Leo (Io non ho finito)

By MariaCorrao5

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Com'era la vita di Leo, prima della terribile scoperta della Bestia? Com'è cambiata la sua vita quando si è t... More

Capitolo 1: Venerdì, 23 dicembre 2011
Capitolo 2: Sabato, 24 dicembre 2011
Capitolo 4: Lunedì, 26 dicembre 2011
Capitolo 5: Martedì, 27 dicembre 2011
Capitolo 6: Mercoledì, 28 dicembre 2011
Capitolo 7: Giovedì, 29 dicembre 2011
Capitolo 8: Venerdì, 30 dicembre 2011
Capitolo 9: Sabato, 31 dicembre 2011
Capitolo 10: Domenica, 1 gennaio 2012
Capitolo 11: Lunedì, 2 gennaio 2012
Capitolo 12: Martedì, 3 gennaio 2012
Capitolo 13: Mercoledì, 4 gennaio 2012
Capitolo 14: Giovedì, 5 gennaio 2012
Capitolo 15: Venerdì, 6 gennaio 2012
Capitolo 18: Lunedì, 9 gennaio 2012
Capitolo 60: Martedì, 21 febbraio 2012
Capitolo 61: Mercoledì, 22 febbraio 2012
Capitolo 66: Lunedì, 27 febbraio 2012
Capitolo 68: Mercoledì, 29 febbraio 2012
Capitolo 69: Giovedì, 1 marzo 2012
Capitolo 72: Domenica, 4 marzo 2012
Capitolo 74: Martedì, 6 marzo 2012
Capitolo 103: Mercoledì, 4 aprile 2012
Capitolo 121: Domenica, 22 aprile 2012
Capitolo 134: Sabato, 5 maggio 2012
Capitolo 155: Sabato, 26 maggio 2012
Capitolo 157: Lunedì, 28 maggio 2012
Capitolo 159: Mercoledì, 30 maggio 2012
Capitolo 160: Giovedì, 31 maggio 2012
Capitolo 161: Venerdì, 1 giugno 2012
Capitolo 162: Sabato, 2 giugno 2012
Capitolo 163: Domenica, 3 giugno 2012
Capitolo 169: Sabato, 9 giugno 2012
Capitolo 170: Domenica, 10 giugno 2012
Capitolo 171: Lunedì, 11 giugno 2012
Capitolo 172: Martedì, 12 giugno 2012
Capitolo 173: Mercoledì, 13 giugno 2012
Capitolo 174: Giovedì, 14 giugno 2012
Capitolo 175: Venerdì, 15 giugno 2012
Capitolo 176: Sabato, 16 giugno 2012
Capitolo 179: Martedì, 19 giugno 2012
Capitolo 180: Mercoledì, 20 giugno 2012
Capitolo 181: Giovedì, 21 giugno 2012
Capitolo 182: Venerdì, 22 giugno 2012
Capitolo 183: Sabato, 23 giugno 2012
Capitolo 185: Lunedì, 25 giugno 2012
Capitolo 186: Martedì, 26 giugno 2012
Capitolo 187: Mercoledì, 27 giugno 2012
Capitolo 188: Giovedì, 28 giugno 2012
Capitolo 189: Venerdì, 29 giugno 2012
Capitolo 192: Lunedì, 2 luglio 2012
Capitolo 193: Martedì, 3 luglio 2012
Capitolo 194: Mercoledì, 4 luglio 2012
Capitolo 195: Giovedì, 5 luglio 2012
Capitolo 196: Venerdì, 6 luglio 2012
Capitolo 197: Sabato, 7 luglio 2012
Capitolo 198: Domenica, 8 luglio 2012
Capitolo 199: Lunedì, 9 luglio 2012
Capitolo 200: Martedì, 10 luglio 2012
Capitolo 201: Mercoledì, 11 luglio 2012
Capitolo 202: Giovedì, 12 luglio 2012
Capitolo 203: Venerdì, 13 luglio 2012
Capitolo 204: Sabato, 14 luglio 2012
Capitolo 205: Domenica, 15 luglio 2012
Capitolo 207: Martedì, 17 luglio 2012
Capitolo 208: Mercoledì, 18 luglio 2012
Capitolo 209: Giovedì, 19 luglio 2012
Capitolo 210: Venerdì, 20 luglio 2012
Capitolo 211: Sabato, 21 luglio 2012
Capitolo 212: Domenica, 22 luglio 2012
Capitolo 213: Lunedì, 23 luglio 2012
Capitolo 214: Martedì, 24 luglio 2012
Capitolo 215: Mercoledì, 25 luglio 2012
Capitolo 217: Venerdì, 27 luglio 2012
Capitolo 218: Sabato, 28 luglio 2012
Capitolo 219: Domenica, 29 luglio 2012
Capitolo 220: Lunedì, 30 luglio 2012
Capitolo 221: Martedì, 31 luglio 2012
Capitolo 222: Mercoledì, 1 agosto 2012
Capitolo 223: Giovedì, 2 agosto 2012
Capitolo 224: Venerdì, 3 agosto 2012
Capitolo 225: Sabato, 4 agosto 2012
Capitolo 226: Domenica, 5 agosto 2012
Capitolo 227: Lunedì, 6 agosto 2012
Capitolo 229: Mercoledì, 8 agosto 2012
Capitolo 230: Giovedì, 9 agosto 2012
Capitolo 231: Venerdì, 10 agosto 2012
Capitolo 232: Sabato, 11 agosto 2012
Capitolo 233: Domenica, 12 agosto 2012
Capitolo 234: Lunedì, 13 agosto 2012
Capitolo 235: Martedì, 14 agosto 2012
Capitolo 236: Mercoledì, 15 agosto 2012
Capitolo 237: Giovedì, 16 agosto 2012
Capitolo 238: Venerdì, 17 agosto 2012

