Leo (Io non ho finito)

By MariaCorrao5

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Com'era la vita di Leo, prima della terribile scoperta della Bestia? Com'è cambiata la sua vita quando si è t... More

Capitolo 1: Venerdì, 23 dicembre 2011
Capitolo 2: Sabato, 24 dicembre 2011
Capitolo 3: Domenica, 25 dicembre 2011
Capitolo 4: Lunedì, 26 dicembre 2011
Capitolo 5: Martedì, 27 dicembre 2011
Capitolo 6: Mercoledì, 28 dicembre 2011
Capitolo 7: Giovedì, 29 dicembre 2011
Capitolo 8: Venerdì, 30 dicembre 2011
Capitolo 9: Sabato, 31 dicembre 2011
Capitolo 11: Lunedì, 2 gennaio 2012
Capitolo 12: Martedì, 3 gennaio 2012
Capitolo 13: Mercoledì, 4 gennaio 2012
Capitolo 14: Giovedì, 5 gennaio 2012
Capitolo 15: Venerdì, 6 gennaio 2012
Capitolo 18: Lunedì, 9 gennaio 2012
Capitolo 60: Martedì, 21 febbraio 2012
Capitolo 61: Mercoledì, 22 febbraio 2012
Capitolo 66: Lunedì, 27 febbraio 2012
Capitolo 68: Mercoledì, 29 febbraio 2012
Capitolo 69: Giovedì, 1 marzo 2012
Capitolo 72: Domenica, 4 marzo 2012
Capitolo 74: Martedì, 6 marzo 2012
Capitolo 103: Mercoledì, 4 aprile 2012
Capitolo 121: Domenica, 22 aprile 2012
Capitolo 134: Sabato, 5 maggio 2012
Capitolo 155: Sabato, 26 maggio 2012
Capitolo 157: Lunedì, 28 maggio 2012
Capitolo 159: Mercoledì, 30 maggio 2012
Capitolo 160: Giovedì, 31 maggio 2012
Capitolo 161: Venerdì, 1 giugno 2012
Capitolo 162: Sabato, 2 giugno 2012
Capitolo 163: Domenica, 3 giugno 2012
Capitolo 169: Sabato, 9 giugno 2012
Capitolo 170: Domenica, 10 giugno 2012
Capitolo 171: Lunedì, 11 giugno 2012
Capitolo 172: Martedì, 12 giugno 2012
Capitolo 173: Mercoledì, 13 giugno 2012
Capitolo 174: Giovedì, 14 giugno 2012
Capitolo 175: Venerdì, 15 giugno 2012
Capitolo 176: Sabato, 16 giugno 2012
Capitolo 179: Martedì, 19 giugno 2012
Capitolo 180: Mercoledì, 20 giugno 2012
Capitolo 181: Giovedì, 21 giugno 2012
Capitolo 182: Venerdì, 22 giugno 2012
Capitolo 183: Sabato, 23 giugno 2012
Capitolo 185: Lunedì, 25 giugno 2012
Capitolo 186: Martedì, 26 giugno 2012
Capitolo 187: Mercoledì, 27 giugno 2012
Capitolo 188: Giovedì, 28 giugno 2012
Capitolo 189: Venerdì, 29 giugno 2012
Capitolo 192: Lunedì, 2 luglio 2012
Capitolo 193: Martedì, 3 luglio 2012
Capitolo 194: Mercoledì, 4 luglio 2012
Capitolo 195: Giovedì, 5 luglio 2012
Capitolo 196: Venerdì, 6 luglio 2012
Capitolo 197: Sabato, 7 luglio 2012
Capitolo 198: Domenica, 8 luglio 2012
Capitolo 199: Lunedì, 9 luglio 2012
Capitolo 200: Martedì, 10 luglio 2012
Capitolo 201: Mercoledì, 11 luglio 2012
Capitolo 202: Giovedì, 12 luglio 2012
Capitolo 203: Venerdì, 13 luglio 2012
Capitolo 204: Sabato, 14 luglio 2012
Capitolo 205: Domenica, 15 luglio 2012
Capitolo 207: Martedì, 17 luglio 2012
Capitolo 208: Mercoledì, 18 luglio 2012
Capitolo 209: Giovedì, 19 luglio 2012
Capitolo 210: Venerdì, 20 luglio 2012
Capitolo 211: Sabato, 21 luglio 2012
Capitolo 212: Domenica, 22 luglio 2012
Capitolo 213: Lunedì, 23 luglio 2012
Capitolo 214: Martedì, 24 luglio 2012
Capitolo 215: Mercoledì, 25 luglio 2012
Capitolo 217: Venerdì, 27 luglio 2012
Capitolo 218: Sabato, 28 luglio 2012
Capitolo 219: Domenica, 29 luglio 2012
Capitolo 220: Lunedì, 30 luglio 2012
Capitolo 221: Martedì, 31 luglio 2012
Capitolo 222: Mercoledì, 1 agosto 2012
Capitolo 223: Giovedì, 2 agosto 2012
Capitolo 224: Venerdì, 3 agosto 2012
Capitolo 225: Sabato, 4 agosto 2012
Capitolo 226: Domenica, 5 agosto 2012
Capitolo 227: Lunedì, 6 agosto 2012
Capitolo 229: Mercoledì, 8 agosto 2012
Capitolo 230: Giovedì, 9 agosto 2012
Capitolo 231: Venerdì, 10 agosto 2012
Capitolo 232: Sabato, 11 agosto 2012
Capitolo 233: Domenica, 12 agosto 2012
Capitolo 234: Lunedì, 13 agosto 2012
Capitolo 235: Martedì, 14 agosto 2012
Capitolo 236: Mercoledì, 15 agosto 2012
Capitolo 237: Giovedì, 16 agosto 2012
Capitolo 238: Venerdì, 17 agosto 2012

