Vulnere Amoris

By il_cuore_dei_libri

372K 8.6K 484

[DISPONIBILE SU AMAZON] Quando il passato bussa alle porte di Cordelia, porta con sé l'ombra di ricordi che c... More

Dedica.
Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
HO BISOGNO DEL VOSTRO PARERE
HABEMUS COVER
CARTACEO
Dove trovare i capitoli mancanti
È ONLINE IL CARTACEO DEL PRIMO SU AMAZON
NOVELLE
Le mie storie su Wattpad e su Amazon
Nuova storia

Capitolo 10

8.4K 270 11
By il_cuore_dei_libri

Ogni volta che prendi un nuovo libro sei colmo di gioia e aspettativa. Quando volti la prima pagina non vedi l'ora di cominciare, sei piena di eccitazione. Poi, quando ti immergi nelle sue parole ti lasci trasportare dalla storia e il mondo intorno a te non esiste più, ti perdi in mille emozioni e sensazioni, in una realtà che diventa la tua e che mai vorrai lasciare.

~Giulia Canteri, Incantesimo

Cordelia

Durante tutta la mattina non ero riuscita a concentrarmi a sufficienza su quello che dovevo fare, continuavo a tornare con la mente alla sera precedente. Mi sentivo una codarda. Ero scappata da lui, impaurita da quel che sentivo. Stavo venendo a patti con quei sentimenti ma, nonostante credessi di essere pronta, mi ero resa conto di non esserlo affatto. Così l'avevo lasciato come un allocco ed ero corsa a cercare chiarezza tra le braccia di chi era più esperto di me.

Riky aveva calmato sul nascere il panico che mi aveva colto appena avevo realizzato di aver praticamente rifiutato il mio compagno. Di nuovo.

Merda, sarò fortunata se proverà a tornare ancora una volta era stato il pensiero che aveva dato inizio alla discesa nel caos. Riky aveva faticato non poco a tirarmi fuori le parole e a capire quale fosse il nocciolo della questione ma, una volta trovato, aveva avuto gioco facile nel farmi ragionare, d'altra parte ci conoscevamo da quasi due decenni ormai sapeva come prendermi. Quando alla fine ero riuscita a tornare a ragionare avevamo parlato, mi aveva fatto sfogare e avevo pianto come non succedeva da mesi, però da quella notte ero uscita più consapevole di quel che volevo e più pronta a spiegare ad Altair, almeno in parte, cosa mi aveva fatto allontanare da lui.

La giornata, almeno fino a quel momento, però era stata in qualche modo produttiva e tanti bambini e ragazzi, poco dopo l'orario di chiusura delle scuole, avevano riempito il nostro piccolo angolo fatto di infiniti mondi e avevano dato vita al solito cicaleccio giocoso che io e Hanna amavamo. Tanti di quei pargoli li avevamo visti crescere, ad alcuni avevamo consigliato le prime letture e ad altri avevamo fatto scoprire la passione per il fantasy, per il thriller o per qualche altro genere. I bambini ci davano la gioia di poter vedere il mondo attraverso i loro occhi, vederli tornare entusiasti dopo aver finito Percy Jackson, Piccoli brividi o Orgoglio e pregiudizio e chiedere ancora qualcos'altro da leggere era sempre bellissimo anche dopo anni che entrambe gestivamo quel nostro angolo di carta e inchiostro. Se i bambini ci regalavano molte gioie, gli adulti però non erano da meno e spesso varcavano la soglia di quello che altro non era che un piccolo negozio per affidarci un po' del loro tempo libero e poter scoprire qualcosa di nuovo, un enigma da scoprire o una storia d'amore che aspettava solo loro.

«Cosa va letto subito dopo Lo scontro finale? Ho visto che ci sono altri libri ma non sono riuscito a capire cosa viene dopo.»

«Vieni, cerchiamo insieme se tra gli scaffali c'è qualche copia dell'Eroe perduto, altrimenti la ordiniamo.» Dissi cominciando ad aggirarmi tra gli scaffali della sezione fantasy.

