« pretty boy » taekook [ita]

By minxiety

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un viaggio speciale tra un grazioso junior chiamato jeon jungkook, amante dei glitter ed un senior dalle buon... More

{null}
★ prologue
★ jeon jeongguk
★ kim taehyung
★ piano
★ glitter glue
★ you're ignoring me
★ read out loud
★ hold me tight
★ car ride
★ jealousy
★ i understand
★ at it again
★ thank you for taking care of me
★ he likes me
★ blushing
★ boyz with fun
★ dinner plans
★ about you
★ tell me something
★ awkward duet
★ save me
★ lashing out
★ bath bomb
★ fever
★ football game
★ i'm scared
★ packing
★ jersey
★ new things
★ dining table
★ love bites
★ bottled truth
★ going home
★ locked doors
★ doodled skin
★ lace skirt
★ giving up
★ terrorizing pub
★ my answer
★ do to me
★ bonfire flames
★ one more day
★ would you love me
★ sunny days
★ slashed cord
★ bathtub
★ moonlight
★ doctors
★ ring
★ school day
★ one night
★ stumble
★ tapping
★ staying back
★ first cycle
★ sparkling lights
★ pretty boy
★ epilogue
☆ playlist。

★ forgiveness is a virtue

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By minxiety

Prima di iniziare, l'autrice fa un rapido shout out ad una fanart per la storia.

instagram : judd_x
wattpad: judisutive

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capitolo trentasette ;; forgiveness is a virtue
terza persona
°..:*°

Era una seccatura assurda ogni volta che Jimin dimenava le braccia. Lui era triste, non c'era alcun dubbio, ed era quasi come se tutto fosse tornato al punto di partenza. Solo che Jimin non era impazzito, oh no, ma provava odio, odio verso se stesso, per la precisione. Ancora una volta, era stato un suo sbaglio. Il peso che gli premeva sulle spalle si era lentamente spostato verso i suoi polmoni; soffocandolo invece di tenerlo appeso per sempre. Tutto ciò che voleva Jimin era perdono, un nuovo inizio e un nuovo modo di affrontare le cose.

Era lui l'unica ragione per la quale quel tenero ragazzo se n'era andato.

Era lui che aveva sbagliato nome quella volta.

Era lui quello che non aveva fatto niente per farlo restare.

Negli occhi aveva un coraggio nuovo di zecca, che lo spingeva a voler fare le cose nel modo giusto. A Jimin non avrebbe importato se avesse dovuto implorare, perché era appunto caduto in ginocchio con un labbro tremante e le mani congiunte.

Era stato quasi un riflesso, il modo in cui il nome del minore era passato tra le sue labbra con gratificazione. Aveva risuonato attraverso e contro le pareti della sua camera, ricoprendo l'atmosfera. Il silenzio pesante e assordante era la parte peggiore, come un inquietante fanstama. Una mano tiepida spinse lentamente indietro un corpo. Jimin sapeva che Yoongi stava aspettando che parlasse, per dire qualcos'altro, per combattere perché il suo corpo restasse fermo quando lui voleva andarsene, ma non c'erano parole a lasciare le sue labbra mentre lui stesso era congelato sul posto.

Con un sottile strato di sudore a ricoprire entrambi i loro corpi, Jimin osservò il maggiore fare movimenti tremolanti. Yoongi allungò la mano e si riprese gli indumenti tolti, infilando le gambe negli skinny jeans attillati con rapidità e decidendo di rimettersi la camicia più tardi. I genitori di Jimin non erano a casa, quindi non importava se girovagava per la casa con i capelli disordinati e mezzo nudo.

Un'ultima occhiata, due paia di occhi entrambi nella stessa situazione. Jimin sentiva come se Yoongi avesse il diritto di parlare per primo, per confermare ciò che si diceva fosse vero. Non c'era alcun motivo apparente quando gli occhi colpevoli di Jimin che erano abituati a contenere una tale concupiscenza avevano iniziato a rattristarsi sempre di più.

Per una volta, si sentiva come se il suo disturbo non lo definisse, stando nelle mani del maggiore che aveva appena sbattuto la porta. Invece del gemito di Jimin che aveva balbettato "Jeongguk" a rimbombare forte nella casa vuota, era il rumore dei passi che scendevano su una rampa di scale ad avere la meglio.

Yoongi non era l'unico ad esser stato ferito quel giorno. In un secondo, in una frazione di secondo, Jimin capì perché Yoongi avesse accettato di fare sesso. Aveva già detto la verità al suo unico e migliore amico, Jung Hoseok, quello di cui Jimin era stupidamente geloso ma di cui doveva ricordare che il suo unico obiettivo era quello di essere amico di Yoongi. Yoongi aveva pianto con Jimin, gli aveva detto di quanto si sentisse terribile, di come non potesse più sopportare i sensi di colpa, e proprio così, le sue labbra si ritrovarono po' affamate di quelle del minore. Si era sentito usato ma in un modo così voluto.

"Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace." Jimin ripeteva le parole a se stesso come un mormorio, ognuno con un tono e un significato diverso.

Sapeva che gli dispiaceva aver detto il nome sbagliato, ma non poteva fare a meno di sentire il bisogno di scusarsi per qualcosa di ancora più grande. Forse avrebbe dovuto scusarsi anche per aver confortato Yoongi nel modo sbagliato. Jimin sapeva che lui era triste e che stava già male per aver perso il suo migliore amico, ma aveva lasciato che i suoi sentimenti si intromettessero. Jimin aveva pensato che fosse un buon momento per iniziare qualcosa, e quando Yoongi aveva solo risposto in modo positivo e affamato, aveva sentito che quello che stava facendo era giusto, ma forse, solo forse, si stava sbagliando.

