Un bacio tra amore e odio

By alicehorrorpanic

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Attratti come due poli opposti, strafatti nei brutti posti. -questa storia è il disagio, non leggetela- [pres... More

[uno: bad boys]
[due: my person]
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13- Halloween
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[epilogo+sequel]
//impo
B h o
prologue
1. first day

18

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By alicehorrorpanic

Il suo profumo.

Il suo cazzo di odore addosso non mi aveva fatto chiudere occhio.

Le sue mani su di me, la sua pelle bianca a contatto con la mia, le sue labbra carnose sulla mia bocca, i suoi occhi profondi, per tutta la notte, senza dormire.

Ricordi così vividi da poterli toccare con mano, da poterli sfiorare, vivere.

Sbattei le palpebre con forza tanto da farmi male agli occhi, li strizzai e realizzai che ero sola e lui non era li con me.

A volte l'amore è così forte che ci distrugge.

Sbuffai e mi misi a fissare il soffitto nervosa, il buio invadeva ancora interamente la camera, ad eccezione dei riflessi di luce che si proiettavano sulle pareti.

Mi districai dalle coperte e guardai lo schermo del telefono dove era segnata l'ora: erano le cinque e trenta e pensavo a lui.

Avrei bisogno di lui, di noi sdraiati su un prato, abbracciati, a ridere, a litigare, a farci il solletico, a fare i coglioni.

E a baciarci.

****

E la domenica passò così, iniziata male e finita peggio, visto che ero stata davanti a una pagina di storia per due ore senza concludere un bel niente.

Nulla riusciva a distrarmi dal mio pensiero fisso, neanche la musica, neanche Damon Salvatore, forse un terremoto o un uragano avrebbero fatto la differenza.

Inutile aggiungere che fui intrattabile per tutto il giorno e mia madre non mi scassò più di tanto, quindi si prevedeva una catastrofe.

Non avevo chiamato Arianna, mi ricordavo fin troppo bene, nonostante l'alcool in circolo nel mio organismo, che le avevo confessato di amare lo stesso ragazzo di cui lei era innamorata.

Non poteva chiedere al mondo un'amica peggiore di me, mi sentivo quasi un verme a rubargli il ragazzo che amava da una vita.

È proprio vero che All'amor non di comanda, e noi eravamo il classico esempio.

E mi chiedo: Ci sarà un posto dove l'aria non parla di te?

La risposta è no, la mia camera è impregnata del tuo profumo, come la mia pelle e le mie ossa.

Ma alla fine non dovrei lamentarmi perché voglio profumare di te, voglio sapere di te, e non so neanche io il motivo, è come un ossessione, sto diventando come quel pazzo di Grenouille di Suskind.

"Non si può rifiutare la forza di persuasione del profumo, essa penetra in noi come l'aria che respiriamo penetra nei nostri polmoni, ci riempie, ci domina totalmente, non c'è modo di opporvisi."

Stavo vaneggiando se a mezzanotte ero china sulla scrivania a leggere questo libro che mi invitava ad ammazzare uomini con un irresistibile profumo addosso.

Lasciai perdere il libro e mi barricai sotto le coperte, al sicuro, pensando a quella persona che non c'è e che vorrei accanto.

****

Arrivare a scuola puntuale fu un compito arduo, tanto che dovetti sperimentare una maratona di prima mattina con lo stomaco che faceva le capriole.

E poi lo vidi, la sigaretta tra le labbra, l'aria da ribelle e quella giacca di pelle che gli stava da Dio.

Mi avvicinai titubante, stavo sviluppando una dipendenza cronica dalle sue labbra, dal suo profumo, dai suoi occhi, dal suo sorriso, merda ero da ricovero.

Deglutii a qualche metro da lui che, sentendosi osservato con insistenza, si giro verso di me rimanendo con la marlboro a mezz'aria, stupito, e prese anche lui a fissarmi, senza però venirmi incontro.

Stronzo era e stronzo doveva rimanere, ovviamente, perché dovevo fare io la figura della ridicola davanti a mezza scuola che ci osservava curiosa?

«Allora è vero?»

