Blind Hearts - Miraculous

Από KwamiHunters

6.1K 513 214

Dopo anni di lotte contro Papillon e Mayura, l'arrivo improvviso di una persona legata al passato di Fu aiut... Περισσότερα

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Riassunto fin qui
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16

Capitolo 3

304 29 5
Από KwamiHunters

Marinette e Priyanka parlarono ancora per un po', mentre Fu rifletteva sulle nuove informazioni acquisite dalla pronipote. Le due si scambiarono i numeri di telefono per ogni evenienza, del resto la chat poteva restare riservata alle conversazioni che riguardavano i Kwami. Poi quando arrivò l'ora di cena, la ragazza chiese a Sass di chiamare Tikki e Mullo per lei in modo da poter tornare a casa.

«Priya, dove abiti?»

«Al momento dormo in una pensione vicino a Notre-Dame, credo che starò lì fino a quando non troverò un lavoro per potermi permettere un appartamentino. Sono qui da poche settimane e solo oggi sono riuscita ad avvicinarmi a te grazie a quell'akuma.»

«Maestro, non è il caso di farla stare qui da lei, in modo che sia più al sicuro?» chiese Marinette pensierosa.

«Non osavo chiedere tanto, la sua vita ultimamente è già stata stravolta abbastanza» rispose l'uomo, poi si voltò verso Priyanka «ma se vorrai venire a stare qui sarei molto contento» confermò deciso.

«Sarebbe fantastico» rispose lei entusiasta.

«Bene, allora è deciso» affermò contento Fu «Vai a prendere i tuoi bagagli, per quando sarai di ritorno avrò preparato una cenetta con i fiocchi in onore del nostro incontro. Marinette se vuoi restare...»

«No, grazie Maestro» declinò cortesemente «Sono certa che abbiate ancora molto di cui parlare».

«Grazie» le disse Fu sull'uscio «Apprezzo molto tutto quello che hai fatto oggi».

«Mi tenga informata se dovessero esserci novità. Se avete bisogno di qualcosa sapete come trovarmi. Mullo, Tikki, andiamo!».

----------

Finita la cena Marinette decise di salire sul suo terrazzino a prendere una boccata d'aria. Le luci della città non rendevano semplice riuscire a trovare stelle nel cielo notturno, ma spesso la ragazza si rilassava sulla sdraio a strisce bianche e rosa cercando di individuare anche solo un semplice bagliore.

Erano dei momenti di pace e tranquillità in cui sperava di potersi crogiolare anche durante il giorno, ma le akuma ed i vari impegni scolastici rendevano un miraggio anche il solo poter dormire qualche ora. Le capitava di chiedersi come avesse fatto a resistere fino a quel momento, ma poi ripensava al sostegno incondizionato che le dava Chat Noir, alla vitalità di Rena Rouge, al sorriso spensierato di Carapace, al caratterino tutto pepe di Queen Bee, alla tranquillità di Viperion, all'astuzia di Mullo e alla dolcezza di Tikki e sapeva che qualunque cosa fosse successa, loro non l'avrebbero mai abbandonata. In tutta sincerità non sapeva capacitarsi di che cosa avrebbe fatto una volta fermato Papillon, ma era certa che prima o poi sarebbero riusciti a sconfiggerlo.

Le palpebre di Marinette si fecero sempre più pesanti fino a chiudersi definitivamente, si sentì più leggera durante il dormiveglia ed infine cedette fra le braccia di Morfeo per non pensare più a niente.

Chat Noir vide la figura addormentata della ragazza in lontananza e un salto dopo l'altro atterrò sul piccolo balcone sopra la panetteria.

«Marinette?» chiese con un filo di voce per paura di spaventarla.

«Umh...» rifletté «Deve proprio essere stanca».

Il giovane valutò se prenderla in braccio e portarla a dormire nella sua stanza oppure se lasciarla lì dov'era per il timore di svegliarla. Sapeva che se l'avesse lasciata così esposta alle intemperie probabilmente si sarebbe presa un malanno, così aprì delicatamente la botola che portava alla stanza della ragazza e prese dal letto la prima coperta che riuscì a trovare. Infine la sistemò delicatamente su di lei per poi saltare sulla ringhiera vicina.