Capitolo 10: Domenica, 1 gennaio 2012

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By MariaCorrao5

Al risveglio l'atmosfera è davvero pesante, e non solo perché cinque adolescenti maschi hanno dormito tutti nella stessa stanza: dopo il brindisi di mezzanotte, non so a chi è saltato in mente di fare il gioco della bottiglia, ed è stato un vero e proprio casino.

All'inizio tutto bene e ci siamo pure divertiti (Mattia e Cecilia si sono astenuti, e pure qualche altra coppietta, e se ne stavano a divertirsi per conto loro, pomiciando sui divanetti o dove capitava); la situazione è degenerata quando Daniele ha contravvenuto a una delle regole tacite del gioco della bottiglia: i baci si danno a stampo! È capitato che dovesse baciare Michelle, e già Riccardo lo stava guardando male, ma lui non contento le ha infilato la lingua in bocca e lei non è che si sia tirata indietro proprio subito!

Ovviamente Riccardo si è incazzato. Ok, Michelle non è la sua ragazza, però è chiaro che sono in trattative, e Daniele è stato proprio uno stronzo! C'è mancato poco che facessero a botte, e io e Mattia siamo dovuti intervenire per tenerli separati. Il gioco è finito lì e abbiamo ballato finché all'una e mezza tutti gli altri non sono andati via e siamo rimasti noi cinque; abbiamo giocato alla Play, mangiato patatine e bevuto Coca fino alle tre del mattino e poi abbiamo ceduto al sonno, ma quei due lì non si sono praticamente parlati. Riccardo avrebbe voluto che Daniele se ne andasse, ma lui non poteva perché suo padre è andato a festeggiare il Capodanno in montagna con la fidanzata, e sua madre era fuori con degli amici.

Speravo che stamattina la situazione fosse un po' migliorata, ma niente da fare. Ci ha svegliati alle 10:30 la madre di Riccardo portandoci la colazione, e adesso stiamo mangiando in silenzio, il che credo non sia mai capitato in cinque anni.

"Ma stai scherzando?!" esclamo per smorzare la tensione, quando vedo Alberto spalmare la Nutella su una fetta di focaccia alle olive avanzata da ieri sera.

