1. I FELL IN LOVE: Mi sono in...

By VLove96

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VOLUME I Come si può detestare così tanto qualcuno da desiderarlo fino a questo punto? Emma ed Alex sono gli... More

Nuova copertina
Trailer
cast
Prologo ✔
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
CIAOOO
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Epilogo
Un nuovo inizio
Volume 3
Trailer Volume II
Trailer Volume III
Brokenheart - L'amore non conosce tempo

Capitolo 11

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By VLove96

GELATO FRAGOLA E CIOCCOLATO

Non puoi comprare

 la felicità,

ma puoi

comprare un gelato.

Ed è praticamente

la stessa cosa.

Emma

<<Ehi Angelo devi alzarti>> Queste parole mi vengono ripetute dolcemente sino a che non apro un occhio. Sono sdraiata sulla pancia, in mezzo al letto completamente nuda. Apro l'altro occhio e mi volto, seduto sul letto c'è Alex che mi sorride. <<Ehi>> bofonchio. Sono tutta indolenzita e un dolore acuto mi fa battere la testa. <<Buongiorno>> replica sorridendomi. Mi stiracchio prima di tirarmi su le lenzuola e mi metto seduta sul letto. Ci fissiamo per un po' negli occhi senza dire una parola. I ricordi della notte precedente mi riaffiorano alla mente. Le sue mani su di me, la sua bocca sulla mia pelle, lui dentro di me. Avevo un disperato bisogno di lui, e per un attimo mi è sembrato che per lui valesse lo stesso.

<<Sei bellissima anche appena sveglia>> dice scostandomi un ciocca dal viso. Uno strano formicolio mi investe le parti intime, mentre le guance mi si colorano di rosso. <<Sei così carina quando diventi tutta rossa>> replica ridacchiando. <<Non sono diventata rossa!>> <<Come no Angelo>> mi fa l'occhiolino. <<Tra poco arrivano i tuoi, è meglio che tu ti metta qualcosa addosso. >>

D'un tratto mi torna in mente di essere completamente nuda e per l'imbarazzo tiro ancora più su le lenzuola. <<Davanti a me non ti devi coprire. Non ti devi sentire in imbarazzo. Sei perfetta.>> mi scosta le coperte dal corpo e mi ammira prima di accarezzarmi un seno. Un gemito mi scappa dalla bocca e lui mi osserva con desiderio. <<Non abbiamo tempo. Su alza il tuo bellissimo culo e preparati>> dice prima di alzarsi e esce dalla mia stanza.

Mentre finisco di vestirmi, sento le voci dei miei genitori al piano di sotto. <<Siamo tornati!>> Strillano e dopo poco qualcuno bussa alla mia porta. <<Ehi tesoro! Come è andata la serata?>> le immagini di Claus che cerca di violentarmi fanno breccia nei miei pensieri ma cerco di allontanarle. Al loro posto flash della notte passata con Alex invadono la mia mente. Non sono pronta a parlare di Claus e di Alex non deve sapere niente. <<Tutto ok>> le dico sforzando un sorriso. Non mi piace mentire a mia madre. A lei racconto sempre tutto. È la mia migliore amica. <<Bene! A me scoppia la testa! Giro che non berrò più!>> <<Lo dici sempre>> replica Andrea, che sbuca alle sue spalle. Le cinge la vita con un braccio e le bacia una tempia. <<Tu, mi raccomando, non seguire l'esempio di tua madre!>> <<No. Non preoccuparti>> rispondo ridacchiando.

Mi madre si comporta ancora come un adolescente, ma in sua difesa devo dire che è ancora giovane e che da adolescente si è presa cura di me, quindi è giusto che recuperi il tempo perduto.

<<Per te ormai è troppo tardi>> dice ad Alex, che è appena uscito dal bagno, dandogli una sberla in testa. <<Ahi!>> replica lui, portandosi una mano sulla nuca e massaggiandola come se fosse dolorante. <<E questa per cos'era?>> ci guardiamo tutti e poi ridacchiamo. <<Perché sei un bravo ragazzo>> risponde mia madre passandogli accanto e dandogli una carezza nel punto in cui Andrea l'ha colpito.

