mentre scruta il mio volto distrutto. «J-jimin i-io non ti am-o più..» mi libero finalmente il petto mentre le cascate provenienti dai miei occhi straboccano.

Il suo volto diventa improvvisamente pallido e il suo sguardo vuoto, mi sta guardando negli occhi ma allo stesso tempo non lo sta facendo, troppo impegnato a elaborare le mie parole. Rimane imbambolato a guardarmi per qualche secondo ma solo quando anche le sue guance iniziano a bagnarsi mi rendo conto che ha realizzato le mie parole, e sento il mio cuore creparsi.

Scusami Jimin, mai mi sarei aspettato di spezzarti il cuore in questo modo, se avessi saputo che la nostra storia sarebbe finita così avrei fatto in modo di non iniziarla nemmeno, di non rubarti il cuore per poi calpestartelo.

Stringo tra le mie braccia il mio, ormai, ex ragazzo singhiozzante che sembra doversi appendere ad esse per distinguere la sottile linea che divide la fantasia dalla realtà. Il suo gracile corpo è continuare scosso da spasmi mentre gli accarezzo la schiena e gli lascio qualche bacio sui suoi graziosi capelli color confetto.

«Ti p-prego..dimmi c-che s-stai scherz-ando» chiede supplicante più a se stesso che a me, mi stringe forte come a non volermi lasciar scappare.
«Lo vorrei c-così tanto c-credimi»

Rimaniamo abbracciati per un bel po', perdendo totalmente la concezione del tempo stretti all'altro, in questi ultimi momenti prima che tutto venga spazzato via. Mi passa davanti agli occhi la nostra storia, da quando l'ho visto passeggiare la prima volta a Daegu e l'ho rincorso chiedendogli il nome, ogni momento felice, triste o spaventoso, ogni nostro bacio, carezza, tutte le volte che ci accoccolavamo tra le braccia dell'altro dopo aver fatto l'amore, perché sì, quello che consumavamo era amore, quello che Jimin prova tutt'ora per me e che io non riesco a ricambiare è amore.

Nonostante stringerei questo corpicino fra le mie braccia per sempre non posso continuare ad illuderlo che questi piccoli gesti quotidiani possano ancora avvenire. Sembrerò stronzo, e lo sono anche, ma devo porre delle distanze tra me e il rosa, per il suo bene devo porre fine a tutto questo e lasciare che riprenda la sua vita in mano senza di me, trovandosi qualcuno che lo possa rendere felice come davvero merita, senza farlo vivere in una fiaba che, per quanto bella, non si avvererà mai come ho fatto io.

Mi stacco lentamente dal maggiore non togliendo il mio sguardo dal suo viso bagnato che prendo tra le mani e asciugo con cura, rimango ad ammirare ancora quel viso e quelle labbra piene che non mi appartengono più.

«Jimin io..»
«P-perché? C-cos'ho sbaglia-to?» mi chiede asciugandosi le lacrime con le maniche della felpa puntando finalmente i suoi occhioni nei miei.
«Niente, non hai sbagliato niente..» lo rassicuro, eppure sembra solo più agitato. «È d-da un po' che ti sento p-più distaccato, qual è i-il motivo?» si appoggia al mobile della cucina cercando di trattenere i singhiozzi e sfogando la sua delusione stringendo i lembi della sua felpa.

«Non era mia intenzione, ma ho iniziato a provare dei sentimenti per un'altra persona..» sussurro con voce flebile mentre mi torturo le mani. Lui invece annuisce distrattamente, il suo corpo è nuovamente scosso da singhiozzi e il suo volto bagnato, cerca di accennare un sorriso per tranquillizzarmi ma non riesce nel suo intento.

Rimango qualche secondo a guardarlo, indeciso se abbracciarlo o meno, non del tutto sicuro che avrebbe accettato il gesto. Mi avvicino a piccoli passi e tendo le braccia verso di lui, come a chiedergli il permesso, e noto con piacere ma anche tristezza che non ci pensa due volte a buttarsi tra le mie braccia.