Boccheggiai per lo spavento e riconobbi Lore davanti a me, palesemente nervoso.

«Cosa?»

Chiesi cercando di darmi un contegno e guardandomi in giro distrattamente.

«Quel puttaniere.»

Sputò acido guardandomi torvo e passandosi una mano tra i capelli.

Era già partito con gli insulti solo alle otto di mattina, figurarsi tra qualche ora.

Comunque, anche se mi sentivo mezza rimbambita per la corsa, non avevo afferrato il concetto, tanto che mi stampai di nuovo un'aria interrogativa in faccia.

«Si può sapere che stai farneticando?»

Sbuffai, guardando da tutt'altra parte e intercettando due occhi color ghiaccio nella mia traiettoria.

«Te lo scopi? Sei innamorata di lui?»

Ringhiò e mi si avvicinò con fare minaccioso.

Boccheggiai stupita e presi un grande respiro, era arrivato il momento della verità e io non mi sentivo per niente pronta.

«Ma che cazzo, modera i toni.»

Non ero riuscita a trattenermi, lui aveva praticamente urlato ai quattro venti gli affari miei, un po' di contegno cazzo.

Sbuffò seccato e aggiunse:

«Allora?»

«Non sono affari tuoi, non sei il mio ragazzo.»

Replicai infastidita, ricordando limiterà settimana in cui era praticamente la mia ombra e non mi aveva lasciato respirare neanche per due secondi.

«Certo che sono affari miei, Cristo Alice, io pensavo che mi volessi ancora!»

Confessò, lasciandomi di stucco, con occhi e bocca spalancati, assomigliavo vagamente all'urlo di Munch.

«Beh, ti sbagli.»

Balbettai in imbarazzo, abbassando lo sguardo.

«Vuoi davvero stare con lui? Con uno che cambia ragazza ogni sera? Con uno stronzo patentato? Credevo fossi diversa sai, sei cambiata in questi anni ma in peggio.»

Concluse il suo monologo imprecando in qualche lingua a me sconosciuta, il che mi fece salire i nervi a fior di pelle.

«Senti, sarò libera di stare con chi mi pare no?»

Iniziai, e lui alzò gli occhi al cielo e provò a ribattere ma lo interruppi.

«E soprattutto, non sarai tu a impedirmi di amare chi voglio, e mi dispiace deluderti ma io non sono cambiata per niente, non sono una persona diversa solo perché mi sono innamorata di un ragazzo che non sei tu!

Che è stronzo, sfacciato, arrogante e tutto il resto, ma a me non importa un fico secco di quello che pensi tu!»

Presi un grosso respiro e gli puntai il dito contro.

«Non hai fatto altro che starmi addosso tutta la settimana, mi hai soffocato con la tua presenza e tutto perché volevi tornare con me?»

Feci una risatina isterica e ripresi:

«Il problema sai qual'è? Che non ti voglio, mi hai stufato e la minestra riscaldata mi fa schifo, quindi togliti dai piedi e lasciami in pace, che le mie cose le gestisco io.»

Conclusi e mi incamminai quasi correndo verso la mia classe, dovevo sbollire la rabbia, calmarmi, respirare e fare una doccia ghiacciata.

Lore non mi aveva seguita, non aveva risposto al mio sfogo che mi stava lacerando il fegato, forse era meglio così, sarebbe stato più facile lasciarsi alle spalle il passato e guardare avanti.

«Mh, la mia tettina è una tigre.»

Alzai lo sguardo e incontrai un sorriso malizioso e due occhi blu che mi fecero quasi vacillare sulla sedia su cui mi stavo dondolando.

__________________________

ANGOLO AUTRICE

Eccomi qui, con qualche giorno di attesa, ma ero in super blocco dello scrittore!

Aspetto i vostri commenti e vorrei sapere cosa ne pensate di tutta questa faccenda!

E ora, che succederà tra Alice e Niccolò?

Almeno abbiamo eliminato Lorenzo, ora manca Arianna!

Alla prossima!

Vi ricordo anche Lividi nel cuore che è un'altra mia storia, fateci un salto se vi va!

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