"Perché?! È buonissima" mi risponde lui con la bocca piena.

"Sei una fogna!" gli dice Riccardo dandogli uno scappellotto sulla nuca. "E tu la smetti di fregarmi i biscotti?!" urla rivolto a Daniele.

"Sono tuoi anche i biscotti, adesso?!" ribatte lui con tono scontroso.

"Sì, sono miei! È casa mia e decido io chi li mangia!"

"Non mi pare però di aver sentito i biscotti dire: non mangiarmi! E nemmeno..."

"Che cazzo vuoi dire adesso, eh?!"

"Ah, niente, solo che i biscotti non si sono tirati indietro" gli risponde Daniele con un sorrisetto beffardo, per poi prendere un biscotto e addentarlo.

"Voi siete scemi!" esclama Alberto porgendomi un pezzo di focaccia con la Nutella, che io rifiuto sdegnato.

"Io sarò scemo, ma lui è uno stronzo!" urla Riccardo alzandosi e prendendo il pacco di biscotti.

"Dai su..., non è ora che la piantate?" domanda loro Mattia cercando di rabbonirli.

"Io non la pianto finché lui non mi chiede scusa!" risponde Riccardo tenendosi stretti i biscotti.

"Scusa per cosa?" gli dice Daniele alzandosi e avvicinandosi a lui. "Per aver mangiato i biscotti che dici che sono tuoi?"

"Che c'è? Vuoi fare a botte?! Guarda che non ti conviene!"

"Io dico che non conviene a te!"

"OOOH!" urlo io alzandomi a mia volta e facendoli zittire. "E che due tritapalle che siete! Sembrate due piscioni! Piantatela! E questi li mangio io, così siamo a posto!"; prendo i biscotti dalle mani di Riccardo, mi risiedo, e comincio a mangiarli. Loro due restano in piedi per qualche secondo, interdetti, poi si risiedono senza dire niente, mentre Mattia sorride tra sé e sé e Alberto sperimenta la Nutella sui salatini.


Mamma: "Buon primo buongiorno dell'anno! 😊💖Sei già sveglio?"

"Buon primo buongiorno anche a te! 🙂 Abbiamo finito da poco di fare colazione".

E pare che finalmente quei due cretini si siano messi tranquilli.

Mamma: "Vuoi restare lì?"

"Ma mi avevate detto di no 😶!".

Io e gli altri volevamo restare insieme a cazzeggiare e saltare il pranzo di Capodanno, ma sia i miei genitori che quelli di Alberto hanno detto di no.

Mamma: "Abbiamo pensato che se ci tieni puoi restare"

"Ma non dobbiamo andare a pranzo da Grazia?"

Mamma: "Sì, io e papà andiamo. Ma Asia rimane da...LUISA 😉"

"Ah... ok. Allora resto qui"

Mamma: "Va bene, facci sapere quando vuoi che ti veniamo a prendere 😘"

"Ok, a dopo 😘".

Arriva l'ora di pranzo, Alberto se ne va a casa, noi altri ci mangiamo la pizza avanzata mentre giochiamo alla Play; Riccardo pare aver perdonato Daniele (credo abbia inciso il fatto che Michelle lo ha chiamato, che se ne sono stati al telefono per mezz'ora e che domani escono da soli); io sono irrequieto, non riesco a concentrarmi sul gioco e perdo una partita dietro l'altra.

"Oh Leo!" esclama Mattia, che è in squadra con me. "Ci sei?!".

No, non ci sono, sto pensando ai messaggi di mamma. Mi pare troppo strana 'sta storia che lei e papà mi abbiano fatto restare qua; avevo insistito parecchio, ma loro erano stati irremovibili, avevano detto che ci tenevano che facessimo il pranzo di Capodanno tutti insieme e che dovevo già essere contento di poter trascorrere la notte fuori coi miei amici, che bisogna accontentarsi e bla bla bla. E adesso...?

Mi alzo di scatto e lascio cadere il controller della Play sul divano: "Ricky, devi prestarmi la bici!"