Capitolo 3: Domenica, 25 dicembre 2011

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By MariaCorrao5

Verso le sette e mezza mi sveglio per andare in bagno e noto subito che il tavolo del soggiorno è già stato allungato e perfettamente apparecchiato, e che la casa è già impregnata di ogni sorta di odore, tra pesce e soffritti vari.

"Ma tu sei tutta matta!" esclamo fermandomi sulla porta della cucina ad osservare Asia che con un grembiule della mamma indossato sopra al pigiama e i capelli tenuti su da una matita precaria è intenta a sbattere con energia qualcosa dentro a una ciotola; una pastella, credo. "Ma quando ti sei alzata?!".

Lei solleva lo sguardo verso l'orologio appeso alla parete mentre continua a sbattere la pastella. "Un paio d'ore fa!"

"Ma ti sembra normale?!" le chiedo mentre sbadiglio e mi passo una mano in mezzo ai capelli scompigliati.

"È la prima volta che cucino per così tante persone! Non ho idea di quanto tempo ci voglia!"

"Beh, la mamma non mi pare si sia mai alzata prima dell'alba!"

"Ma io non sono la mamma. Non ho la sua abilità e le cose da fare sono tante!".

Mi avvicino al frigo per prendere una bottiglia d'acqua e leggo la lista che c'è appesa, tenuta ferma da una delle innumerevoli calamite che abbiamo collezionato durante i nostri viaggi:

MENU DI NATALE

ANTIPASTI

Frittelle di baccalà

Gamberi in crosta

PRIMO

Risotto agli scampi

SECONDO E CONTORNI

Involtini di pesce spada

Patate al forno

Melanzane sott'olio.

"Ma davvero devi fare tutta questa roba?!" le domando mentre verso l'acqua in un bicchiere e comincio a bere.

"Certo! È il pranzo di Natale!"

"Ma non ne bastava uno di antipasto? E anche di contorno?"

"Le melanzane in realtà sono già pronte, sono quelle che mamma ha messo via in estate."

"E i gamberi in crosta? Non mi sembrano una ricetta di mamma! Non ricordo di averli mai mangiati!"

"È una ricetta che ho preso da internet! Ci vuole un po' di innovazione, ogni tanto, no?"

"Vabbè, buon divertimento allora! Io torno a dormire!".


Non dovrei sentirmi in colpa.

Non dovrei affatto sentirmi in colpa.

Io ho sonno e ho diritto di dormire.

Non gliel'ha mica ordinato nessuno di prendersi questo impegno.

Non gliel'ha mica ordinato nessuno di preparare ricette così elaborate.

Eppure non riesco a riprendere sonno.

Penso a quella lista appesa al frigo, alla sua faccia sporca di farina e a quanto era contenta mamma quando lei si è offerta di preparare questo benedetto pranzo di Natale.

Mi alzo dal letto, indosso una felpa sopra alla maglietta e torno in cucina.

"Che c'è da fare?" le domando tirando su la zip della felpa.

Asia pare come illuminarsi: "Davvero?!"

