1. I FELL IN LOVE: Mi sono in...

By VLove96

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VOLUME I Come si può detestare così tanto qualcuno da desiderarlo fino a questo punto? Emma ed Alex sono gli... More

Nuova copertina
Trailer
cast
Prologo ✔
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
CIAOOO
Capitolo 28
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Epilogo
Un nuovo inizio
Volume 3
Trailer Volume II
Trailer Volume III
Brokenheart - L'amore non conosce tempo

Capitolo 29

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By VLove96

L'AMORE TI FOTTE



"Noi cercheremo l'amore altrove
solo una cosa rimane sicura
ognuno avrà la propria vita
e proprio questo fa paura"

- A. Amoroso e F. Renga



Emma

Mi sveglio in tarda mattinata. Mi alzo dal letto e scendo al piano inferiore. Non trovo nessuno ne in cucina ne nel salone. Torno al piano superiore e busso alla camera dei mie genitori. Nessuno risponde quindi decido di entrare. La stanza è buia e c'è odore di alcool. Noto vestiti sparsi per la camera e una bottiglia di vino vuota sul letto. <<Mamma...>> dico dolcemente scuotendola per una spalla. È rintanata sotto le lenzuola. Di Andrea nessuna traccia. <<Mamma>> replico un po' più forte. Mugola e si copre il viso con le coperte. <<Va bene, l'hai voluto tu>> mi lazo dal letto e tiro le tende. Spalanco la finestra per arieggiare la stanza e le tiro via le coperte di dosso. <<Emma!>> mi sgrida coprendosi il volto con il cuscino. <<Lasciami stare!>> <<Alza il culo mamma! È mezzogiorno passato!>> <<Lasciami stare>> ripete ma questa volta più come una supplica. Torno a sedermi di fianco a lei. <<Mamma...>> le mormoro accarezzandole i capelli. <<Ti prego Emma, lasciami sola>> avvilita mi alzo ed esco dalla stanza. Non posso obbligarla ad alzarsi. Non posso obbligarla a fare i conti con la dura realtà. Andrea se né andato. Ci ha lasciate. Vorrei poterla rassicurare e dirle che tutto si sistemerà, ma non sono più sicura di niente. E questa volta l'ha fatta grossa. Per quanto ho capito dalla loro conversazione, ha tradito suo marito con Luca. Non so cosa significhi questo. Non so se l'ha fatto perché in fondo non lo ha mai dimenticato, o solo per nostalgia e sensi di colpa. Non so più nulla. So solo che non riesco a comprenderla. Perché rovinare tutto? Perché rovinare una storia perfetta? Non ci accontentiamo mai di nulla? Dobbiamo alla fine rovinare sempre tutto? Esiste l'amore? Quello vero? Quello che ti fa battere il cuore ogni istante? Quello duraturo? Quello che non finisce per un impeto di lussuria? Ci si può amare senza farsi soffrire? O si è destinati a soffrire per capire cosa sia la felicità? Per raggiungerla una volta tanto desiderata e poi per rovinare nuovamente tutto?

Alex

La mattina mi sveglio presto. Mi preparo e con mio padre raggiungo l'ospedale. I dottori hanno detto che è tutto a posto. Deve rimanere sotto osservazione ancora per qualche giorno e poi potrà tornare a casa. <<Ciao mamma>> le mormoro baciandole una tempia. <<Ciao amore>>. Saluta mio padre e puoi torna su di me. Prendo una poltrona e la metto vicino al suo letto. <<Allora tesoro, come stai?>> <<Tutto bene>> mento. Non sto affatto bene, ma non mi sembra il caso di affliggerla con le mie pene "d'amore". Chiacchieriamo per un po', poi papà ed io torniamo a casa. <<Cosa vuoi per pranzo?>> <<Niente, vado in palestra>> me ne vado nella mia stanza senza aspettare la sua risposta. Preparo il borsone e vado in palestra. Cerco di stancarmi il più possibile, per tentare di cercare di stancare anche il cervello. <<Ehi amico>> mi volto verso la direzione della voce. Emmanuele... il mio cosiddetto migliore amico, che si è scopato la mia ragazza portandomela via. <<Ciao>> mormoro continuando a sollevare i pesi. <<Come stai? O saputo di tua madre, sta bene?>> mi domando che cazzo glielo abbia detto... <<Tutto ok. Sta meglio adesso, si è svegliata>> <<Ne sono felice>> replica sorridendomi. Cerco di ignorarlo ma lui persiste. <<Allora...Amanda mi ha detto che è tornata Emma>> <<Per mia madre>> replico irritato. <<Capisco...allora è sempre una perfettina rompi palle?>> poso il pesi di colpo e me ne vado prima che gli spacchi la faccia. <<Ehi Alex! Scusa...>> lo ignoro e vado negli spogliatoi per farmi una doccia.