"La bici?" mi domanda lui stupito mentre Mattia protesta perché per colpa mia abbiamo perso.

"Sì, devo andare a casa."

"Ma non avevi detto che potevi restare?"

"Sì ma... adesso devo andare a casa. Te la faccio riportare stasera da mio padre."

"Va... bene, ok... prendila pure. È in garage."

"Grazie! Ciao a tutti!"; prendo lo zaino e poi vado verso il garage; nessuno di loro mi chiede niente, ormai lo sanno che quando scappo via così ci può essere solo un motivo: mamma.


Lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo! L'auto di papà è parcheggiata sotto casa e quella di mamma ce l'ha Asia: col cazzo che sono andati a pranzo da Grazia! E sono solo le due e mezza, perciò è impossibile che siano già rientrati! Di solito la faccenda va avanti fino a sera. Mi hanno mentito. Di nuovo. Per tenermi alla larga, e di certo non lo hanno fatto perché vogliono passare un pomeriggio romantico senza figli tra i piedi! Mi ci gioco le palle che lei è stata male!

Salgo le scale di corsa, sono agitato e impiego qualche secondo per riuscire a infilare la chiave nella toppa della porta di ingresso, ma poi riesco ad aprirla, entro, e la richiudo sbattendola forte.

"Sono a casa!" urlo lasciando trasparire nel tono di voce tutta la mia incazzatura.

Papà mi viene incontro e mi guarda con la stessa faccia che ho io quando vengo beccato a copiare. "Leo, ma che..."

"No! Ma che, voi! Mi avete preso per il culo!"

"Abbassa la voce."

"Si è sentita male, no?! Dov'è? A letto?!"; lui annuisce e io faccio per andare verso la loro camera, ma lui mi blocca afferrandomi per le spalle.

"Aspetta, prima calmati per piacere."

"No! Non mi calmo! Mi trattate come un bambino! Anzi, peggio! Come un bambino idiota!"

"Non è vero. Te lo avremmo detto. Non volevamo rovinarti la giornata."

"E adesso me l'avete rovinata di più!"; mi libero dalla sua presa ed entro come una furia in camera, spalancando la porta. "Che hai avuto stavolta?! Di nuovo una crisi respiratoria?!"

"Non rispondo di certo ad uno che urla in questo modo" mi risponde lei alzando il volume della tv.

"Oh andiamo!"; e proprio non ce la faccio a non urlare.

"Oh andiamo, lo dico io! Capisco che ti preoccupi per me, ma di certo non è questo il modo..."

"Sì! Sono preoccupato! Ma sono pure incazzato nero, e perciò un altro modo non ce l'ho! Mi avete preso di nuovo per il culo! Mi tenete nascoste le cose! Mi trattate come un coglione! E questa cosa mi manda ai matti! Non lo sopporto!"

"E io non sopporto quando sbraiti in questo modo! Non sono tenuta a dirti tutto, e tu non puoi pretenderlo, e di certo non urlando! Perciò se vuoi sapere che succede, tanto per cominciare ti calmi, e poi decido se parlartene oppure no!"

"È un mio diritto sapere come stai!" urlo dando un pugno al muro, per fortuna non così forte da spaccarmi la mano, ma mi faccio abbastanza male.

"Adesso basta!" dice papà alzando la voce. "L'ultima cosa di cui la mamma ha bisogno sei tu che fai i capricci come un bambino! O ti calmi, o vai fuori!".

Fanculo! Do un calcio al comodino, facendo cadere la lampada e facendo rompere la lampadina, e poi me ne vado in camera mia sbattendo la porta fortissimo. Non lo posso spiegare quanto sono incazzato!


Non sono tenuta a dirti tutto! Ma che stronzata! Con una manata faccio cadere per terra anche i libri e i quaderni che sono sulla scrivania, mi tolgo le scarpe e le lancio contro il muro, poi mi butto sul letto e scaglio lontano il cuscino. Ho così tanta rabbia che potrei spaccare tutto. Tutto!