«Guarda, Lia è lì.» Mi disse il piccolo Billy dopo qualche secondo indicandomi la copia sullo scaffale più alto, maledizione ad Hanna, proprio lassù doveva metterla?!

«Aspetta che la prendo.» Mi allungai cercando di raggiungerlo ma una mano grande, con le vene in rilievo e dal polso forte mi precedette e afferrò proprio la copia di cui avevamo bisogno al posto mio.

«Ecco a lei signorina, non dovrebbe mettere più in basso le cose per i bambini?»

Riky mi aveva consigliato di non aprire il discorso a meno che non me la sentissi e di certo non l'avrei fatto qui in libreria, dove tutti potevano non farsi gli affari loro e dove chiunque mi avrebbe vista più vulnerabile di quello che volevo.

Ignorando il discorso che era sospeso tra noi, mi voltai già pronta ad elargire una risposta tagliente al bel principino ma non ero pronta al contraccolpo del Legame. Se il cuore nel mio petto non fosse stato fermo, ero sicura che avrebbe saltato un battito rispondendo al suo improvviso della sua voce. Rimasi imbambolata a fissarlo finché la voce del bambino vicino a me non mi riscosse dai miei pensieri.

«Lia lui chi è?»

Prima che potessi rispondergli, Altair lo fece al mio posto.

«Il compagno di questa bellissima vampira qui.»

«E come ti chiami?»

Sorrisi. I bambini erano l'incarnazione dell'ingenuità. Nessun adulto e nessun ragazzo che l'avesse riconosciuto si sarebbe mai sognato di parlare con questa familiarità al figlio del temuto Re dell'Inferno. Era facile rendersi conto di chi si aveva davanti se lo si sapeva, d'altra parte l'eterocromia dei suoi occhi era un marchio di fabbrica. Certo, non era un tratto unico del Principe ma quante probabilità c'erano che un demone avesse proprio quei colori?

«Altair, e tu piccolino?»

Si accovacciò davanti al mio piccolo amico per parlargli alla stessa altezza e gli arruffò giocosamente i capelli.

«Un mio amico si chiama come te.»

«Davvero? Allora prima o poi me lo farai conoscere?»

Billy annuì contento di quella proposta e io non riuscivo a scrollarmi di dosso il sorriso che avevo vedendolo interagire così facilmente con un bambino. In quel momento la porta si aprì e una signora entrò nel negozio, la conoscevo ovviamente e indovinavo perché era lì, Wynona era venuta a vedere perché il figlio ci metteva così tanto a tornare probabilmente.

«Cordelia, Billy ti sta dando fastidio? Gli avevo raccomandato di non infastidirti ma vedo che con lui è tutto fiato sprecato.»

Stava per aggiunger qualcos'altro ma si interruppe vedendo con chi il figlio parlava con disinvoltura.

Udendo la voce della madre Billy le corse incontro dicendole se poteva prendere anche un altro libro. Era bello vedere una tale passione, quella per i libri si andava perdendo un po' ovunque nel mondo umano ma noi esseri immortali tendevamo a reagire più lentamente ai cambiamenti, specialmente alla tecnologia.

«No tesoro, li sai quali sono i patti. Un libro per volta.»

«Dai mamma, per favore.» Provò ancora Billy allungando la e finale, allora provai a distrarre il mio piccolo amico.

«Ti svelo un segreto.» Cominciai con fare cospiratorio, pur essendo davanti alla madre, ma stavo per darle una mano e Wynona sapeva benissimo che quello che avrei detto probabilmente le avrebbe permesso di evitare il capriccio imminente. «Più leggi, prima finisci il libro e prima ne puoi comprare un altro. Io, intanto, ti metto da parte tutti i restanti libri della serie e quando torni ti do il secondo, che ne dici?»

Quella risposta fece da pacera e poco dopo Wynona e Billy uscivano dal mio piccolo mondo con il bambino che già sfogliava quella nuova avventura che l'aspettava, il mio compagno era rimasto silenzioso durante quei minuti e aveva semplicemente risposto al cenno di rispetto che la donna gli aveva rivolto uscendo ma adesso i suoi occhi erano fissi su di me. Imbarazzata, mi chiesi dove fosse Hanna che era uscita da quasi mezz'ora per andare a prendere il nostro giornaliero tè che di solito a quest'ora ci concedevamo. Ero più imbarazzata del solito e sapevo che Altair voleva affrontare quel discorso, non era quello però il momento.