"Il grande cuoco è a tua disposizione!" esclamo allargando le braccia.

"Oh! Comincia a pelare le patate, allora" dice indicando un sacco di patate da due chili appoggiato sul tavolo.

"Non è proprio un compito da grande cuoco..." mi lamento io mentre prendo il pelapatate dal cassetto.

Asia mi sorride e si avvicina per darmi un bacio, sporcandomi la guancia di farina. "Grazie fratellone! Vedrai la faccia di mamma!".

Mamma è il mio punto debole e Asia lo sa benissimo.

Prendo un paio di ciotole e mi si siedo al tavolo, iniziando a pelare le patate mentre Asia comincia a canticchiare White Christmas.


"Oddio! Stanno per arrivare!"; Asia è in piena crisi d'ansia e si sta muovendo come una scheggia impazzita da una parte all'altra della cucina per concludere gli ultimi preparativi, mentre papà sta caricando la lavastoviglie con tutta la roba che abbiamo sporcato per cucinare.

"Vabbè, tranquilla! È tutto pronto!" le dico io.

"Io non sono pronta!".

Effettivamente è ancora in pigiama, con la faccia ancora sporca di farina e con i capelli mezzi su e mezzi giù.

Io mi sono preso la mia pausa per andarmi a preparare, lei invece non si è fermata nemmeno per un momento.

"Vai, allora!" le dico slacciandole il grembiule.

"Ma c'è da controllare la cottura degli involtini!"

"Ci penso io. Tu vai a prepararti."

"Ma sei sicuro che..."

"Eccheppalle! Vai!" urlo spingendola fuori dalla cucina.

"Non farli bruciare!"

"Vai! Stanno per arrivare gli ospiti!"

"Sì, corro!".

E finalmente si decide ad andarsene, mentre io e papà ci guardiamo e scoppiamo a ridere.

"La mamma si è alzata?" gli domando aprendo il forno per controllare gli involtini di pesce spada.

"Sì. Si stava vestendo".

Prima delle nove, mamma si è presentata in cucina determinata ad aiutarci a preparare il pranzo, ma noi le abbiamo dato il vassoio con la colazione e le medicine e l'abbiamo rispedita a letto: la giornata sarà molto lunga e conoscendola non vorrà andare a riposare con gli ospiti per casa, quindi è meglio che stia a riposo finché può. Lei ha protestato un bel po' (chissà da chi ho preso la mia testa dura!) ma alla fine siamo riusciti a convincerla, dicendole che ci godremo tutti meglio la giornata se lei evita di arrivare al pranzo già stanca.

Gli involtini sono pronti; spengo il forno, li lascio dentro in caldo e poi comincio a portare l'acqua a tavola; circa dieci minuti dopo arrivano Beppe e Simona con le due piccole pesti e io mi precipito a chiudere a chiave la mia camera e a mettermi la chiave in tasca. L'ultima volta che sono venuti hanno ben pensato di andare in camera mia senza permesso, di prendere un paio dei miei Dylan Dog e di cominciare a colorarli!

Mentre metto in frigo l'enorme vassoio di dolci che hanno portato suonano di nuovo al citofono e stavolta sono Gianni e Grazia, che a quanto pare si sono messi d'accordo per venire insieme; forse c'è del tenero, chissà. Arriva anche Asia, perfettamente ricomposta e sorridente. Mancano solo Eleonora e i suoi genitori, ma loro si sa che arrivano sempre in ritardo.

E manca anche mamma. Passo ad Asia le bottiglie di vino che Gianni mi ha appena dato da mettere in fresco e vado a chiamarla.


La trovo davanti allo specchio del comò, intenta a tirarsi su i capelli, lasciando ricadere volutamente qualche ricciolo; si è truccata, cosa che fa solo nelle grandi occasioni, e ha indossato il mio vestito preferito: quello blu a pieghe con stampati tanti fiori colorati.

La trovo bellissima.

"Sono arrivati!" le dico mentre si lega in vita una cintura perché il vestito le sta ormai troppo largo.

"Anche Giorgio, Sandra ed Ele?"

"No, loro ancora no!"

"Ah, ecco! Mi dimentico sempre che per loro devo anticipare l'orario di mezz'ora!"

"Beh, noi potremmo anche cominciare a mangiare! C'è da aspettarli tutte le volte!"

"È da maleducati Leo, non si fa."

"È da maleducati anche arrivare sempre in ritardo!"

