Moon

By _belle_21

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Dal testo: "Il sole è troppo egoista secondo me: se ne sta lì, fermo ed immobile, mentre tutto un sistema gli... More

Capitolo I - L'alba
Capitolo II - Una strana visita
Capitolo III - L'incubo pt.1
Capitolo IV - Non è finita
Capitolo V - Lacrime
Capitolo VI - Paure
Capitolo VII - Bugie
Capitolo VIII - David
Capitolo IX - In trappola
Capitolo X - L'incubo pt.2
Capitolo XI - Dolore
Capitolo XII - Scelte
Capitolo XIII - La fuga
Capitolo XIV - Mi dispiace
Capitolo XV - Accordi
Capitolo XVI - Salvarti
Capitolo XVII - Impossibile
Capitolo XVIII - L'incubo pt.3
Capitolo XIX - Sorpresa
Capitolo XX - Cuore
Capitolo XXI - Restare
Nargilli Vs Unicorni - Challenge
Capitolo XXII - Attimi
Capitolo XXIII - Ricordi
Capitolo XXIV - Il libro Luna
Capitolo XXV - Luce
Capitolo XXVI - Bellezza
Capitolo XXVII - Oscurità
Capitolo XXVIII - Visite
Capitolo XXIX - Primavera
Capitolo XXX - Crepe
Capitolo XXXI - Rosa
Capitolo XXXII - Luna
Capitolo XXXIII - Bucaneve
Capitolo XXXIV - Errore
Capitolo XXXV - Sconfitta
Capitolo XXXVI -Tempo
Capitolo XXXVII - Nuvole
XL - Epilogo
Ringraziamenti
Paint It Black (nuova dramione!)

Capitolo XXXVIII - Il tramonto

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By _belle_21

"Il sole stava tramontando, terra di siena bruciata che inondava l'orizzonte. L'immagine gli ricordò che il tempo era breve, ma che ancora adesso, al termine di giornate fredde e malinconiche, potevano spuntare fuori dei bei finali."
(Jamie Ford)

Quando una cosa comincia, si stenta quasi a credere che prima o poi debba avere una fine. Si coglie l'attimo, per così dire, dimenticandosi di tutto quello che verrà dopo. La vita stessa è un gioco di memoria, una gara di sensazioni. Una successione di attimi, l'unità più piccola di cui l'uomo dispone per misurare il tempo. Lo avevamo fermato, il tempo, ma direi che è arrivato il momento di farlo ripartire.

Dobbiamo essere realistici, dopotutto.

La vita umana presenta delle scadenze, come ogni altra cosa. Non c'è nulla che duri per sempre, ma possiamo far sì che questo per sempre sia il più lontano possibile. Intrecciare il nostro tempo con quello di qualcun'altro, vedendo ogni secondo della nostra vita raddoppiare. Non esiste una strada infinita, ma esistono cuori capaci di visitare sempre nuovi luoghi. Si tratta  solo di scegliere il proprio punto di vista. Ce ne sono a migliaia, credetemi. E se gli uomini non ne scegliessero sempre di diversi, probabilmente questa storia sarebbe finita senza neanche cominciare.

Ci si stupisce, certe volte, di come gli intrecci del fato possano essere incredibilmente avversi o favorevoli alle circostanze. Imprevedibili, come tutto ciò che ci circonda. Perché Draco, che l'amore neanche lo conosceva, era destinato a sfidarlo. E se David non avesse creato tutto questo scompiglio, lui ed Hermione non avrebbero mai potuto avvicinarsi; il senso di colpa lo avrebbe perseguitato per sempre, sarebbe stato solo e nulla nella sua vita sarebbe cambiato. Perché se Anna non avesse ordito tutto quel suo piano bizzarro, sua madre sarebbe stata ancora viva, ma decine di babbani sarebbero morti. E se Hermione non avesse creduto in lui... lui non ce l'avrebbe fatta.

Sono le scelte la cosa più importante della vita umana. Le vere scrittrici di tutte le storie, fautrici dei migliori colpi di scena. Distruttrici, maledette, giuste, permanenti, momentanee. Mi faccio da parte, allora, e vi presento le protagoniste di questa storia bizzarra. Il ragazzo che non ha avuto scelta, è riuscito a prendere la sua decisione, alla fine. E sapete cosa ha deciso?

Che c'è sempre una scelta.

