At Least You

Da KawtharEnNaam

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Katherine Wood è una ragazza che ha perso i suoi genitori quando era piccola. Vive con sua zia Elena, o megli... Altro

Cast
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62
Capitolo 63

Capitolo 6

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Da KawtharEnNaam

P.O.V. Christian

Stavo parlando con Brian quando qualcuno si scontra contro di lui. Vedo solo una testa rossa perdere l'equilibrio. Brian cerca di prenderla ma sono più veloce e riesco ad afferrarla per il polso, c'é mancato poco. Se non fosse per i miei riflessi pronti sarebbe caduta dalle scale. Quando vede che sono stato io ad averla salvata le sue guance si tingono di rosso.
"Cavolo, scusa davvero non volevo" Si scusa con lui. È nervosa e sento la sua mano tremare contro la mia.
"Non è successo nulla, tranquilla"  risponde Brian. Lei guarda la mia mano, mi da un'occhiata di sfuggita e ringrazia tenendo la testa bassa. Che rabbia, perché cazzo non mi guarda mai in faccia? Va bene che ho una brutta fama qui dentro ma non mangio nessuno, se non vengo provocato. Le alzo il viso. I suoi occhi... rimango incantato per un secondo da quel colore. Verde speranza.
"Quando parli con qualcuno devi guardarlo, ragazzina" le dico stringendo la presa. Mi fanno incazzare le persone che tengono la testa bassa di fronte a un'altra. È segno di insicurezza, paura e debolezza. Brian tossisce. Non mi importa un fico secco di lui, questa ragazza deve capire. Mi sposta la mano e corre via
"Amico che diavolo ti è preso?" Dice ridendo.
"Nulla" rispondo secco. "Piuttosto, sei pronto per la gara di domani?"
"Certamente, io sono nato con il volante in mano" dice. So che vincerà, altrimenti dovrà sborsare un bel po' di soldi. Sento il telefono vibrare e guardo lo schermo. È un messaggio da mio padre.
Sono in cittá. Ho già parlato con Thompson, domani ti aspetto a casa.
"Qualcosa non va?" Chiede notando la mia espressione stupita.
"È tornato in città e vuole vedermi." Rispondo. Sa già a chi mi sto riferendo. "Ci sarò alla gara" dico per precisare. Lo saluto e torno in camera. Ripenso all'episodio di stamattina. La ragazza nuova ha fegato e pratica sicuramente qualche arte marziale. Ho goduto quando ha sbattuto la faccia di Aaron sul tavolo, anche se io avrei fatto di meglio. Mi tornano in mente i suoi occhi, cosi innocenti e puri. Ma la cosa che continuo a non capire è perché quella ragazza si faccia mettere i piedi in testa da gente del genere.

Mi sono svegliato abbastanza presto perció ho deciso di andare a correre. Ci voleva una bella corsa di prima mattina. Oggi non ci sono le lezioni, non c'è nessuno al campus. La maggior parte di coloro che alloggiano qui tornano a casa il fine settimana. Mi faccio una doccia e vado a prendere la moto. Le strade sono ancora deserte. Arrivo a casa senza problemi. Non trovo la macchina di mio padre, chissà se è a casa . Parcheggio la moto ed entro
"Buongiorno signorino Foster, gradite la colazione?" Dice una delle domestiche. Accetto e vado a sedermi in cucina.
"Lui dov'è?" Chiedo
"Il signor Foster è nello studio, arriverà a breve. Caffè o thé?"
"Caffè. Amaro" rispondo. Faccio colazione, prendo il cellulare e mando un messaggio a William
Oggi andiamo io e te con Brian.
"Alexander, vedo che sei mattiniero" dice mio padre entrando in cucina. È l'unico a chiamarmi con il mio secondo nome, tranne quando è arrabbiato. Indossa un completo, come sempre.
"Ciao" lo saluto, mi abbraccia dandomi qualche pacca sulla schiena.
"Andiamo in salotto a parlare" dice. Lo seguo e ci accomodiamo sul divano
"Come sta andando a scuola?" Chiede
"Come se non lo sapessi" rispondo. Viene informato ogni secondo su quello che faccio.
"Dovevo pur iniziare il discorso, no?"
"Perché sei tornato così presto? Avevi detto tra due mesi" dico
"Sì ma ci sono stati problemi nella filiale di Chicago e ne ho approfittato per fare un salto qui. Per vederti" risponde "Hai tutto ciò che ti serve?"
"Sì"
"Ti hanno riportato la macchina. Te l'ho fatta portare a scuola. Hai il garage a disposizione. Uno dei pregi di essere un finanziatore" dice sorridendo. Sono contento di riaverla come nuova. Due settimane fa un coglione mi ha urtato da dietro rovinandomi il cofano, stavo per ucciderlo se non fosse stato per Evan.
"Sai che non mi piace quando fai così" Ribatto. Io a differenza di Aaron non sfrutto questa situazione a mio favore.
"Lo so, ma mi sento in colpa per averti abbandonato"
"Non l'hai fatto" dico
"Sì invece, per colpa del mio lavoro ti vedo poco. Quindi cerco di starti vicino nonostante la distanza. Non voglio farti mancare nulla" risponde. Non accetta il fatto che ormai sono grande e che posso badare a me stesso.
"Mmhh... quando riparti?" Chiedo
"Tra due giorni. Vado a Roma, devo concludere un affare" dice
"Bene..."
"Ti va di passare questi giorni insieme?" Propone.
"Va bene. Ma ti avviso che stasera devo uscire e torno tardi." Dico. Mi guarda accigliato
"Nessun problema"

