Morte gira per il parco isolato in cerca di una panchina su cui riposarsi, ma trova invece un ragazzetto con le mani posate su una zona dell'addome e con il dolore in viso.
«Ehi, scusa!»
Il ragazzo, che ha individuato la Morte in mezzo alla natura, lo raggiunge in un batter d'occhio.
Ecco, ci risiamo, pensa la Morte.
«Cosa c'è in questo punto? Il fegato?»
Il giovane indica un punto preciso della pancia e fa una smorfia di dolore.
«Mi fa male. Non è che è l'appendice?»
Strano che gli umani non conoscano il proprio corpo, pensa l'ammasso di ossa ingiallite.
«Non lo so, io non ho organi». Risponde.
Ancora un'altra smorfia. «Fa malissimo. Forse sto per morire.»
«Non so cosa ci sia lì, ma posso guardarti dentro.»
Il ragazzo annuisce con foga, mentre Morte si accomoda su una panchina appena trovata.
Concentra il suo sguardo sull'addome del giovane ragazzo.
«Oh, ora so bene cosa ti attanaglia.»
«Davvero? Cosa ho qui?»
Appoggia nuovamente la mano sul lato sinistro della pancia.
«Il male di vivere.»
«Oh». Il ragazzetto inclina nuovamente il capo e, tenendosi l'addome, se ne va afflitto.
༄
E voi, dove lo sentite il mal di vivere? All'altezza dello stomaco o all'altezza della testa?
Io lo sento nelle ginocchia. Non mi permette di camminare.
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