Perfectly Wrong

By thiisiisme

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Quelle due lineette parallele, così semplici e banali, hanno distrutto il mondo apparentemente perfetto che a... More

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Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
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Wattys 2020

Capitolo 29

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By thiisiisme

"Get me a drink, I get drunk off one sip, just so I can adore you. I want the entire street out of the town just so I can be alone with you. Now go when you're ready. My head's getting heavy, pressed against your arm. Just to adore you, I adore you" canticchio nella speranza di far scomparire il nodo che mi si è formato all'altezza dello stomaco.

Nonostante la musica abbia sempre avuto un effetto rigenerante su di me, oggi neppure Dean Lewis riesce a farmi stare meglio. Tornare a scuola dopo tre giorni mi sembra un'impresa così impossibile che, se dipendesse da me, probabilmente resterei sotto la doccia per sempre. Accarezzata dall'acqua calda che mi dà l'impressione di essere invincibile e sicura, anche se queste sensazioni di conforto spariranno non appena uscirò dalla solitudine e dal calore del bagno.

Il suono di un applauso mi fa sobbalzare: "COLE, COSA CAZZO CI FAI IN BAGNO?! NON VEDI CHE STO FACENDO LA DOCCIA?!"

"Sta' tranquilla, sono Isaac" la sua voce famigliare mi fa ringraziare il cielo che non sia Cole, perché lo avrei ucciso e così facendo avrei perso l'unica persona che, più o meno, è nella mia stessa identica situazione agli occhi dei miei compagni di scuola.

"Mi hai fatto prendere un colpo, imbecille" riapro il getto d'acqua che avevo chiuso per lo spavento e mi sciacquo un'ultima volta per eliminare tutta la schiuma dal mio corpo "Da quanto mi ascolti cantare?"

"Abbastanza per autoproclamarmi il tuo fan numero uno" ridacchia ed io roteo gli occhi mentre indosso l'accappatoio azzurro pastello.

"Sono sempre più dell'idea che tu abbia sbattuto la testa" esco dalla doccia e mi tolgo la cuffia che avevo indossato per evitare di far bagnare i capelli appena piastrati.

"Sono passato per augurare la buona fortuna a te e alla mia piccola nipotina... Purtroppo vado a lavoro e non potrò assistere in prima fila al tuo ritorno in grande stile"

"Ma quale grande stile?"

"Il tuo, mi pare ovvio. Sono qui anche per assicurarmi che non ti vesta come una suora e che metta in mostra la tua pancia stupenda. Ormai tutti sanno ogni cosa, che senso ha continuare ad indossare quelle felpe enormi?"

"Indosserò questo maglioncino e un paio di jeans" gli mostro la maglia in questione e sorride soddisfatto.

"A quanto pare io e Megan ti abbiamo istruita bene" sorride.

"Si dà il caso che io abbia stile, ma che per ovvi motivi abbia dovuto rubare felpe extra large dal reparto maschile per un po'"

"Lo ammetto, lo ammetto... Hai stile" alza le mani in alto in segno di resa "Però a volte hai paura di metterti troppo in mostra e preferisci rimanere nell'ombra. E sbagli, perché la luce del sole - anche se a volte può far paura - è stupenda e merita di essere vista"

"Sono le cose più belle a fare più paura..."

"Un po' come i fuochi d'artificio e il forte rumore che li succede. Se ci lasciassimo influenzare dal fracasso che comportano, probabilmente non ci godremmo il meraviglioso spettacolo di luci e colori. In fondo al rumore prima o poi ci si abitua e, finalmente, possiamo scorgere tutti i dettagli stupendi che prima ci erano sfuggiti" gli sorrido e resto qualche attimo in silenzio per assaporare la profondità delle sue parole.

"Puoi girarti? Devo vestirmi" apre la bocca per ribattere, però lo interrompo "Non giocare la carta dell'omosessualità, perché non m'importa. È imbarazzante anche se so benissimo che sei gay"

"Va bene" ridacchia e si gira di spalle mentre io indosso i vestiti che il ragazzo dagli occhi grigi ha approvato.

"Fatto" dico dopo un tempo infinitamente breve.

Mi guardo allo specchio e rimango qualche istante a fissare la mia immagine. La pancia, che in questi ultimi giorni sembra essere lievitata, è messa in evidenza dal maglioncino in modo estremamente carino. Però mi fa ugualmente paura perché mi ricorda che questa volta, a differenza della scorsa, non devo proteggere solo me, ma anche lei. Piccola ed innocente contro un mondo troppo crudele.

Isaac mi raggiunge alle spalle e poggia le mani sul mio ventre, accarezzandolo.

"Mi sembra ancora così strano che la mia piccola sorellina sia incinta. Sapevo che prima o poi avresti perso la tua innocenza, però diventare zio è stata una notizia del tutto nuova"

"Riesci ad immaginarmi come mamma?" metto le mie mani sulle sue e le sposto in modo da formare un cuore.