"Su, non brontolare! E promettimi che ti comporterai bene con Ele! So che non la sopporti, ma cerca di essere un po' carino con lei!".

Mi viene da ridere ma cerco di trattenermi. Ovviamente mamma non sa niente degli sviluppi che ci sono stati tra me ed Eleonora da un anno a questa parte; sebbene le racconti sempre tutto, di lei ho pensato fosse meglio non parlargliene. Non credo proprio che approverebbe.

"Che c'hai?" mi domanda sistemandomi il gilet.

"Perché?! Niente!"

"C'hai uno strano sorrisetto."

"No no, ti sbagli!"

"Prometti che sarai carino!"

"Va bene" dico alzando la mano destra. "Prometto che sarò carino".

Sarò carino.

Anche se in un modo che probabilmente a te non piacerebbe.

"Mi fai da cavaliere?" mi domanda sorridendo.

"Certamente" dico accennando un inchino e porgendole il braccio.

È sorridente, radiosa, solare, piena d'energia.

Questo Natale si preannuncia straordinariamente normale ed io non posso che sentirmi felice mentre camminiamo sottobraccio verso il soggiorno, ridacchiando complici alla vista di Gianni e Grazia che si vede da lontano un miglio che stanno flirtando.


Un quarto d'ora dopo arrivano i ritardatari e finalmente possiamo sederci a mangiare; non vedo l'ora, anche perché Asia mi ha praticamente impedito di assaggiare qualsiasi cosa mentre cucinavamo e oltre che di fame muoio anche dalla curiosità di sapere come ce la siamo cavati.

Senza essere visto ho scambiato il segnaposto di Gianni con quello di Eleonora, quindi adesso me la ritrovo di fronte come l'anno scorso, e a giudicare da come mi guarda e da come mi ha salutato prima, con un bacio che più che sulla guancia era su metà delle labbra, direi che i miei piani per il dopo pranzo andranno a buon fine.

Stavolta sono io a farle il piedino per quasi tutto il tempo, mentre lei continua a conversare con Asia come se nulla fosse: ha un autocontrollo davvero invidiabile; le accarezzo la gamba e il ginocchio con il lato interno del piede per non so quanto tempo, e lei fa finta di niente finché il pranzo non è praticamente finito, salvo poi leccarsi le labbra volutamente mentre io sto mangiando la mia zeppola piena di crema.

"E tu non mangi il dolce?" le domando mentre il mio piede è ancora vicino alla sua gamba.

"No. Se durante le vacanze metto su peso, la mia maestra di danza mi uccide!"

"Addirittura?! Beh, prendine uno piccolo!"

"No, meglio di no. Magari assaggio un pezzettino del tuo" dice con un tono di voce alquanto equivoco.

"Va bene"; le sorrido staccando un pezzo di zeppola e allungando la mano verso di lei, ma combino un pasticcio con la crema che cade dappertutto.

Lei ride e si sporge verso la mia mano, ma anziché afferrare con le mani il pezzo di dolce che le sto porgendo, lo mangia direttamente, leccandomi poi di proposito le dita sporche di crema.

Io la guardo allibito e do subito un'occhiata intorno per accertarmi che nessuno l'abbia vista.

Pare di no.

"Buona" dice leccandosi le labbra. "Senti..., ho portato la chiavetta così mi passi quei film che mi hai detto. Ce l'ho in borsa, vado a prenderla".

Ovviamente non c'è nessun film che io debba passarle, anche perché il genere di film che piace a lei non è il genere di film che scarico io.

Diabolica.

Rimango a guardarla mentre si alza e si tira giù la gonna stretta, che a stare seduta le era risalita, e finisco di mangiare in fretta il mio dolce.

"Ragazzi, dove andate?" chiede Sandra mentre andiamo verso la mia stanza. "Stiamo per giocare a tombola!"

"Leo deve passarmi dei film, mamma!" esclama lei mostrandole la chiavetta.

"Ma non potete farlo dopo? Vi perdete la partita con i premi a sorpresa!"

"Guarda, io la salto proprio volentieri!" esclamo proseguendo verso la mia camera seguito da Ele, mentre noto mamma che ci guarda perplessa, forse stupita che io sia così carino con lei.


Rispetto al Natale scorso le parti si sono completamente invertite; già quelle due volte in cui ci siamo visti durante quest'anno, si notava che qualcosa era cambiato, ma oggi il cambiamento è più che evidente.

Il mio cambiamento soprattutto.

Io sono cambiato.

