ᴍɪɴᴇ ᴏʀ ɴᴏᴛ? || ᴛᴀᴇᴋᴏᴏᴋ

By blxetae

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Jeon Jungkook, ragazzo 17enne che crede ben poco nel cosiddetto "amore a prima vista", ne verrà irrimediabilm... More

1. Chiamata
2. Il biondo
3. Di troppo
4. Ricordi
5. Sospetti
6. Casa Jeon
7. Prendersi cura
8. Gradevole
9. Fratellanza
10. Decisioni avventate
11. Sentimenti stupidi
12. So cosa vuol dire
13. Buio
15. Discussione
16. Voglio provarci
17. Realizzazione
18. Cedere alle tentazioni
19. Infermeria
20. In trappola
21. Dove sei?
22. Appartenenza
23. Speranza
24. Voglia di distrarsi
25. Assenza di pietà
26. Saper porre fine
27. Spiraglio di luce
28. Fragile
29. Eomma e appa
30. Incubi e rimedi
31. Perdono
32. Ritorno alla normalità
33. Primo appuntamento [pt.1]
34. Primo appuntamento [pt.2]
35. Il nuovo studente
36. Lasciare il segno
37. Parte della famiglia
38. Gelosia
39. A modo nostro
40. Niente è come noi
41. A cuore aperto
42. Nonostante tutto
43. Ritornare a sorridere
44. Rapido ed indolore
45. Il saggio hyung
46. Solo per stanotte
47. Grazie di amarmi
48. Complicità
49. Un'amore ufficiale

14. Kim Yugyeom

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By blxetae

E con un ultimo sguardo verso la sua inconsapevole fonte di salvezza il corpo del corvino cadde a terra privo di sensi.

D'altro canto il giovane al suo fianco si prese uno spavento enorme e si sentì impotente davanti a quel corpo così esile eppure così bello privo di sensi davanti a lui. Non ci pensò due volte a chiamare l'ambulanza e si sentì ancora peggio nel constatare che il ragazzo a terra era solo, nessuno lo era venuto a cercare.
Si sentì il cuore a pezzi alla vista del sorriso spento ed inquietante presente sul suo volto e fu a quel punto che temette il peggio.

E se tutto fosse accaduto per sua volontà?

Rabbrividì al solo pensiero di un gesto così estremo per un giovane così bello. Eh già, doveva proprio ammettere che quel ragazzino così fragile era di una bellezza mai vista prima, il suo volto sembrava di porcellana e faceva contrasto con i capelli scuri. Eppure anche in queste condizioni era meraviglioso, un regalo di Madre Natura, e vederlo così indifeso gli fece venir voglia di difenderlo da qualunque cosa stesse passando.

Senza un motivo vero e proprio lo prese tra le braccia e gli fece adagiare il volto sul suo petto, provando a cullarlo con dei lievi oscilli.
Il più alto di certo non poteva sapere di star aiutando così tanto il piccolo con questo gesto.



Kookie's pov

Nel bel mezzo dei miei sogni una gran luce mi si para davanti, provocandomi tanto fastidio agli occhi. Li apro controvoglia e vengo abbaiato da quelle che capisco essere delle luci poste sul soffitto. Mi guardo intorno e realizzo di essere su un lettino di quello che, dalle pareti scolorite e dalla flebo posta nel mio braccio, è l'ospedale di Seoul.

Noto ai piedi del lettino il mio zaino di scuola e subito ricollego tutto, il malessere, la figura sfocata al mio fianco ed infine il buio più totale.
Ho giusto il tempo di pensarci che sento un mugolio alla mia destra, precisamente dalla sedia posta vicino al lettino. Un ragazzo dai capelli neri sta dormendo sulla sedia con le braccia incrociate e la testa sporta di lato.
Mi stupisco nel vedere uno sconosciuto accanto a me, in ospedale per giunta.

Possibile che non si fosse sbagliato e che volesse vedere davvero me?

Con questo dubbio per la testa decido di svegliarlo nel modo più tranquillo possibile, seppur a malincuore data la sua espressione così beata. Appoggio delicatamente una mano sulla sua gamba e scuoto ripetutamente.
«Hey...hey ragazzo! Svegliati!» dico incerto ed imbarazzato allo stesso tempo, senza grande successo.

Ritento. Gli picchietto per un po' il braccio e stavolta riesco a svegliarlo.

Apre gli occhi a fatica dal sonno e se li stropiccia con una mano mentre con l'altra si stiracchia. Non posso fare a meno di farmi scappare una risata.
«Buongiorno fiorellino» scherzo e lui mi sorride ancora mezzo addormentato.
«Ti sei svegliato finalmente» ammette esaminandomi dalla testa ai piedi, come a constatare che io stia bene. «Stai meglio?» infatti mi chiede dopo qualche secondo di silenzio.

