Simply "His" (Italian Transla...

Od Shahrazade

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Come ho aperto la portiera della macchina, qualcosa di invisibile mi ha colpito. Non capivo da dove arrivasse... Více

1)The First Sniff
2) Cravings
3)Questions...
4)Going back to normal
5)Feeling the Fever
6)Feeling the pull
7)Insecurities
8)Rush
9) About Cara and Alex
10) A Storm is coming
12) There is pain when one waits
13)The way of the wolf
14)Conquest

11) A truth covered in fur

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Od Shahrazade

*Meadow*

Guidammo per quasi un'ora prima che lui iniziasse a rallentare. La vista era piacevole, ma lui era rimasto in silenzio tutto il tempo e questo mi aveva messo a disagio. Mi aveva preso la mano per gran parte del tragitto ed ero felice di questo, si sentiva teso come se gli stessero passando per la testa un migliaio di cose. Vidi l'erba verde e alti alberi dominare la visuale attraverso il finestrino, finalmente svoltammo verso una strada sterrata che conduceva a una villa in fondo.

"Comprai questo terreno anni fa, ma non ci sono stato per mesi, dovrebbe essere ancora decente penso."

"Quante proprietà compri alla settimana?" Cercai di alleggerire la tensione e lui rise. Il ché mi fece sorridere, volevo aiutarlo a rilassarsi.

"Questo terreno in particolare, fu uno delle prime terre che acquistai quando diventai...il 'capo'. Era la casa della mia famiglia molto tempo fa, dopodiché gli fu presa dal governo. Così appena potei permettermelo, divenne una priorità comprarla e restituirgliela."

"Ha senso...ed è ammirevole...sono orgogliosa di te, penso che tu abbia fatto qualcosa di nobile. I tuoi genitori riuscirono a vederlo?" Chiesi io, realizzando che lui non ne aveva mai parlato prima. Avevo paura di aver toccato un argomento sensibile ma lui sorrise e annuì.

"Lo videro, sì. Mamma era davvero orgogliosa e così felice." Lui non disse nient'altro, e io pure non pressai. Volevo che si fidasse di me e mi dicesse quanto voleva e come voleva.

"Eccoci qua, come l'avevo lasciato." Disse lui e io guardai avanti. Alte porte di ferro arrugginite e un'insegna che diceva 'Ma's Haven'. Mi sciolsi.

Lui fermò l'auto e uscì, tirò fuori un paio di chiavi dalla tasca. Rimase in piedi davanti al cancello mentre apriva le grandi catene per poi spalancare l'entrata. C'era un lungo viale fatto di terra dove grano ed erba crescevano insieme ovunque. Mentre lui tornava in macchina, lo sentì pieno di pace.

Non lontano giù lungo la strada, c'era un'umile e storica, casa bianca fatta di legno. Perfino gli anni e la natura non riuscirono a corrompere la bellezza della sua semplicità; amavo come un piccolo albero cresceva vicino all'entrata e c'era dell'edera che pendeva dai bordi del tetto. Era una capsula del tempo e apparteneva a lui. Parcheggiò vicino alla casa, ma non troppo. Sganciai la mia cintura di sicurezza e per quando avevo finito lui mi stava già aprendo la porta, con un enorme ghigno sulla faccia.

Indossavo un lungo vestito estivo con dei sandali, il tempo era bellissimo e mi sentivo di indossarli. Il vestito era uno degli ultimi regali lasciati da mia madre. Sentì una punta di nostalgia quando me lo misi questa mattina, il pallido beige della lunga gonna aveva dei vortici attorno di fiori color rosa pallido; l'aveva chiamato il "vestito di Meadow".

Lui prese una cesta, delle coperte e due piccoli ma gonfi cuscini, dal sedile posteriore. Prendendo la mia mano mi trascinò con sé, decisi di lasciare la mia borsetta e il mio cellulare nella macchina, questo giorno ho promesso che sarebbe stato speciale e non voglio interruzioni. Camminammo attorno alla casa e dietro in lontananza, vidi una scogliera e l'oceano. Non era molto lontano e continuammo a camminare in sua direzione, Caleb fu paziente con me mentre l'erba alta mi rendeva difficile camminare. Sorrisi quando mi mise dietro di lui, facendomi da scudo dalla natura selvaggia.