Ci si può sempre rialzare, anche se tutto il mondo ti è crollato addosso. All'ultimo momento, quando sembra tutto finito, si rialzano dalla polvere i veri vincitori. Non lasciarti abbattere. Capita di inciampare, in questo percorso complicato. Anzi, è inevitabile cadere. Ma io confido in voi. Voglio che arriviate all'ultimo capitolo della vostra storia, al punto finale, con una frase allegra. Voglio che siate tutti dei magnifici libri con un lieto fine. Per ogni alba esiste un tramonto, ma la Luna vi aspetterà alla fine della strada. E vi raccoglierà con dei guanti d'oro, morbidi di sogni, caldi dei desideri che le stelle cadenti hanno espresso per voi.

Draco pensò a quanto fosse buffo il destino, troppi nodi venuti al pettine contemporaneamente. Così in fretta che lo strappo aveva fatto male. Ma adesso era davvero, irrimediabilmente, tutto finito. E certe volte bisogna accettare di non poter cambiare quello che è già avvenuto. Si tratta del primo passo per cambiare quello che avverrà in futuro. Bisogna essere padroni dei propri attimi, senza lasciarsene scappare neanche uno. Prima di accorgervene, vi ritroverete padroni della vostra vita. Al serpeverde questa era ormai sfuggita di mano, ma qualcuno lo aveva aiutato a recuperarla ed a farne tesoro.

Il Manor era sorprendentemente grande per lui, l'eco delle stanze vuote ed enormi sembrava stordirlo. Un silenzio insopportabile. Chiuse gli occhi, stringendo il libro tra le mani. Il Libro Luna era sopravvissuto a tutta quella storia più indenne di lui. Lo aprì alla prima pagina e rilesse quella dedica, per l'ennesima volta.

"Il sole è troppo egoista secondo me: se ne sta lì, fermo ed immobile, mentre tutto un sistema gli gira intorno. La luna invece è affidabile, sincera. Continua a girare, girare.. intorno alla Terra ed allo stesso sole. E poi, cosa più importante, è il simbolo dell'amore. Non c'è cosa più fantastica della luna quando si parla di metà. Il sole è sempre integro, la luna quasi mai. È mezza piena, mezza vuota, un po' come sono io senza te."

Guardò fuori dalla finestra. Il tramonto era in arrivo, e lui l'avrebbe guardato da solo. Tutti avevano avuto il proprio lieto fine. C'è una tristezza mistica nei tramonti, una luce stranamente coinvolgente. Essi sono come il lieto fine di un libro: tristi eppure allegri.

I pensieri andarono a Marylin, poi a sua madre, tutte morti di cui si incolpava. L'allegra Marylin, la persona che più di ogni altra cosa, persino più della guerra, era riuscita a farlo ricredere sui babbani. Che lo aveva fatto sentire a casa, per la prima volta, senza pareti che si stringessero, soffocandolo. Che lo aveva abbracciato veramente, nonostante i mangiamorte avessero ucciso la sua famiglia. E poi Narcissa, sua madre. Era diventata l'ombra di se stessa da quando suo padre era andato ad Azkaban. Non gli parlava, non curava la casa, non si preoccupava di nascondere gli oggetti oscuri che gli Auror avrebbero potuto trovare in casa per incriminarli. Lo guardava, senza vederlo realmente, trascinarsi nelle sue giornate buie ed incerte. Avrebbe voluto soltanto salvarla.

Scivolò in ginocchio, lasciando che il libro cadesse con lui. Avrebbe voluto poter essere normale, persino babbano, pur di non dover sopportare tutto quello. Emise un gemito disperato, raggomitolandosi su se stesso e cominciando a singhiozzare. Non appena chiuse gli occhi, per non vederli inumidirsi di lacrime, ancora una volta due occhi castani gli si piazzarono davanti. Gli sembrò incredibilmente ingiusto, tutto quello. Una battaglia la cui vittoria era stata solo un'illusione. Si accorse di aver effettivamente perso, quando era convinto che non ci fosse più nulla da perdere. Era rimasto olo perché aveva lei a sostenerlo. Ed avrebbe continuato a combattere, a lasciarsi ferire, se lei fosse tornata.

Rimase in quella posizione per ore, senza che nessuno lo disturbasse. Pianse al punto da finire le lacrime, cercando in ogni modo di calmare il proprio respiro irregolare. Poi, con la gola secca ed il viso sudato, si accorse di non avere neanche più la forza di piangere. Si sentì vuoto.

