At Least You

By KawtharEnNaam

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Katherine Wood è una ragazza che ha perso i suoi genitori quando era piccola. Vive con sua zia Elena, o megli... More

Cast
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62
Capitolo 63

Capitolo 48

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By KawtharEnNaam

P.O.V. Christian

Esco dalla mia stanza per andare a prendere William. Mi ha chiamato dicendomi che avrebbe tardato un po' perciò ne ho approfittato per cambiarmi i vestiti. Non posso presentarmi alla cena di famiglia con i jeans strappati e una felpa, mio padre è molto fiscale su queste cose. Vado verso il campo da basket, le luci sono spente quindi William ha finito di allenarsi. Proprio quando sto per arrivare, davanti a me trovo Katherine che pare stia guardando o meglio spiando qualcuno. Mi appoggio al muro e rimango a osservarla, d'un tratto inizia a saltellare penso dalla felicità... che bel modo di festeggiare. Mi sto trattenendo dal ridere, non credo di averla mai vista cosi.
"Che stai facendo qui?" Decido di parlare, e dato che non si era accorta della mia presenza si spaventa.
"Ehm... io..." il suo viso si colora di rosso, adoro quando si imbarazza. Lei si sposta leggermente e finalmente posso vedere chi stava pedinando. E sono proprio le ultime persone che mi sarei aspettato: mio cugino e Elizabeth che si stanno baciando. Bravo William, per una volta ha davvero ascoltato il mio consiglio. Sono contento per lui, era da tanto che non gli piaceva qualcuno. Forse dovrei lasciargli ancora qualche minuto, non mi sembra il caso di interromperli. Decido allora di accompagnare Katherine in camera e strada facendo penso ad un modo "accettabile" per chiederle di uscire. Non voglio rovinare tutto e non voglio che pensi male, non so neanche se accetterà perciò... è difficile.
"Venerdi hai da fare?" Chiedo fermandomi, devo ammettere di essere nervoso, cosa che per me è del tutto nuova. Io sono molto diretto e spontaneo, non mi faccio problemi con le persone e non sono per niente timido ma con lei... mi sento diverso. 
"No, non ho nulla" risponde
"Allora tieniti libera per il pomeriggio, ti porto in un posto" ho già qualche idea in mente.
"Si va bene" accetta facendomi un sorriso, sento il mio corpo scaldarsi. Come se dentro di me si fosse attivato qualcosa. Sospiro, una vocina nella mia testa continua a ripetermi di lasciar perdere e di allontarmi ma per una volta sento che sono sulla strada giusta quindi... fanculo la coscienza, è arrivato il momento di cambiare. Arrivati nel dormitorio, le auguro la buonanotte e ritorno da William. Lo trovo da solo e ha un sorriso da ebete stampato sulla faccia.
"Non puoi capire" dice "è stato pazzesco", alzo gli occhi al cielo, ce la farà a riprendersi?
"Ti sei dato da fare" commento
"Aspetta... come fai a... ci hai visti vero?"
"Già..." vorrei però sapere una cosa "cosa le hai detto?" Chiedo entrando in macchina
"Non lo so neanch'io com'è successo" risponde ridendo "lei era arrabbiata con me e pensava la stessi prendendo in giro. Cavolo, non mi ha nemmeno lasciato il tempo di spiegare allora ho fatto prima a baciarla rischiando tutto. E devo dire che ha funzionato più che bene. Quella ragazza mi farà impazzire cugino" dice sistemandosi la camicia. Ha agito impulsivamente però gli è andata bene, avessi io questa botta di fortuna ogni tanto. Picchietto il dito sul volante, sono leggermente nervoso. Non so come sarà l'uscita con Katherine... siamo già rimasti soli qualche volta ma ora è diverso. Non voglio farle capire il mio interesse fin quando non riceverò qualche segnale da lei.
"Sei pensieroso. Che succede?" Chiede William. Mi fermo al semaforo, sospiro e rispondo
"Ho chiesto a Katherine di uscire" lui mi guarda incredulo.
"Meglio tardi che mai, chi è che ti ha convinto?"
"Steven, ma anche la tua ragazza che ficca il naso dove non deve. Buona fortuna con lei" rispondo.
"Avrei fatto lo stesso con te lo sai. Ci tiene molto a Katherine"
"Mmhhh... dato che sei molto vicino a lei... hai qualche consiglio da darmi?" Non sapete quanto mi è strano fare questa domanda, però voglio fare le cose per bene quindi devo mettere da parte l'orgoglio e la testardaggine.
"COSA?! Stai bene? Sei scuro di essere tu? Davvero mi stai chiedendo un consiglio di tua spontanea volontà?", stringo il volante. Eccolo che torna il cretino di sempre
"Se non la smetti di fare il coglione ti appendo al muro e ti uso come sacco da boxe"
"Okay okay, sei tu. Questo che ti sto per dare, è il miglior consiglio di sempre: sii semplicemente te stesso. Perchè è questo quello che conta. Lei deve scoprire il vero te, non le tue maschere che indossi ogni giorno" dice William, essere me stesso... fosse facile. Il guardiano apre il cancello ed  entro, il viale è occupato dalla macchina dei genitori di William quindi mi tocca parcheggiare la mia dentro il garage. Apro la porta con le chiavi, la domestica arriva subito a darci il benvenuto.
"Buonasera, vado ad avvisare del vostro arrivo"
"No tranquilla, facciamo noi" rispondo. Lasciamo le giacche all'ingresso e andiamo in salotto.
"È una cosa inammissibile! Come diavolo si fa pensare in questo modo!?" Questa è la voce del papà di William. Ci fermiamo davanti la porta, non ci hanno ancora visto.
"Sebastian, promettimi che farai il possibile per fermarlo" dice mia zia, ha la voce che trema. Ma di che diavolo stanno parlando?
"Fosse anche l'ultima cosa che faccio, non la passerà liscia" risponde mio padre.
"Gliel'hai detto?"
"No... e..." mio padre mi vede e si ferma subito "ragazzi! Non vi avevamo visto", ci avviciniamo a loro. Salutiamo e ci sediamo a tavola
"Di cosa state parlando?" Chiede William.
"Oh, solite cose... problemi di lavoro... nulla di che" risponde la madre, noto che ha gli occhi lucidi e arrossati. Stava piangendo. Riprendono a parlare coinvolgendo anche noi. Sono tutti tesi e nervosi, mio padre in particolare. È da stamattina che è cosi, detesto essere all'oscuro. Spero non mi costringa ad indagare da solo perché se scopro che mi sta mentendo su qualcosa di importante mi arrabbio seriamente.

