Scusa se ti amo

By scodafabiaa

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[COMPLETA] Catherine Boulevard a ventitré anni è in uno stato confusionario della sua vita. Vive in un piccol... More

Capitolo 1.
Capitolo 2.
Capitolo 3.
Capitolo 4.
Capitolo 5.
Capitolo 6.
Capitolo 7.
Capitolo 8.
Capitolo 9.
Capitolo 10.
Capitolo 11.
Capitolo 12.
Capitolo 13.
Capitolo 14.
Capitolo 15.
Capitolo 16.
Capitolo 17.
Capitolo 18.
Capitolo 19.
Capitolo 20.
Capitolo 21.
Capitolo 22.
Capitolo 23.
Capitolo 24.
Capitolo 25.
Capitolo 26.
Capitolo 27.
Capitolo 28.
Capitolo 29.
Capitolo 30.
Capitolo 31.
Capitolo 32.
Capitolo 33.
Capitolo 34.
Capitolo 35.
Capitolo 36.
Capitolo 37.
Capitolo 38.
Capitolo 40.
Capitolo 41.
Capitolo 42.
Capitolo 43.
Capitolo 44.
Capitolo 45.
Capitolo 46.
Capitolo 47.
Capitolo 48.
Capitolo 49.
Epilogo.

Capitolo 39.

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By scodafabiaa






Entrammo in casa sua e lui appoggiò le chiavi sul tavolo, mi tolsi anche io il cappotto e lo appoggiai a mia volta sul tavolo mentre lui in silenzio si diresse in cucina e prese in mano una bottiglia di latte.

<< Che fai? >> gli chiesi entrando anche io in cucina, mentre lo osservavo tirare fuori due tazze.

<< Non ho bibite oltre all'acqua e al latte, quindi pensavo di farmi una tazza di cereali, a te va? >> mi guardò con la bottiglia di latte a mezz'aria mentre io lo guardai con un mezzo sorriso.

Capii che non aveva intenzione di parlare di ciò che era successo.
Quindi non provai nemmeno a fargli domande inutili che probabilmente lo avrebbero solo fatto arrabbiare.

<< Va bene >> dissi avvicinandomi mentre lui versò il latte nelle tazze.

<< Ma lo sai che si versano prima i cereali del latte? >> gli domandai retoricamente mentre lui alzò un sopracciglio.

<< Ho sempre versato prima il latte >> mi rispose lui, mentre io scossi la testa.

<< Hai sempre sbagliato allora >> continuai io, mentre lui si girò divertito.

Mi sedetti sullo sgabello davanti all'isola ed aspettai un attimo con un sorriso a trentadue denti vergognoso.

<< Allora sta sera ti renderai conto di cosa ti sei persa in tutto questo tempo a fare sempre ciò che dicono sia giusto fare >> disse lui mettendomi la tazza con i cereali davanti.

Fissai quella tazza, per un attimo interdetta, mentre lui si sedette davanti a me e incominciò a mangiare i cereali facendo una smorfia molto probabilmente per il dolore al labbro.
Presi una cucchiaiata e mangiai i cereali.

<< Allora? >> mi chiese lui, sogghignando.

<< Mmm buona questa tazza di cereali
ribelle >> commentai io con la bocca piena di latte e cereali ridendo; rise anche lui continuando a mangiare mentre io presi un fazzoletto di carta per pulirmi.

<< Non hai mai sgarrato eh? >> mi chiese lui, mentre io ci pensai un attimo.

<< Si invece, non sono così santarellina come credi >> dissi io, cercando nella mia memoria qualche cavolata fatta in passato.

<< Ad esempio? >> m'incalzò lui.

<< Beh.. >> ci pensai ancora << Ho fatto molte cose! Una volta all'elementari avevo portato a casa per le vacanze di Natale il pesciolino della classe per prendermene cura.. era tipo una mascot >> incominciai, mentre lui annuí bevendo il latte.

<< Continua >> disse.

<< E poi non so come, una mattina mi sono svegliata ed era morto per chissà quale motivo, fatto sta che ne ho comprato uno identico, e quando sono ritornata a scuola non ho detto nulla, ma ho fatto finta che fosse lo stesso che mi ero portata a casa! >> lo guardai io, incrociando le braccia al petto mentre lui mi guardò per un attimo.

Scoppiò a ridere, sotto il mio sguardo aggrottato, e subito dopo si portò una mano al labbro quando rincominciò a colargli del sangue per aver riaperto il taglietto, senza però riuscire a smettere di ridere.

<< Mi stai prendendo in giro? >> gli chiesi.

<< Io non ci credo >> disse ridendo ancora, mentre gli puntai il dito contro.

<< Guarda, ti sta uscendo ancora sangue questo è il karma! >> gli feci notare.

<< Mi sa che l'unica esperienza elettrizzante nella tua vita sia aver baciato me >> disse lui provocatorio, mentre io cercai di non nascondere il mio rosicare per essere riuscito a zittirmi.

Squillò un cellulare e mi girai a vedere notando che era il mio e per un attimo calò il silenzio.

<< Meglio se rispondi va >> disse lui con un sorriso di scherno mentre si alzò per andare chissà dove.