"Quindi mi stai dicendo che tuo padre è in città?" Dice William al telefono
"Sì ma per due giorni, tra mezz'ora esco. Ci incontriamo là" dico chiudendo la chiamata. Devo ammettere che mi è mancata camera mia. Avessi una stanza così al campus sarebbe fantastico. Qui ho pure la palestra. Mio padre è uno che non bada a spese, essendo un imprenditore di successo il denaro per lui non è un problema. Esco di casa e vado al solito locale. Trovo Brian e William davanti all'ingresso che mi aspettano.
"Guarda che bel gioiellino" dice Brian indicandomi la sua macchina nuova.
"Maserati Levante Trofeo da 580 cavalli.  Cos'hai fatto per avere questa macchina?" Chiedo ridendo. Questa si che è una bestia, in tutti i sensi. È da quattro posti ed è un sacco spaziosa. Ma la cosa interessante è che nonostante le sue dimensioni questa macchina corre veramente veloce. Ad ogni modo non batterà mai la mia Ferrari 488 Spider da 720 cavalli. Non vedo l'ora di salirci di nuovo sopra 
"Mia madre ha acquistato una casa automobilistica e me l'ha regalata"
"Sono l'unico ad avere i genitori con un lavoro normale?" Commenta William. La mamma di Brian e mio padre sono uomini d'affari. Lei investe il denaro nel settore automobilistico, mentre mio padre nel settore finanziario e sanitario. Invece i genitori di William sono dei chirurghi molto conosciuti.
"È ora di gareggiare amico" dice William. Gli sfidanti arrivano esibendo le loro macchine al pubblico mentre Brian è seduto sulla sua rimanendo impassibile.
"Eh no, io non gareggio contro di lui." dice uno riferendosi al mio amico. A differenza mia Brian è molto conosciuto qui, ma non sanno i nostri nomi. È per una questione di sicurezza, se sapessero come ci chiamiamo possono rovinarci.
"Hai lasciato le palle a casa?" Dice il mio amico, ovviamente Brian deve sempre aprire bocca.
"Vuoi per caso che ti spacchi quel bel faccino?" Dice minacciandolo
"Provaci" rispondo mettendomi di mezzo. Lo fulmino con lo sguardo e lo vedo deglutire. Vengono raccolti i soldi e messi in una teca di vetro.
"Signori e signore. Qui abbiamo 15 mila dollari. Il primo che arriva se li intasca tutti. Siate veloci" dice una ragazza al microfono. I concorrenti salgono sulle loro macchine. Le guardo una a una, sono tutti modelli nuovi ma alla pari.
"READY?" urlano. Ognuno preme sull'acceleratore per far sentire la potenza della propria macchina.
"GET SET.... GO!" eccoli che partono. Il percorso è corto rispetto alle ultime volte ma è pieno di curve. Chissà come se la sta vedendo Brian
"C'è la farà?" Chiede William
"Sì" rispondo sicuro.
Dopo 20 minuti qualcuno prende il microfono
"SPOSTATEVI TUTTI DALLA LINEA DI ARRIVO!"
Stanno arrivando. Vediamo due macchine arrivare ad altissima velocità
"Cazzo, non è Brian" Urla William. Sono quasi arrivati e di lui nessuna traccia. Improvvisamente una macchina si fa largo tra le due tagliando il traguardo all'ultimo secondo.
"La Maserati nera vince!!!" Urlano. La folla sta impazzendo ed esulta circondando la macchina di Brian. Lo vediamo uscire trionfante.
"Amico, mi hai fatto prendere un colpo" dice William tranquillizzandosi.
"Adesso dubiti pure delle mie capacità?" Risponde ridendo
"Ottimo lavoro" dico congratulandomi con lui.
"Ecco a te" la ragazza porge la teca a Brian. Bene bene, ha un bel bottino.
"MERDA STANNO ARRIVANDO GLI SBIRRI" Urla qualcuno. In un attimo tutti incominciano a scappare spaventati. Brian butta i soldi in macchina e insieme a William vanno via. Prendo la moto e vado nella strada opposta.
Dopo essermi assicurato di non essere  seguito chiamo i miei amici
"Tutto apposto?"
", nessun problema." risponde Brian
"Bene, ci si vede" attacco e vado a casa. Cavolo, c'é mancato poco.

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