1. I FELL IN LOVE: Mi sono in...

By VLove96

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VOLUME I Come si può detestare così tanto qualcuno da desiderarlo fino a questo punto? Emma ed Alex sono gli... More

Nuova copertina
Trailer
cast
Prologo ✔
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
CIAOOO
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Epilogo
Un nuovo inizio
Volume 3
Trailer Volume II
Trailer Volume III
Brokenheart - L'amore non conosce tempo

Capitolo 27

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By VLove96

COSÌ VICINI MA COSÌ LONTANI



"Io e te, vicini ma distanti,

che basta un passo

per distruggerci,

e un altro per amarci"

- Federica Maneli



Emma

<<Non puoi amarmi>> Le sue parole sono una pugnalata in pieno petto. Questa volta non sento la lama squarciarmi la pelle, questa volta va dritta al cuore. Altre lacrime iniziano a scorrermi sul viso. Non ho il tempo di aggiungere niente, anche se non avrei saputo più che aggiungere, che sentiamo le voci di Andrea e Marco in corridoio. Esco dalla sua stanza e corro in bagno. Mi richiudo la porta alle spalle e crollo sul pavimento. Alzo la tavoletta del water ed inizio a vomitare. Mi libero di tutto: delle lacrime, del dolore, della consapevolezza che adesso è realmente tutto finito; io ho ammesso a lui, e per la prima volta anche a me stessa, di amarlo, e lui è riuscito solo a dire che non devo provare quei sentimenti nei suoi confronti. Come puoi chiedere ad una persona di non amarti? Non si può decidere che amare. Sarebbe tutto molto più semplice; Meno lacrime, meno cuori infranti. Se si potesse scegliere di chi innamorarsi, avendo la certezza di essere ricambiati, saremmo tutti più felici. Mi pulisco la bocca con un po' di carta, poi mi metto a sedere sulle fredde piastrelle appoggiando la schiena alla vasca. Mi porto le ginocchia al petto, cercando di tenere insieme i pezzi di me, che inevitabilmente si stanno sgretolando. Cerco di fermare i singhiozzi e di accettare che lui non ricambi i miei sentimenti. "Era solo sesso Emma...c'era passione si...ma era solo sesso. Lo sapevi...volevi lo stesso..." Le sue parole mi tornano alla mente. "Non puoi amarmi" Si ripetono nella mia testa come un disco rotto. Sento delle fitte allo stomaco, mi poso una mano sul ventre prima di mettermi nuovamente in ginocchio per rigettare. Mi contorco dal dolore, non capendo da cosa sia causato. Cerco di ispirare ed espirare regolarmente, cercando di calmarmi e di fare passare il dolore. Piano piano mi calmo e mi accarezzo il ventre dolorante. Sarà lo stress. Penso fra me e me. Mi alzo lentamente dal pavimento, perché mi gira un po' la testa, e mi sciacquo il viso con un po' d'acqua fresca. Guardo il mio riflesso nello specchio. Sembro l'ombra di me stessa. Mi sistemo i capelli in una coda alta e dopo aver fatto i miei bisogni esco dal bagno.

