Chromium.

By ambercoraline

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Ember Quade è nata a Reno, nello stato del Nevada. A pochi mesi di vita, dopo la scomparsa improvvisa del pad... More

∆ Chapter One ∆
∆ Chapter Two ∆
∆ Chapter Three ∆
∆ Chapter Five ∆
∆ Chapter Six ∆
∆ Chapter Seven ∆
∆ Chapter Eight ∆
∆ Chapter Nine ∆
∆ Chapter Ten ∆
∆ Chapter Eleven ∆
∆ Chapter Twelve ∆
∆ Chapter Thirteen ∆
∆ Chapter Fourteen ∆
∆ Chapter Fifteen ∆
∆ Chapter Sixteen ∆
∆ Chapter Seventeen ∆
∆ Chapter Eighteen ∆
∆ Chapter Nineteen ∆
∆ Chapter Twenty ∆
∆ Chapter Twenty One ∆
∆ Chapter Twenty Two ∆
∆ Chapter Twenty Three ∆
∆ Chapter Twenty Four ∆
∆ Chapter Twenty Five ∆

∆ Chapter Four ∆

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By ambercoraline

I due camminarono lungo il corridoio fino a raggiungere i reparti di anatomia patologica.

- Signor. Stark a cosa devo la sua visita? -

I due si voltarono e salutarono l'uomo in camice.

- Sono l'anatomopatologo Watterson e sono il responsabile del terzo reparto. Siete venuti a riconoscere una delle salme? -

- Ehm... -

- Si. - confermò Pepper sicura di sé.

Cosa ha in mente?

- Bene. Siete parenti della vittima? -

- Si si si, certo. - confermò Pepper affiancando l'anatomopatologo.

Aveva un piano in mente, che donna fenomenale.

- Sicuramente state cercando lei... -

L'uomo spostò la tenda e vidimo una sagoma coperta sul tavolo da analisi.

- Signora sta bene? Se non se la sente possiamo anche non farlo. -

- Pepper posso farlo io. -

Pepper si allontanò verso il corridoio mentre io mi avvicinai alla sagoma.

- Signor. Stark le lascio dieci minuti, poi dovremmo procedere con l'autopsia. -

- A-Autopsia? A proposito di questo... Credo non si possa fare. -

- Mi scusi? - chiese l'uomo squadrandomi dalla testa ai piedi.

- Intendo che non è necessaria un'autopsia interna. -

- Signor. Stark devo fare passaggio per passaggio. Dopo l'autopsia esterna avviene quella interna che comporta la dissezio- -

- Anche no. Questa ragazza non è una delle sue rane da laboratorio e i genitori non hanno dato il consenso a tutto questo. -

- In mancanza di genitori, agiremo comunqu- -

- Gli ha dato di volta il cervello?! Gli ho detto che siamo parenti e lei non poggierà nemmeno un bisturi sul corpo di questa ragazza! -

Pepper si avvicinò e chiese all'uomo di lasciarci soli.
Se ne andò e ci avvicinammo al tavolo.

- Te la senti Pepper? -

- Stai scherzando? Questo è niente in confronto a quando ho dovuto riparare il tuo elettromagnete, quello si che è stato rivoltante. -

- Sono già passati 10 anni da allora e ti ricordi ancora quella sensazione da volta stomaco? -

- Chi se la scorda più. -

Pepper fece un sospiro di sollievo e sollevò il telo fin sopra le spalle.
Era lei.

- Gli promisi di prendermene cura.... -

- Tony non dire così e poi non è tutto perduto giusto? Se è come dici tu sarà solo questione di giorni prima che si risvegli. - mi confortò la rossa.

Le accarezzò il viso e notai la sua espressione tramutare.

- Tony, la ferita al collo... Non c'è. -

- Come non c'è? -

Girai attorno al tavolo e controllai meglio con i miei occhi. Pepper aveva visto bene; non c'era nessuna ferita.

- Tony, il suo DNA deve aver subito una mutazione. Quel miscuglio radioattivo potrebbe salvarle la vita. Dobbiamo portarla via da qui. -

- Chiedo all'uomo di prepararla. -

Fu dura spiegare all'uomo il motivo per cui volevamo portarla via ma ovviamente mentii.
Mentre la preparavano, l'uomo mi portò nel suo ufficio per farmi firmare alcuni documenti che dichiarano i movimenti della salma. In poche parole se succede qualcosa la colpa è tutta mia, fantastico.

Nel giro di due ore il corpo era pronto per essere trasferito.

- Tony dovresti portarla all'istituto di tuo padre e farla controllare dagli A.I.M. Solo loro possono aiutare Ember a risvegliarsi. -

- Hai ragione ma non mi piace quel tizio, Forson. Carol Danvers è riuscita a sfuggirgli per poco, non posso mettere la vita in pericolo a qualcuno che l'ha già persa. La porteremo nel mio laboratorio all'Avengers Tower e mi raccomando, non farne parola con nessuno. -

- Mi chiedevo... Hanno già dato la notizia in tv e scritto sui giornali... Se lei dovesse tornare... Come lo diciamo alla gente? -

- Potremmo dire che c'è stato un errore e che non è mai morta del tutto... Come vero è. -

- In che situazione ci stiamo cacciando? Tony, non cambierai mai. -

[...]