Quando raggiungemmo la scogliera, lui si fermò e si guardò intorno. "Reggi questa per me per favore". Disse lui mentre mi dava la cesta, i cuscini e la coperta. Allora lui fece qualche passo in cerca di qualcosa mentre io rimasi in piedi ancora colpita dalla vista. Tornò indietro tenendo un enorme ramo dritto e tranquillamente lo appoggiò per terra; lo premette un paio di volte con l'entusiasmo di un bambino. " Mio padre mi insegnò a fare così. Prendi un grande ramo e lo rotoli un paio di volte nel grano ancora incolto e avrai un bel materasso confortevole."

Sogghignai; lui prese una delle coperte da me e la distese sopra l'erba schiacciata, allora mise i due cuscini uno vicino all'altro. Alla fine prese la cesta da me e tenendomi la mano, mi guidò accanto a lui nel nostro bellissimo spazio. Appena ci sedemmo Caleb mi strinse la mano e mentre ci sdraiammo insieme lui guardo in alto verso il cielo. "Non sono tornato qui per molto tempo da quando lei non c'è più. Per mesi penso di essere stato un'anima persa e rifiutavo di tornare, i ricordi mi avrebbero fatto ancora più male. Ma quando Alex alla fine mi convinse, realizzai che questo sarebbe stato il mio paradiso."

"Cosa accadde a lei e a tuo padre?" Chiesi io, un pò insicura che lui avesse voluto parlarne. Ma lui sembrò non farci caso, fece soltanto un respiro profondo e continuò.

"Qualcuno voleva vendicarsi delle azioni economiche di mio padre, e se la presero con lei. Per molto tempo fui arrabbiato con lui per questo, ma alla fine realizzai che non era colpa sua. Non ho parlato con lui per cinque anni, fino a quando ci siamo riuniti per avere i responsabili della sua morte, volevamo vendetta. Questo ci fece riavvicinare e io mi scusai con lui un sacco di volte. Una volta che tutto finì, lui mi disse di quanto era orgoglioso di me e mi mise a capo delle attività di famiglia. Qualche giorno dopo venne trovato morto nel suo letto. Lui semplicemente si lasciò morire, niente dolore, niente sofferenza. Io sapevo solo che lui voleva lasciare questo mondo per riunirsi con mamma." Disse lui con un po' di tristezza ma niente di più di questo, riuscì ad accettarlo molto tempo fa e sentì che era in pace con se stesso riguardo a questo, il ché provocò un enorme sollievo in me. Allora Caleb inclinò la testa e mi guardò. "Come se n'è andata tua madre?"

Io sospirai e cercai di trovare le parole per descriverlo. Non ho mai condiviso questa storia ma mi sentì al sicuro di piangere con lui se fossi arrivata a quel punto, lui mi aveva già vista al peggio. "Aveva il cancro. Era stato individuato quattro anni prima e attraversammo di tutto mentre lei era in terapia. Eravamo molto vicine, ma questo ci fece avvicinare ancora di più. Il trattamento fu doloroso per entrambe ma lei era una guerriera; non si lamentava mai, e non versò mai una lacrima. Sorrideva sempre, di ottimo umore, energica anche quando malata. Era la mia roccia. L'anno scorso, dopo una lunga battaglia, finalmente andò in pace. Il dottore le diede abbastanza medicine per non farla soffrire. Così morì con il sorriso." Sentì delle lacrime inumidirmi la pelle e lui si chinò per baciarmi gli occhi e sfregarci le labbra sopra.

"Dev'essere in pace adesso, felice e orgogliosa di te." Disse lui mentre mi accarezzava il braccio. Aveva la testa appoggiata sul suo braccio e mi guardava mentre io raccontavo la mia storia. Feci un respiro profondo e sospirai, sorridendoli.

"Lo so. Vado ancora a trovarla due volte al mese, è diventato un rituale."

Lui annuì e mi baciò la fronte. "Ti porterò a trovarla il prossimo fine settimana." Promise lui e io sorrisi.

Rimanemmo lì insieme per un po', alla fine ci sedemmo e Caleb tirò fuori dalla cesta qualche cosa da mangiare che aveva preso dal ristorante dell'hotel. Ridacchiai quando mi disse della faccia del direttore quando gli chiese dei panini e dei pasticcini da portare via. Portò due bottiglie del mio unico vino preferito. Entrambi bevemmo lentamente, Godendoci il dolce sapore. Ero convinta che se la stava proprio godendo.

Facemmo una breve passeggiata dopo aver mangiato, tenendoci la mano mentre parlavamo di niente in particolare o solo stando in silenzio. La conversazione sembrava scorrere tranquillamente per entrambi; entrambi volevamo parlare un po' per poi rimanere in silenzio senza preoccupazioni. Sentì il vento spostarmi i capelli e accarezzarmi la guancia facendomi sorridere, questo posto era davvero tutta un'altra cosa.