Ma la verità è che non ce l'ho con mamma e papà; sì, anche con loro, ma più di tutti ce l'ho con quella fottuta Bestia che come una stronza arrogante è entrata nella nostra vita e ha fatto diventare tutto uno schifo, e non se ne vuole andare, ed è capace di trasformare un giorno di festa in una vera e propria merda!

"Leo, apri la porta" mi dice papà dopo aver provato ad entrare, ma trovando la porta chiusa a chiave.

"NO!"

"Vieni fuori da lì..."

"NO! Voglio stare da solo!"

"Come minimo dovresti venire a chiedere scusa alla mamma e a sistemare tutti i casini che hai fatto!"

"NO!"

"Sei impossibile!" esclama lui esasperato, e poi sento i suoi passi che si allontanano.

Prendo il cellulare e scrivo ad Asia: "Tu lo sapevi che la mamma è stata di nuovo male?!".

Lei mi chiama immediatamente e..., no, non lo sapeva. "Vengo subito a casa!" mi dice dopo che le ho spiegato quel poco che so; e così è rovinata anche la sua giornata.


Asia richiude piano la porta, nel caso la mamma stia dormendo; si toglie le scarpe e percorre l'ingresso con passo leggero, pestando senza volere il cartello "Proprietà privata" che solitamente è appeso alla porta della camera di Leo, e che invece adesso è per terra; attraverso il tessuto sottile dei collant, le arriva pungente la sensazione del freddo del metallo sotto il piede; sensazione davvero sgradevole, pensa mentre raccoglie il cartello e lo rimette al suo posto. Sta per bussare alla porta di Leo, ma lui sembrava parecchio alterato, meglio farlo sbollire un altro po' e andare a vedere se la mamma è sveglia: sì, lo è.

"Stai attenta!" la avverte quando lei entra in camera. "C'è del vetro per terra. Vai a metterti le pantofole". Asia segue il suo consiglio e poi ritorna con scopa e paletta per pulire, ma la mamma la ferma. "No, lascia com'è."

"Perché? Ci metto un attimo."

"Lascia com'è".

E Asia lascia com'è senza obiettare oltre: di sicuro è stato Leo a combinare quel disastro, e la mamma vuole che si occupi lui di sistemarlo.

"Leo?"

"Sì. Ha dato anche un pugno al muro" sospira la mamma mentre lei gli si siede vicina, sul letto. "Si sarà fatto male".

Lei resta in silenzio a guardare i cocci della lampadina rotta sparsi sul pavimento, e le viene da piangere pensando che anche il cuore di Leo farà quella fine se la mamma non riuscirà a guarire, e anche quello del papà; no, anzi, lui finirà in pezzi del tutto, tutto intero, mica solo il cuore.

E lei? A come finirà lei non ci vuole nemmeno pensare. E adesso vorrebbe chiederle come sta, come si sente, cosa è successo, cosa hanno tenuto loro nascosto facendo infuriare Leo in quel modo; ma la mamma non sembra avere molte energie e pare ancora parecchio turbata dalla scenata del suo Leone con la criniera da corvo; se lo immagina benissimo, mentre urla e dice parolacce e spacca quello che gli capita a tiro. Lo invidia. Anche lei vorrebbe esserne capace. Vorrebbe riuscire anche lei a buttare fuori tutta la rabbia in quel modo straordinario, senza filtri, senza censure, come una tempesta che infuria, e fa paura, ma poi si placa e lascia tutto più pulito e limpido. Lei no. Lei non ci riesce. Lei la sua rabbia se la tiene dentro, non riesce a farla esplodere; nessuna tempesta per lei: solo nuvoloni grigi, densi, che aleggiano scuri e pesanti finché il vento non li porta via.


"Leo, apri dai. Ti ho preparato la cioccolata calda".

Asia e la cioccolata risultano decisamente più convincenti di papà, però io non me la sento ancora di aprire.

"Non la voglio."

"Su, che si fredda!"

"Ti ho detto di no."