Emma

Nel pomeriggio passano Abby e Cole per portarmi all'appartamento e per prendere le ultime cose prima del trasferimento. <<Mamma>> mormoro entrando nella sua camera. Le tende sono nuovamente tirate e lei è nascosta sotto le lenzuola. <<Esco...vado all'appartamento>> <<Va bene>> replica con voce roca, probabilmente a causa del pianto. Non aggiungo altro. Mi richiudo la porta alle spalle e afferro l'ultimo borsone da portare nel nostro nuovo alloggio. <<Ehi!>> Abby mi viene in contro e mi stringe in un abbraccio. <<Ciao>> mormoro a lei e a Cole che mi saluta con un cenno della testa. Ci mettiamo circa venti minuti ad arrivare all'appartamento. Il ragazzo di Abby parcheggia davanti all'ingresso e poi scendiamo. L'appartamento non è molto grande, ma per me ed Abby è perfetto. C'è un open space con cucina e salotto, due camere matrimoniali ed un bagno. Appena entri sulla destra c'è un lungo bancone di un bianco lucido, i mobili della cucina sono dello stesso colore, di fianco c'è un tavolino tondo di vetro dove poter mangiare. Di fronte c'è una parete di finestre, il salotto è composto da un divano di pelle nera, un tavolino basso di vetro e una TV al plasma. Sulla sinistra ci sono tre porte: la mia stanza, il bagno e la camera di Abby. Lo stile dell'arredamento è minimalista ma confortante. I toni dei mobili vanno dal nero al bianco. Entro nella mia stanza, al centro c'è un letto matrimoniale con la testiera in pelle bianca, sulla parete di sinistra c'è un armadio a specchio, di fianco alla porta c'è una scrivania con sopra delle mensole in plexiglass e alla parete opposta una cassettiera bianca con uno specchio. Il pavimento in parquet è quasi totalmente ricoperto da un tappeto shaggy nero. Una volta data un'occhiata a tutta la casa iniziamo a sistemare le nostre cose. Deposito i miei oggetti sulle mensole, i vestiti nell'armadio e la biancheria nella cassettiera. Deposito il mio computer portatile sulla scrivania insieme ad un portapenne e a diversi post-it. Prendo i libri e li deposito sui ripiani. Tra le mani mi capita un diario in pelle. Il regalo di Alex...Lo apro ed ammiro il ritratto che lo rappresenta. Accarezzo i suoi tratti disegnati con il carboncino. Seguo la curva del suo sedere sino alle spalle. Lo chiudo di scatto e lo deposito in un cassetto della scrivania. Prendo la rosa che mi ha lasciato come addio e la deposito sulla superficie trasparente di una mensola.

Alex

La sera esco. Questa volta ho avvertito mio padre, anche se passerà la notte con la mamma. <<Dove vuoi andare?>> mi domanda Jack una volta che salgo sulla sua auto. <<Dove ti pare>>. Si dirige verso il nostro solito locale, ma quando vedo che continua dritto ne rimango stupito. <<Dove andiamo?>> <<Volevi andare allo Shamrock?>> <<No>> <<Bene>> continua a guidare sino a che non arriviamo al lungo mare. Parcheggia l'auto e scendiamo avviandoci alla spiaggia. Ispiro l'odore del mare, di sabbia e di sale. Alla mente affiorano i ricordi in cuoi ho fatto sesso sulla spiaggia insieme ad Emma...Non è stata una buona idea...<<Dammi un tiro>> dico a Jack mentre fa una tirata dalla sua canna. Me la passa ed ispiro profondamente. Porto il volto al cielo e butto fuori il fumo che mi pizzica la gola. Dopo qualche tirata mi sento già più rilassato. <<Hai deciso cosa farai?>> <<Cosa?>> domando non capendo a cosa si riferisca. <<Con l'università>> <<Non lo so ancora...forse andrò a Bologna...o forse non ci andrò>> <<Perché non vai alla NYU?>> lo guardo storto. <<Non posso!>> <<Se mai non vuoi>> <<Va bene. Non voglio! Non posso lasciare mia madre...>> <<smettila di cercare scuse Alex. Tua madre sta bene, e sono sicuro che ne sarebbe più che felice>> non rispondo mi limito fare un altro tiro. Mi incammino vicino alla riva e mi siedo sulla morbida sabbia. La stringo tra le mani, è umida e fredda. Dopo poco Jack si accomoda vicino a me. <<Perché continui a negare l'evidenza?>> <<Non sto negando proprio un cazzo>> <<Come no...>> mormora.