«Non mi aspettavo di vederti oggi.» Esordii non sapendo cosa dire mentre mettevo a posto le poche cose, nessuna in verità, in disordine sul banco della cassa. Non era stata un'uscita felice ma avevo bisogno di dire qualcosa per rompere il ghiaccio. Ero felice di averlo lì e, in quel momento, la paura che il mio gesto l'avesse allontanato da me non mi pareva più così sensata.

Altair mi scoccò uno sguardo perplesso, gli occhi assottigliati come se mi stesse studiando.

«Vuoi che vada via?»

«No.»

Quella parola fluì fuori prima che potessi anche solo pensarla seguendo quello che il mio cuore voleva e non quello che la mia mente mi avrebbe impedito di dire se mi fossi fermata a ragionare troppo. Sospirai e mi portai una mano tra i capelli riavviandoli.

«Scusa. Mi hai preso in contropiede e io odio non poter controllare tutto.»

Potremmo dire che quella era anche una spiegazione a quel che era successo la sera precedente ma sapevo che non sarebbe bastato.

Altair si appoggiò al bancone, il sorriso che gli si apriva sul suo viso.

«Ma davvero, bambolina?» Non sarcasmo ma ironia animava la sua voce, non era velenosa però, sembrava quasi come se stesse cercando di mettermi a mio agio nonostante anche lui fosse imbarazzato da ieri sera. «Però dovrai abituarti a lasciarmi un po' di quel controllo, amo improvvisare e ti farò scoprire quanto può essere divertente lasciarsi prendere di sorpresa.»

«Immagino che potrei lavorarci.» Ribattei assumendo un tono scherzoso, averlo lì scaldava quella parte di me che di solito mi faceva rimanere fredda e distaccata con gli altri. Era il Legame, lo sapevo benissimo, così come riuscivo a capire che l'imbarazzo sotto pelle che sentivo non era solo mio. Si stava rafforzando nonostante il mio oppormi in prima battuta ma mi resi conto che non mi dispiaceva affatto.

Altair stava per rispondermi, probabilmente con una battuta considerando che in questo poco tempo mi aveva mostrato un lato scherzoso che vinceva su tutto, ma non fece in tempo perché la porta si aprì e Hanna entrò travolgendoci subito con la sua solita parlantina.

«Lia, non puoi capire quanta gente c'era al bar e pensare che abitiamo in un paesetto! Pare che oggi tutti quanti si sono riversati lì e io che volevo il solito tè! E poi...»

Si fermò vedendo che non ero sola.

«Stavate per darci dentro e vi ho interrotto?»

Non scoppiare a ridere era impossibile con lei e infatti sia che Altair ci lasciammo andare a quel gesto.

«Ricordami di non rimanere mai nella stessa stanza con te e Dorian, potreste combinare qualcosa di esplosivo.»

«Effettivamente l'ha mancato per un soffio la sera della Festa della Luna.» Sorrisi prendendo il tè che Hanna mi porgeva. Altair non aveva tutti i torti, anche io credevo che se avessimo fatto conoscere i nostri amici, Hanna e Dorian sarebbero stati sulla stessa lunghezza d'onda.

«Giuro che la prossima volta vengo scalza piuttosto che non venire affatto.» Uno sbuffo fintamente contrariato seguì le sue parole.

«Sei tu che sei stata pigra e sei rimasta a casa, potevi smaterializzarti e goderti la vista.»

«Il divano mi chiamava a gran voce.»

«Ho visto.»

Altair aveva seguito il nostro scambio di battute con un'espressione rilassata e divertita sul volto.

«Ecco...» Non avevo idea di come chiedergli di rimandare la chiacchierata e le spiegazioni che gli dovevo senza che passasse il messaggio che lo stessi cacciando ancora una volta. «So che dobbiamo parlare di ieri ma questa è l'ora di punta e non credo di poterlo fare adesso.»