"Come vuoi, la lascio qui davanti alla porta". Io aspetto qualche secondo, poi vado ad aprire per prendere la cioccolata, ma Asia mi ha fregato, perché è ancora lì, con due tazze in mano. "Mi fai entrare?"

"E va bene!" sbuffo io muovendo una mano all'indietro; poi prendo dalle sue mani una tazza, mentre lei richiude la porta e va a sedersi sul mio letto.

"Sei ancora arrabbiato?"

"Sì!" esclamo sedendomi dall'altra parte del letto con le gambe incrociate. "Odio che non mi dicono le cose! E odio che è Capodanno e anziché festeggiare stiamo tutti di merda!"

"Neanche a me hanno avvisato. Non volevano..."

"... rovinarci la giornata! Lo so! Lo so! Ma che cazzo hanno concluso?! Niente! La giornata è comunque rovinata e io sono pure incazzato!"

"E hai combinato i tuoi soliti casini..."

"Sì! Perciò adesso pure loro saranno incazzati con me. Ci manca solo che mi mettono in punizione, guarda!"

"Io dico che te la cavi ripulendo il pavimento e chiedendo scusa".

Sospiro e mi passo una mano in mezzo ai capelli: "Dici?"

"Lo sai che ci metti un attimo a far sciogliere la mamma, e poi lei fa sciogliere il papà".

Sì, questo è vero, però temo di avere esagerato e che non basti chiederle scusa e raccogliere i cocci.

"Resta comunque il fatto che grazie alla Bestia abbiamo avuto uno schifo di Capodanno!"

"Sono ancora le sei" puntualizza lei sorridendo. "Facciamo in tempo a migliorare un po' la giornata."

"Sì, e come?!"

"Possiamo organizzare un bel cenone! Guardo cosa c'è in frigo e mi invento qualcosa!"

"E facciamo la tavola tutta bella elegante!" esclamo illuminandomi. "Come piace a lei!"

"Sì!"

"Però l'hai vista...? Sta a pezzi..., non lo so se se la sente di venire a tavola."

"Mettiamo il tavolo vicino al divano!"

"Fantastico! Sì!"

"Allora dai, diamoci da fare" dice lei prendendo dalle mie mani la tazza vuota e alzandosi.

"Ok, vai pure che arrivo"; prima devo rimediare a un paio di disastri.


Mamma è seduta sul letto a leggere, e la tv è spenta. Io ho ripulito il pavimento dai cocci e adesso sto avvitando una lampadina nuova, tutto ciò nel totale silenzio. Lei ha fatto come se io non ci fossi e ha continuato a leggere indisturbata, e io ho cercato più volte di decidermi a dirle qualcosa, ma poi mi bloccavo. Sto per uscire dalla stanza, ma so che non posso andarmene via così, che di sicuro lei ci sta male per la mia sfuriata, e pure io; sospiro e mi decido a mettere da parte il mio orgoglio.

"Scusa" le dico girandomi verso di lei, fermandomi sulla porta.

"Non startene lì, vieni qua" mi dice battendo la mano sul materasso.

Io non me lo faccio ripetere due volte e mi siedo accanto a lei.

"Non volevo fare tutto quel casino, è che... sono così arrabbiato!"

"Lo so" mi dice accarezzandomi i capelli. "Io però non ho cresciuto un ragazzo maleducato."

"No..."

"E prima lo sei stato."

"Sì" le rispondo sbuffando.

"Devi imparare a controllarla questa rabbia, a farla venire fuori in un altro modo. In questo non ti fa bene e non fa bene agli altri"; mi prende la mano destra, me la guarda, è appena un po' scorticata sulle nocche. "Ti fa male?"

"No"; in realtà un po' sì, ma adesso la mia mano mi sembra l'ultimo dei problemi.

"Non ti bastava prendere i miei occhi e i miei capelli, pure il mio caratteraccio dovevi prendere?!"

"Tu non hai un caratteraccio" ribatto io sorridendo.