Emma

Non sono rimasta all'appartamento, non potevo lasciare da sola mia madre. Quando torno a casa la trovo in cucina intenta a preparare la cena. La guardo stranita. <<Per chi stai cucinando?>> le domando. Non sapeva che sarei tornata...<<Per te e papà tesoro. Per chi se no>> mi avvicino a lei preoccupata. Nel pomeriggio ho sentito Andrea e mi ha avvisata che per un po' di tempo se ne sarebbe stata in un appartamento riservato ai docenti. Non mi ha voluto dare spiegazioni, anche se in realtà io so già tutto, o almeno in parte. <<Mamma io sarei dovuta rimanere all'appartamento con Abby... Ed Andrea se né andato...>> mormoro nel modo più delicato possibile. Si ferma a mezz'aria con il coltello con cui stava tagliando le verdure e fissa un punto davanti a se. Mi avvicino ancora un po'. Le accarezzo un braccio sino a scendere sulla mano per sfilarle il coltello. <<Mamma...>> si volta verso di me e gli occhi le si riempiono di lacrime. Poso il coltello un attimo prima che si butti tra le mie braccia. Scoppia a piangere ed io non posso fare a meno di imitarla. <<Sono una stupida!>>esclama tra i singhiozzi stringendosi a me. <<Emma...perché l'ho fatto?! Perché?!>> continua a gridare tra le lacrime. Continuando a stringerla a me la faccio sedere sul divano. La scosto un po' e la guardo negli occhi. <<Cosa hai fatto?>> <<Non posso dirtelo! Mi odieresti anche te!>> replica piangendo. Mi avvio in cucina e le porto un bicchiere d'acqua. <<Vi ho sentiti>> mormoro quando ha finito di bere. <<Ti ho sentita litigare con Andrea, vi ho sentiti nominare Luca. Cosa hai fatto mamma?>> abbassa lo sguardo prima di rispondere: <<L'ho tradito>> anche se già lo sapevo la sua confessione mi provoca una fitta allo stomaco e tornano quelle contrazioni al ventre. Ispiro profondamente. E aspetto che sia lei a continuare. <<Luca è venuto qui per lavoro...credeva che tu fossi a casa...voleva farti una sorpresa...>> mormora. <<Tu non c'eri...mi sentivo così in colpa per avergli impedito di vederti crescere...gli ho proposto di restare...gli ho mostrato gli album di quando eri piccola...e poi è successo...ci siamo baciati...e poi...poi...>> non finisce la frase e scoppia nuovamente a piangere. Lacrime amare rigano anche il mio volto. E poi c'è andata a letto...Continuo mentalmente al suo posto. Non so cosa dire. Non riesco a confortarla perché ha sbagliato, ma non riesco nemmeno ad ammonirla perché vedo quanto soffre. Quindi rimango in silenzio. Rimango in silenzio a vedere la donna forte che mi ha cresciuto cadere a pezzi. Pezzi nei quali si sta riducendo a causa sua. È solo lei la causa del suo dolore. Posso solo immaginare quanto stia soffrendo in questo momento Andrea, ed un lampo di rabbia mi pervade nei confronti di mia madre e di Luca. <<Non lo avresti dovuto fare>> replico come un automa, alzandomi dal divano e dirigendomi nella mia stanza. Non mi volto a guardarla, ma sono certa di averle dato il colpo di grazia.

Alex

Passiamo tutta la serata in spiaggia, sino a che Jack non riceve una chiamata da parte di Simone. <<Ti va di andare al pub?>> <<Va bene, andiamo>> ci scrolliamo la sabbia di dosso e ci dirigiamo al pick-up. Quando arriviamo al locale gli latri sono già li. <<Ehi, fratelli>> mormora Lorenzo dandoci una patta sul braccio. Il pub come sempre è pieno, troviamo un tavolino vicino all'entrata e ci sistemiamo. <<Allora come va?>> domanda Simone. <<Alla grande>> replico sarcastico. Andrea mi fissa interrogativo. <<Che ti prende?>> domanda dopo poco. <<Di nuovo problemi con quella Amanda?>> <<No...l'ho superata>> <<Ed allora verso chi cupido ha puntato la sua freccia questa volta, bell'innamorato?>> continua Lorenzo. Ma mi si legge in faccia che soffro per una donna? Mi domando tara me e me. <<Non sono innamorato>> ringhio tra i denti mentre Jack si strozza con la sua birra. Mi volto nella sua direzione e lo fulmino con lo sguardo. <<Non è innamorato>> dice alzando le mani in segno di resa. Gli altri del gruppo scoppiano a ridere. La solita cameriera carina che ci prova sempre mi porta la mia seconda birra. Si piega per porgermela e mi mostra le sue tette. Le do una patta nel culo quando si volta e la sento ridacchiare, poi si volta a guardarmi con occhi maliziosi. <<Ci si vede tra poco>> dico alzandomi. <<Alex!>> mi grida dietro Jack. <<Non devi dimostrare niente a nessuno!>> lo ignoro e mi avvio sul retro, dove la sexy cameriera è in mia attesa. <<Ehi>> le mormoro una volta che me la trovo davanti <<Ehi>> mormora prima di tirarmi, per il colletto della maglietta, contro il suo corpo. La sbatto contro il muro e le infilo la lingua in bocca. Il suo sapore non è altrettanto dolce...mentre fa vagare le sue mani sul mio corpo faccio lo stesso con il suo. Il suo corpo non è altrettanto morbido...la sento gemere nella mia bocca. I suoi gemiti non sono altrettanti delicati ed eccitanti... <<Non posso>> esclamo staccandomi velocemente da lei. <<Scusami>> aggiungo prima di voltarmi e torno la tavolo. Quando mi siedo ho gli sguardi di tutti addosso. <<Già fatto?>> mi domanda divertito Lorenzo. Non ho il tempo di replicare che Jack gli da una patta in testa <<Coglione!>> gli esclama contro. <<Sono fottuto>> mormoro poco dopo buttando giù il resto della mia birra. <<Sei innamorato, non fottuto>> mi consola Jack. <<Oh eccome se è fottuto>> lo corregge Lorenzo. <<L'amore ti fotte>> dice Andrea <<Prima lentamente e poi aumenta il ritmo>> continua Simone. Sino a che non scoppiamo tutti a ridere. Sono dei gran bastardi sti ragazzi, ma avvolte sono una benedizione del cielo.

