FFF: Fight For Future - Ragaz...

By CecceBule

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Combattere per il proprio futuro. A volte, è sufficiente sapere un pezzo di realtà in più, per veder cambiare... More

Uno sguardo nel vuoto
Paura.
Presa di coscienza
Curiosità e anti-bufala
Qualche consiglio per i principianti
Spunti per un bravo Striker

L'onda verde

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By CecceBule


I giorni antecedenti al 15 marzo, il numero di gruppi FridaysForFuture e di proteste in piazza si è moltiplicato in tutto il mondo, con un'escalation che ha catturato l'attenzione dei media.

O forse se ne sono accorti perché i nostri volantini erano dappertutto. 

A Treviso avevamo volantinato con tanto entusiasmo da finire i volantini in pochi giorni; non c'era tempo di farsene arrivare altri, così li abbiamo fotocopiati e distribuiti in bianco e nero.

I vari Presidi e insegnanti se la sono un po' presa quando ci siamo messi a volantinare anche nelle nostre scuole: "fatelo in Atrio", dicevano, quando noi passavamo invece a presentare l'evento classe per classe. 

Questa non era una manifestazione come le altre, in questo caso nessuno poteva non sapere.

Anche gli automobilisti si arrabbiavano quando bloccavamo le strade con gli striscioni, e alcuni abitanti si tappavano le orecchie infastiditi quando urlavamo col megafono la data della Marcia Mondiale; per ognuno di questi, però, c'era almeno un ciclista o pedone che mostrava la sua approvazione: "sì, ragazzi, fate bene a protestare".

Oltre alla richiesta alle Istituzioni di porre maggiore attenzione all'emergenza climatica, i nostri punti erano anche quelli condivisi da molti: chiedevamo incentivi al trasporto pubblico e ciclabile, lo stop alla cementificazione compulsiva, multe per gli inquinatori dell'aria, dell'acqua e della terra, che purtroppo a Treviso sono parecchi.

Lo stesso accadeva in tutto il mondo. Che se ne parlasse bene o male, l'incombente sciopero scolastico per il clima (#SchoolStrike4Climate) era un tema prominente il 14 marzo.


Il giorno dopo, alle 8:00, noi organizzatori della Marcia eravamo lì. 

Non c'era nessun altro, solo la polizia.

Poi, gli autobus. E le bici.

Alle 9:00 eravamo in 4000, un numero mai visto prima a Treviso.

Siamo passati per tutta la città, la musica sparata a tutto volume, cori tanto forti da far crollare uno stadio. Eravamo tutti galvanizzati dal nostro numero; riempivamo le piazze, ingombravamo le strade. Ad un certo punto ci siamo pure fermati davanti ad una scuola, dove sapevamo che agli studenti era stato sconsigliato di unirsi alla manifestazione "per motivi di ordine".

Come se la crisi del clima fosse un problema subordinato alle lezioni scolastiche. 

Lezioni che sono state interrotte, perché la musica e le grida si sentivano attraverso i vetri delle finestre; finestre che gli stessi studenti correvano ad aprire, rischiando sanzioni disciplinari.

Un centinaio di ragazzi e ragazze ci guardava dalle finestre; alcuni sfuggivano ai bidelli e si univano a noi.

La marcia terminava in una piazzetta del centro città: lì, al microfono si è parlato di numeri, questioni locali, eventi futuri. Io stesso ho preso in mano il microfono e spiegato quali effetti disastrosi stesse avendo il Climate Change sui ghiacciai e le pianure coltivate del nostro paese.

Parlare davanti a migliaia di persone, quando si è gasati e le gambe non tremano, è un'esperienza fantastica. 


Quel giorno si è manifestato in più di 2000 città in 123 paesi del mondo. Quasi due milioni di partecipanti: la più grande marcia di sempre per l'ambiente, la più grande manifestazione giovanile mai vista.

Per quasi due giorni, i media non hanno fatto che parlarne; i dibattiti si sono accesi, le scuole hanno parlato del tema, i politici hanno fatto le loro promesse.

Una rete di comitati FFF si è formata in tutto il mondo, già pronta a ripetere l'esperienza.

Le aziende di energia rinnovabile, la Comunità Scientifica, le associazioni ambientaliste hanno tirato un sospiro di soddisfazione. 

Le compagnie di energia fossile hanno sussultato, e hanno messo mano al portafogli.

Iniziava una battaglia senza esclusione di colpi.


Siamo stati accusati di essere incoerenti, di lasciare sempre spazzatura in giro, di non fare nulla di concreto.

Greta Thunberg è stata definita disturbata, manipolata, massona, rettiliana e ingenua.

C'è chi ha tentato di affermare che il Climate Change non esiste, o che non è un problema, o che non è colpa dell'essere umano, o che non può essere risolto.

E altre cagate del genere.

Si vedeva che avevamo colpito nel segno.


Per tutto il mese e oltre, la moda di andare a pulire i luoghi dalla spazzatura (#trashtagchallenge), lanciata da noi, ha imperversato nel mondo. Non c'è gruppo FFF che non abbia fatto almeno una raccolta rifiuti. Inoltre, abbiamo verificato in poco tempo che gran parte delle foto che pretendevano di ritrarci mentre gettavamo rifiuti per terra erano fatte con photoshop o non c'entravano nulla.

