Tell Me You Love Me [Completa]

By Sognatricedimestiere

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Mikasa è una ragazzina di Tokyo la quale vita viene sconvolta dall'arrivo di un ragazzo :Eren.Lui diventerà l... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
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Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
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Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
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Capitolo 43
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Capitolo 45
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Capitolo 48
Capitolo 49
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Capitolo 51
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Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
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Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62
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Capitolo 68
Capitolo 69
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Capitolo 77
Capitolo 78
Capitolo 80
Capitolo 81
Capitolo 82
Capitolo 83
Capitolo 84
Capitolo 85
Capitolo 86
Capitolo 87
Capitolo 88
Capitolo 89
❄Speciale di Natale❄
Capitolo 90
Capitolo 91
Capitolo 92
Capitolo 93
Capitolo 94
Capitolo 95
Capitolo 96
💗Speciale di S. Valentino💗
Capitolo 97
Capitolo 98
Capitolo 99
Capitolo 100
Capitolo 101
Capitolo 102
Capitolo 103
Capitolo 104

Capitolo 79

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By Sognatricedimestiere

"Mi dispiace per quello che ti ho detto" dico dopo aver finito la mia coppetta, ancora sconvolta da tutta questa storia "Non ne sapevo nulla e-" "Stai tranquilla" mi blocca lui "Non potevi saperlo, non scusarti ". Un lungo attimo di silenzio prende piede nella nostra conversazione. "Sai penso solo in parte quelle cose che ti ho detto" esordisco, spezzando l'imbarazzo "Credo davvero che tu potresti cambiare il tuo atteggiamento se volessi..." "È questo il punto: non voglio. Ormai questo sono io, questo è il nuovo Levi. E mi sta bene così" dice lui, con tono quasi frustrato. Non sono certa che creda alle parole che sta pronunciando. "Fai come vuoi, dipende solo da te" continuo io, abbandonando una battaglia già persa "Io so chi sia il vero Levi... e anche tu ne sei consapevole". A questo punto si volta di nuovo verso la finestra, diventando taciturno: sembra di nuovo immerso nei suoi ricordi. Resto anche io in silenzio, senza alcuna intenzione di andare a risvegliarlo.
Passeggiamo l'uno di fianco all'altro per le vie del parco: siamo in pieno agosto e le chiome degli alberi iniziano ad avere le prime sfumature autunnali. Osservo le persone che passeggiano come noi: anziani che giocano con i nipotini, papà che tengono per mano i loro figli, giovani coppie che camminano abbracciate, mamme che spingono un passeggino. Contemplo tutto questo, pensando che dovrei venirci con Eren. Levi è silenzioso, sempre avvolto nella sua spirale di memoria: non scherzava quando diceva di aver paura di non riuscire più ad uscirne. Non so se sia stata una buona idea quella di accettare di venire al parco: non sono sicura che ritornare su quello che è stato il set del suo primo vero, e probabilmente unico, amore possa farlo sentire meglio. Sono talmente immersa in queste congetture, che non mi accorgo quando Levi cambia direzione. Mi blocco osservando dove si stia dirigendo e non mi ci vuole molto per capire quale sia il suo obbiettivo.