«Bonne nuit, mon ami».

Chat iniziò a vagare per Parigi senza una meta precisa. Negli ultimi mesi gli capitava sempre più spesso di ritrovarsi senza un perché sul balcone di Marinette. Era una ragazza molto dolce e attenta ed aveva trovato in lei un'amica su cui poter contare, sia come gatto nero che come Adrien. Per qualche ragione a lui sconosciuta la sua compagna di classe sembrava più rilassata in presenza di Chat Noir, gli piaceva molto ridere e scherzare con lei. Il fatto che la divertisse anche con le sue battute più stupide lo aveva spinto a pensare che se mai un giorno Marinette avesse scoperto la sua doppia identità gli sarebbe rimasta amica. Questo perché aveva accettato sia il timido e riservato Adrien che l'impulsivo ed estroverso Chat Noir. Non come Chloé che nonostante gli anni lo bistrattava ancora, ogni volta che lo incontrava nei suoi panni di pelle nera. Invece Marinette era fatta così: dolce, intelligente, creativa, un po' goffa a volte, ma sempre leale e pronta ad aiutare il prossimo. Aveva notato che spesso metteva la felicità altrui prima della sua e non poteva che ammirarla per tutto questo. Sarebbe tornato a trovarla l'indomani con un po' di fortuna questa volta l'avrebbe trovata sveglia.

----------

Marinette si svegliò quando ormai era passata la mezzanotte. Il morbido pile della coperta che la stava avvolgendo le solleticò il naso e sorrise cercando di respingere un piccolo brivido. Si alzò a fatica ancora intontita dal sonno e si trascinò con lentezza fino alla botola che portava alla sua camera.

Guardò verso il giaciglio di Tikki e si rese conto di averla svegliata, mentre Mullo russava beato poco più in là.

«Scusami» bisbigliò poi si sdraiò sul letto allungando una mano per lasciarle una carezza «Grazie per la coperta».

«Non sono stata io» rispose il Kwami sbadigliando.

«Mullo?» domandò mentre sistemava meglio il cuscino.

La creaturina scrollò la testa.

«Papà?»

«No, è stato il tuo Chaton» ridacchiò Tikki mentre osservava attentamente la reazione dell'amica.

Inizialmente Marinette non si scompose. Annuì non recependo realmente la notizia, le ci volle qualche secondo in effetti prima di spalancare gli occhi e guardarla «Chat Noir è stato qui?» chiese stupita.

«Non per molto, ha visto che stavi dormendo così ha pensato di non farti prendere freddo e se n'è andato subito.»

«È stato carino» ammise la giovane ad alta voce.

«Solo carino?» chiese l'altra ammiccando un po' «È da qualche mese che Chat viene a trovarti».

«È solo un amico.»

«Sicura Marinette? Sicura che non ti piaccia neanche un pochino?»

«Certo che mi piace, ma non nel modo in cui stai pensando» precisò la ragazza «Il fatto è che quando sono Ladybug non posso permettermi certe confidenze con lui, hai visto com'è fatto, se per caso Papillon mi catturasse lui sarebbe disposto a consegnargli il suo Miraculous».

«Ha detto di amare Ladybug è vero, ma non puoi essere sicura che sarebbe così incauto.»

«Io l'ho quasi fatto per Adrien» sospirò «Ricordi quella volta contro Volpina? Quando pensavo che l'avrebbe fatto cadere dalla Tour Eiffel? Stavo per togliermi gli orecchini, se Chat Noir non mi avesse fermato lo avrei fatto. Sarebbe stato imperdonabile e con il tempo ho capito quanto fosse sbagliato, per questo ho rinunciato ad Adrien. Dopo la battaglia nel Giorno degli Eroi di tre anni fa pensavo che sarei riuscita a dichiararmi, ma più i giorni passavano più sentivo che ci fosse qualcosa di sbagliato: una nota stonata e confessarmi è diventato sempre più difficile. Non capivo che cosa fosse a turbarmi, l'ho realizzato solo qualche mese fa parlando con Chat. Ho continuato a respingerlo dicendogli che sarei stata solo una distrazione, che facendo così si rendeva vulnerabile e un sacco di altre scuse. Poi però mi sono resa conto che ogni singola parola valeva anche per il mio amore nei confronti di Adrien».