Che cosa triste, le storie finiscono. Le battaglie si combattono, ma non sono eterne. Come le vittorie e come le sconfitte. C'è sempre qualcosa che possiamo fare, per cambiare. Ma essere accettati per come si è davvero rimane la cosa più fantastica che possa esserci al mondo. Ed Hermione lo aveva scoperto ed accettato, come mai nessuno aveva fatto. Così come lui aveva finito per accettare lei, inevitabilmente, arrivando addirittura a desiderarla accanto. Per il resto della vita.

Glielo aveva detto?
Che domande, certo che no.

Ma doveva essere ovvio, no? Doveva averlo capito, naturalmente. Lui non era mai stato bravo con le parole, in quel senso, si limitava agli sguardi o ai gesti appena accennati.

Resterai?

Nonostante tutto quello che ho fatto, nonostante chi e cosa siamo, nonostante tutto debba andare in un altro modo. Cercheremo di cambiare questo finale triste?

Resterò.

Strinse i denti, rialzandosi. Adesso basta. Avrebbe messo le cose a posto.

***

La mano le tremò leggermente, mentre le dita sfioravano il piccolo pulsante del campanello, incastonato nelle fauci di un'imperiosa testa di serpente. La grifona che si fida della serpe, quasi lasciandosi mordere dalle due zanne di marmo della statua. Per un attimo, le sembrò addirittura di vedere la sua mano e, come un rilfesso, ritrasse violentemente la mano. L'idea di andare da lui... non era stata propriamente un'idea. Dopo aver assistito ad uno scambio colorito di opinioni fra Harry ed Anna Pattinson, senza tuttavia la forza di parteciparvi, la bionda corvonero se n'era andata; annunciando che dal giorno dopo in poi il Ministro della Magia sarebbe tornato ad occupare il suo posto. Hermione si era concessa un sospiro di sollievo, continuando a tenere gli occhi bassi. Poi, quando Harry le aveva chiesto come stesse, non aveva resistito più. Gli si era buttata tra le braccia ed aveva cominciato a piangere, mormorando una sequela di scuse infinite. Si era scusata per la rottura tra lui e Ginny, per Ron e per altre cose assurde, che non erano per niente di sua responsabilità. Alla fine, erano bastate poche parole per rimettere tutto a posto.

"Merlino, non so neanche in che modo chiedertelo..." Harry si era aggiustato gli occhiali sul naso, sorridendo imbarazzato "Ma tu.. ecco, insomma, tu e lui...?"

E poi aveva iniziato a scusarsi in tutte le lingue, serpentese incluso, quando l'aveva vista scoppiare a piangere per l'ennesima volta. Era troppo nervosa, ed Harry la conosceva abbastanza per capirlo al primo sguardo alle sue guance rosate dalla vergogna.

"Mi dispiace, Harry..." aveva sussurrato, allontanandosi da lui, come se si fosse aspettata di essere respinta per quelle parole. Ma Harry aveva sorriso, quasi intenerito, le aveva dato un bacio sulla guancia ed aveva detto tre semplici paroline. Le parole che hanno contribuito a cambiare la nostra storia.

Va' da lui.

Hermione aveva aspettato qualche settimana, nonostante la voglia di vederlo superasse ogni altro desiderio. Ma aveva avuto paura di essere respinta, non sarebbe stata in grado di rispondere ai suoi insulti, di vederlo allontanarla. Si era tenuta informata, questo sì. Prima tramite Harry e Ron, che le passavano le informazioni del Ministero, poi le era bastato leggere la Gazzetta del Profeta. Malfoy aveva vinto la causa fatta ad Anna. Questa ultima era stata licenziata, ma aveva lasciato l'ufficio con un sorriso strano sulle labbra, come se effettivamente fosse stata lei stessa a decidere di andarsene. Draco, dal canto suo, aveva riottenuto tutti i suoi averi e la licenza di far visita a suo padre in qualsiasi momento. Il suo cognome era stato rivalutato, grazie alle interviste rilasciate tutti adesso sapevano che Draco Malfoy aveva contribuito alla cattura dei mangiamorte fuggiaschi. La grifondoro aveva sorriso, alzando gli occhi al cielo, leggendo tutte le esagerazioni che sicuramente era stato Draco a rilasciare ai giornalisti. Così, aveva pensato che fosse arrivato il momento di sistemare anche le cose tra loro due.