«Non so di cosa stia parlando ma se avete questioni irrisolte, vedi di non rompere le scatole e vattene.»

«No, Hanna, sappiamo benissimo che l'uscita dalle scuole è appena passata e qui tra un po' ci sarà il solito caos.»

«Signore se permettete.» Ci interruppe Altair con un sorriso sornione «potrei semplicemente rimanere e magare aiutarvi a fare qualcosa, che ne dite? Io e Cordelia troveremo del tempo dopo.»

«Ne sei sicuro? Cioè sei venuto per me non per sfacchinare e sono sicura che...»

«Bambolina, scoprirai che non faccio nulla che non voglia fare.» Mi interruppe poggiando un dito sulle mie labbra per far cessare quel che sarebbe diventato presto uno sproloquio.

«Bene, allora preparati a sudare un bel po', mio caro principino.»

Altair

Il pomeriggio era passato lieve tra il sistemare i vari volumi seguendo le indicazioni ora della mia compagna ora della sua socia. Come aveva predetto Cordelia poco dopo il ritorno di Hanna c'era stato un continuo via vai di gente che venina a chiedere un libro, a fare un regalo o anche a domandare se un libro potesse essere adatto a questo o quello. Non credevo che quel fermento ci fosse tutti i giorni ma allo stesso tempo avevo notato che qualcuno entrava anche solo per salutare.

Nonostante l'aria allegra che si percepiva avevo notato più volte Cordelia adombrarsi come se stesse pensando a qualcos'altro mentre sistemava un libro su uno degli scaffali o dava conferma di un ordine a qualche fornitore. Avevo sperato di carpire qualcosa attraverso il Legame ma era rimasto la presenza costante che avvertivo da quando l'avevo incontrata. Continuavo a chiedermi se quella preoccupazione, non sapevo come altro definirla, fosse dovuta solamente al confronto che ci aspettava, era troppo pervasiva per una cosa così piccola e cominciavo a sospettare che dietro ad essa si nascondesse altro, cosa però non sapevo dirlo.

«Sono distrutta, sembra che oggi l'intero villaggio si sia messo d'accordo per farci sfacchinare.» Fu il commento stanco della mia compagna quando tornammo a casa sua.

Quella che mi si presentò davanti fu un ambiente accogliente e disordinato ma anche caldo e vissuto, era quell'aria di casa che a palazzo riuscivo a respirare in molti luoghi ma che, probabilmente a causa della dispersività di quegli ambienti, non era così scontato percepire.

«Ho fatto faticare anche te oggi, eh!» Continuò spiritosa togliendosi le scarpe per rimanere scalza, si vedeva lontano un miglio che era esausta, in fondo non ci si poteva aspettare altrimenti dopo una giornata di lavoro, ma continuava a sorridere facendo emergere quelle dolci fossette che avevo già notato alla festa del giorno prima.

«Mi è piaciuto aiutarti e poi la vita a palazzo è così monotona che qualche novità ci voleva!»

«Quindi quando vuoi novità ti presenti a caso nei negozi sperando che ti facciano lavorare?»

«Mmh no, non direi, preferisco creare noie a mio padre o fare scherzi insieme a Dorian.»

Seguii la sua figura longilinea verso quella che scoprii essere la cucina, era molto diversa da quelle grandissime del palazzo ma in fondo le cucine dovevano sfamare tutta la Corte, quello che avevo davanti invece era un ambiente intimo che dava l'idea di essere vissuto. Lo trovavo ironico visto che era la cucina di una vampira. Loro non hanno la necessità di nutrirsi con cibo umano ma alcuni sceglievano di farlo per non perdersi i piaceri che un buon pasto poteva dare, non ero sicuro di quali sapori effettivamente percepissero però.

«Raccontamene qualcuno.» Mi chiese mentre metteva a scaldarsi al forno delle lasagne e io mi poggiavo allo stipite della porta. Stava glissando sull'argomento principale, per il momento mi andava bene assecondarla, il tempo non ci mancava di certo.