"Ti immagino come una mamma stupenda. Di sicuro un po' imbranata, però ugualmente perfetta" sorride e mi lascia un bacio sulla testa "È come quando da piccoli giocavamo a fare i genitori, soltanto che questo è un livello più avanzato. Sono sicuro che, così come da bambina superavi le altre mamme, anche da grande farai invidia a tutte"

"Mi sarebbe bastato anche solo un sì, però lo apprezzo molto"

"Non sono cazzate. Credo a tutte le cose che ho detto, dalla prima all'ultima" mi guarda serio attraverso la superficie riflettente "Sarete una bella famiglia" gli sorrido "E ne è una prova Cole, che sarebbe potuto scappare in Messico, eppure è ancora qui al tuo fianco. Quando sono arrivato era in soggiorno a fare avanti e dietro come un pazzo... Deve avere paura anche lui di questo ritorno "in grande stile". Oggi tutta la scuola scoprirà che è lui il padre della piccola, non è mica una cosa da poco" il suono acuto e squillante dell'orologio di Isaac interrompe questo momento magico.

"Adesso devo proprio andare a lavoro" mi abbraccia forte e mi passa una mano tra i capelli come al suo solito "Buona fortuna, leoncina"

"Grazie, ricciolino" lo stringo fortissimo a me "Ti voglio bene"

"Anche io" sorrido contro la sua spalla anche se non può vedermi "Fa' vedere a tutti chi sei"

Io e Cole siamo arrivati a scuola in perfetto orario, però, una volta davanti all'ingresso della nostra scuola, mi sono bloccata senza riuscire più a muovere nessun muscolo.

"Sei pronta?" mi chiede Cole notando la mia esitazione nello spingere la porta d'accesso dell'istituto.

"È troppo tardi per scappare?" lo guardo speranzosa.

"Temo proprio di sì" mi sorride incoraggiante, però continuo a non muovermi.

"Mi sembra che varcare questa porta equivalga ad uscire dalla mia fortezza, dalla bolla in cui mi sono rinchiusa per giorni. Ho paura di farmi male, tutto qui" butto fuori i miei pensieri senza filtrarli come faccio di solito.

"Ti prometto che non ti farai del male, ci sono io con te. Combatterò questa battaglia al tuo fianco, ricordi?" annuisco lievemente. Mi sento una bambina terrorizzata.

"Sicuro che la maglia non sia troppo attillata?" all'improvviso mille domande mi invadono il cervello facendomi sentire inadeguata e la paura aumenta inesorabile.

"Sei bellissima così come sei, smettila di farti paranoie insensate"

"Non posso farne a meno"

"So che è difficile, ma insieme ce la possiamo fare. Possiamo attraversare quel corridoio pieno di gente e fingere di essere soli. Le persone parleranno, però per noi saranno solo echi lontani"

"E se non ci riuscissi?"

"Io so che ci riuscirai" mi rivolge uno dei suoi bellissimi sorrisi "Adesso andiamo, altrimenti rischiamo di restare tutta la giornata qui fuori"

"Va bene" poggio la mano sulla maniglia, però non riesco ancora a premerla.

"Ricorda: questa non è la tua battaglia" la mano di Cole si posa sulla mia "È la nostra" spinge la maniglia e spalanca la porta. Mi prende la mano facendo intrecciare le sue dita con le mie ed inizia a camminare nel corridoio che in questo momento, così pieno di gente, mi fa pensare al Red Carpet.

Tutto sembra andare a rallentatore. Alcuni si fermano a guardarci, altri parlottano mentre ci indicano, ma a me stranamente non importa. Riesco solo a pensare alla mia piccola principessa e a quanto sia felice di essere qui. 

Lo dovevo alla bimba che mi cresce dentro, così come lo dovevo a me. Questa è la mia rivincita per tutte le volte in cui, a causa delle loro parole, mi sono sentita inadeguata, vuota. È una rivincita per tutte le lacrime versate, per tutti i disegni strappati e gli insulti cancellati.

Contro ogni previsione, mi sento felice. Sorrido così forte da sentire dolore alle guance e stringo la mano di Cole che mi è accanto nonostante tutto. Non mi sarei mai aspettata da lui che mi tenesse letteralmente per mano mentre affrontiamo insieme i miei demoni fastidiosi.

A differenza di qualche anno fa, non sono sola. Ho Megan, sempre pronta a difendermi nonostante tutto, Isaac, che questa volta mi è accanto non solo davanti ad uno schermo, e Cole, che a volte vorrei strozzare, ma che il più delle volte riesce a sorprendermi con i suoi comportamenti dolci e protettivi.

Forse, nonostante le tante insidie che si sono presentate sul mio percorso, anche per me, da qualche parte, c'è il lieto fine a cui tanto aspiravo da piccola. La conclusione di una di quelle fiabe che, dopo tante peripezie e avventure spericolate, ti lascia senza fiato e con un sorriso ebete stampato sul volto.

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