Capitolo XX - Cuore

10K 614 574
                                    

"La memoria del cuore elimina i cattivi ricordi e magnifica quelli buoni, e grazie a questo artificio, siamo in grado di superare il passato."
(Gabriel García Márquez)

Aveva ricominciato a nevicare. Vi troverete d'accordo, che i fiocchi di freddo invernale hanno sempre avuto un duplice volto, cangiante e contrario. A volte li si associa alla magia, ci si diverte a creare uomini di neve; mentre altre, per fortuna un po' più rare, sembra quasi che tutta quella neve porti malinconia, che  sia la causa di tutti i nostri problemi.

Personalmente, non ho mai visto la neve e so che non la vedrò mai, una delle tante cose che invidio tanto a voi esseri umani è la magia di poterla sfiorare.

Non potrò mai, come stava facendo Draco in quel momento, camminare fra una pioggia di fiocchi bianchi. Così, senza farci caso, come se una cosa tanto meravigliosa la vedessi tanto spesso, da considerarla ordinaria. Si commette spesso questo errore di dare per scontate le cose più belle.

Ma lui, almeno in quel momento, aveva decisamente altro per la testa. Altro come la Granger, le parole da dirle che sembravano rimpicciolirsi ogni secondo di più e la rabbia che gli montava dentro a quei pensieri. Lei sapeva di quel maledetto affare. Sapeva di Weasley.

Iniziò a pensare che fosse tutto un piano, che lei volesse solo farlo catturare da Lenticchia per far brillare maggiormente quest'ultimo agli occhi del ministro. E si sentì talmente tanto arrabbiato, al pensiero che la sua dolcissima grifona si fosse trasformata nella peggiore delle serpi maligne.

Sua.

Gli venne quasi da ridere. La Granger non era mai stata sua, c'era sempre qualcosa a dividerli. E, spesso, questo qualcosa si identificava in ben più della casata di appartenenza, come ad esempio i due fronti di una guerra in cui sono morte migliaia di persone. Come la minaccia di morte.

Eppure, era bastato un soffio di vento per riavvicinarli. In un attimo, anni di insulti e cattiverie, di guerra, erano svaniti. E lui aveva persino, forse scioccamente, dimenticato chi fosse. Nel momento esatto in cui l'aveva baciata e stretta a sé, lui non era più stato un Malfoy, né un mangiamorte o un ricercato. Solo.. Draco.

E quel nome gli faceva anche ribrezzo, prima di essere pronunciato da lei.

Prima che una ragazza ingenua, una guerriera forte ed audace, bussasse alla sua porta in modo assolutamente disinteressato, solo per aiutare lui ed un paio di babbani. Poi, però, era ricomparso David. Il passato era tornato a galla come un sasso galleggiante, che non conosce profondità dalle quali non si possa risalire. Ed ora dimenticare anche tutto quello che era accaduto in quel mese gli appariva impossibile, il cuore sembrava così distrutto ed il dolore era talmente forte, che anche solo immaginare di stare bene gli sembrava assurdo.

Ed ora stava per allontanare da lui tutto quello che gli era rimasto. Tutto quello per cui continuava a comabattere, la causa stessa per cui sentiva di doverlo fare. E, forse, la ragazza che gli aveva rubato quei pezzetti maciullati che erano rimasti del suo cuore.

Non avrebbe mai ammesso nessuna di queste cose, naturalmente.

Avrebbe affermato il contrario esatto anche sotto tortura, sostenendo ancora che lei fosse indegna di uno come lui e tutte quelle altre cose, che ora avevano ormai completamente perso d'importanza.

Con una stretta al cuore, si accorse di essere arrivato fuori dalla tenda. Da dentro proveniva una luce soffusa, che rischiarava il circondiario, unita ad un dolce e tenue calore profumato di rose. L'odore di quella tenda misera ed indegna di un purosangue come lui, che ormai aveva quasi imparato a considerare casa.

Chiuse gli occhi e serrò la mascella, era il momento di dire addio a tutta quella messa in scena.

Entrò, con un gesto tanto rabbioso che gli sembrò impossibile che lei non lo avesse sentito. Eppure, doveva proprio essere così.

MoonWhere stories live. Discover now