- Tony come mai da queste parti? -

Era Scott, Ant-Man, insieme a Sam, e Bucky, rispettivamente Falcon e Soldato D'inverno.
Ricorderò sempre le parti che hanno preso nella Guerra Civile.

- Sai com'è, questa fortezza l'ho fatta costruire io quindi pensavo di non dover chiedere permesso prima di entrare. -

- È un piacere anche per noi rivederti. - rise Falcon.

Pepper si fermò lì con loro mentre io raggiunsi il mio laboratorio.
Chiamai Visione e in un attimo lo trovai appoggiato alla porta.

- Ciao Visione, come stai? -

- Ciao Tony, sto bene e qui tutto procede alla grande. Non ti vediamo da tanto. -

- Sono stato occupato. - dissi - Adesso sono qui e devo occuparmi di una faccenda ma non posso parlarne con tutti. -

- Capisco. - ammise quasi dispiaciuto.

- Non hai capito affatto, tu sei uno di quelli con cui ne devo parlare, ma giurami che non ne parlerai con nessuno. -

- Va bene, lo prometto. -

- D'accordo. Inizio col dirti che quando sono assente nessuno senza autorizzazione deve entrare nel mio laboratorio. -

- Per caso stai costruendo una nuova armatura? -

- No... Ma forse ne servirà una, hai ragione. -

- Son felice di averti dato un'idea. Quindi cosa stai costruendo? -

- Nulla. Devo solo aiutare una persona a riprendersi... In ospedale non sono in grado di aiutarla. -

- Tony sei un dottore? Non credo proprio... -

- Io sono un inventore a dir poco geniale e penserò a costruire un'armatura. Bruce è uno scienziato mentre Stephen è un neurochirurgo, penseranno loro a farla risvegliare. -

- Farla? È una donna? -

- Si e ha circa 19 anni se non erro. Le accaduto qualcosa di brutto e io- -

- Tony ti conosco. Perché vuoi aiutarla? Ti ha fatto un favore e vuoi sdebitarti? -

- Anni fa, durante una spedizione in Vietnam ho rischiato la vita. Uno dei miei colleghi scienziati si è sacrificato la vita per salvarmi e io promisi di proteggere sua figlia, cosa che non ho fatto. Adesso quella ragazza è sul punto di morte... Non posso starmene con le mani in mano, qui possiamo aiutarla. Non so se al risveglio sarà contenta di vedermi, non ha mai provato simpatia per me però... Le farò cambiare idea. -

- Bè, buona fortuna Tony. Vuoi che chiami i Dottor. Stephen Strange e Bruce Banner? -

- Digli di farsi trovare qui fra un'ora. Adesso devo occuparmi del trasferimento della ragazza. -

Bowery, Manhattan.

- Tina hai attirato un po' troppo l'attenzione. -

- Scusi Signore. -

La donna si inginocchiò davanti all'uomo che la guardava con disgusto.

- Alzati, mi fai pena. Però, mi hai sorpreso. Sei addirittura capace di uccidere tua figlia per i tuoi loschi interessi, sei incredibile! -

- Non era mia figlia. Quell'uomo me la scaricò il giorno prima di partire, era solo questione di tempo che questo succedesse. - rivelò la donna dalla voce roca.

- Essendo un peso non sarebbe stato un problema per te farla fuori. -

- Affatto. Quell'uomo non tornò più e dovetti inventarmi una bugia dopo l'altra per darle una spiegazione. -

- Non ha più importanza ormai. Hai fatto il tuo lavoro e lì, sul tavolo, c'è la tua ricompensa. -

La donna non se lo fece dire due volte e scattò verso il tavolo. Controllò il contenuto del borsone e sorrise maliziosamente.

- Fare affare con lei è più che un piacere. -

- Senza dubbio. Si tenga in contatto per altre missioni. -

– Certamente. –

La donna si affrettò ad uscire dal magazzino abbandonato, salì in macchina e rientrò in città.

Lo squillò del telefono la fece sobbalzare dal sedile.

– Ehi Tina, ho saputo di tua figlia... Mi dispiace così tanto. Ti porgo le mie condoglianze. –

La donna ruotò gli occhi e si finse addolorata.

– Ciao Mary, ti ringrazio per il supporto. Non so come sia potuta accadere una cosa del gener- –

– Forse non le piaceva la sua vita... O le mancava il padre. Sai, era molto affezionata. –

– I bulli porteranno la sua vita sulla coscienza. – disse la donna addolorata.

– Spero sia fatta giustizia, cara. In questi giorni vengo a trovar- –

– Mary, non disturbarti. Credo proprio che venderò la mia casa, devo cambiare area. –

– Mi sembra giusto, meriti la tranquillità assoluta. –

– Grazie ancora per la compressione, Mary. –

– Figurati cara, adesso ti lascio. Chiamami per qualsiasi cosa. –

La donna staccò e scaraventò il telefono sul cruscotto.

– E questa è solo la prima della sfilza di telefonate che mi aspetta... –

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