Vista da fuori, la scena che sto osservando, pare del tutto comune: un ragazzo qualsiasi, in un parco qualsiasi, che si siede su una panchina qualsiasi. Peccato che di "qualsiasi" in questa storia non ce ne sia nemmeno uno. La panchina non ha nulla di diverso dalle altre, fatta esclusione per il fatto che non sia proprio nel suo stato migliore: il legno si è ormai tutto rovinato ed alcune schegge sporgono dalle assi; alcune viti fuoriescono e su un punto dello schienale un uccello ha voluto segnare il suo passaggio. Sto cercando di vedere questa panchina in maniera "romantica", ma sebbene sappia avere una spettacolare immaginazione, è troppo anche per me. Levi invece, sembra stia rivivendo ogni istante: probabilmente a lui non serve molto per ritrovare del romanticismo in questo ammasso di legno. Resto in piedi ancora un po', come a non voler violare la sacralità di quel luogo o dei momenti che custodisce. "Quanto intendi ancora stare lì impalata?" mi domanda Levi all'improvviso, riacquistando la sua solita simpatia: lo preferivo quando era in modalità malinconica. "Speravo durasse di più la tua fase depressiva" rispondo, sedendomi sulla panchina, a circa trenta centimetri da lui. Si volta all'improvviso verso di me e mi scruta dall'alto al basso, per poi ridacchiare. Che gli prende ora? "Cosa c'è di tanto divertente in me che siedo su una panchina?" gli domando confusa "Rido perchè sembra che abbia una malattia mortale" mi risponde lui ed io gli lancio un'occhiata interrogativa: che diavolo sta blaterando? "Intendo dire" si spiega lui, con il tono deluso che si usa con qualcuno che non ha afferrato la tua battuta "che anche se mi stai a meno di mezzo metro di distanza, non prendi nessuna malattia . Al massimo Eren verrà a farmi qualche scenata di gelosia" conclude sghignazzando ed io arrossisco per l'imbarazzo. Con uno scatto mi volto nella direzione opposta alla sua, ignorando le sue parole. Ora che ci penso, io e Levi siamo soli, seduti vicini su una panchina: potrebbe sembrare un appuntamento. All'improvviso mi sento invadere dai sensi di colpa... anche se in realtà non ho fatto assolutamente nulla con Levi. A destarmi dai miei pensieri è un forte odore, che proviene dalla mia destra. Mi volto verso Levi e vedo che si è messo a fumare : inspira il fumo lentamente, tenendo la sigaretta tra il medio e l'indice, lo tiene un po' in bocca, per poi farlo uscire denso dalle sue labbra. Rimango ad osservarlo : non sapevo fumasse. "Se ti da fastidio dimmelo" dice, buttando fuori un'altra nuvola grigia ed io scuoto la testa "Anche mio padre fumava: ci sono abituata". Restiamo lì ancora un po', lui che si allena a fare gli anelli con il fumo ed io che cerco di immaginarmi un Eren nell'atto di fumare.
"Non era necessario che mi accompagnassi" dico sulla porta di casa "Non ti avrei mai lasciato andare da sola, non mi hanno insegnato così" mi risponde secco : il suo volto è illuminato dalla luce del sole, ormai calante, e la sua ombra si allunga silenziosa di fianco a lui. "Grazie per avermi ascoltato oggi" dice lui, guardandosi le scarpe "faccio fatica a parlarne" "Dovresti" lo incoraggio io "Non sono l'unica che sarebbe  disposta ad ascoltarti". Faccio una piccola pausa ed aggiungo: "Secondo me il tuo problema è che non riesci a capire quante persone ti vogliano davvero bene. Persone che ti sono molto vicine". Lui alza lo sguardo, per poi portarlo di nuovo altrove. Vedo che sorride leggermente: forse ha capito a chi stia alludendo. "Grazie per il consiglio" mi ringrazia lui, e sembra sincero "Ne terrò a mente" "Bene" dico io e lui mi saluta con la mano. Io ricambio ed entro in casa, contenta di aver aperto gli occhi a Levi riguardo ad una "Yuri" che non lo ha mai abbandonato.

Buon pomeriggio🤗 scusatemi davvero per l'assenza: un po' non avevo voglia, un po' non avevo ispirazione... e sinceramente non mi piace scrivere perchè sono "obbligata", se no i capitoli fanno più cagare di quanto non lo siano già 💩 Voglio ringraziarvi per le letture che non fanno che aumentare 💓 e per tutte le stelline ☄💓  Se volete, potete anche scrivermi nei mesdaggi: mi farebbe piacere conoscere qualche personcina 😋💘
Byeee🌊

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