Mi dirigo in cucina per bere un po' d'acqua. Prendo un bicchiere e faccio scorrere il liquido fresco e trasparente dal lavandino. Riempio il bicchiere e lo butto giù d'un fiato. Lo riempio nuovamente. <<Emma>> sento mormorare alle mie spalle. Mi volto e il volto stanco di mio padre mi sorride. <<I nonni non erano a casa quindi li abbiamo chiamati per informali>> <<Ok>> replico con voce roca a causa del pianto. <<Stai bene?>> mi domanda preoccupato avvicinandosi. Annuisco. <<Sono solo un po' stanca>> replico posando il bicchiere nel lavello. Prima ancora che possa depositarlo mi cade dalle mani e io barcollo. Andrea mi sorregge e mi stringe a se prima che possa cadere. <<Emma! Stai bene? Siediti sul divano>> mentre mi accompagna in salotto ci raggiunge Marco. <<Stai bene tesoro?>> domanda preoccupato. <<Si... Mi gira solo un po' la testa>> sento di nuovo quelle strane fitte al ventre e mi porto una mano sulla pancia. Mi fanno stendere sul divano e il padre di Alex si affretta a portarmi un altro bicchiere d'acqua. <<Bevi tesoro>> <<Sto bene>> replico mettendomi a sedere e prendendo il bicchiere che mi porge. <<è meglio che stai sdraiata>> mi ammonisce Andrea. <<E come pensi che possa bere?>> gli domando un po' irritata. Marco sghignazza, mi da una carezza sulla testa e poi torna in cucina. Sento rumore di vetri quindi immagino che stia raccogliendo il mio disastro. <<Mi dispiace>> gli dico quando torna in salotto. <<Non preoccuparti, era solo uno stupido bicchiere. Stai meglio?>> <<Si>> replico sorridendogli. <<Non hai pranzato. Magari è un calo di zuccheri. Vuoi qualcosa?>> mi domanda mio padre. <<No, non ho fame>> al solo pensiero del cibo sento risalirmi un conato. <<Ma devi mangi...>> <<Non ho fame>> lo interrompo con tono perentorio.

Restiamo in salotto a chiacchierare del più e del meno, sino a che non si fa l'orario di visite all'ospedale. <<Alex!>> grida Marco. Se né rimasto rintanato nella sua stanza per tutto il pomeriggio. Meglio così...<<Vado un attimo al bagno>> dico prima di avviarmi verso la mia destinazione. Appena arrivo davanti alla porta, Alex apre quella della sua camera. Si è cambiato, ora indossa dei jeans chiari e una maglietta bianca a scollo a V. I nostri sguardi si incrociano, ma lascio velocemente ricadere il mio e mi chiudo in bagno.

Alex

Sbatto la porta in faccia a mio padre. In un impeto di rabbia tiro un pugno contro lo stipite. Osservo le mie nocche sanguinare, e provo sollievo. Provo sollievo nel sentire dolore. Voglio soffrire. Devo soffrire. Come sto facendo soffrire lei. Ricambiare i suoi sentimenti renderebbe tutto più semplice. Ma non è così. Non posso dirle di amarla. Non so nemmeno cosa sia l'amore. Credevo di amare Amanda, ma era una semplice infatuazione. Credevo di non poter vivere senza di lei, ma Emma mi ha fatto ricredere. E se sono riuscito a sostituire Amanda con Emma, dopo tutto quello che pensavo di provare per lei, cosa mi impedirà di fare lo stesso con lei? Non so cosa sia l'amore. Sicuramente quello che provo per il mio angelo ci va molto vicino, ma se non fosse? Non posso portarla a fondo con me. Meglio un cuore scheggiato oggi, che un cuore in frantumi domani. Prima o poi l'avrei fatta soffrire, meglio farlo adesso, quando è ancora in grado di raccogliere i pezzi. Afferro una maglietta, che avevo lasciato sparsa sulla sedia, e mi ci avvolgo la mano sanguinante. Mi sdraio sul letto. Afferro il cuscino dove poco prima c'era stata Emma ed ispiro il suo profumo.

Rimango tutto il pomeriggio rintanato nella mia camera. <<Alex!>> sento gridare da mio padre. Controllo l'ora nel telefono e mi rendo conto che è ora di andare dalla mamma. Uno sprazzo di felicità si impossessa del mio corpo. Si è svegliata! Sta meglio! Apro la porta della mia camera per apprestarmi a raggiungere gli altri e davanti mi ritrovo Emma. È pallida ed ha gli occhi gonfi. Abbassa subito lo sguardo e si chiude in bagno.

Il tragitto da casa a l'ospedale lo passiamo in silenzio. Sento la presenza di Emma seduta nel sedile a fianco al mio. Così vicini, ma così lontani. Parcheggiamo e poi ci avviamo al reparto della mamma.

