❝ѕтαу❞➴кσσктαє

By wwings_

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{¢σмpℓєтa} °Kim Taehyung è un liceale di 18 anni, deriso da tutti per il suo passato. Un ragazzo in particola... More

•INTRO•
Chapter One: Jeon Jungkook.
Chapter Two: A light in this darkness.
Chapter Three: Feelings.
Chapter Four: Roommate
Chapter Five: Tears
Chapter Six: Friends
Chapter Seven: Unknown
Chapter Eight: Airplane
Chapter Nine: Confused
Chapter Ten: The Truth
Chapter Eleven: Pain & Problems
Chapter Twelve: Strange
Chapter Thirteen: That Night
Chapter Fourteen: Fake Love
Chapter Fifteen: Please, Go Away.
Chapter Sixteen: Alone
Chapter Seventeen: You Have Me
Chapter Eighteen: Grounded
Chapter Nineteen: Monster
Chapter Twenty: Flames
Chapter Twenty-Two: Dream Or Nightmare?
Chapter Twenty-Three: Forgive Me.
Chapter Twenty-Four: Hi Life, I'm Back
Chapter Twenty-Five: Yours.
Chapter Twenty-Six: Hi.
Chapter Twenty-Seven: Welcome Back
Chapter Twenty-Eight: Let Me Love You
Chapter Twenty-Nine: Happiness
Chapter Thirty: Jealous.
Chapter Thirty-One: Afraid
Chapter Thirty-Two:Can You Trust Me?
Chapter Thirty Three: Yes, I can.
Chapter Thirty-Four: It's Me.
Chapter Thirty-Five: Our First Time.
Chapter Thirty-Six: Sunshine
Chapter Thirty-Seven: Game Over
Chapter Thirty-Eight: The End Is Here
Chapter Thirty-Nine: We Made It
Chapter Forty: Finally, Peace.
_Epilogue_
[ Nuove Storie ]
[ 100k ]
STAY: MINI-SEQUEL

Chapter Twenty-One: After

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By wwings_


"Come è successo?"

"Non lo sappiamo, era a casa ed è successo. Siamo arrivati ed era troppo tardi."

Le voci erano confuse.

Jungkook sentiva urla e vedeva immagini troppo appannate per poterle distinguere. La sua vista era sfocata.

Qualcuno lo stava trasportando da qualche parte. Sentiva singhiozzi e parole, che peró non riusciva a comprendere.

Presto peró,il buio lo riprese con sè, chiudendo le porte del mondo esterno.

•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••

Finalmente gli occhi si aprirono. La visuale divenne chiara e limpida dopo qualche minuto, così da permettere al ragazzo di vedere cosa lo circondava.

Il colore dominante era il bianco.

Jungkook era su un letto. Un fastidioso "bip" invadeva le orecchie del corvino. Si guardó le mani: sul medio della mano destra c'era un oggetto bianco, collegato alla macchina che produceva quel suono.

Il ragazzo si guardó intorno: sentì poi delle voci provenire da dietro la porta.

All'improvviso, essa si aprì, rivelando Seokjin.

"Jungkook, sei sveglio!"

Il maggiore corse ad abbracciare il fratello. Jungkook si accorse che aveva gli occhi rossi, come se avesse appena finito di piangere.

Il minore, ancora un po' stordito, ricambió l'abbraccio, nonostante le sue braccia si muovessero con una lentezza straziante.

"Come stai Kookie? Da quanto sei sveglio?"
Chiese Seokjn preoccupato.

"Non...non da molto." Rispose il corvino con un filo di voce.

"Non sforzarti. Sei ancora debole. Ci hai fatto spaventare."

Dalla porta entró anche la madre di Jungkook.

"Oh il mio bambino" Disse abbracciando il figlio.

"Mi dispiace cosí tanto tesoro...grazie a Dio sei vivo. Erano tre giorni che non davi segni di vita se non il battito del cuore e credevamo di averti perso."

La donna disse quelle parole con dolore. Seokjin le poggió una mano sulla spalla:

"Ehi, eomma sta tranquilla, sta bene. Aspettami fuori, prometto che arrivo subito."
La madre si asciugó gli occhi e annuì, poi uscì dalla porta.

"Lei...come sta?" Disse Jungkook.

"È stato un brutto colpo, ma lei sta bene."
Disse Jin sorridendo.