Finito di mangiare, lasciamo i nostri genitori che parlano e andiamo a sederci fuori.
"Desiderate qualcosa?" Chiede la governante
"Un gin tonic per favore, tu?"
"Si anch'io, grazie" risponde William.
Si sta benissimo qui. Dico in generale, ci fosse sempre mio padre forse non avrei neanche messo piede nel dormitorio della scuola. A volte... sento la mancanza del clima famigliare che c'era una volta. Mentre sorseggio il mio drink mi viene in mente un ricordo di quando ero piccolo, forse avevo 4 anni... è passato cosi tanto tempo che faccio fatica a ricordare i dettagli.

Scendo dall'autobus e percorro tutto il giardino correndo per andare dalla mamma. Devo raccontarle una bella cosa.
"Mamma! Mamma! Dove sei?" Butto lo zaino e vado da lei in cucina
"Ciao tesoro, com'è andata a scuola?" Dice dandomi un bacio sulla guancia.
"Mamma, oggi una bambina è caduta dall'altalena" dico
"Davvero?"
"Si, io ero li e l'ho vista. Ha pianto molto, sono andato dalla bidella e le ho chiesto un cerotto. L'ho messo sul ginocchio della bambina e le ho dato un fiore per non farla più piangere. Poi lei... mi ha abbracciato. Mamma! Sono contento di averla aiutata!" Rispondo, lei mi sorride.
"Bravo il mio bambino, se vedi una persona in difficoltá non devi mai ignorarla. Quando puoi aiutare fallo amore mio, anche se non ottieni nulla in cambio"
"Ma io mamma ho avuto una cosa in cambio, un abbraccio!"
"E come ti sei sentito?"
"Ero felice, io la bambina non la conoscevo ma lei mi ha abbracciato"
"Questo è quello che succede quando fai una buona azione, sono molto fiera di te Christian"