Strinse le labbra e, facendosi forza, bussò. Passarono pochi secondi in cui pregò di non trovarsi davanti un elfo domestico (poiché, in quella prospettiva, il suo nervosismo avrebbe raggiunto livelli esponenziali). E le sue preghiere furono esaudite. Ad aprire la porta fu proprio Draco, i pantaloni neri ed una camicia azzurro chiaro che chiaramente era stata abbottonata in tutta fretta. I capelli, ormai da anni liberi da quella sostanza appicciosa che osava chiamare gel, gli ricadevano compostamente sulla fronte appena aggrottata; nel complesso, gli occhi di lui la studiavano luminosi. Hermione si morse il labbro, imbarazzata da quel silenzio prolungato e dallo sguardo di ghiaccio del giovane. Le sembrò quasi di tornare indietro nel tempo, al giorno in cui tutto era cominciato. Lei aveva suonato a quella stessa porta, trovandosi davanti quello stesso ragazzo con quegli stessi occhi enigmatici. Eppure, era tutto diverso. Persino Draco era diverso, in senso positivo. Le occhiaie sembravano meno appesantite e gli occhi un po' più vispi, la postura algida ed orgogliosa, le spalle dritte. Hermione sorrise, ma subito dopo, alle parole del ragazzo, il viso le tornò cupo.

-Che ci fai qui?- le aveva chiesto, il tono tranquillo di chi riceve una visita di dubbia cortesia.

Hermione passò in rassegna varie risposte pungenti, dolci o arrabbiate. E, alla fine, gli porse a sua volta una domanda.

-Posso entrare?

Draco aprì la bocca per parlare, ma la richiuse subito dopo. Si fece da parte in modo cortese e, quando la Granger fu entrata, richiuse la piccola porta di servizio, divenuta ingresso dalla cattura di suo padre. Rimase per qualche secondo immobile, dando le spalle ad Hermione, cercando di concentrarsi. Rimanere freddo, distaccato, resistendo alla tentazione di toccarla e baciarla gli sembrò un'impresa in quel momento più che mai. Hermione sospirò, vedendolo in difficoltà.

-Draco...- lo chiamò fiocamente, posandogli una mano sulla spalla irrigidita.

Lui si voltò di scatto, reduce e perdente dalla battaglia contro se stesso. Negli occhi gli si leggeva una disperazione sorda, mentre continuava a boccheggiare, fissandola. Fece un passo avanti, poi uno indietro, poi due avanti. Infine, parlò.

-Dimmi cosa ti serve e vattene.- sembrava più che altro una preghiera.

-No.- rispose Hermione, senza rifletterci -Non me ne andrò, e sono qui per sistemare le cose.

-Non c'è niente da sistemare, io sto bene.- Draco aggrottò le sopracciglia, come se davvero non si capacitasse della sua presenza lì.

-Be' io no!- ribatté la grifondoro, cominciando ad agitarsi -Io non sto bene.

-Mi hai lasciato andare!- sbottò il serpeverde, ormai incapace di trattenersi -Io ero... e tu non hai neanche.. non mi hai neanche cercato dopo.

Scosse il capo, come per calmarsi.

-Non ti chiedevo di venire qui ed aiutarmi, non sono un tuo problema, l'ho capito.- riportò lo sguardo su di lei -Ma almeno un gufo, un messaggio, qualsiasi cosa che-

-Non-

-Hai idea di come sia stato?!- le urlò contro, facendola tremare da capo a piedi -Di cosa io abbia dovuto-

-Ho avuto paura!- lo interruppe, urlando tra le lacrime -Mi sentivo così in colpa, ero distrutta. Con che coraggio avrei dovuto fermarti?! Mi avresti respinta, con tutte le ragioni del mondo, e sarei andata in mille pezzi. Merlino, eri sconvolto e lo ero anch'io... non potevo neanche immaginare come ti sentissi, ho avuto paura del tuo dolore!

-Non ti avrei respinta.- fu la sola risposta che ricevette, mentre quegli occhi chiari rifuggivano i propri.

Hermione si avvicinò, accarezzandogli una guancia con la meno destra e posando la sinistra sul suo cuore, come aveva fatto tante altre volte.

-Quando mi hai parlato dei tuoi sogni e di Anna Pattinson, ho cominciato a pensare che non potesse essere tutto un caso.- sospirò -E, soprattutto, che Kingsley non si sarebbe mai lasciato ingannare in quel modo. Quando tua madre ti ha salvato, è stato chiaro che ti stesse seguendo. Che ci stesse seguendo. Ho iniziato a dubitare anche di lei.