<<Amore mio! Vieni qui!>> esclama con voce flebile mia madre. Mi avvicino e la stringo forte in un abbraccio. Mi è mancata così tanto. La stringo forte, come se facendo così non potesse più lasciarmi. <<Ti voglio bene mamma>> le mormoro stampandole un bacio sulla guancia. Non lo diciamo mai abbastanza alle persone che amiamo che teniamo a loro. Bisogna dirlo il più possibile. Non si sa mai cosa possa capitare. Non bisogna avere il rimpianto di non aver espresso in tempo i proprio sentimenti. Emma...non so perché mi sia venuta in mente. <<Tesoro!>> esclama mia madre guardando alle sue spalle. Mi volto e vedo il volto del mio angelo rigato dalle lacrime. Non fa altro che piangere in questo periodo, e la maggior parte delle volte è colpa mia... Non mi guarda, mi passa a fianco e si appresta ad abbracciare mia madre. <<Da quant'è che non ti vedo>> le mormora all'orecchio accarezzandole i capelli. Dopo Emma è il turno di Andrea che stinge forte la sorella ricoprendola di baci. Per ultimo ma non ultimo c'è mio padre. Si guardano con occhi pieni di lacrime e di amore. Le porge una rosa bianca, il suo fiore preferito, prima di baciarla. <<Lasciamoli soli>> ci mormora Andrea dirigendosi fuori dalla stanza. <<Vado a cercare un dottore>> ci informa mio zio lasciandoci soli nel corridoio dell'ospedale. Emma posa la schiena al muro e poi si lascia ricadere sul pavimento. Noto che sul suo viso c'è un espressione dolorante e che si regge la pancia. <<Stai bene?>> alza lo sguardo su di me. Ha gli occhi gonfi per il pianto. Mi fissa ma non dice una parola. Ora come non mai ripenso a che siamo così vicini ma così lontani. Si trova a pochi centimetri da me ma è come se a separarci ci fosse un abisso. Mi siedo accanto a lei e rimaniamo in silenzio sino a che non torna Andrea. <<Stai bene tesoro? Ti gira di nuovo la testa?>> le chiede con voce preoccupata. È stata male? Le girava la testa? <<Sto bene>> mormora lei in risposta. Andrea posa uno sguardo scettico su di lei e poi ci informa su quello che gli ha detto il dottore. <<Deve rimanere almeno per una settimana per dei controlli. Ma sembra essere tutto a posto>> ci informa ed un grosso peso mi libera il petto. <<Chiederò a tuo padre di poter rimanere io per la notte. Poi domani mattina torniamo a New York. È un problema Angelo?>> <<No...I nonni sono a casa?>> <<No...ma puoi rimanere con Alex...>> <<Ok...>> mormora. Non vuole stare con me...e ne ha tutte le ragioni. Restiamo ancora un po' con mia madre, poi quando finisce l'orario di visite ce ne andiamo.

<<Vi va bene se ordiniamo delle pizze per cena?>> <<Io non ho fame...>> mormora Emma. <<Tesoro devi mangiare qualcosa, sei quasi svenuta!>> Si è sentita male? <<Quando?>> domando preoccupato. <<Poco dopo che siamo tornati a casa...>> <<Va bene la pizza>> lo liquida Emma. È stata male per colpa mia? Dopo aver ordinato le pizze le andiamo a mangiare in sala, seduti sul divano, di fronte alla TV. <<Io vado a letto>> ci informa mio padre recuperando i cartoni delle pizze. Emma praticamente ne ha lasciata più di metà. Quando è quasi in corridoio si volta e continua: <<Non so come volete sistemarvi per la notte...o dividete il letto o Alex dormi sul divano...>> aggiunge prima di andarsene. Rimaniamo per qualche tempo in silenzio. <<Dormo io sul divano>> mormoro senza guardarla. È meglio così...rimane in silenzio. Mi decido ad alzare lo sguardo su di lei. Guarda un punto indefinito della stanza, sino a che gli occhi non le si riempiono di lacrime. <<Come ti pare>> replica alzandosi velocemente dal divano. <<Emma!>> esclamo mentre corre via da me e si chiude in bagno. <<Emma apri!>> grido sbattendo un pugno contro la porta. Non me ne frega un cazzo se mio padre mi sente. La sento tossire e poi singhiozzare. <<Apri...>> replico con tono più dolce. Mi faccio scivolare lungo la parete e mi siedo sul pavimento.