Annuisco e punto il mio sguardo dritto nel suo, ma senza farlo apposta lo faccio arrossire, e di conseguenza arrossisco anch'io.
«Menomale, mi hai fatto spaventare moltissimo. Per un attimo ho temuto fosse qualcosa di davvero grave, i dottori mi hanno rassicurato dicendomi che il tuo è stato solo uno svenimento dovuto ad un calo di pressione» all'udire quelle parole preoccupate mi faccio piccolo piccolo nel lettino che mi sta ospitando e non posso fare a meno di mantenere il silenzio come mia unica difesa; perché sì, in questo momento devo sembrare così dannatamente fragile e debole, ed io non posso, non voglio più mostrarmi tale davanti a chiunque non sia Jimin.

Il ragazzo davanti a me non interrompe il religioso momento di silenzio, forse convinto che sia meglio così da parte di uno sconosciuto, eppure non voglio che tutto termini, voglio capire perché questo ragazzo sia qui accanto a me, adesso. Nonostante la situazione abbastanza scomoda mi sforzo di dedicargli un sorriso di ringraziamento, d'altro canto lui sembra apprezzarlo e ricambia il gesto.
Mi piace averlo fatto sorridere, ha un sorriso luminoso.

«Grazie mille per essermi accanto ora come ora, temevo mi sarei annoiato al mio risveglio, che nessuno mi avrebbe accolto alla luce del sole, grazie ancora» decido di ringraziarlo come si deve, facendolo nuovamente arrossire e grattarsi il collo imbarazzato.

Mi sembrava giusto mettere le cose in chiaro, il suo non è un gesto da poco, quanti spenderebbero ore delle proprie giornate per accertarsi che un totale sconosciuto guarisca come si deve in un noioso ospedale? Ve lo dico io, nessuno.
Nemmeno il mio migliore amico è qui con me adesso, nemmeno la persona più importante della mia vita è qui adesso, e mi fa male il cuore per questo. Non ha la più pallida idea questo ragazzo di quanto sia felice di non essere, per l'ennesima volta, solo. Seppur non dalla persona che speravo, sono affiancato da qualcuno in questo momento, da qualcuno di gentile e allegro, e non potrei volere altro.

Ma adesso sono davvero curioso di sapere l'identità del mio salvatore, perché beh, se non mi avesse visto svenire e se non avesse chiamato l'ambulanza lui io ora sarei ancora steso sull'erba di quel parco, al buio, al freddo, e solo.

«Come ti chiami?» chiedo improvvisamente prendendolo alla sprovvista, si ricompone in fretta e porgendomi una mano si presenta.
«Yugyeom, Kim Yugyeom al tuo servizio...»
«Jungkook, Jeon Jungkook» affermai con un grande sorriso a dipingermi il volto già più colorito di qualche ora prima, stringendogli contento la mano porsami poco prima.
«Al tuo servizio Jungkook» continua facendomi spuntare un gran sorriso sul volto e di conseguenza, i miei 'dentini da coniglietto' di cui anche lui apprezza la presenza.

Decido di aprirmi con lui, se lo merita, e ci mettiamo a chiacchierare come fossimo due cari amici. Scopriamo tante cose l'uno dell'altro in così poco tempo; ho ad esempio scoperto che questo ragazzone alto un metro ed un lampione è in realtà un mio namdongseng* e che frequenta il mio stesso anno nella mia stessa scuola, avendo però scelto un indirizzo diverso dal mio.
Che strano, e pensare che non l'ho mai visto a scuola nonostante le classi del suo indirizzo siano allo stesso piano delle classi riservate al mio...bhe, si può sempre rimediare, no?
Abbiamo molte cose in comune, personalità, passioni, gusti, e devo ammettere che è proprio simpatico, mi piacerebbe molto diventargli amico.

La stanza è invasa dalle nostre risate dovute a racconti quotidiani o cose divertenti che ci sono successe, e questo momento vorrei proprio non finisse mai. Sono così spensierato, quasi mi sembra di non essere nemmeno in ospedale e l'imbarazzo iniziale si è presto dissolto tra un sorriso ed un altro.

Il rumore della porta però mi riporta alla realtà facendoci voltare sorpresi verso la fonte di distrazione, che scopriamo essere dovuta alla presenza di due persone, di due persone che conosco bene.
«Kookieee!» urla sorpreso ed allo stesso tempo preoccupato il mio migliore amico, correndo in mia direzione e rinchiudendomi in un caloroso abbraccio dei suoi; il moro mi guarda confuso in cerca di spiegazioni ed io lo rassicuro con un sorriso.
«Stai bene Kookie? Che ti è successo? Perché sei in ospedale? Non ti sei ferito, vero? Chi ha chiam-»
«Stai tranquillo Chim, sto benone, sono solo svenuto mentre facevo una passeggiata, tutto qui» lo interrompo dal suo interrogatorio e gli accarezzo i capelli per tranquillizzarlo, funziona sempre.
Dopo qualche carezza infatti si calma, sospira e mi sorride.