Presi il cellulare e non appena lessi sul display "mamma", sbuffai decidendo di chiudere la chiamata.

Andai dov'era andato Terence e lo vidi sdraiarsi in camera sua, sul suo letto matrimoniale a dir poco invitante.

<< Hai qualche disinfettante per il tuo povero labbro? >> gli chiesi, e lui annuí.

<< Sono in bagno, sopra la prima mensola, ci sono anche i fazzoletti >> disse lui << Ma non c'è bisogno Cath, non serve >> finì, mentre io non lo ascoltai ed andai a prendere il disinfettante e un pacco di fazzoletti.

Mi avvicinai e rimasi indecisa, in piedi davanti al letto.

<< Avvicinati Cath, dovrebbe ormai essere passato l'imbarazzo >> ridacchiò lui, mentre io feci una smorfia sedendomi affianco al suo bacino.

Osservandolo meglio, il suo taglio sembrava messo un po' male, il labbro inferiore era un po' gonfio e molto arrossato, il sangue sgorgava anche se non molto.

<< Non ti faceva schifo il sangue? >> mi ricordai io, mentre lui aggrottò la fronte.

<< E a chi pensa al sangue ora >> mi rispose lui, alludendo a chissà che cosa.

Mi guardò senza dirmi nulla e respirando a fatica.
Allungò la mano e accese delle luci di natale oro che si trovavano sopra la testata del letto, facendo un mezzo sorriso sbilenco.

Cercai di mandargli un'occhiataccia ma quel suo gesto mi fece ridacchiare.

<< Possibile che fai sempre lo scemo >> gli sussurrai mentre lui guardandomi mi accarezzò la tempia e la guancia.

<< Possibile che sta sera non riesco a staccarti gli occhi di dosso >> disse invece lui, facendomi impazzire il cuore.

Distolsi lo sguardo, incapace di replicare, qualsiasi cosa avrei detto, sarei sembrata ridicola, perché a volte lui mi rendeva anche così, vulnerabile.

Presi un fazzoletto e lo impregnai di acqua ossigenata, e con delicatezza tamponai sul taglio.

Poi mii avvicinai e decisi di dargli un bacio sulla guancia, perché fare cose insensate faceva parte di me.
Eppure in cuor mio, sapevo che era solo un pretesto o un modo per avvicinarmi sempre più a lui, perché è come se più lo vedevo e più stare con lui non mi bastava.

Mi prese la testa tra le sue mani e mi diede un bacio a fior di labbra, e poi si staccò guardandomi e me ne diede un altro, e poi un altro ancora finché non si alzò con il busto per approfondirlo.

E Dio solo sa in quel momento quanto stavo tremando, perché non era spiegabile quanto lui mi facesse stare bene, con le sue stupide battutine, o il suo sorrisetto impertinente sempre presente.

Uno squillo mi fece staccare, ed era il mio cellulare di nuovo che s'illuminò con la foto di Katie, segno che mi stava chiamando.
Terence si sdraiò di nuovo fissandomi mentre io presi il cellulare e risposi.

<< Si? >> chiesi mentre dall'altra parte sentivo dei rumori.

<< Ehi Cath? Ci sei? >> mi chiese lei.

<< Si si, dimmi >> risposi io, mentre Terence incominciò a togliersi la camicia, scoprendo i suoi addominali e facendomi deglutire.

<< Tutto apposto? Dove sei? >> mi domandò lei.

<< Sono.. sono a casa perché? >> le chiesi, mentre sentí Terence ridacchiare strafottente.

<< No nulla volevo essere sicura che stessi bene, ora non posso parlare comunque ti ho chiamata perché ero preoccupata, ci sentiamo dopo, ti richiamo >> mi disse lei, facendomi aggrottare le sopracciglia.

<< D'accordo, ciao >> la salutai io per poi chiudere la chiamata.

Mi morsi il labbro mettendo il cellulare dentro la borsa e guardando per un attimo le luci che illuminavano tutta la stanza.

<< È meglio se me ne vado >> bisbigliai, sotto il suo sguardo confuso.

Presi i lembi della coperta e feci una cosa dolce, che solitamente facevo solo con Jake, e gli rimboccai la coperta.

Gli sorrisi e feci per alzarmi ma lui mi prese la mano e mi fermò.
Lo fissai aspettando che mi dicesse qualcosa.

<< Ti prego non andartene >> sussurrò, mentre io rimasi a fissarlo immobile.

Quanto poteva essere immorale sdraiarsi sul letto insieme al migliore amico di tuo fratello il quale ci aveva tra l'altro appena litigato proprio per colpa tua.

Lo guardai ancora, per una manciata di secondi, mentre tutto il mio corpo fremeva all'idea.

Senza che potessi aggiungere altro mi fece spazio e mi attirò a sé, e io mi sdraiai affianco a lui.
Sentì un'ondata di calore pervadermi e la sua mano appoggiarsi sul mio fianco per attirarmi di più a lui.

Ero scomoda con questo vestito addosso e con gli orecchini che tiravano i capelli, ma le sue braccia mi tenevano stretta e non volevo, per nessun motivo, sottrarmi.

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