OVUNQUE // Federico Bernardes...

By happinex22

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Dalla storia: "Ancora confuso, Federico entrò nella sua casa torinese. Si gettò di peso sul divano ed evitò d... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Epilogo
Extra 1
Kilig
Extra 2

Capitolo 34

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By happinex22

Febbraio 2015

Da un giorno all'altro, Rebecca si era ritrovata ad essere una fuori sede a tutti gli effetti. I suoi genitori erano scesi in Puglia a fine gennaio e, seppur avesse cercato di nasconderlo in tutti i modi, lei aveva sofferto la lontananza più dei signori Alara. Federico era corso immediatamente in suo aiuto, trascinandola nella loro nuova casa e dandole il via libera per arredarla. Due giorni prima aveva fatto stampare alcune delle loro foto, le aveva incorniciate personalmente, scegliendo accuratamente le più belle cornici dal suo negozio di casa preferito, e gliele aveva fatte trovare sul loro letto, in modo che lei le sistemasse nelle varie stanze.

Con l'inizio della sessione invernale, però, la tensione crebbe tra i due ragazzi.
Dopo l'episodio di luglio, Federico era riuscito a capire poco o quasi nulla sui suoi attacchi di panico perché, quando il ragazzo cercava di parlarle, Rebecca sviava sempre il discorso, accennando a qualcosa del passato che non voleva ricordare. Quello che non sapeva era che, di lì a qualche giorno, sarebbe arrivato il problema della loro relazione.

Il giorno prima di San Valentino, Rebecca era rimasta tutto il giorno chiusa in casa per preparare, per la seconda volta, il tanto temuto esame di chimica fisica. Alle quattro del pomeriggio cominciò a sentire la testa pesante, la vista pian piano le si offuscò, mentre dentro di sé si domandava perché mai dovesse soffrire ogni volta in questo modo. Il suo desiderio più grande era essere felice, ed ora che aveva la persona giusta con cui condividere questa ricercata felicità, il suo cervello doveva metterla in crisi. Sapeva che non c'entrava il cuore questa volta, ma la consapevolezza di dover ripassare da un professore rinomato nella sua facoltà per la sua bipolarità con gli studenti. E se fosse successo come la volta precedente? Se l'avesse bocciata di nuovo?
Appoggiò la testa fra le mani, i gomiti puntati sulle slide che stava ripetendo. Ogni tanto le scattava la scintilla di lasciare tutto e aprire una libreria, giusto per realizzare il sogno di quella piccola Rebecca che, a distanza di anni, ricordava a stento, ma poi cambiava idea. Chimica sembrava il futuro per lei, doveva solo raggiungere la luce infondo al tunnel.

Alzò di scatto la testa appena sentì la porta d'ingresso sbattere, non fece in tempo a voltarsi che Federico entrò nella cucina, trovandola china sui libri.

<<Potevi anche avvisarmi, Rebecca!>> lanciò la felpa bagnata sul tavolo, sopra i suoi libri. Becca si accorse solo in quel momento di quanto il suo ragazzo fosse bagnato, infatti fuori il cielo era grigio e ricoperto da numerose nuvole.

<<Scusami Fede, mi sono addormentata...>> fece togliendosi gli occhiali.

<<Te e 'sti cazzo di libri!>> lasciò le scarpe sul tappetino all'ingresso e si tolse i calzini zuppi di acqua. <<Sono venuto a piedi dal centro, zoppicando.>>

<<Perdonami>> si alzò per aiutarlo con i pantaloni che, per quanto fossero bagnati, si erano letteralmente appiccicati alle sue gambe toniche.

<<No>> Federico la respinse bruscamente, le sopracciglia aggrottate e la fronte perlata di un leggero sudore, piccole goccioline dovute sicuramente alla corsa sotto la pioggia che aveva fatto dal centro sportivo in cui si recava ogni pomeriggio per la fisioterapia, a casa.

<<Non trattarmi così>> disse stringendo i pugni lungo i fianchi, il piede destro in avanti, come se dovesse scattare da un momento all'altro. <<Non penso di meritarmelo, non credi? Ogni pomeriggio ti accompagno e ti rivengo a prendere dal centro, blocco il mio studio per te, e per una volta che mi addormento, mi devi trattare così?>>

Federico si tolse la maglia rimanendo a petto nudo difronte alla ragazza <<E proprio oggi dovevi addormentarti?!>>

Il calciatore si spostò nella loro stanza da letto per prendere le robe da portare in bagno: si sarebbe fatto una doccia bollente per togliersi tutto quel freddo che sentiva addosso e per sbollire il nervoso, perché sentiva di poter scoppiare a breve in un attacco isterico contro la sua povera ragazza. Sapeva che non si fosse dimenticata di lui volontariamente, anzi, l'aveva vista così concentrata su quell'esame nell'ultima settimana che gli dispiace non potergli essere d'aiuto come lei aveva fatto la scorsa estate con lui.

<<E' che non sopporto questa maledetta situazione!>> sbottò togliendosi anche i pantaloni della tuta. La guardò seguirlo con le braccia incrociate al petto, aveva le labbra chiuse a formare una linea sottilissima, stringeva gli occhi esaminando il viso del biondo e pronta a mangiarselo vivo se avesse anche solo provato a sfiorare l'argomento "esame chimica fisica" per cui la stava ossessionando ormai da dieci giorni. <<Non dormi da tre giorni, posso vederti stare così male secondo te?>>

"Ecco, ci risiamo" pensò Becca, facendo roteare gli occhi e sbuffando rumorosamente.