Ad un certo punto, l'espressione calma di Jungkook mutó drasticamente.

"T...Taehyung...dov'è...."

Seokjin giró la testa verso sinistra. Aveva lo sguardo triste.

Anche il minore giró la testa. Taehyung era nel letto a fianco, immobile.
Aveva l'espressione calma di sempre, solo che era un'espressione priva di vita, vuota.

Jungkook a quella visione cercó di alzarsi dal letto.

"No ehi Kookie no! Cosa fai? Sei pazzo? Sei ancora troppo debole per stare in piedi."

"Perchè non è sveglio?" Chiese il minore con molta ansia nella voce.

"Lui.....è in coma, Jungkook."

Era di quello che aveva paura. Quella mascherina sul suo volto...no, non per colpa sua, non poteva sopportarlo.

"No...NO!" Urló.

"Non sforzarti, ti prego. Non farti del male. Kookie mi dispiace, so quanto tieni a lui, ma ti prometto che non se ne andrà. Se la caverà."

Quelle parole peró non lo calmarono. L'ansia cresceva come un fiore in Jungkook e gli faceva contorcere lo stomaco.

"Riposati Kookie, io esco un secondo. Ti prego sta tranquillo e non muoverti, andrà tutto bene."

Detto ciò Seokjin posò le labbra sulla fronte del minore e uscí.

Fuori le acque erano agitate.
La signora Jeon parlava con il dottore. Era agitata e continuava a muovere le mani in modo frenetico.

A fianco al dottore, Seokjin vide un ragazzo che doveva avere più o meno la sua età.

Era alto, aveva la pelle ambrata e gli occhi scuri. I capelli erano biondissimi, quasi platino.

"Signora non si preoccupi, se è sveglio è già un buon segno. Per stasera lo lasciamo riposare, poi domani faremo delle analisi, ma lei non si deve preoccupare." Stava dicendo il dottore alla madre di Jungkook e Seokjin quando quest'ultimo era uscito dalla stanza.

"Grazie della disponibilità dottore." Disse Seokjin prima che la signora Jeon potesse rispondere.

Passarono due ore: arrivò anche la signora Kim, che rimase sconvolta dalla notizia.
Infatti, anche quando Seokjin stava accompagnando lei e sua madre a casa, la povera donna non smise di piangere.

"Le daremo tutte le notizie che le servono signora Kim, passerò dai ragazzi tutti i giorni. Si risveglierà, glielo prometto." Disse Seokjin quando furono davanti a casa della donna.

"Grazie Seokjin. Sei un ragazzo d'oro. Salva il mio Taehyung ti prego" Disse la signora Kim tra i singhiozzi.

"Glielo prometto." Ripetè il corvino.

Avendo accompagnato le due donne nelle rispettive case, Seokjin, nonostante fosse tarda notte, decise di tornare all'ospedale.

Si sentiva frustrato e colpevole. Sapeva che non era stato un incidente quell'incendio.

Sapeva che Jungkook aveva cercato di uccidersi.

E questo lo rendeva irrequieto e costantemente preoccupato. Forse quelle cose per un altro sarebbero sembrate stupide, ma a Kookie pesavano.

A quanto pare, i suoi sensi di colpa erano talmente tanti da non riuscire a essere sopportabili.

D'altronde, Jungkook era sempre stato un ragazzo incredibilmente dolce e sensibile, nonostante mostrasse forza e impassibilità in molte cose.

Perciò anche una cosa come quella poteva sconvolgergli la vita. In fondo, Seokjin non sapeva cosa Jungkook provasse, di conseguenza aiutarlo gli era difficile.

La loro madre faceva orari di lavoro molto intensi e quando tornava a casa era sempre stanca morta.

Il loro padre era da un mese in Europa per affari. A causa di queste cose, toccava a Seokjin occuparsi di tutto: inoltre doveva anche sostenere il lavoro che aveva trovato come cameriere in un ristorante più l'università.

Fare tutto questo gli era difficile, ma Seokjin era sempre positivo e affrontava i problemi senza paura.

Arrivato in ospedale, Seokjin passò i corridoi.

Da sempre gli ospedali lo inquietavano, forse a causa dei numerosi giochi horror ambientati in ospedale che aveva giocato con Jungkook e Taehyung quando questi ultimi stavano insieme.