Gli accarezzo i capelli mentre lui annusa il mio profumo con la testa nell'incavo del mio collo.
«Ti giuro su tutto quello che vuoi, sulla mia vita stessa, che non avrei mai voluto che le cose andassero in questo modo. Sei sempre stato il ragazzo perfetto che tutti vorrebbero e non poter più ricambiare l'amore che provi per me è davvero straziante. La colpa non è tua e nemmeno mia a dirla tutta, non ho scelto io di provare sentimenti così forti per qualcun altro. Ho solo tanta paura di perderti Jimin-ah» gli sussurro all'orecchio posando poco dopo un bacio sulla sua guancia paffuta. Lo sento man mano calmarsi e trasformare i singhiozzi in respiri profondi.

«Chi è?» alza lo sguardo «Posso solo sapere chi mi ha rubato la mia gioia più grande?»

Deglutisco a vuoto. No, non posso nominare il corvino, la situazione è già pessima così com'è, non posso rischiare di compromettere l'amicizia dei due nel momento in cui questa serve più di ogni altra cosa.
Parleremo con Jimin una volta tornato a casa e ripresosi dal rapimento.
«Non voglio che tu lo sappia adesso, hai già tanto a cui pensare. Voglio prima che tu ti riprenda, dopodiché ti spiegheremo ogni cosa»

È evidentemente deluso dalla mia risposta e lo capisco, vuole delle spiegazioni dopo una rivelazione del genere, ma non voglio davvero più farlo preoccupare per oggi.
L'unica cosa per cui gli concedo preoccuparsi è Jungkook.

Annuisce e si stacca dal mio petto che viene subito invaso da un senso di gelo non avendo più il suo corpo a contatto col mio.
«Va b-bene» lo vedo girarsi con l'intento di raggiungere la porta d'ingresso e sospiro, realizzando che una volta uscito da lì sarà veramente tutto finito.

Lo seguo fino alla sua meta ed una volta aperta quest'ultima lo trattengo dal polso proprio mentre sta per incamminarsi. Mi guadagno un suo sguardo stupito e ancora più dolorante una volta abbassatosi sulla mia mano.
«Ti prego non odiarmi Jiminie, non hai idea di quanto ho sofferto e soffrirò per questo ma sarebbe stato solo peggio continuare ad illuderti facendo finta di nulla» ancora una volta annuisce.
«Hai ragione, grazie per tutto quello che hai fatto per me. Sappi che mi hai fatto sentire unico e speciale e per questo non potrei mai odiarti» mi sorride con gli occhi lucidi.

Si avvicina titubante a me mettendomi le mani sulle spalle, gesto che mi sorprende non poco e al quale rispondo con uno sguardo confuso. «Mi concedi un'ultima cosa prima di lasciarti andare?» annuisco «posso darti un ultimo bacio?»

Vorrei con tutto me stesso avere la forza per rifiutare e non aumentare il dolore ad entrambi ma sono troppo egoista per privarmi di una cosa che mi fa stare così bene un'ultima misera volta.

Senza rispondergli unisco le nostre labbra in un bacio dolce e bisognoso, nel quale si riesce a sentire benissimo il desiderio che abbiamo dell'altro. Le sue mani sono poste timidamente sulle mie spalle, le mie invece stringono i suoi fianchi come a poter scaricare tutta la sofferenza in questa stretta.
Si possono distinguere benissimo le lacrime salate mischiate al sapore delle labbra rosee appartenenti al ragazzo stretto a me, a creare un mix stupendo.

Rimaniamo a baciarci finché non necessitiamo entrambi di riprendere fiato. Ci stacchiamo per guardarci negli occhi come ad avere conferma che il bacio sia piaciuto anche all'altro, sorridendo amaramente per l'intensità che ha avuto un gesto così semplice.
«C-ciao TaeTae» mi saluta con la mano e il volto rigato dalle lacrime.
«Ciao J-Jiminie» ricambio il gesto prima di vederlo allontanarsi sempre di più fino a scomparire all'interno dell'ascensore e far scomparire insieme alla sua figura una parte del mio cuore.

Hai fatto la cosa giusta Taehyung.






Rieccomi tornata gente!
Mi scuso per l'eccessiva staticità del capitolo ma era importante come scena e ho preferito dedicare un capitolo appositamente per questo visto che i prossimi saranno più movimentati.

Grazie di star seguendo e supportando la mia storia, ci vediamo al capitolo 27!🥰

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