Sorrido, era davvero fiera di me. Ogni volta che succedeva qualcosa di quel tipo andavo da lei correndo per raccontarglielo, e dire che ero molto piccolo. Nonostante la tenera età molte cose le capivo. Ma quando se n'è andata sono diventanto scontroso con le persone, mi è difficile fidarmi e mantengo sempre le distanze. Cerco di seguire il suo esempio e di mantenere la promessa che le ho fatto; ammetto di essermi perso, ho fatto molte cose di cui non vado fiero ma se potessi tornare indietro le rifarei. Perchè grazie a ciò sono la persona di adesso, e nonostante i difetti e i problemi a me va bene cosi.
"Quindi che cosa ne pensi?" Dice William svegliandomi dai miei pensieri. Ah... mi stava parlando?
"Di cosa?"
"Okay, non mi stavi ascoltando. Evan mi ha accennato qualcosa su un incontro molto interessante ma rischioso. Domani ti dirà i dettagli"
"Mmhh... potrei accettare. Mi piacciono le sfide" rispondo, chissà che cos'ha organizzato. Vedo mia zia venire verso di noi
"Tesoro vieni con noi o stai con tuo cugino?" Chiede
"Io verrei con voi, sempre se tu non hai bisogno di me"
"Tranquillo vai pure, ci vediamo domani. È stato bello vederti zia" rispondo. Mi abbraccia e mi lascia un bacio sulla guancia
"Fai il bravo miraccomando. Andiamo figliolo", li accompagno all'uscita e aspetto finché se ne vanno per rientrare.
"Io vado a dormire, buonanotte papà"
"Buonanotte Alexander"

Sento la sveglia suonare, porca miseria... mi ha fatto prendere un infarto. Allungo il braccio sul comodino per spegnerla ma non ci riesco. Mi sta spaccando i timpani cazzo, continuo a provarci ma niente.
"Basta" borbotto, la colpisco e cade a terra rompendosi. Bene, mi comprerò un'altra sveglia. Mi stiracchio, ho dormito come un ghiro. Faccio una doccia veloce e mi preparo. Scendo sotto, trovo già la colazione pronta perciò mangio veloce ed esco di casa. Mmhh... oggi ho proprio voglia di prendere la moto. Arrivo a scuola e parcheggio fuori, devo passare a prendere i libri nell'armadietto. Guardo l'orario della prima ora, matematica... che gioia. Entro in classe mi siedo accanto ad Evan.
"Ho ricevuto un'offerta molto allettante. Tu contro il campione del Blu paradise, tra un mese preciso. Che dici?" Propone. Ho sentito parlare di lui, non ha mai perso un incontro ed è molto famoso per i suoi knock out abbastanza pesanti. Ammetto che questa volta potrebbe essere davvero tosto come incontro ma con il giusto allenamento posso sicuramente farcela.
"Quanto?"
"80 mila sicuri, ma ne avremo di più" risponde, ci penso un attimo. È una proposta molto invitante e non posso riufiutare
"Ci sto" dico stringendogli la mano. Vedo William entrare, ha uno strano sorriso stampato sulla faccia. Avrà sicuramente visto Elizabeth prima di venire qui. A proposito... domani ho l'appuntamento con Katherine e non vedo l'ora di uscire con lei. Quando ero "fuori controllo", non me ne fregava della persona con cui uscivo, volevo solo una botta e via. Nulla di serio, zero sentimenti. Ma quello ero io un paio di anni fa, quando ho capito che stavo solo facendo del male a me stesso, ho smesso di fare il puttaniere e mi sono chiuso in me stesso. Non volevo più avere a che fare con le persone.  Il professore di matematica entra in aula e dopo l'appello inizia la lezione.