Un ombra copre il sole, mentre sono in piscina a leggere sdraiata su una sdraio. Abbasso il libro e ritrovo il corpo marmoreo di Alex che mi sovrasta. <<Che fai?>> mi chiede prima di spostarmi le gambe e di mettersi seduto. <<Secondo te?>> <<Mmm, paracadutismo?>> scoppio a ridere. <<Quanto sei scemo!>> <<Ma ti faccio ridere>> La sua non è una domanda, è un'affermazione. <<Si, perché sei scemo>> <<Che leggi? Ancora 50 sfumature di grigio? Sai perché se è così, se vuoi te ne do una dimostrazione in 4D, non serve leggere>> replica abbassando il tono di voce sull'ultima parte e concludendo con un occhiolino. Mi tiro su a sedere, lo guardo in modo seducente negli occhi e avvicino il viso al suo. Poi metto la bocca a pochi centimetri dal suo orecchio <<No! Pervertito!>> gli strillo, dandogli il libro in testa. <<Ehi! Se continuate così mi farete venire un trauma cranico!>> ridacchio. <<Oh poverino. Ti ho fatto la bua?>> <<Si!>> Grida tirandomi via il libro dalle mani e alzandosi dalla sdraio. <<Orgoglio e Pregiudizio... sul serio? Da frustini e bende a questo?>> alzo un sopracciglio. <<Qualche problema?>> ridacchia. <<No, puoi leggere quello che ti pare.>> mi ripassa il libro e si mette sulla sdraio accanto alla mia.

Lo osservo. Si è sdraiato in pancia in su, con le braccia dietro la testa e si rilassa prendendo il sole. È così bello...sexy. In quella posizione gli addominali sono messi ancora di più in mostra. Ho una voglia matta di leccarglieli. Sento l'eccitazione montarmi dentro. Cazzo! Cosa sono una ninfomane?! Sbuffo, lancio il libro sulla sdraio e mi tuffo in piscina, per cercare di placare i miei bollenti spiriti.

Continuando a rimanere sotto acqua, nuoto sino all'altro lato della piscina. Quando torno in superficie e mi volto, noto che anche lui si è tuffato e sta venendo verso di me. Non mi muovo. Si avvicina a me e mi blocca tra le sue braccia posando le mani sui bordi della piscina. <<Ehi>> <<Ehi>> ripete con voce profonda. Alcune goccioline di acqua gli ricadono dai capelli sul viso. I suoi profondi occhi verdi sono più luminosi. Il sole riflesso nelle sue iridi mette in risalto le pagliuzze acquamarina che gli illuminano lo sguardo. Mi ipnotizza. Allunga una mano e mi scosta i capelli bagnati dal viso. Avvicina il viso al mio e posa le labbra sulle mie. Le nostre labbra si scontrano ma troppo presto ci stacchiamo. <<Potrebbero vederci>> si volta verso la porta finestra in veranda. Da dentro casa non possono vedere cosa facciamo in piscina, ma potrebbero sempre uscire.

Mi prende per le spalle e mi volta nella direzione della casa. Si mette dietro di me. Preme la sua erezione contro li mio fondoschina e mi trascina indietro sino a che non ha la schiena contro il bordo della piscina. Fa scivolare una mano sulla mia coscia e mi accarezza avvicinandosi sempre di più alla mia femminilità. Mi irrigidisco, ma non posso fare a meno di gemere. <<Devi stare zitta>> Scosta l'elastico del costume e mi accarezza il clitoride. <<Non possono vedere le mie mani. E se escono possiamo vederli in tempo...>> Mi infila un dito dentro. Mi inarco contro la sua schiena. <<Sempre pronta>> Mi sussurra all'orecchio, provocandomi una serie di brividi. Continua ad entrare e ad uscire da me, strizzandomi e accarezzandomi il clitoride. Mi porta al culmine e prima che possa riprendermi mi fa voltare, preme le labbra sulle mie e mi spinge sotto acqua. Non smettiamo di baciarci, sino a che non torniamo in superficie, a quel punto ci stacchiamo. Mi accarezza una guancia e poi esce dalla piscina senza dire una parola.

Dopo cena vado a letto presto, la testa non smette di farmi male forse dovrei fare un controllo ma non ne ho la minima intenzione. Prendo il cellulare che ho lasciato spento sul comodino e lo accendo. Ci sono diverse chiamate e messaggi da parte di Abby e uno di Davi. Vogliono sapere come sto. Come sto? Non lo so. È per questo che ho spento il cellulare, volevo continuare a fare finta che non sia accaduto niente almeno ancora per un po'. Sbuffando decido di chiamare Abby.