Emma

<<Dormo io sul divano>> mi informa Alex. Rimango in silenzio ad osservare un punto davanti a me. Cosa mi aspettavo? Che mi chiedesse di dormire abbracciati per un ultima volta? Sarebbe da masochisti. È più forte di me però rimanerci male. Sento gli occhi pizzicarmi e una stretta allo stomaco. <<Come ti pare>> replico prima di alzarmi velocemente per correre in bagno. <<Emma!>> mi grida dietro. <<Emma apri!>> esclama sbattendo contro la porta. Non riesco più a trattenere le lacrime che iniziano a rigarmi il volto, un conato mi risale in gola e rigetto la cena. Quando mi sento un po' meglio mi sciacquo il volto con un po' d'acqua fresca. Prendo del dentifricio e con il dito comincio a pulirmi la bocca. Perché cazzo sto piangendo?! Mi domando guardando il mio riflesso nello specchio. Mi slego la coda e lego i capelli in un crocchia morbida. Più mi guardo allo specchio, più le lacrime continuano a scorrere. Mi poso al muro di fianco alla porta e mi lascio cadere sul pavimento. Porto le gambe al petto e le stringo forte. Domani torno a casa...si sistemerà tutto... mi ripeto come un mantra. Lo dimenticherò...una nuova lancinante fitta al ventre mi fa piegare in due dal dolore. Mi stringo forte la pancia cercando di calmarmi. Inspiro ed espiro profondamente cercando di far cessare le lacrime. Senza che se e sia reso conto mi ha distrutta. Senza che io me ne accorgessi mi sono fatta distruggere. Non sono mai stata così male, nemmeno per David con il quale stavo insieme da anni. Mi sento sbagliata, e ridicola. Non bisognerebbe mai ridursi in questo stato per una persona che non lo merita. Sono stata una stupida. Sono stata accecata dalla lussuria...già di per se non credo molto nell'amicizia tra ragazza e ragazzo, perché credo che inevitabilmente uno dei due alla fine si innamori dell'altro. Ma sesso senza amore? Come ho potuto credere di poter essere così in intimità con una persona senza alla fine legarmici? Rimango in bagno per un tempo indefinito. Non voglio incontrarlo, quindi aspetto che sia andato a letto. Mi sollevo dal pavimento e mi sorreggo al lavandino a causa di un giramento di testa. Mi sciacquo nuovamente il viso e poi apro la porta. <<Emma...>> abbasso lo sguardo e noto la figura di Alex seduta sul pavimento di fianco al bagno. Si alza velocemente e mi prende il viso tra le mani. Distolgo lo sguardo. <<Guardami...>> mi sussurra. Porto i miei occhi nei suoi. Sento di nuovo gli occhi bruciarmi e mi mordo l'interno guancia per non cedere alle lacrime. Mi asciuga una lacrima, che non mi ero accorta fosse che mi sfuggita, accarezzandomi con il pollice. Ci guardiamo fissi negli occhi e posso vedere la mia sofferenza riflessa nei suoi. So che non voleva farmi questo, ma l'ha fatto. <<Mi dispiace...sono uno stupido...>> mormora avvicinando il volto al mio. <<Non voglio farti soffrire Angelo...ci tengo troppo a te...>> sento il cuore pompare più velocemente nel petto. Si avvicina sempre di più. <<Scusami...>> mi mormora a fior di labbra, prima di baciarmi. Questa volta nello stomaco non sento le solite fitte ma sento uno sfarfallio. Mi sciolgo tra le sue braccia e mi lascio baciare. È così bello. È come essere a casa. Mi apre la bocca con la lingua ed iniziamo ad assaggiarci. Mi sbatte contro il muro e preme il suo corpo contro il mio. Con una mano mi tiene stretto un fianco mentre l'altra l'ha chiusa a pugno di fianco alla mia testa. Faccio vagare le mie mani sul suo petto risalendo sino ad intrecciare le dita a suo capelli. Li strattono e lui geme. <<Mi sei mancata così tanto>> sussurra sulla mia bocca. Lo stringo più forte a me. Non può nemmeno immaginare quanto lui