Marinette si rattristò un po' e Tikki continuò a guardarla capendo che cosa volesse dire.

«Inoltre...» aggiunse «dopo quello che mi ha raccontato Maestro Fu oggi, credo proprio che sarebbe imprudente da parte mia lasciare anche solo una minima speranza a Chat Noir. La prossima volta che lo incontrerò sarò molto chiara a riguardo».

«Non sei troppo drastica?» chiese il Kwami preoccupato per come sarebbero potute andare le cose.

«Lo sto facendo per il suo bene, per il bene di Parigi» ribatté a malincuore.

«Marinette prova a dormirci su» le consigliò l'altra «Non vorrei che ti pentissi di questa decisione in futuro».

La ragazza emise un verso frustrato «Buona notte Tikki».

«Buona notte Marinette.»

----------

«Buongiorno!» Alya agitò la mano freneticamente per salutare l'amica che come sempre rischiava di arrivare in ritardo.

«Buongiorno...» Marinette l'affiancò sovrappensiero restituendo il saluto senza troppo entusiasmo mentre iniziavano a salire le scale che le avrebbero portate alla loro aula.

«Hey, che cos'è quella faccia? Non ti starai mica ammalando?» chiese la giovane preoccupata.

«Ti stai ammalando?» domandò Nino comparendo alle loro spalle insieme ad Adrien.

«Non è niente» sorrise la Portatrice della coccinella cercando di apparire solare come al solito «Sapete come sono fatta, mi sono svegliata all'ultimo anche oggi».

Il biondino la superò con poche falcate e la costrinse a fermarsi davanti a lui. La guardò intensamente cercando di capire che cosa non andasse «Non avrai mica preso freddo?».

Marinette nonostante tutti i suoi buoni propositi si sciolse davanti allo sguardo ansioso del giovane e finì irrimediabilmente per arrossire in viso.

«Secondo me ha la febbre» esclamò Alya scambiando uno sguardo d'intesa con Nino.

L'amica boccheggiò cercando le parole giuste per non rischiare di fare qualche brutta figura «No, io... sto bene, davvero».

Adrien, che ormai l'aveva sorpassata da un pezzo in altezza, si trovava ancora più in alto per via dei gradini, così dovette piegarsi in avanti per appoggiare la sua fronte contro quella di Marinette per capire se quest'ultima stesse mentendo.

«In effetti scotti un po'» constatò dispiaciuto.

La ragazza presa alla sprovvista per l'improvvisa vicinanza del ragazzo cercò di allontanarsi imbarazzata: il suo piede però non trovò più appoggio sul gradino e rischiò di precipitare ruzzoloni lungo la scalinata. Il giovane grazie ai suoi riflessi felini riuscì a scendere velocemente i pochi gradini che li separavano, le passò un braccio intorno alla vita e con la mano libera si tenne saldo al corrimano. Infine la strinse a sé per evitare che si sbilanciassero impedendo così ad entrambi di fare una brutta caduta.

«Stai bene Marinette?» si preoccupò maggiormente Adrien.

Lei ridacchiò imbarazzata «Sono la solita sbadata» cercò di giustificarsi allontanandosi questa volta con più cautela «Sto bene» sorrise cercando di mantenersi calma «Andiamo o arriverete tutti in ritardo per colpa mia».

«Ma...» provò a replicare il biondino.

«Nessun ma!» lo interruppe lei «Forza, il professor Chevalier sarà già arrivato».

Superò Alya e con un semplice sguardo la rimproverò per il brutto tiro che le aveva appena giocato. Camminò in maniera composta fino al suo posto e si sedette aspettando che i suoi amici facessero altrettanto.

«Scusa» le bisbigliò l'amica fingendo di mordersi la lingua.