«Menomale, ho temuto il peggio. Mi hai fatto prendere uno spavento, scemo!» dice col suo adorabile broncio arrabbiato tirandomi un buffetto alla testa.
«Hey! Sono ancora in ospedale!» mi difendo facendo ridere tutti, e solo a quel punto mi accorgo della bellissima risata proveniente dal biondo, la mia risata preferita.

Lo guardo per un attimo, venendo ricambiato con interesse, distogliendolo subito dopo imbarazzato ed intenzionato a distaccarmi il più possibile da lui. Devo smetterla di pensarlo e prima ci riuscirò, meglio starò.

Sembra innervosirlo questo mio gesto, ma è meglio che si abitui: d'ora in poi andrò avanti senza di lui, al costo di ignorarlo a vita.

«Kookie»
«Sì, Min?»
«Chi è questo ragazzo?» domanda di punto in bianco facendo sentire a disagio il minore, dal nulla al centro dell'attenzione.
Mi avvicino a lui e gli porto un braccio intorno alle spalle con fare amichevole.
«Chim» non cito Taehyung appositamente per escluderlo dal discorso «lui è il mio amico Yugyeom, è stato lui a soccorrermi al momento dello svenimento e mi ha tenuto compagnia finora, gli devo molto!» concludo donandogli un sorriso luminoso che lui ricambia subito dopo.
Jimin sembra farsi più sereno e si inchina difronte a Yugyeom. Lo guardiamo tutti ad occhi spalancati non capendo le sue intenzioni.

«Grazie per aver soccorso il mio Kookie, è come un fratellino per me e mi sono sentito perso al sapere che è stato male e che non ero lì con lui quando è successo. Grazie Yugyeom, da parte mia, Park Jimin e dal mio ragazzo Taehyung» ringrazia rialzandosi e sorridendomi.

Sto per parlare ma il cellulare del più piccolo suona e dopo averci chiesto scusa gestualmente risponde. «Pronto? Oh ciao...mh sì ero occupato...oh, hai bisogno? Ok...allora arrivo, a dopo» conclude voltandosi dispiaciuto verso di me e non mi ci volle chissà quale intuizione per capire che se ne sarebbe andato a breve.

«Mi dispiace Kook, devo tornare a casa. Sono stato davvero bene con te e mi avrebbe fatto davvero piacere rimanere un altro po'! Ciao hyungs!» saluta gli altri due con un inchino e poi porge tutta la sua attenzione su di me, io non sono da meno. «Ti scrivo stasera, ciao!» conclude schioccandomi un piccolo bacio sulla guancia prima di afferrare il suo zaino e, tutto rosso in volto, lasciare la stanza, non prima di avermi rivolto un ultimo timido sorriso.

Penso di essere diventato della stessa tonalità di un pomodoro. Mi copro il volto per nascondere il mio rossore, ma il mio migliore amico sembra averlo già notato.
«Yugyeom, eh?» mi domanda con espressione maliziosa, peggiorando solo la situazione.
«Smettila, Jimin!» arrossisco facendolo morire dalle risate «è solo un ami-»

«Possiamo tornare a casa o devo imparare pure il suo codice fiscale?»

Taehyung finalmente parla per la prima volta da quando lui e Jimin hanno fatto il loro ingresso, e sembra anche abbastanza infastidito. La vera domanda è: perché? Non voleva venire anche lui a vedere come stavo?
È rimasto in silenzio con uno sguardo impassibile sul volto e le braccia incrociate, appoggiato alla parete, non ha smesso per un attimo di guardare male Yugy.

Questo suo modo di fare scontroso non mi piace per nulla e non mi faccio problemi a farglielo notare. Gli rivolgo uno sguardo di ghiaccio e dopo aver recuperato tutta la mia roba in fretta e furia, mi alzo e faccio per uscire dalla porta quando la presa di Jimin mi blocca il polso.
«Ehy tranquillo, non c'è fretta, fai con cal-»
«Oh sì invece che c'è fretta, il tuo ragazzo è stanco e vuole tornare a casa. Cosa fai, lo fai aspettare?» concludo prima di uscire dalla stanza e sbattere la porta, ignorando tutti i loro richiami.

Percorro a grandi passi tutto il piano, sotto lo sguardo stranito di dottori e non, per poi prenotare l'ascensore e fiondarmici dentro una volta chiuse le porte. Chiudo gli occhi ed un sospiro pesante esce incontrollato dalle mie labbra.
Sei solo uno stronzo Kim Taehyung, prima ti comporti come un angelo facendomi perdere la testa e poi mi ignori e fai il ciclato, stupido bipolare!

Voglio solo tornare a casa ed affondare nel mio morbido materasso, a riposarmi, eppure so fin troppo bene che ogni mio tentativo di non pensarti sarà vano.
Ti odio, Taehyung.




*Namdongseng ➠ onorifico usato da un ragazzo per chiamare un altro ragazzo più piccolo di lui.

Grazie per aver letto il capitolo guys :D  commentate e votate se la storia vi sta piacendo, se notate qualche errore o avete consigli da darmi per migliorare la ff sono tutt'orecchi!💗💗

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