Quando ritornammo alla nostra coperta, io mi sedetti e lui guardò lo scoglio con la mente assente. Finsi di rimettere le cose dentro alla cesta mentre gli permettevo di raccogliere i suoi pensieri. Dopo aver finito, lui mi guardò con un sorriso triste e si inginocchiò difronte a me. "Ti ho portata qui per condividere qualcosa del mio passato con te Meadow, ma anche qualcosa di chi sono davvero. La scorsa notte non sapevo dove saremmo andati oggi ma questa mattina sembrava chiaro. Questo era il posto."

Lo guardai un po' nervosa dritto negli occhi, ma stranamente ero calma.

"Condividerò con te qualcosa di davvero intimo e voglio che tu mi prometta, non importa cosa, che non scapperai via. Quando finirò di mostrartelo, Ti porterò indietro se me lo chiederai, ma per favore, non correre via." Disse lui supplicando, la supplica mi fece realizzare quanto fosse serio. "Credi nel destino?" Chiese lui così dal nulla.

Fui presa dalla sorpresa e rimasi in silenzio mentre elaboravo la sua domanda, destino? Non ci avevo mai pensato, sentivo che era crudele a volte, se non sempre. "Io davvero non lo so...io voglio credere..."Ammisi mentre arrossivo. "Più tardi, ho pensato che sia stato il destino a metterti nella mia vita." Continuai io e lui sorrise.

"Io credo nel destino e nel fato, e se anche tu ci credi, questo renderà le cose più facili." Baciò la mia mano e la lasciò, rimanendo in piedi e facendo un passo indietro. "Ti sto per mostrare parte di ciò che sono veramente, ma ti prego ricorda, non importa cosa, non ti farò del male."

Farmi male? La possibilità mi spaventava. Fece un altro passo indietro dopodiché si tolse la maglietta lentamente, rivelandomi la sua forma cesellata. Ho sognato di scoprire il suo corpo, e adesso lui me lo stava rivelando mentre teneva gli occhi chiusi. Ero confusa e sentì il ritmo del mio cuore più forte. In un altro momento, sarei stata accaldata, ma fin dall'inizio, il mio corpo e la mia mente sentiva che le sue azioni erano connesse a qualcos'altro.

"Meadow, io sono quello che i vostri antenati chiamavano mutaforme, più specificatamente un lupo mannaro. Sebbene molte idee e concezioni sono popolari, non tutte sono vere." Lui iniziò a sbottonarsi i suoi jeans scuri e io ero in trance. Un lupo mannaro? Una creatura delle favole? Sapevo che non stava scherzando, dallo sguardo sul suo volto e dal modo in cui parlava, credeva in ciò che diceva. La possibilità che fosse diventato pazzo mi attraversò leggermente per la testa, ma tutto in me si sentiva in pace e rilassata. Com'era possibile che il mio corpo non si sentisse in sintonia con la mia mente? Stavo avendo milioni di pensieri e dubbi, lo vidi fare qualche altro passo indietro prima di che finalmente si tolse la biancheria, rimanendo nudo. Lui mi guardò e i suoi occhi mi stavano supplicando. Era serio e lo sentivo. Non potei separare i miei occhi dai suoi e il suo corpo iniziò a tremare. "Ricorda, non ti farò del male...per favore Meadow, non scappare..." furono le sue ultime parole mentre si piegò e iniziò a scuotersi. Sospirai e diventai tesa, strinsi leggermente la coperta quando lo sentì grugnire.

"Caleb...?" Chiesi io mentre il suo corpo continuava a scuotersi e io iniziai a vedere attraverso l'erba e il grano qualcosa di scuro ricoprirlo. Il mio cuore batteva all'impazzata; la mia mente lo sovrastava. Lui era a distanza di sicurezza da me ma io non potevo comunque muovermi, ero congelata. Lui ringhiò tra un misto di voce umana e animale, ma era come un duetto. Io rabbrividì e chiusi gli occhi, rimanendo ferma.

Passarono un paio di secondi mentre continuavo a sentirlo. Alla fine il silenzio e io iniziai a piangere silenziosamente. Lui non era umano, ci credevo adesso, ma cos'era diventato, non ero sicura di essere pronta per vederlo. Sapevo che era lui, ma ero spaventata. Ancora silenzio; Il mio corpo rabbrividì ancora mentre il vento sembrava essersi raffreddato, allora sentì la sua presenza dietro di me, che emanava calore. Sentì qualcosa di bagnato sul mio collo e mi ritrassi. Lo sentì gemere e i miei occhi si aprirono di colpo. Non ero ancora in grado di vedere cosa fosse ma il suo piagnucolio fu come un allarme. Rimasi ferma e lo senti spostarsi da dietro di me lentamente, allora iniziò un approccio dalla mia sinistra.