<<Pronto Emem! Stai bene? Mi dispiace così tanto. È tutto il giorno che provo a chiamarti. Stavo per chiamare Alex. Stai bene? Scusa te l'ho già chiesto. Allora? Ti prego parlami, lo sai che per qualsiasi cosa ci sono...>> <<Calmati>> La interrompo. <<Se mi dai il tempo di aprire bocca forse posso risponderti>> <<Oh. Si scusa.>> <<Smettila di scusarti>> <<Scusa>> <<Abby!>> <<Scu...ok>> <<Non è colpa tua>> sento che tira sul col naso. Si sente in colpa per non avermi accompagnata al bagno. <<Senti sono stata io a volere andare da sola, smettila di sentirti in colpa>> Restiamo in silenzio per un lungo istante. <<Come stai?>> Sospiro. <<Realmente? Non lo so...>> Sento che ispira profondamente. <<Ti va di parlarne?>> <<No>> <<Ok. Quando sarai pronta a farlo sappi che io sarò li per te>> <<Lo so. Grazie>> <<Ti voglio bene Emem>> <<Anche io Fragolina>> Sorrido, mentre la chiamo con il suo soprannome di quando era piccola. Sembrava proprio una fragola, capelli rossi fuoco e tutte quelle lentiggini sul naso, come i puntini sulle fragole. Ridacchia. <<è un po' che non mi chiami così>> <<Già. Forse è il caso che ricominci a farlo>> <<Oddio no!>> Scoppiamo a ridere. Non ha mai sopportato che la chiamassi così. Mi scappa uno sbadiglio. <<Sono stanca e mi esplode la testa, va bene se ci sentiamo domani?>> <<Certo. Buon notte Angelo. Ah le tue ali le ho io...>> <<Ok. Ora anche te mi chiami Angelo?>> <<Beh non sapevo fosse un esclusiva per Alex...>> dice in tono malizioso. <<Anche Andrea mi chiama così. Alex ha iniziato a farlo da piccolo solo perché sapeva che mi irritava quando lo faceva lui.>> ridacchia. <<Ok. Allora notte Angy!>> <<Notte Fragolina!>> Mentre continuo a sorridere metto giù il telefono e lo poso sul comò.

Mi preparo per andare a letto e mentre mi metto sotto le coperte qualcuno bussa. <<Posso?>> chiede mia madre facendo capolino dalla porta. Io e lei ci assomiglia molto. Stessi capelli, stessi occhi, dal mio padre biologico non ho preso niente. Almeno così ha detto mia madre. Io non l'ho mai visto. Non ha mai voluto sapere niente di me. Ha tradito mia madre dopo essere andato a letto con lei un unica volta, cioè quando mi hanno concepito. E quando gli ha detto di me lui se n'è lavato le mani e non ne ha voluto sapere niente, non voleva che uno stupido errore gli rovinasse la vita. Stavano insieme al liceo, lei aveva 17 anni lui 18. Mia madre era follemente innamorata di lui e pensava fosse il ragazzo giusto. Non si era accorta invece di averlo sempre avuto alla porta accanto. Andrea era il suo migliore amico e vicino di casa, insieme a Lisa la mamma di Alex. Erano tutti e tre amici per la pelle. Forse è stato quello a tapparle gli occhi. Lui è sempre stato innamorato di lei, ma non ha mai detto niente per paura di rovinare la loro amicizia. Quando era incinta di me, lui e Lidia si sono presi cura di mamma e poi quando sono nata cura di me. Sono cresciuta insieme ad Alex, facevamo il bagnetto insieme, ci vestivano coordinati per carnevale e festeggiavamo i compleanni insieme. Sino a che non è diventato abbastanza grande per rendermi la vita un inferno. Mi picchiava, tirava i capelli, staccava la testa alle mie bambole, metteva il sale nelle mie bibite, mi sporcava i vestiti o la gomma nei capelli. Una volta li ho dovuti tagliare corti, per quel suo dannata scherzo, ho pianto sino a non avere più lacrime in corpo. Adoravo i miei capelli, mi facevano sentire una principessa. Crescendo poi la situazione non è migliorata. Sino ad ora... <<Ehi?>> persa nei miei pensieri non ho sentito cosa mi ha chiesto mia madre. <<Oh scusa. Sono stanca. Cosa mi hai chiesto?>> <<Se volevi del gelato? Va tutto bene?>> <<Oh si, sicuro. Che gusto il gelato?>> <<Fragola e cioccolato. Come piace a te>> Risponde sorridendo. Ricambio il sorriso. <<Certo!>> Mi alzo dal letto e la seguo al piano di sotto.

Alex

<<Se felice>> Quella di mio zio è più un affermazione che una domanda. <<Cosa?>> <<Sembri felice. È successo qualcosa? Hai conosciuto una ragazza alla festa?>> Oh. Cosa dovrei digli? Dovevo immaginarmelo che il sorriso da ebete che ho stampato in faccia da stamani, avrebbe provocato domande da parte sua. Non gli sfugge mai niente. È da quando sono piccolo che mi legge nella mente. Ancora prima che combinassi uno scherzo ad Emma lui se ne accorgeva, anche se la maggior parte delle volte riuscivo a farla franca e portavo a termine la mia missione: "stacca le ali all'Angelo". Si ero un bambino stronzo. Con l'età non sono migliorato. Sino ad ora... <<No. Non è successo niente>> <<Beh qualunque cosa sia, continua a farla. Mi rende felice saperti felice. Basta che non sia qualcosa di illegale!>> scoppio a ridere. <<Non preoccuparti, niente di illegale.>> Beh, forse se sapesse che a rendermi felice è stata Emma non la penserebbe allo stesso modo. L'euforia lascia il posto al senso di colpa.

