La ragazza sconosciuta

Martha

Appena sentii il mio nome pronunciato dalla voce familiare di Spencer seppi di essere fregata. Mi voltai lentamente per prendere tempo e trovare una scusa che giustificasse il fatto che mi trovassi lontano da casa, nella città dove erano avvenuti dei crimini identici a quelli di cui ero stata accusata tanti anni fa. Spencer mi guardò deluso e sconcertato. Mi chiese con voce atona cosa ci facessi lì e io gli risposi che mi mancava troppo per rimanere ancora senza di lui. Mi rise in faccia facendomi notare che era una pessima scusa dato che ero più che indipendente e che non era il caso più lungo su qui avesse mai lavorato. Per sdrammatizzare gli feci notare che io non ero a abituata a mentire, e che avendo un carattere molto deciso dicevo sempre tutto quello che mi passava per la mente. Mi disse allora che sarei dovuta essere sincera e decisi di assecondarlo; gli spiegai che ero lì perché volevo dare una mano alla sua squadra per trovare il colpevole e gli dissi anche che avrei eliminato chiunque sarebbe riuscito a leggere i file criptati dal governo.