Emma

Rimango nella mia stanza ben oltre l'ora di cena, poi però mi decido e vado a vedere come sta mia madre. Controllo subito nella sua stanza, non c'è nessuno. Vado al piano di sotto e la trovo in salotto a fissare la televisione. Sarebbe anche normale, se non fosse che la TV è spenta. <<Mamma>> la chiamo avvicinandomi a lei. Si volta e mi guarda. Ha gli occhi rossi e lucidi. Torna a guardare il televisore. Mi si stringe il cuore a vederla così. <<Mamma..guardami...mi dispiace per prima...>> <<No, hai ragione>> mormora con voce roca. Mi siedo di fianco a lei e non so perché decido di aprirmi. Forse lo faccio per non farle pensare a quello che ha combinato, forse lo faccio solo perché ne sento il bisogno. <<Credo di amare Alex...>> mormoro a fior di labbra. Si volta di scatto verso di me. <<Gliel'ho detto...ma per lui è stato solo sesso...>> <<Oh, amore>> replica avvicinandosi e stringendomi in un abbraccio. <<Gli spaccherei la faccia se non lo considerassi un figlio>> mi sussurra all'orecchio. Mi stacco da lei e ridacchiamo per le sue parole. <<Da quanto andava avanti...prima che noi...>> capisco cosa vuole chiedermi. <<Quasi da subito...è stato tutta colpa mia...>> ammetto imbarazzata. <<Ero inspiegabilmente attratta da lui...lui inizialmente non voleva...>> <<Oh, di certo non lo hai costretto!>> mi interrompe lei. Ridacchio al ricordo della cena in cui ho cercato di sedurlo. <<Forse no, ma è stata una mia idea. Ed raccolgo quello che ho seminato...>> replico con tono triste. <<Ero così felice di vedervi così uniti sai? Non mi sembrava vero...Io e Linda abbiamo fantasticato così tanto su voi due insieme, quando ancora eravate nei nostri grembi...ma erano solo fantasie...mi dispiace che stai male...>> <<Non è colpa tua...>> <<Nemmeno tua tesoro. Se realmente lo ami, te ne saresti resa conto anche senza andarci a letto>> ascolto le sue parole e ci penso su. Credo che abbia ragione, non mi manca solo il contatto fisico con lui, mi manca anche quello mentale. La nostra complicità, le nostre litigate, le nostre risate insieme. Mi sentivo così bene quando ero con lui, mi sentivo completa. Esprimo i mie pensieri a mia madre. <<Lo so come ci si sente. Provo lo stesso per Andrea...non so perché ho fatto quello che ho fatto...forse avevo il rimpianto di non sapere come sarebbe andata se non mi avesse abbandonata...adesso sapere di avere rovinato tutto con Andrea, il mio migliore amico e amore della mia vita, mi logora dentro. Ho una paura matta che non mi perdoni più. Che decida di andare per la sua strada. Che ognuno avrà la propria vita, proprio questo mi fa paura. <<Aia!>> grido portandomi le mani al ventre. Inizio a piegarmi dal dolore. Del sangue inizia a colarmi per la gamba. <<Oh mio Dio!>> esclama mia madre preoccupata. <<Hai il ciclo?>> <<Credevo di si...ma poi non ho avuto più perdite e ho tolto il tampax...Ah!>> altre fitte al ventre, mi contorco dal dolore lancinante. <<Mi gira la testa...>> <<Ti porto al pronto soccorso! Andiamo!>>

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