Draco rialzò il capo, sorpreso. Hermione lo precedette.

-Non volevo darti altre preoccupazioni, desideravo prima esserne sicura. E, quando ne sono stata sicura, non ho avuto il coraggio di ferirti. Harry mi scriveva di Anna, delle sue occasionali sparizioni e della pozione che le era miracolosamente arrivata. Ho capito tutto la notte della morte di Marylin, quando ho trovato un'ampolla con residui di Polisucco. È sempre stata la risposta esatta, Polisucco, e noi ce l'avevamo davanti agli occhi.

-Quella volta, quando ho avuto quel capogiro, aveva usato un legilimens su di me.- Draco annuì, riferendosi ad Anna -Non ci ho pensato, ero troppo preso da... altro. Ci ha seguiti per tutto il tempo.

La grifondoro annuì tristemente; poi, come se si fosse ricordata di qualcosa di molto importante, sobbalzò e si aprì in un sorriso sincero.

-Investimenti per le pozioni di memoria... è stato geniale.- disse, rifacendosi all'articolo che aveva letto quella mattina. Sembrava che Draco avesse deciso di investire la grande fortuna dei Malfoy in qualcosa che non riguardasse la magia oscura.

-Se non altro Morgan avrà meno clienti.- soggiunse lui, divertito.

Scoppiarono a ridere di gusto, memori di tutto quello che Draco aveva dovuto passare per impedire che il suo ricordo fosse modificato da David. Una pozione rosa, la vergogna più nera per un serpeverde!

Poi, improvvisamente, smisero di ridere e cominciarono a guardarsi nel modo più serio possibile. Un sorriso divertito aleggiava ancora sul viso di Hermione, accaldata e con i capelli più gonfi del solito a causa dell'umidità. Draco le mise una ciocca di intricati ricci castani dietro l'orecchio, lasciandole una leggera carezza sulla guancia. Hermione chiuse gli occhi all'istante.

-Scusami se ho avuto paura.- mormorò, rendendosi conto solo in quel momento di quanto sbagliato fosse stato il suo comportamento. Avrebbe dovuto seguirlo e lasciare che lui le urlasse contro.

-Scusami se ti ho trascinata in tutto questo.- rispose Draco in un sussurro, incatenando i loro sguardi. Erano di due colori opposti, eppure, incredibilmente, in entrambi brillava la stessa luce. Un bagliore lontano, come l'uscita da una grotta buia sempre più vicina, come un fuoco caldo in mezzo alla neve. Come un ossimoro.

Nei loro sguardi erano contenute due mezze lune pronte ad unirsi.

-Potter mi è sembrato fin troppo pallido.- aggiunse e, di nuovo, scoppiarono a ridere; ma rimasero immobili, lui con una mano a coppa sulla sua guancia e lei che stringeva i pugni per impedirsi di toccarlo.

-Harry lo ha accettato.- sorrise lei -E anche Ron.

Draco rimase immobile, guardandola come se la vedesse per la prima volta. S'illuminò, sorridendo come un bambino, senza l'ombra del ghigno o del sorrisetto divertito che da sempre lo avevano caratterizzato.

-Hanno accettato... che cosa?- chiese, e la voce gli uscì pudicamente roca.

Hermione divenne rossa immediatamente, facendo per giustificarsi. Ma le parole furono soffocate dalle labbra del ragazzo che, in pochi secondi, si erano posate sulle sue. Lasciò che le mani vagassero tra i suoi capelli biondissimi ed estremamente morbidi, mentre le mani fredde di lui le sfioravano dolcemente la schiena. Le sembrò, finalmente, di sentirsi bene. Tutto vorticava velocemente, tutto tranne due occhi dello stesso colore della nebbia. Trasparenti, eppure un fermissimo punto di riferimento. Vedete, io credo che tutta questa storia sia davvero sorprendente. Bisogna credere che qualsiasi cosa venga distrutta può sempre essere ricostruita. E, da questo punto di vista, i cuori umani sono degli ottimi architetti. Così, mentre quel bacio infinito non accennava a consumarsi, lo faceva la giornata. Il cielo si colorava di rosso fuoco, dalle finestre entravano a colorare i loro visi delle sfumature di rosa pallido. E, mentre quella giornata volgeva al termine, noi ci avviciniamo al punto. Il punto dell'ultima frase, dell'ultimo capitolo, della prima di tante altre storie.