sia mancato a me...Mi cinge entrambi i fianchi e ci tracina nella sua stanza. Chiude la porta con un piede e ci avviamo al letto. Mi lascia per farmi alzare le bracci a e sfilarmi la canottiera. Mi osserva con occhi pieni di desiderio ed ardore. Mi guarda come se fossi una dea, la sua dea. Si piega e continuando a tenere gli occhi nei miei mi tira giù i leggings insieme alla biancheria. Torna su e mi accarezza una guancia. Mi sciolgo al suo contatto. Mi passa una mano dietro la schiena e mi sgancia i gancetti del reggiseno. Mi fa scivolare le spalline lungo le braccia e lo lancia da qualche parte. Contempla il mio corpo nudo prima di tornare con gli occhi nei miei. <<Sei bellissima...sia fuori che dentro>> dice prima di baciarmi. È un bacio dolce, delicato. Poso le mani sul suo ventre e gli faccio capire che voglio sentire la sua pelle nuda contro la mia. Solleva le braccia permettendomi di sfilargliela. La lascio cadere sul pavimento, poi armeggio con la cintura dei jeans. Una volta che anche quelli sono in un angolo della stanza mi fa stendere sul letto. Mette una gamba tra le mie e si regge con i gomiti per non schiacciarmi. Mi lascia una scia di baci, dalla mascella alla clavicola. Porto la testa all'indietro per lasciargli libero accesso. Stacca la bocca dal mio corpo e mi osserva prima di accarezzarmi una guancia. Sento tutto il mio corpo fremere ed i miei sensi all'erta. Torna a baciarmi; prima le labbra, poi il collo. Scende prendendomi in bocca un capezzolo, lo mordicchia e lo lecca provocandomi scariche elettriche che partendo da li mi attraversano tutto il corpo. Mi lascia una bacio tra i seni scendendo lungo la pancia, arrivando al ventre. Sento uno sfarfallio nello stomaco. Intreccio le mie dita ai suoi capelli prima che mi baci dove più lo bramo. Mi succhia il clitoride portandomi ad un primo orgasmo. <<Sei così dolce...>> mormora tornando a divorarmi le labbra. Sento il mio sapore mischiato al suo. Poso le mani sulle sue spalle e lo costringo a invertire la posizione. Ora sono i sopra di lui. Mi piego e i capelli ricadono come una tenda attorno a noi. Lo bacio: Questo è un bacio rovente, colmo di passione. Gli mordo il labbro inferiore e lo sento gemere. Poso le mie labbra sul suo collo, sulla clavicola. Scendo sul suo petto. Bacio ogni singolo angolo di pelle. Arrivo sotto all'ombelico pronta a prendermi cura di lui ma mi blocca tirandomi un braccio e riportandomi sulle sue labbra. Capovolge nuovamente la situazione. Mi accarezza il corpo. Sento la pelle andare a fuoco sotto il suo tocco. Fremo dal desiderio di averlo dentro di me. Di unirci come una cosa sola. Come un unico essere; fatto di ansimi e perfezione. <<Ti voglio...ti voglio sempre...>> mormoro sulle sue labbra. <<Ti voglio>> ribatte a sua volta. Si sporge verso il comodino e ne estrae un preservativo dal cassetto. Me lo porge. Strappo l'involucro con i denti e glielo metto. Mi penetra dolcemente, un centimetro alla volta. Inizia a muoversi lentamente aumentando piano piano il ritmo. Quello che sto provando è come un milione di fuochi d'artificio di emozioni. Continua a muoversi dentro di mentre mi mormora frasi dolci all'orecchio. Gli cingo io collo con le braccia mentre sento l'orgasmo montarmi dentro. Aumenta il ritmo muovendosi più freneticamente per raggiungere il culmine. Porta una mano dove i nostri corpi si unisco e mi accarezza il clitoride. Ansimiamo sulle labbra l'uno dell'altra sino a venire. <<Ti amo...>> sussurro in un gemito. Mi stringe forte a se prima di baciarmi dolcemente. Mi rilasso tra le sue braccia sino ad addormentarmi. 

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