«Difficile scegliere, ne abbiamo fatti talmente tanti nel corso degli anni che non li ricordo nemmeno tutti. Quello che ricordo meglio lo abbiamo fatto con l'aiuto di due gemelle. Praticamente un bel giorno ci siamo presentati dai nostri genitori con loro dicendo che avevamo trovato le nostre compagne.»

«E loro?»

Sembrava genuinamente curiosa anche se solo in un secondo momento mi ero reso conto che forse dirle proprio di quello non era una cosa di buon gusto, diamine avevo la mia compagna davanti a me e dovevo uscirmene proprio una cosa del genere!

«Le nostre madri sono impossibili da ingannare quindi figurarsi se ci cascavano! I nostri padri però hanno capito lo scherzo solo quando abbiamo finto la rottura appena qualche giorno dopo e ci siamo rotolati per terra dalle risate alle loro facce da allocchi, la punizione che ci diedero dopo però ce la ricordiamo ancora oggi.»

Al suo sguardo curioso mi spiegai meglio mentre lei disponeva i tovaglioli, le posate e i piatti.

«Ci hanno relegato ad aiutare in giardino per una settimana.» Le dissi con aria contrariata e lei scoppiò a ridere.

«Beh mio caro principino, mi dispiace dirti che fare giardinaggio non è una punizione gravosa.»

La linguaccia che seguì subito dopo era naturale ma avevo captato la scintilla che aveva attraversato i suoi occhi quindi mi spinsi ad indagare in barba all'altra questione.

«Perché la tua famiglia era più severa?»

«Io non ho una famiglia.»

Ah. Quella replica gelida mi aveva destabilizzato. Aveva detto di non avere fratelli e ora quell'affermazione, sembrava quasi non voler avere un passato e non ero sicuro su cosa dovessi pensare a riguardo.

«Allora spero che quando conoscerai la mia potrai considerarla anche un po' tua.»

La mia affermazione aleggiò nel silenzio imbarazzato che la seguì mentre lei guardava ovunque tranne che su di me.

Okay, troppo presto.

Per non lasciare che quella quiete patinata perseverasse troppo a lungo, mi affrettai a cambiare argomento.

«Te la senti di parlare di ieri?»

Mi diedi del coglione non appena le parole lasciarono la mia bocca. Bel modo di cominciare, perfetto per farla chiudere a riccio!

Cordelia sembrò analizzarmi per qualche secondo prima di scrollare le spalle.

«È stato un momento di debolezza.»

Sembrava sottintendere un non ricapiterà più che mi faceva storcere il naso ma anche che volesse chiudere con quella frase per non riaprire più la questione.

Mi sedetti a uno degli sgabelli davanti al bancone, la conversazione sarebbe stata più lunga del previsto se già iniziavamo così.

«Chiamarla in quel modo fa sembrare la cosa ancora peggio. Non eri pronta, non c'è nulla da rimproverarsi.»

«Non ti ha dato fastidio?»

«Vederti fuggire da me come se avessi mio padre alle calcagna? Certo.»

Cordelia aggrottò la fronte e fece per replicare qualcosa, io però mi affrettai il punto a cui volevo arrivare, a casa avevo pensato a lungo su come metterlo sul piatto ma non mi era venuto nulla di brillante in mente, così in quel momento mi ritrovavo a improvvisare.

«Ma questo non significa che la colpa è tua, direi piuttosto che è mia visto che ho affrettato le cose.»

Erano scuse velate ma sentivo di dovergliele, mi ero sentito un completo imbecille quando la sera prima si era allontanata e poco dopo una punta di panico si era affacciata sul Legame.

«Credo di aver avuto paura della spinta del Legame.» Cordelia sviò lo sguardo dal mio prendendo a giocare con una ciocca di capelli, anche se il termine giusto sarebbe tormentare, non capivo infatti come facesse a non tirarseli ma non importava, se questo l'aiutava a parlare che massacrasse tutte le ciocche che voleva. «So che senti anche tu che si sta rafforzando velocemente, ma ieri non è stata solo colpa del Legame. Sono attratta da te, penso sia innegabile, ma non sono brava a dimostrarlo e questo mi blocca. In più modi di quanto sia disposta ad ammettere.»