Finalmente arriva la pausa pranzo, la scuola sta diventando sempre più pesante considerando che è il mio ultimo anno. Dopo il diploma non so cosa fare, mio padre insiste nel farmi lavorare con lui. Non sarebbe male ma non potrei fare quello che mi piace di più. Il kick-boxing. A ogni modo, mancano ancora alcuni mesi alla fine della scuola e io prendo le decisioni sul momento quindi... non ha senso preoccuparsene ora. Prendo il mio vassoio e vado a sedermi al primo tavolo che trovo libero. Cinque minuti dopo mi raggiungono Evan e Brian.
"Le ragazze? E William?" Chiede Evan, come se l'avessero sentito eccoli che entrano dalla porta della mensa. William e Elizabeth sono mano nella mano e come sempre non mancano le occhiate delle persone sedute. Farsi gli affari loro? Ho notato che in questa scuola non si usa molto.
"Ciao a tutti" dicono all'unisono Katherine e Elizabeth
"Che sta succedendo?" Chiede Brian confuso
"Io e Beth stiamo insieme" risponde William con un sorriso. È proprio contento, se mio cugino è felice lo sono pure io.
"COSA?!" Dicono Evan e Brian increduli
"Auguri amici" dice Brian abbracciandoli entrambi. Faccio un cenno con la testa a William al quale risponde allo stesso modo.
"Vi lasciamo soli per un giorno e voi vi fidanzate? Mi sa che qualcuno dovrebbe prendere esempio da voi" dice Brian, per fortuna non mi strozzo con l'acqua. Gli pesto il piede da sotto il tavolo e lui stringe i denti dal dolore. Questa era indirizzata senza dubbio a me, evidentemente Brian non sa tenere quella cazzo di bocca chiusa. Peggio di un peppia al mercato del pesce. Mangiamo con calma, stavo per lanciare una sedia addosso a Brian perchè non la smetteva di dire cazzate però almeno un giullare in ogni gruppo ci dovrebbe essere no?

P.O.V. Katherine

Sono le 23 passate, non riesco a prendere sonno perciò accendo la lampadina e prendo il bloc notes. Faccio uno schizzo veloce con il carboncino, disegnare mi rilassa quindi spero di riuscire a dormire. Passano vari minuti e ammetto di aver fatto un bel lavoro. Sento qualcuno bussare timidamente alla porta e so già chi è. Apro e faccio entrare Elizabeth.
"Tu non hai idea di cosa è appena successo" dice sedendosi sul letto. Eh amica mia, invece mi sa proprio di si.
"Posso stare da te?" Chiede
"Pensavo che fosse scontato. Avanti racconta"
"Mi ha baciato, e si... gli piaccio pure io! E pensare che per un secondo ho pensato di aver fatto la cavolata del secolo e che a lui non interessavo e invece mi sbagliavo di grosso. Quando mi ha baciata... è stato... Wow!" Dice buttandosi a peso morto sul letto
"È ufficiale, ti ho perso nel pianeta Collins" dico ridendo
"Mi piace un sacco"
"Lo so"
"E io piaccio a lui. Ora è il mio ragazzo e io la sua ragazza" mi sta ripetendo le stesse cose per due volte, ahh... che posso farci??
"Che velocità" borbotto
"Mi sento libera! Era come se avessi una corda al collo che si stringeva ogni giorno di più." Dice abbracciando il cuscino
"Sono davvero contenta per te amica mia" rispondo sedendomi accanto a lei "Ehm... devo dirti una cosa. Christian mi ha chiesto di uscire" dico, lei si tira su velocemente
"Finalmente quel ragazzo mi ha dato ascolto! Meglio tardi che mai, quando uscite?"
"Venerdi. Chissà dove... aspetta un secondo! In che senso ti ha dato ascolto?" Non ditemi che è successo quello a cui sto pensando
"Ehm... gli ho parlato. Ma tranquilla, non ho detto nulli male e non ho peggiorato la situazione. Hai accettato vero?"
"Certamente. Sono in ansia già da adesso, pensa quando sará venerdi, oh mamma devo smetterla di pensarci"
"Tranquilla, andrà tutto bene. Ci penserò io a preparti per l'appuntamento. Fidati della tua migliore amica." Dice ridendo, io invece mi sto preoccupando ancora di più perché non so cosa sia peggio: se l'ansia per l'appuntamento o per Beth.

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