<<Fede, purtroppo è così>> sospirò passandosi una mano fra i lunghi capelli e scompigliandosi la frangetta lunga. <<Ti avevo avvisato prima di venire a vivere con te: sotto esame sono così, ho bisogno di studiare e di sentirmi soddisfatta di ciò che sono...>>

<<Il problema è che tu non sei quasi mai soddisfatta di te stessa!>>

<<Dovrei esserlo dopo essere stata bocciata all'esame? Sii sincero>> urlò incamminandosi verso la cucina per riprendere a studiare, aveva già perso troppo tempo.

<<Capita a tutti, Rebe, hai dovuto fare molte cose nell'ultimo periodo, può capitare di non essere preparati al meglio...>>

<<Io ero preparata al meglio, Federico! Ma me ne sono andata in panico>> ammise.

Federico la guardò sorpreso, gli occhi leggermente spalancati e la bocca socchiusa. <<Mi avevi detto che ti avevano fatto delle domande che non sapevi, che ti eri dimenticata di ripetere alcuni argomenti il giorno prima>> disse con calma.

Rebecca scosse la testa trattenendo un sorriso amaro <<Sapevo tutto alla perfezione, ma come ho guardato quei due professori davanti a me, mi si è annebbiato il cervello, ho dimenticato tutto, credimi. Avevo la bocca asciutta e mi tremavano le mani...>>

La ragazza si lasciò cadere sulla sedia su cui si era addormentata qualche minuto prima.
Bernardeschi la raggiunse e le alzò il viso nella sua direzione, guardandola negli occhi. <<Da quanto non ne avevi uno?>> domandò riprendendo la sua calma che lo aveva sempre contraddistinto dagli altri membri della famiglia.

<<Da quando ti ho chiamato a luglio>> fece.

Sentì il pollice di Federico sfregarle la guancia destra e appoggiò il viso contro tutta la sua mano, cercando il sostegno di cui aveva fatto a meno in quella settimana. <<Io voglio essere felice, Fede>> disse <<l'università dovrebbe farmi amare ciò che studio e invece i professori mi fanno passare la voglia di vivere che ho dentro.>>

<<No amore>> Federico le si inginocchiò davanti, prendendole il viso con entrambe le mani <<tu sei capace di fare tutto, credo in te e so che sarai la piccola chimica più forte al mondo. Non arrenderti di fronte ai tuoi ostacoli, superali piuttosto, guardali come tappe della vita da spuntare con una penna. Hai delle qualità mostruose, hai aiutato un cretino come me a preparare un stupido esame di maturità in tre mesi, perché non dovresti superare questa difficoltà con le potenzialità che ti ritrovi?>> disse guardandola dritto negli occhi. <<Voglio che difronte alle difficoltà tu sia la solita Rebecca, sfacciata e incazzata, che fa di tutto per averla vinta. Devi spaccare i tuoi sensi di inferiorità e fare a pezzi l'ansia. Io sarò ovunque a ricordarti che ce la puoi fare e a dirti quanto sono orgoglioso dei tuoi sforzi.>>

Rebecca si rese conto improvvisamente di essergli grata per quel piccolo discorso che le aveva riservato. Ringraziò mentalmente Gaia per averglielo presentato, perché trovarlo era stata la cosa più bella che le fosse accaduta fino a quel momento, ma forse era sempre stato lì, poco visibile ai suoi occhi, nascosto in quella Firenze dai mille colori che era sempre stata la sua casa, che senza la sua mamma e il suo papà sentiva più lontana. Si slanciò per abbracciarlo e si lasciò sfuggire alcune lacrime, che caddero bagnandoli il petto scolpito.

<<Grazie Fede>> disse baciandolo sulle labbra, mentre il calciatore, a quel contatto, la trattenne sul suo corpo, succhiando quelle labbra che aveva sentito così lontane negli ultimi giorni nonostante vivessero ormai sotto lo stesso tetto. Si rialzò portandola con sé, Rebecca allacciò le gambe intorno ai suoi fianchi nudi, sentendo i boxer del ragazzo scivolare giù lungo le gambe.

<<Vieni in doccia con me>> sussurrò baciandole il collo scoperto che, Rebecca, prontamente inclinò per godersi quelle coccole di cui aveva urgentemente bisogno.

"All'esame ci penso dopo, giuro" pensò poco lucida mentre si lasciava andare.

............................
Amiche! Come state?
Io mi sto riprendendo da un brutto raffreddore, sperando di non avere una ricaduta in queste ultime settimane di lezioni.

Ci tengo a dirvi di prestare attenzione a questi capitoli del passato, perché con questo vi ho presentato il primo grande problema di Rebecca. Se avete domande per schiarirvi le idee, sono disponibile per ogni chiarimento! Fatemi sapere cosa ne pensate con una stellina e un commentino, sapete quanto mi faccia piacere sapere la vostra.💘

Ci aggiorniamo presto!
P.s.: nello scorso capitolo ho ricevuto un sacco di commenti e ci tengo a ringraziarvi ancora tantissimo, tutti! Mi avete fatto capire che non scrivo solo per me stessa, ma anche per qualcuno che ha la pazienza di leggermi❤️

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