Il discorso sembrava finito ma era chiaro che stesse girando intorno a quello che voleva dire davvero, un po' come se ciò che aveva pronunciato prima servisse per prendere coraggio così attesi qualche momento per vedere cosa sarebbe seguito.

Gli occhi tumultuosi della mia compagna si fissarono su di me, la determinazione si era fatta strada nel suo sguardo affiancando le altre emozioni.

«Quello che sto cercando di dirti è che non stavo scappando da te. Non ho paura di te o altro, solo potrei aver bisogno di più tempo di quel che pensavo.»

A mettere fine a quell'argomento spinoso sopraggiunse il trillo del forno che, in un modo o nell'altro, ci fece passare a cose più leggere.

«Vedi un film con me prima di andare?» Mi chiese una volta sparecchiato il piano che ci aveva fatto da tavolino, ero felice di quella richiesta anche perché non ero pronto ad andarmene di nuovo.

«Solo se non sarà uno di quei film smielati.»

«Quelli non piacciono neanche a me, stai tranquillo. Pensavo più a un The Batman o uno degli Spiderman, che ne dici?»

«Mi aspettavo tirassi fuori qualcosa di romantico. Meglio, non dovrò sorbirmi Mr. Darcy, Jane Eyre o Jo March!»

Se la mamma mi avesse sentito mi avrebbe rimproverato per aver infangato i nomi di alcuni dei suoi personaggi preferiti ma se c'erano dei libri che non riuscivo proprio a leggere erano proprio i classici romantici.

«Ma quelli non sono film smielati, quelli sono capolavori e, sì, prima o poi te li farò vedere. O rivedere per quel che importa.»

«Oh per favore, no!»

«Oh per favore, sì!»

«Solo se cederai su qualche altro film!»

«Tanto io vedo di tutto» Mi rispose facendo spallucce ma sorridendomi sorniona «Quindi quale vogliamo guardare?»

«The Batman che sugli Spiderman potremmo lottare di brutto»

«Scherzi! Holland tutta la vita.»

Ecco. Appunto.

«Non scherzare bambolina.» Le puntai un dito contro «Qui stiamo parlando di cose serie.»

Non avevo ancora finito di parlare che lei scoppiò a ridere.

«Sì, su questo ci scontreremo ma un'altra volta.»

Il film l'avevamo visto entrambi, nessuno di noi infatti si era lasciato sorprendere dai colpi di scena, ma la novità che portava l'averla al mio fianco rendeva tutto nuovo, cosa che non mi dispiaceva per nulla. Il suo corpo era piccolo ma caldo e il passare un braccio attorno alle sue spalle e cominciare a giocare distrattamente con i suoi capelli per me mi era parso quasi doveroso per non dire naturale e forse era stato così anche per Cordelia che poco dopo portò la testa sulla mia spalla.

Che gli angeli si tenessero il Paradiso, il mio era sulla Terra.

--------------------------------------------------------------------------

Sono follemente innamorata di quell'ultima frase, voi no?

Che ne pensate della storia fin qui? Qualche teoria varia?

Prossimo appuntamento: lunedì

Giorgia

Continue Reading

You'll Also Like

181K 10.7K 48
[COMPLETA] Alyx Allen non sa cosa si cela dietro al suo essere, non è consapevole di vivere costantemente nella menzogna. Crede di essere una monoton...
16K 1.3K 55
Fantasy romance a cavallo tra due mondi. Iris è irrequieta e imprevedibile, proprio come quell'oceano che fin da bambina l'affascina e nel cui abbrac...
3.7K 313 24
Cordelia Van Der Drachenberg e Alexander Bergman sono stati una delle coppie più popolari e controverse di sempre. Lei, una giovane ragazza di Amste...
334K 20.2K 102
[COMPLETA] Every, diciottenne londinese, in una giornata di fine estate cerca disperatamente via sms la sua migliore amica Jamie, che è stata trascin...