Per ogni alba esiste anche un tramonto.

Forse sono stata troppo crudele, con il sole. Alla fine, non è poi così male, quando tramonta. Uno spettacolo magnifico che, a guardarlo, ti riempie il cuore di emozioni magnifiche. Eppure, continuerò a preferire i tramonti alle albe, e la notte al giorno, e le stelle alle nuvole. C'è una bellezza singolare nel contrasto, una luce mistica tra le cose differenti, un'emozione unica in ciò che discorda e stona. Lasciamo che le righe scorrano via, che le parole ci scivolino di mano. Dimentichiamo, per un attimo soltanto, chi siamo.

Vi piacerebbe essere il sole o la luna?
Io non risponderò a questa domanda.

Questo era solo il mio punto in vista, dopotutto. Spero che vi sia piaciuto, perché sto esaurendo le parole a mia disposizione. Ma continuerò a scrivere.

-Ti amo.- le soffiò sulle labbra, talmente piano che nessuno, a parte Hermione, avrebbe potuto sentirlo -Avrei voluto dirtelo prima, ma-

Fu interrotto dalle labbra della ragazza che, velocemente, morsero le sue per soffocare quelle che sembravano quasi delle scuse.

-Ti amo.- gli sorrise anche lei.

Si staccarono pochi attimi dopo, avvicinandosi alla finestra. La Luna era già alta nel cielo, luminosa; qualche stella cominciava a far capolino, come la bella e luminosa Sirio o la fantastica Nashira. Draco le indicò alla grifona, ma lei aveva occhi solo per la splendida luna piena.

-Cosa faremo adesso?- chiese Malfoy, abbracciandola da dietro.

Io credo che ci si debba togliere questo vizio di lasciare i finali in sospeso, non trovate?

-Torniamo ad Hogwarts.- Hermione era stata sicura, aveva parlato senza esitare e con un sorriso che le illuminava il viso magro.

-Scherzi?

-No, non abbiamo ancora preso i M.A.G.O.- fece spallucce, mentre lui le baciava uno zigomo -Se non sai da dove iniziare, ricomincia daccapo.

Giriamo il libro al contrario, leggeremo una storia nuova. La fine non è che un modo alternativo di cominciare. Nulla può essere mai concluso, o dimenticato, o incompreso. Non c'è niente che ci è concesso tralasciare, alcuna cosa su cui si possa sorvolare. Ogni minimo, particolare e fondamentale dettaglio della vita umana può essere quello più importante. L'infinito non ha mai un suo centro. E, naturalmente, non ha un inizio, nè una fine. La vostra è proprio questo, una storia infinita. Quindi, non credete che vi sia un finale. Perché è proprio adesso che la storia comincia veramente.

L'amore, alla fine, non è altro che una splendida luna piena.

·Spazio Autrice·
Sto piangendo come una demente, vi giuro. Sto scrivendo la nota dell'autrice subito dopo aver finito il capitolo, letteralmente in lacrime. Mi sono fatta 394 complessi per questo capitolo, ma sono comunque convinta che sia venuto una schifezza. Sono troppo emozionata, ma devo calmarmi. *prende dei respiti profondi ed improvvisa un po' di yoga*

Spero che comunque il finale vi sia piaciuto, fatemi sapere nei commenti se vi aspettavate oppure no questa conclusione! Speravate in qualcosa di diverso? Contenti del lieto fine?
L'epilogo è quasi finito, non so se pubblicarlo in settimana o aspettare venerdì prossimo... devo ancora rivederlo e voglio che sia perfetto! In ogni caso, dopo l'epilogo, arriverà la sfilza infinita di ringraziamenti; con annessi i nomi di coloro che sono riusciti ad indovinare il narratore quando eravamo ancora tra i primi capitoli! Credo seriamente che ci vorranno delle ore a citarvi tutti, siete un esercito! Ma la cosa non fa che rendermi immensamente felice. *-*

Mi viene la nostalgia persino a pensare che sarà l'ultima volta, per un bel po', che vi saluto e ringrazio qui sotto nello Spazio Autrice. Ho tantissime novità da darvi, ma devo trattenermi fino alla pubblicazione dei ringraziamenti (inserirò tutto lì)! Vi assicuro, è troppo difficile!
Un grande, grandissimo, immenso, abnorme, indefinibile abbraccio a tutti voi! Ci sentiamo prestissimo, con l'epilogo ed i ringraziamenti!

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