Non sono più quello che si fa prendere alla sprovvista dalla ragazza più grande e che non sa bene cosa fare: entrati in camera chiudo la porta e senza perdere tempo affondo le mani nei suoi capelli lisci e setosi e la bacio.

La bacio come se non baciassi una ragazza da mesi, quando invece sono passati solo otto giorni.

La bacio fino a lasciarla senza fiato.

La divoro.

"Però!" esclama lei staccandosi da me. "Devo ammettere che migliori ogni volta!".

Io sorrido compiaciuto e la bacio di nuovo, ma poco dopo lei si stacca ancora: "Accendi il computer, che non si sa mai che arrivi qualcuno."

"Sì, è meglio" concordo, avvicinandomi alla scrivania e accendendo il mio pc portatile. "Dammi anche la chiavetta che ti butto dentro un paio di film. Metti che tua madre poi te li chieda!"

"Impari in fretta, eh?!" esclama lei passandomi la chiavetta e sedendosi sul letto.

"Sì" le rispondo con un sorriso malizioso. Lancio la copia di due film a caso, assicurandomi prima che non siano degli horror splatter, e poi la raggiungo sul letto, sedendomi accanto a lei.

Riprendiamo a baciarci e dopo un po' decido di tentare un approccio più azzardato, spostando la mano destra dal suo viso alla sua vita e cominciando a risalire.

Faccio appena in tempo a sentire sotto le dita il ferretto del reggiseno, che lei mi sposta la mano e poi si stacca dal bacio: "Toglitelo dalla testa!"

"Perché?" chiedo contrariato.

"Perché oltre il bacio non ci andiamo!"

"Oh, andiamo! Non vorrai farmi credere che non ti sei mai lasciata toccare le tette da nessuno?!"

"Certo che sì, ma noi siamo cresciuti insieme, sarebbe troppo strano! Sei una specie di cugino!"

"Una specie di cugino?!" esclamo allibito alzandomi in piedi. "Scusa tanto ma io alle mie cugine non metto la lingua in bocca!".

Vabbè, in realtà ho solo una cugina, vive in Germania e ha dieci anni, ma tanto lei questo non credo lo sappia.

"Mamma mia, come sei permaloso! Torna qua, dai!"

"I film sono pronti" dico staccando la chiavetta e poggiandola sulla scrivania per poi andarmene.

In soggiorno sono tutti impegnati nell'ennesima partita a tombola e io non ho assolutamente voglia di giocarci; credo sia il gioco più noioso che esista; preferisco andarmene in cucina e cominciare a svuotare la lavastoviglie per poi caricarne un'altra.


Il pranzo è stato un vero successo, a quanto pare Asia ha un talento per la cucina che noi tutti, lei compresa, ignoravamo, e io devo ammettere che sono stato un aiutante più che valido.

Pochi minuti dopo Eleonora mi raggiunge e si ferma vicino a me con le braccia incrociate e l'espressione da bambina viziata e capricciosa; io la ignoro volutamente e continuo a sciacquare i piatti e a metterli nella lavastoviglie.

"Ti stai comportando come un ragazzino" mi dice con voce stizzita.

"Oh beh, ti sei dimenticata che ho solo quindici anni, cuginetta?!"

"Falla finita e torniamo in camera tua! Ci stavamo divertendo!".

Continuo a non guardarla, metto la pastiglia nella lavastoviglie, seleziono il programma e la faccio partire.

"Dai!" insiste lei tirandomi per un braccio mentre io inizio a mettere via gli avanzi nei contenitori.

"Vai a giocare a tombola!" le dico con un tono che equivale a un vaffanculo e finalmente lei molla la presa e se ne va, incazzata nera.


Non ho idea di quante partite a tombola abbiano fatto, so solo che hanno continuato a giocarci a oltranza per tutto il pomeriggio; poi per fortuna hanno optato per Sette e mezzo e per Il Mercante in Fiera e lì ho giocato pure io, riuscendo anche a vincere qualcosa; certo non il gruzzolo che ho vinto l'anno scorso a Poker, ma comunque più della mia paghetta settimanale.