Marinette sospirò e scrollò la testa, anche volendo non sarebbe riuscita a tenere il broncio con lei.

----------

La campanella sancì l'inizio delle lezioni, ma l'insegnante non era ancora arrivato in classe. Gli studenti iniziarono a chiacchierare e un brusio costante riempì l'aria.

Adrien e Nino ne approfittarono per voltarsi verso le ragazze alle loro spalle e Marinette iniziò a scarabocchiare il suo quaderno per evitare di incrociare lo sguardo del biondino.

«Che avete fatto di bello ieri?» chiese quest'ultimo interessato alla vita dei propri amici.

«Siamo andati al parco» spiegò Alya lanciando uno sguardo d'intesa con Nino.

«Sì, abbiamo passato tutto il pomeriggio assieme» confermò tenendo per buona la scusa inventata dalla sua Rena Rougue per coprire le loro identità segrete.

Marinette sorrise guardando di sottecchi i due: anche a lei avrebbe fatto comodo avere qualcuno a confermare i suoi "alibi" di tanto in tanto.

«E tu Mari?» la voce di Adrien arrivò limpida al suo orecchio.

«Ho cucito» rispose senza alzare il volto dal bozzetto su cui stava volutamente concentrandosi «Tutto il pomeriggio» precisò sorridendo soddisfatta dopo aver dato la giusta piega alla gonna su cui stava lavorando.

Ecco la scusa perfetta. Vista la sua passione per la sartoria nessuno dubitava mai quando affermava di aver creato qualche abito o accessorio. Del resto quando era in piena fase creativa veniva assorbita completamente da quello a cui stava lavorando e i suoi compagni di classe avevano assistito più volte ai suoi attacchi d'arte.

«Buongiorno Professor Chevalier».

La voce di Rose spiccò acuta sopra quella degli altri e tutti si zittirono e ripresero i loro posti.

L'insegnante era un ragazzo giovane sui venticinque anni. La sua passione per le lingue e l'amore per gli studi lo avrebbero voluto altrove, magari davanti a complessi geroglifici in Egitto o ad analizzare altre lingue ancora sconosciute, invece no... la sua salute cagionevole lo aveva costretto a una vita più sedentaria e con decisamente meno avventura. Mathieu aveva sofferto fin da piccolo di terribili mal di schiena e si ritrovava molto spesso a dover passare intere giornate a letto inghiottendo antidolorifici per reprimere il dolore.

Negli anni era stato spesso coinvolto nei disastri delle akume e purtroppo non sempre era stato in grado di sfuggirgli. Qualche volta gli Eroi di Parigi erano riusciti a portarlo in salvo prima che potesse essere sfruttato, congelato o trasformato da qualche akumatizzato, ma lui non si era mai fatto prendere dallo sconforto. Sarebbe stato facile cedere all'ira davanti al dolore e alla consapevolezza di essere impotente in quei frangenti, invece no, aveva lottato con un obiettivo ben preciso. Proteggere i suoi studenti era il compito che da solo si era dato e anche con i suoi modi cinici e disincantati, sperava di preparare i giovani alla vita in modo da non poter essere vittime di Papillon per qualche banale delusione.

Del resto gran parte dei suoi studenti aveva preso parte a quel diabolico teatrino già prima che lui iniziasse ad insegnare in quella scuola, ma questo non escludeva che potesse capitare di nuovo loro.

«Buongiorno ragazzi, scusate il ritardo, ho la schiena a pezzi ed ho impiegato più tempo del previsto per raggiungere la vostra classe» disse un claudicante professore di lingue «Perciò iniziamo subito: vi avevo chiesto di comporre un breve testo in inglese parlando di cosa amate fare, chi vuole leggere il proprio alla classe? Chloé? Nessun altro? Fammi indovinare, ci racconterai di quanto ami essere l'eroina di Parigi?»

La classe ridacchiò, ma la biondina non sembrò affatto colpita da quell'ilarità.

«A dire il vero il mio tema parla di quanto io ami salvare i Parigini, professore.»

«Decisamente più interessante in effetti, sono curioso, prego inizia pure.»