Quei momenti erano bellissimi nonostante tutti gli infarti che ci siamo presi. Non avevo mai visto Kook cosí felice e in pace con sè stesso. Ma poi tutto è cambiato...

I suoi pensieri furono interrotti da dei passi. Davanti al corvino si presentò lo stesso ragazzo di poche ore prima, quello a fianco al dottore.

"Jeon Seokjin? Che ci fa qui a quest'ora?" Chiese.

"Sono venuto a fare un'ultima visita a mio fratello. Volevo vedere come stava."

"Ma non può...va beh, non importa. Però le posso concedere solo cinque minuti, se qualcuno la vede la sbatteranno fuori."

"Grazie, veramente grazie." Disse Seokjin inchinandosi più volte, per poi raggiungere la stanza di Jungkook.

Quest'ultimo era in piedi, ed era a fianco al letto di Taehyung.

Seokjin lo sentí parlare, cosí decise di non disturbarlo subito:

"Tae...mi dispiace tanto. È tutta colpa mia...
Avrei voluto dirtelo prima ma...ti amo, non sai neanche quanto. Non ho mai smesso di amarti in questi due anni, nonostante le brutte cose che ti ho fatto. Ti prego svegliati Taehyung. Ti prego..."

Con sorpresa di Jin, il minore non pianse. Peró il dolore in lui era evidente.

Quando Jungkook smise di parlare e si coricó, Seokjin fece la sua entrata.

"Ehi piccolo, come stai?" Chiese il maggiore entrando.

"Meglio di poche ore fa, ma..."

"Lo so Kookie. Ma si risveglierà. Te lo prometto."

Il minore sorrise, poi chiuse le palpebre, ormai troppo pesanti.

Seokjin accarezzó i capelli neri e morbidi dell'altro. Era cosí fragile e allo stesso tempo così forte...

Una voce lo chiamó.
"Signor Jeon, mi dispiace tanto ma deve andarsene." Disse lo stesso ragazzo biondo.

Il maggiore guardó il fratello, ormai addormentato, poi sorrise.

Sembrava così innocente quando dormiva...
Seokjin uscì dalla porta della stanza, ancora pensieroso.

"Grazie....."

"Kim Namjoon. Ma lei mi puó chiamare semplicemente Namjoon."

"Grazie Namjoon. Chiamami Seokjin...o Jin. Grazie veramente di tutto."

"Figurati, so quanto è difficile. Anche io ho avuto parenti in ospedale."

"Oh...mi dispiace."

"Tranquillo."

I due uscirono dall'ospedale.
Seokjin stava andando verso la sua auto, quando vide Namjoon cercare qualcosa con lo sguardo.

"Ehi, ti serve un passaggio?"

"No, no, non ti disturbare, chiameró un taxi."

"Figurati. Consideralo un 'grazie' in più per stasera. Vieni."

Namjoon sorrise. Jin si accorse delle fossette del minore. In effetti, era davvero carino, e le fossette lo rendevano tenero.

Vedendo che lo stava fissando, Namjoon arrossí.

"Oh ehm...scusa. A volte mi pietrifico. Scusa."

"È okay."

Tra i due c'era una sorta di imbarazzo che non riuscivano a spiegarsi.

Salirono in auto, assorti ognuno nel proprio silenzio.

Arrivarono in un quartiere pieno di luci e palazzi enormi. Si fermarono davanti ad uno di questi, dove Namjoon viveva con la famiglia.

"Quindi pur essendo solo al primo anno di Università tuo padre ti permette di lavorare in ospedale con lui?" Chiese Seokjin.

"Beh non è che lavoro, più che altro mio padre le considera lezioni in più." Rispose Namjoon ridendo.

Seokjin rise a sua volta.

"Beh, è stato un piacere Namjoon."

"Anche per me. Spero di rivederti, Jeon Seokjin." Disse il minore uscendo dall'auto.

Il maggiore guardò il biondo che entrava nel palazzo.
Era carino, un po' impacciato, ma carino.

Il corvino tornò a casa.

Trovò sua madre addormentata, presa dalla stanchezza e dallo shock di quello che era successo quel giorno.

Anche la testa di Seokjin era scombussolata: tutte quelle responsabilità pesavano a volte. Ma il ragazzo non poteva arrendersi.