"Oh sì, ce l'ho! E pure tu! Solo che tu hai pure il testosterone che gioca a tuo sfavore!" mi dice lei ridendo, e intanto mi abbraccia. "E io ho anche imparato a gestirlo un po'."

"Il testosterone?".

Ridiamo entrambi, lei mi accarezza i capelli; "Il caratteraccio. E speriamo che crescendo lo faccia anche tu."

"Non te lo posso giurare!"

"Eh..., non avevo dubbi!"; lei scuote la testa, sorride, poi torna seria. "Comunque non ho avuto una crisi respiratoria. Ero ancora da Beppe e Simona, quando ho avuto dei dolori fortissimi al petto... Siamo corsi in ospedale, mi hanno spedita subito in Radiologia... e come sospettavo avevo di nuovo il polmone allagato."

"Ah..." ; le è già successo altre volte, da quando il cancro si è diffuso al polmone. "Siringona nella schiena?" le domando piuttosto impressionato; la prima volta che mi ha raccontato di come le hanno aspirato il liquido, per poco svenivo.

"Già... Ma mi sono sentita subito meglio e dopo un po' mi hanno mandata a casa. Devo ringraziare che non c'era la Strega di turno, altrimenti mi teneva dentro di sicuro, almeno per la notte!"

"Seee..., per la notte! Quella ti teneva dentro fino alla Befana! Anzi! Fai pure Carnevale!"

"Per fortuna sarà andata a festeggiare il Capodanno anche lei!" esclama mamma ridendo. "A proposito, il tuo com'è andato?"

"Mh... bene."

"Non sembri convinto..."

"Ma sì, mi sono divertito! Però è stato anche... come dire... litigioso!"

"Litigioso?! E perché?"; le racconto di Riccardo e Daniele, ma non del mio litigio con Vero, perché non mi va di spiegarle il motivo.

"Adesso però devo andare, che Asia mi aspetta!"

"Oh... cosa combinate?"

"È una sorpresa!"

"Mi piacciono le sorprese!"

"Lo so!"; le do un bacio e mi alzo. "Papà dov'è?"

"È andato in cantina a prendere un paio di casse d'acqua. Perché? Volete coinvolgerlo nella sorpresa?!"

"Beh, forse due mani in più non guastano... Però a dire il vero gli devo chiedere se riporta a Riccardo la bici che mi ha prestato."

"Ah, ok... E credo che dovresti chiedergli anche scusa."

"E perché?! L'ho già chiesto a te!"

"Leo..."

"E va bene!" sbuffo uscendo.


La sorpresa riesce benissimo! Papà ha apparecchiato la tavola alla perfezione, Asia è riuscita a rimediare una signora cena con quello che ha trovato, e io, inutile dirlo, sono stato un aiuto cuoco eccezionale! Mamma ha indossato la sua vestaglia elegante, quella di raso blu, ha raccolto i capelli e si è anche truccata un po', e io l'ho accompagnata sottobraccio fino al soggiorno. La cena era buonissima, a parte l'insalata in cui per sbaglio ho messo lo zucchero anziché il sale (ma Asia aveva spostato i barattoli e io non me n'ero accorto!). Mamma è andata avanti a prendermi in giro per dieci minuti su questa storia, ridendo come una bambina, mentre io facevo l'offeso tenendo le braccia incrociate e cercando in tutti i modi di non ridere (poi alla fine non ce l'ho fatta e ho riso anch'io).

Pensavo che sarebbe stato il Capodanno più brutto di sempre, e invece siamo riusciti in qualche modo a salvarlo; siamo diventati bravi a gestire gli imprevisti, noi Correani! Di sicuro non smetterò di incazzarmi quando capiteranno ancora, però alla fine l'incazzatura mi passa e resta la gioia del vederci ancora così: uniti, insieme, felici. All'inizio di questa brutta storia lo credevo impossibile, credevo che finché quell'intruso non fosse scomparso dalla nostra vita non saremmo più riusciti ad essere felici, ed è fantastico vedere come invece ne siamo ancora capaci.

Non so cosa ci riservi il 2012, ma finché saremo insieme andrà bene.

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