A prima vista vidi un'ombra enorme; poi come piegai la testa leggermente iniziai a vederlo. Era enorme, qualcosa fuori dal mondo. Era un lupo ma la sua taglia era il triplo di un qualsiasi lupo normale che io abbia mai visto. Si mosse lentamente verso di me per poi fermarsi una volta che si trovava faccia a faccia con me. Facendo un passo più vicino si sedette sulle zampe posteriori e sollevò la testa verso l'alto. Ululò e io rabbrividì ancora, avevo la pelle d'oca lungo tutto il corpo. Così abbassò la testa e il reso del corpo, le sue zampe anteriori quasi toccavano i miei piedi. Gemette e mise la testa tra le sue zampe, io mi stavo mordendo le labbra rimanendo ferma. Ogni lamento mi fece contrarre il cuore dalla tristezza.

Lui rimase fermo, respirando piano, piccoli lamenti sembravano sfuggirli di tanto in tanto. Mi ci volle un po' per abituarmi alla sua presenza, ma dovevo ammettere che questo ere dovuto dallo shock e dalla sorpresa piuttosto che dalla paura. Disteso lì difronte a me, la sua stazza continuava ad impressionarmi . Era più grande di me, il suo pelo era grigio scuro e attorno al suo collo sembrava avere una criniera, facendolo apparire ancora più spaventoso. Ma no, non ero più spaventata. Lentamente, mi inginocchiai e lo guardai. "Ca...Caleb?" Cercai di sussurrare e le sue zampe si mossero leggermente, rivelando degli occhi grigi spaventati. Mi attirarono a lui. Sì, era Caleb.

Mentre ero chinata, mi spostai lentamente più vicino e lui rimase fermo, la sua testa ancora per metà coperta tra le sue zampe. Lo raggiunsi e finalmente spostò la testa non muovendo il suo corpo dalla sua posizione. Lui alzò la testa per vedermi, i suoi occhi non mi lasciarono mai. Adesso ero faccia a faccia con lui e allungai la mano per toccarlo, fermandomi a pochi centimetri di distanza mentre lo guardavo come per avere il suo permesso. Lui mise la testa sotto la mia mano, e io sentì dell'elettricità mentre ci toccavamo. Il suo pelo era deliziosamente soffice e così anche il suo odore, il mio Caleb. Gli accarezzai la testa e lui chiuse gli occhi. Mi spostai dal suo lato mentre accarezzavo la criniera e gli grattavo sotto il collo, vagando con le dita nel suo pelo. Sentì il suo cuore accelerare così come il mio.

Questo era il segreto di Caleb, lui era una mitologica meraviglia a me rivelata e non avevo paura. Sapevo che sebbene appariva minaccioso e letale, non mi avrebbe fatto del male. Mi distesi contro il suo lato, e lui appoggiò la sua testa sul mio grembo, entrambi ci intrecciammo in questa comoda posizione Non ebbi bisogno di dire nulla, lui uguale. Rimanemmo in silenzio mentre chiudevo gli occhi e accarezzavo il suo soffice pelo. Lui era un lupo mannaro, era reale, ed era con me.

A un certo punto mi addormentai, e quando mi svegliai quasi pensai fosse tutto un sogno. Ma lui era lì, riposando la testa sulle sue zampe, facendo la guardia mentre riposavo. Mi sentivo così piccola vicino a lui.

Mi guardai attorno e vidi il tramonto farsi avanti. Lentamente iniziai ad alzarmi e lui si girò per aiutarmi, spingendomi gentilmente con la sua testa. Gli sorrisi e sussurrai "grazie".