Aveva rischiato di perdere suo fratello, e non se lo sarebbe mai perdonato.

Ma questo, nonostante fosse un senso di colpa, lo rese ancora più determinato. Non avrebbe permesso a nessuno di far del male a Jungkook, e non avrebbe permesso a Jungkook di farsi del male mai più.

•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••

Il giorno dopo...

Una luce abbagliante penetrò negli occhi di Jungkook, svegliandolo. Si stropicciò gli occhi come un bimbo, poi si guardò intorno.

Era ancora in ospedale.

Si girò verso Taehyung e vide una chioma nera davanti al suo letto.

"C....chi sei?" Chiese il minore con la voce ancora impastata dal sonno.

La ragazza si girò di colpo.

"Oh ciao...Jungkook. I-io....sono Akiko."

La ragazza lo squadró dalla testa ai piedi. Fece una faccia confusa, poi spalancó gli occhi.

"Oh cazzo. Tu sei quel Jungkook. Dovevo aspettarmelo..." Disse Akiko passandosi una mano sulla fronte.

In quel momento, il corvino capí. Quella era la sua prima ragazza.

"Akiko...quella Akiko?"

La ragazza annuì.
Jungkook allora, dopo un breve silenzio, prese parola:

"Mi dispiace tanto per quello che è successo tra noi...ci tenevo a dirti che ero solo sp-"

Akiko lo bloccò.

"Shh, è acqua passata. È tutto okay."

Quando lei si avvicinò, Jungkook vide che la ragazza aveva gli occhi rossi.

"Quindi...è in coma,vero?" Chiese poi Akiko con la voce tremante.

"Sí, ed è colpa mia..."

"No Jungkook. Non dire cazzate simili. Lui è venuto a casa tua di sua spontanea volontà. E c'è un motivo se l'ha fatto."

La ragazza sorrise.
Il minore pensó a quanto fosse cambiata: quando stavano insieme, in terza media, Akiko era carina. Aveva gli occhiali e i capelli fino alle spalle, viola.

Ma adesso,Akiko era diventata ancora piú bella. Solo che nel cuore di Jungkook c'era un'altra persona...

"Da quanto conosci Taehyung?" Chiese il corvino.

"Piú o meno un mese. Può non sembrare tanto ma...è un ragazzo fantastico e abbiamo legato fin da subito. E ora ho paura per lui. Ho bisogno che lui stia bene, altrimenti non riuscirò mai a fare niente. Infatti non so come riuscirò ad andare a scuola sapendo che non lo incontrerò nei corridoi, che non sentiró la sua risata..."

Jungkook vide che Akiko stava trattenendo le lacrime.

"Akiko..."

"Sì?"

"Lui starà bene. So l'effetto che quel ragazzo fa alla vita di una persona: hai sempre bisogno che lui ti stia accanto, vorresti sempre abbracciarlo e nel mio caso..."

"Tranquillo Kook. Ho capito. Non voglio farti stare ulteriormente male parlando di lui, in più credo di dover andare. Mia madre mi aveva dato 20 minuti e ne sono passati 30 da quando sono qui."

Akiko stava per andarsene, quando Jungkook la prese per il braccio e l'abbracció.

"Mi dispiace veramente per quello che è successo tra noi, so che sei stata male. Possiamo tornare almeno amici?"

"Mi piacerebbe tanto. È stato bello rivederti. Ci vediamo quando ti dimettono."

"Ciao, anche per me è stato bello. E mi dispiace, ancora."

"Dimmelo un'altra volta e ti picchio. Smettila, eravamo bambini, è acqua passata."

Jungkook sorrise. Akiko poteva cambiare fisicamente quanto voleva, ma avrebbe sempre avuto lo stesso carattere di sempre.

La maggiore uscì poi dalla porta, salutando con un cenno della mano Jungkook e sorridendo, perchè nonostante tutta la tristezza, i modi di sorridere c'erano sempre.

Ciao a tutti, people di Wattpad!
Volevo inizialmente ringraziarvi (wow, che novità) per le 300🌟,state apprezzando la storia e questo non fa che rendermi felice.
Volevo poi scusarmi come al solito se ci sono errori nel capitolo.
Beh...stranamente non ho altro da dire. Ci vediamo al prossimo capitolo! ❣️

Melissa

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