Marinette si voltò ed ascoltò Chloé attenta mentre Chevalier annuiva compiaciuto.

Il resto della lezione continuò in maniera tranquilla e sebbene si conoscessero tutti da tempo grazie a questi temi riuscirono a scoprire qualche lato in più dei loro amici.

Adrien ad esempio aveva deciso di raccontare alla classe un nuovo lato di sé. Qualcosa che non aveva mai detto prima, perché non lo aveva mai ritenuto importante, ci era arrivato solo riflettendo seriamente sulla consegna del compito ed escludendo tutto ciò che faceva parte della sua vita da supereroe.

Da quasi un anno aveva iniziato a correre: al mattino si svegliava all'alba per potersi concedere qualche ora in cui staccare completamente il cervello. Correva lungo la Senna, raggiungeva la panetteria dei Dupain-Cheng, acquistava un croissant e correva di nuovo verso casa per poi fare una doccia, mangiare l'agognata brioche e infine andare a scuola. Suo padre non si era opposto alla pratica di questo sport e il suo fisico ne aveva giovato anche per le copertine delle riviste -e i sospiri delle sue fans-.

Durante il tragitto ascoltava musica attraverso le cuffie del suo iPod e così facendo scaricava tutte le sue frustrazioni. In molti avrebbero fatto frettolosamente a cambio con la sua vita, ma essere un Agreste non era affatto rose e fiori.

Sapeva che suo padre gli voleva bene, ma sembrava sempre esserci un muro fra loro. Marinette gli aveva involontariamente fatto capire il motivo di tale comportamento quando un giorno trovandosi insieme a Nino e Alya a casa sua per una ricerca, era rimasta incantata davanti ad una foto di sua madre. «Vi assomigliate così tanto» gli aveva detto con la sua solita gentilezza «Davvero impressionante... avete gli stessi occhi».

Adrien inizialmente fu felice di sentirglielo dire, ma poi come un'onda si infranse contro la sua mente una consapevolezza inaspettata. Si rese conto che dalla dipartita della madre le volte in cui il padre lo aveva guardato negli occhi fossero davvero molto rare. Tendeva a distogliere lo sguardo per dedicarsi al lavoro sul suo tablet, oppure in breve tempo abbandonava la stanza in cui si trovavano e lo lasciava solo. Aveva sempre pensato di essere sbagliato, inadeguato in qualche modo, ma la verità forse era solo che suo padre soffriva terribilmente ogni volta che rivedeva in lui qualche particolare della donna che ancora amava. Non era in grado di stare al suo fianco perché gli ricordava tutto quello che aveva perso. Continuamente, giorno dopo giorno. Immancabilmente, ora dopo ora.

Adrien sapeva che non poteva essere colpa sua, ma nonostante questo aveva iniziato a stare in casa il meno tempo possibile, diventando in maniera definitiva un gatto randagio a zonzo per Parigi.


.
.
.

---------------

Grazie di cuore a Emilyb2203 per i suggerimenti e la revisione del capitolo ^_^ è sempre bello potersi confrontare con qualcuno :)
Se non avete ancora letto le sue storie ve le consiglio caldamente :D Sono deliziose!

Συνέχεια Ανάγνωσης

Θα σας αρέσει επίσης

25.9K 454 84
Due ragazzi lui diciottenne con il sogno di diventare un giorno un cantante di successo lei diciassettenne con il sogno di diventare un giorno una gr...
267K 9.5K 72
Chiara e Kumo li osservavano da lontano "Quei due si completano" parlò il ragazzo "Hanno uno un pezzo di anima dell'altro" continuò la bionda "già...
87K 3.9K 47
Where... Camilla Leclerc e Lando Norris scoprono cosa c'è oltre la linea sottile che divide il punzecchiarsi e l'amore. Non possono o meglio non vogl...
22.9K 1.2K 22
𝐀𝐧𝐠𝐞𝐥 𝐑𝐨𝐬𝐞 è una sedicenne che,dalla sua scuola privata,si trasferisce nella scuola di suo fratello maggiore,Rhys,un ragazzo festaiolo e cas...