Una volta in piedi, lui si spostò vicino a me. Stando su tutte e quattro le zampe era alto quanto me, la sua testa era al mio stesso livello. Lo raggiunsi per spazzolarli la criniera con le dita. Allora lui mi leccò la faccia facendomi sorridere. "Fermati! Non ho modo poi di pulirmi!" Lui continuò a leccarmi quando finalmente smise. Io abbracciai il suo collo e seppellì la testa nel suo pelo; Lui era così caldo e soffice, dava un senso di sicurezza. Mi allontanò per fare qualche passo indietro e capii che stava per cambiare di nuovo. Mi girai e gli diedi la schiena, mi inginocchiai sulla coperta per dargli un po' di privacy, sebbene penso che non gli sia mai importato che lo guardassi. Mi sedetti lì aspettandolo, mentre pensavo su tutto, ciò significava lui che mi mostrava la sua natura animale. Sentì dei movimenti vicino a me ed ero rilassata sapendo che era lui. Si distese vicino a me e mise il suo braccio attorno a me, guardai in giù e sorrisi alla sua mano umana. Lui affondò il naso nel mio collo e mi baciò, facendo rabbrividire ogni parte del mio corpo. "Grazie." Finalmente lo sentì parlare.

"Per cosa?" Chiesi io. Lui strofinò il suo naso su di me e baciò di nuovo il dolce punto, io mi morsi le labbra rabbrividendo. Ha per caso appena trovato un posto unico e sensibile che io non sapevo?

"Per non essere scappata via, o urlato...per avermi dato un'occasione..." Disse lui e io sorrisi. Lui mi stinse forte.

"Io sto ancora digerendo questo, e ho ancora molte domande, ma per adesso, ti chiederò solo... cosa intendevi con il chiedermi se credevo al destino?"

Lui sospirò e mi trascinò leggermente dal suo lato, trovandomelo di fronte mentre lui rimaneva di lato. " Ti prego di non impazzire..." Disse lui preoccupato e io alzai un sopracciglio. "Per noi, tutto è sotto controllo; quando ci trasformiamo; quando combattiamo, chi combattiamo, dove andiamo...controlliamo ciò che facciamo. Non è come nei film o nelle storie dove ci trasformiamo sotto la luna piena. Sappiamo ciò che siamo, e lo accettiamo con tutto il cuore...ma c'è una cosa tuttavia, che è lasciata completamente fuori dalla nostra volontà, e riguarda la persona con cui siamo destinati a stare..." Si fermò mentre i suoi occhi mi stavano bruciando. Sentì l'intensità delle sue parole anche prima che lui finalmente le dicesse. " Abbiamo una sola anima da trovare lungo tutta la nostra vita, una persona, umana o come noi, con cui siamo legati a passare la nostra vita...noi non possiamo controllare come o quando la incontreremo, succede e basta. E tu Meadow...tu sei la mia..."

Trattenni il respiro mentre mi fissava, lasciò la presa, la paura nei suoi occhi mentre ricambiavo il suo sguardo con incredulità. No, non stava mentendo, quello che mi aveva detto aveva perfettamente senso dato quello che avevo visto. Ma ciò che intendeva era che io ero la persona con cui lui era destinato a stare, e questo sembrava spaventarmi parecchio. Per lo più, perché sentivo che lo volevo. Girai la testa, sotto il suo sguardo non ero capace di concentrarmi su niente. "Tu hai sempre una scelta. Tu puoi decidere di non vedermi mai più, o di rimanere solo amici. Se mi permetti di starti vicino ti prometto che sarò comunque felice. Puoi scegliere di fare qualsiasi cosa tu voglia fare, non sei obbligata ad accettare questo in nessun modo." Mentre lui cercava di convincermi della libertà che si supponeva io avessi, io mi sentivo di non averne per nulla.

Sapevo che sarebbe stato impossibile per me stargli lontano; l'avevo percepito fin dall'inizio. Era il magico destino di cui parlava che funzionava in entrambi i sensi? Mi ricordai le emozioni come il voler stargli vicino fin dal primo momento in cui avevo sentito la sua voce.

"Ti prego dì qualcosa..." Pregò lui e io girai la testa per guardarlo, rimasi senza fiato quando vidi una lacrima minacciare di lasciare i suoi occhi.

"Cale...non vado da nessuna parte..." Assicurai io e lui fece un sorrise che gli illuminò il volto. "Solo...sì paziente con me, per favore? Mi hai dato una sacco di cose da metabolizzare..."

"Ti darò tutto il tempo del mondo. Grazie Meadow!" Lui sospirò di sollievo mentre io spazzavo via le sue lacrime con il mio pollice, lui appoggiò la sua fronte contro la mia e sorrise. "Posso?" Chiese lui timidamente.

Io lo guardai confusa. "Puoi...cosa?"

"Baciarti..." Chiese lui e spostò la testa verso di me per baciarmi con passione. Questo mezzo uomo, mezzo lupo era tutto per me adesso, e io non avevo intenzione di farlo soffrire fino a quando lui mi avrebbe dato ciò di cui avevo bisogno, e per adesso, io avevo bisogno di lui.

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