Inoltre, pian piano, abbiamo iniziato a modificare il nostro stile di vita. Carne più locale e in misura minore, borracce, biciclette e treni. 

E facevamo almeno un'iniziativa alla settimana: piantumazione alberi, assemblee, sensibilizzazione.

Le testate giornalistiche che avevano insultato Greta Thunberg e il nostro movimento sono cadute nella vergogna generale, come pure quelle che propagandavano il negazionismo climatico.

I negazionisti "premio Nobel" hanno avuto risalto per ben poco tempo, perché pochi, vecchi e non certo esperti di clima, al massimo di fisica teorica.

E poi è saltato fuori che sia quegli articoli di giornale, che quegli studi scientifici che negavano tutto erano in gran parte finanziati da esterni. Esterni che noi non conoscevamo fin da subito, ma contro cui Greenpeace e altri enti che si occupano di giustizia combattono fin dalla fondazione.

La Co2 Coalition

L'unione delle compagnie dei combustibili fossili. Gas, petrolio, carbone. 

Eni, Exxon, Shell, BP, Gazprom, Adani e molte altre, responsabili di devastazioni ambientali e ingiustizie sociali. 

E la cui ricchezza, organizzazione e potere sono paragonabili a quelli dei singoli Stati.

Non c'erano più dubbi.

"Se vogliamo sopravvivere e assicurare un futuro ai nostri discendenti, dovremo passare sui cadaveri di simili mostri, basati sul denaro e sullo sfruttamento."

"E guerra sia."


Ma non eravamo soli.

Greenpeace aveva ripreso forza, come pure WWF e altri comitati internazionali e locali. Sapere che la generazione dopo la loro ha deciso di combattere, li ha riempiti di nuova determinazione.

E altri comitati sorgevano.

Per esempio, Sunrise Movement in America, ed Extinction Rebellion in Inghilterra. 

(Qui la lista di quasi tutti i movimenti ambientalisti nel mondo: en.wikipedia.org/wiki/List_of_environmental_organizations)


Sotto le pressioni dei nostri gruppi e quelli dei nostri "compagni di lotta", a fine aprile 2019 il primo Paese dichiarava l'Emergenza Climatica: la Scozia.

Seguita a ruota dall'Inghilterra e dall'Irlanda.

A seguirli, diverse altre istituzioni, il cui numero aumenta tuttora. 

Ecco la mappa, costantemente aggiornata, che rappresenta i luoghi in cui è stata dichiarata l'emergenza clima: www.theclimatemobilization.org/global-map

Ma cosa vuol dire "dichiarare emergenza climatica"? Eccolo qui spiegato: climateemergencydeclaration.org


Tra il 12 e il 13 aprile, a Milano vi era l'Assemblea Nazionale dei gruppi FridaysforFuture italiani, durante la quale si è deciso di dare massima autonomia a ciascun gruppo locale, si sono confermate le linee guida pacifiste suggerite da Greta Thunberg, e si ha confermato il movimento in Italia come ambientalista, ma anche anticapitalista e antifascista.


Nel frattempo Greta veniva a trovarci in Italia, a Roma, il 19 aprile, ovviamente viaggiando in treno.

Stringeva la mano a Papa Francesco I (che già nel 2015, con l'enciclica 'Laudato sii', aveva dichiarato l'urgenza di fare qualcosa per risolvere il problema della crisi climatica); questo, in futuro, avrebbe deciso di far dichiarare l'emergenza anche in Vaticano.

Parlava con durezza ai membri del nostro Senato, ripetendogli che "se la casa è in fiamme non si può continuare a parlare di quanto sarà bella in futuro, è un comportamento da bambini".

Parlava con entusiasmo alla folla di ragazzi italiani che a Roma, le avevano addirittura procurato un palco, alimentato in buona parte da energia dinamo collegata a 200 biciclette.

(Piccolo incipit: Greta finora ha parlato a Katowice, a Davos, a Londra e in un sacco di altri posti, ribadendo ai politici la necessità di fare della questione climatica un punto essenziale se non si vuole rischiare di vedere moltiplicati i problemi attuali nel futuro. Purtroppo non sempre è stata ascoltata: ma sicuramente, ora molti politici cominciano a rendersi conto del problema, e a vergognarsi di fronte ai loro figli.)


E nel frattempo, girava la notizia che il 24 maggio ci sarebbe stato un altro Global Climate Strike.

Il secondo di molti, perché finché il nostro futuro non è assicurato, noi si continua a lottare.

Uno Strike più incisivo del primo, sia per i numeri, sia per le modalità.


Adrenalina a mille.







Continua nella prossima parte...

Nel frattempo, caro lettore/lettrice, ti consiglio di visitare la sezione "Curiosità e anti-bufala": lì risponderò a ogni tua domanda e dubbio, attingendo da fonti ufficiali che provvederò a linkare.

In tempi di emergenza, ogni singola parola è importante, anche la tua.

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