Non abbiamo nemmeno cenato, troppo pieni ancora dal pranzo, anche se tra frutta secca, torrone, pandoro e panettone abbiamo praticamente mangiato per tutto il tempo; gli adulti hanno sbevazzato parecchio e hanno cominciato a ridere senza apparenti motivi; nonostante il pessimo spettacolo che hanno dato, è stato bello vedere papà così rilassato come non lo vedevo da tempo. Ho beccato mamma a riempirsi un bicchiere di vino anche se non potrebbe berlo e le ho lanciato un'occhiata di disapprovazione; lei mi si è avvicinata e con un sorriso complice mi ha detto a bassa voce: "Facciamo a metà?". Non ho saputo dirle di no e così senza farcene accorgere da papà che tanto era alle prese con non so quale aneddoto divertente raccontato da Beppe, abbiamo condiviso il bicchiere di vino, anche se lei ha barato e me ne ha lasciato meno di metà.

Quando poi tutti sono andati via, intorno alle nove, mamma è crollata addormentata sul divano e adesso sono passate due ore e mezza ed è ancora lì. Nessuno di noi ha il coraggio di svegliarla per dirle di andare a letto, così la lasciamo sul divano, la copriamo, spegniamo le luci lasciando acceso solo l'albero e ce ne andiamo a dormire.


Io a dire il vero anziché dormire mi sono messo a leggere un Dylan Dog; una delle cose che adoro di più delle vacanze è il poter fare tardi sapendo che il giorno dopo non suonerà la sveglia per andare a scuola; ho finito di leggerne uno e ho appena iniziato a leggerne un altro quando bussano piano alla porta ed entra mamma, col vestito sgualcito e la pettinatura ormai disfatta ma con un bel sorriso riposato e sereno.

"Sapevo di trovarti sveglio" mi dice sedendosi sul letto accanto a me.

"Ti sei fatta un bel pisolino, eh?!" rido io spostandomi un po' per farle più posto.

"Sì" sorride lei. "Ormai crollo addormentata all'improvviso come una bambina... Grazie per oggi, tu ed Asia siete stati meravigliosi" dice accarezzandomi i capelli. "È stata una giornata bellissima."

"Sì" annuisco passandole un braccio intorno alle spalle e stringendola a me.

"Ma tu devi dirmi qualcosa?"

"Io?" domando sorpreso. "No, perché? Cosa dovrei dirti?"

"Ah non lo so, devi dirmelo tu..." sorride lei con uno strano lampo negli occhi.

Mi sa che mi ha sgamato.

Provo a scherzare, sperando di cavarmela: "Che se l'anno prossimo pensate di fare così tante partite a tombola..., finirò col farmi adottare da un'altra famiglia per il giorno di Natale?"

"Ah, davvero?!" esclama lei stando al gioco. "Chissà se in quell'altra famiglia potrai mangiare delle zeppole così buone e così piene di crema!".

Sì, mi ha decisamente sgamato.

Penso di essere arrossito in maniera indegna.

"Da quanto tempo va avanti questa storia?" mi domanda con un tono di voce a metà tra il severo e il divertito.

"Non c'è nessuna storia, mamma. Giuro."

"Beh, se non è una storia, qualcosa comunque è, a giudicare dal modo in cui vi mangiavate con gli occhi. E non sto parlando della crema."

"Non ti sfugge proprio niente, eh?" le domando con un sorriso imbarazzato.

"Sei un libro aperto per me, re Leone!"

"E vabbè..., c'è stato qualche bacio" ammetto. "Tutto qui. Non è che stiamo insieme o robe così. Lo sai che non è il mio tipo!"

"Sì, lo so. Però...! Una più grande! Bel colpo comunque!" ride lei. "Hai fatto un bel salto dalla tredicenne, eh?!"

"Dai, smettila!" esclamo ridendo.

"Scommetto che per questo i tuoi amici non ti prenderanno affatto in giro..., anzi!"

"Dai mamma! Basta!"

"Va bene... Me ne vado a letto, buonanotte" dice dandomi un bacio e poi alzandosi.

"'Notte."

"Comunque..." aggiunge fermandosi sulla porta e afferrandone il bordo. "La prossima volta che c'è Ele per casa... questa rimane aperta!".

Io rido e mi passo una mano tra i capelli: "Mamma! Ma cosa vai a pensare?!"

"Vado a pensare che quella lì ha diciassette anni!"

"Ah, tranquilla! Tanto mi vede come un cugino!"

"Cioè?" mi domanda perplessa.

"Ha messo in chiaro che più in là del bacio non si va!"

"Oh bene! Adesso posso dormire tranquilla" dice mandandomi un bacio con la mano. "Fai dei bei sogni."

"Anche tu" le rispondo guardandola finché non chiude la porta, per poi riprendere a leggere fino a notte inoltrata.

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