<<Gelato!>> Grida Sara entrando in cucina, seguita da Emma. Indossa un pigiama rosa di raso con i bordi in pizzo bianco. Il mio uccello si mette subito sull'attenti. Attraverso la lucente stoffa del top posso intravedere i suoi capezzoli. Per non parlare di quanto sono corti i pantaloncini, sembrano culotte e mettono in mostra le sue bellissime gambe. Nota che la sto guardando e mi sorride. Ricambio il sorriso, prima di riportare la mia attenzione al gelato, che sto mettendo dentro le coppette. <<Entrambi?>> Chiedo ad Emma <<Certo!>> Mi ricordo di quanto adori il mix fragola e cioccolato. Da piccoli ero andato in gelateria apposta per prendere i suoi gusti preferiti. Una volta che glielo ho portato era felicissima, prima che glielo spiaccicassi sul suo novo vestitino bianco. Il suo viso era passato dalla pura felicità, alla tristezza ed infine alla rabbia. Una volta ripresa dai singhiozzi mi aveva dato un pugno dritto in faccia e mi aveva rotto un dente, per fortuna era da latte. Ripensando a quell'evento scoppio a ridere. <<Che c'è di divertente?>> mi chiede con uno sguardo indagatore. <<Ripensavo a l'ultima volta che ti ho offerto un gelato fragola e cioccolato.>> Posso leggere nel suo sguardo l'esatto momento in cui le torna in mente quel giorno. Nei suoi occhi per un secondo intravedo della rabbia, poi scoppia a ridere. <<Mi avevi sporcato il vestito nuovo che mi aveva regalato tua madre!>> <<Beh tu in cambio mi hai rotto un dente!>> <<Era da latte!>> Andrea e Sara scoppiano a ridere insieme a noi ripensando a quel momento. <<Dio com'eri dispettoso!>> Dice Sara ridacchiando. <<No era proprio uno stronzo!>> Replica mio zio arruffandomi i capelli.

Do del gelato a tutti e mentre i genitori di Emma si dirigono in sala io metto via la vaschetta. Emma non ha smesso di sorridermi e di fissarmi nemmeno per un secondo. È piegata sul bancone della cucina a mangiare il suo gelato. Mi avvicini al bancone per prendere la mia coppetta. <<Che c'è?>> <<Perché l'hai fatto?>> Non riesco a capire a cosa si riferisca. <<Cosa?>> <<Il gelato. Perché me lo avevi buttato sul vestito nuovo?>> Ci penso per un secondo e poi le rispondo. <<Il giorno in cui mia madre te l'ha comprato, c'ero anche io. Eravamo andati al centro commerciale per comprarmi non so quale regalo, per avere preso un bel voto in un tema. Non mi ricordo cosa abbia combinato, ma per punizione non mi comprò niente e decise di spendere i soldi per fare un regalo a te. Ero geloso che ti avesse fatto un regalo. Tu non sbagliavi mai. Avvolte pensavo che avrebbe voluto te come figlia al posto mio. Quando ti ho visto addosso quel vestito non ci ho più visto e ho deciso di rovinartelo. Se io non potevo avere il mio regalo non dovevi averlo nemmeno te... Lo so, ero uno stronzo. Sai la maggior parte delle volte che ti facevo un dispetto era perché ero geloso. Tu eri tutto ciò che non ero io...>> Mi osserva in silenzio. <<Eri geloso?>> In imbarazzo, ma felice di avergli svelato la ragione del mio comportamento, annuisco. <<Mi dispiace...>> replica sinceramente. <<Di cosa?>> Non è di certo colpa sua. Ci pensa per un attimo. Poi con un sorrisino birichino risponde. <<Di essere perfetta!>> <<Ah si?>> Infilo un dito nel gelato e glielo spalmo sul naso. <<Ehi!>> si stacca di scatto dal bancone e a sua volta cerca di sporcarmi. Le blocco i polsi prima che ci possa riuscire. Mi avvicino al suo viso e gli lecco via il gelato. <<Che schifo!>> strilla ridacchiando e allontanandosi da me. <<Io trovo che così sia più buono>> Smette di ridere e nei suoi occhi vedo desiderio.

<<Ehi! Che state combinando!>> Grida Andrea dall'altra stanza. <<Niente!>> strilliamo contemporaneamente io ed Emma. Scoppiamo a ridere e poi andiamo in sala.

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