La stradina di ciottoli che portava alla casa del ragazzo dai capelli menta scorreva sotto i piedi di Jimin mentre lui alzava lo sguardo vedendo una grande porta di fronte a lui. Aveva già salito le scale, così la sua mano tremante si sollevò per afferrare il grosso e robusto manico che pendeva dall'alto. E aspettò, aspettò che il maggiore aprisse la porta e che ricevesse uno schiaffo in faccia, un altro modo di dire vaffanculo.

Niente di tutto ciò successe. La grande porta si aprì con forza, e quella persona in alcun modo trafisse il viso di Jimin con un doloroso schiaffo, ma invece un corpo si strinse forte a lui. Le braccia avvolte intorno al collo in segno di grande mancanza. Yoongi si era sentito solo, aveva bevuto un sacco dopo la rottura e dopo lo smascheramento di tutti.

"Mi sei mancato." La voce solitamente calma e seria di Yoongi era adesso spezzata, disperato per il minore.

"Mi sei mancato anche tu." Dice Jimin, i suoi capelli arancioni sfiorano il viso del maggiore mentre avvolge le braccia alla parte bassa della schiena di Yoongi e appoggia la testa alla sua.

"Sono stato stupido per essermene andato via così."

"Sono stato stupido io per aver combinato tutto."

Le loro prese si strinsero, ottenendo così l'odore gratificante delle emozioni l'uno dell'altro e di colonia dolce. Stranamente, Yoongi odorava di menta, mentre Jimin odorava di agrumi. Era molto più bello per Jimin abbracciare qualcuno di più alto di lui, abbracciare qualcuno che sembrava ricambiare gli stessi seentimenti che provava lui. Yoongi sembrava molto meglio di Jeongguk ai suoi occhi. I due che si stavano abbracciando erano completamente l'uno l'opposto dell'altro, cosa che rendeva il maggiore ancor più interessante.

Un leggero strattone alla mano finì con Jimin che camminava attraverso gli enormi corridoi della bellissima casa di Yoongi. C'erano dei quadri originali appesi alle infinite pareti che erano dipinti di un grigio caldo. Sapeva che a Jeongguk piacesse la tavolozza dei colori e, per una volta, il pensiero era stato solo platonico. Un sorriso talmente smagliante si era fatto spazio sul viso di Jimin, Yoongi potè solo aggrottare le sopracciglia prima di restituire quel sorriso luminoso.

Grida e urla provennero da una camera, e all'inizio i due pensarono che si trattasse di qualcosa di tabù. Man mano che si avvicinavano, le voci si fecero più distinte e la ragione divenne molto più chiara. I due innamorati più piccoli — Taehyung e Jeongguk —stavano per rompere per la prima volta, ma non era una novità per Yoongi. Aveva già sentito Taehyung fare lo stesso con un'altra persona in passato. Quella ragazza era stata persa da tempo, spazzata via da un furgone in movimento e molte lacrime. Il loro amore non era mai stato così forte come quello che era appena nato. Il maggiore riponeva una grande fiducia nella nuova relazione di suo fratello.

Yoongi non poté fare a meno di sentirsi in colpa per quello che aveva fatto. Era ubriaco e aveva smaltito la sbronza per giorni in un ciclo senza fine, vomitando solo a tarda notte. Aveva abilmente nascosto la vodka. Bere era confortante per il momento, ma non appena si ritrovò sul pavimento laminato a scaraventare oggetti assieme a parolacce, divenne chiaro che quello che stava facendo era assolutamente stupido, anche se lo aveva comunque fatto. Mai che ad ogni sorso Yoongi avesse pensato al suo fratellastro che amava più di chiunque altro. Mai che avesse pensato alle conseguenze di ubriacarsi. Mai che avesse pensato ad urlare contro Jeongguk fino a farlo ritrovare tremante sul pavimento a piangere.

"La mia stanza è di qua." Dice poi Yoongi, la sua voce non si spezza più trascinandosi Jimin dietro.

C'era dell'innocenza nella frase, e Jimin lo adorava. La porta si aprì e si chiuse, risatine risuonavano in maniera naturale, e le loro schiene colpirono soffici lenzuola in un attimo. Un silenzio di pace nascosto in un grazie cadde tra loro. Erano entrambi grati che l'altro avesse capito senza bisogno di spiegare, il modo in cui volevano superare questo errore.

Yoongi aveva avuto abbastanza tempo per riflettere sulle cose, proprio come Jimin. C'erano due eventi a scatenarsi nella casa solitamente vuota ed echeggiante. Uno era un cuore spezzato mentre l'altro era l'esatto opposto. Yoongi sapeva già che avrebbe dovuto confortare Taehyung una volta che tutto sarebbe finito, e Jimin sapeva che avrebbe dovuto tenere le distanze da Jeongguk per tutto.

Due bocche si incontrarono, dolcemente e con cautela, quasi temendo di poter fare qualcosa di sbagliato in quanto fosse ancora una sorta di Guerra Fredda. Era una battaglia che si attenuava lentamente senza grida e parole fatte per uccidere col passare del tempo, ma si sa che le cose non sono mai semplici quando si sperimentano per la prima volta. I due sapevano che c'era un limite da non oltrepassare. C'era una Cortina di Ferro, una linea immaginaria a fermare i due dall'andare oltre.

Il perdono era arrivato così facilmente per Jimin e Yoongi, come se non ci fosse stato nulla per cui discutere in primo luogo. Sia Yoongi che Jimin sapevano che per i loro amici che molto più saggi non sarebbe stato così facile. La loro storia insieme era molto più lunga e molto più complicata delle loro, consistenti nel vero tradimento e nel profondo dispiacere. Namjoon e Seokjin temevano per il loro amore in un caos di ostilità e ansia, uno ferito e l'altro colpevole.

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