𝐌𝐲 π‚πšπ©π­πšπ’π§ 𝟐 ➣ ᴇʀᴇ...

By sorridimiidolo

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Sequel di π˜”π˜Ί 𝘊𝘒𝘱𝘡𝘒π˜ͺ𝘯. Finito il primo anno scolastico, Eren torna a scuola dopo una lunga pausa di t... More

Capitolo 1.
Capitolo 3.
Capitolo 4.
Capitolo 5.
Capitolo 6.
Capitolo 7.
Capitolo 8.
Capitolo 9.
Capitolo 10.
Capitolo 11.
Capitolo 12.
Capitolo 13.
Capitolo 14.
Capitolo 15.
Capitolo 16.
Capitolo 17.
Capitolo 18.
Capitolo 19.
Capitolo 20.
Capitolo 21.
Capitolo 22.
Capitolo 23.
Capitolo 24.
Capitolo 25.
Capitolo 26.
Capitolo 27.
Capitolo 28.
Capitolo 29.
Capitolo 30.
Capitolo 31.
Capitolo 32.
Capitolo 33.
Capitolo 34.
Capitolo 35.
Capitolo 36.
Capitolo 37.
Capitolo 38.
Capitolo 39.
Capitolo 40.
Capitolo 41.
Capitolo 42.
Capitolo 43.
Capitolo 44.
Capitolo 45.
Capitolo 46.
Capitolo 47.
Capitolo 48.
Capitolo 49.
Capitolo 50.
Capitolo 51
Capitolo 52.
Capitolo 53.
Capitolo 54.
Capitolo 55.
Capitolo 56.
Capitolo 57.
Capitolo 58.
Capitolo 59. Finale
!!! Nuova storia !!!

Capitolo 2.

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By sorridimiidolo

Eren's pov.

Corsi fino a perdere il fiato, finché i miei polmoni non iniziarono a bruciare ed il mio respiro farsi irregolare.

Mi appoggiai a stento ad un muro lungo il corridoio nella parte esterna dell'edificio.
Schiacciai la schiena contro i mattoni freddi e ruvidi chiudendo gli occhi e cercando di riprendere fiato.

I miei genitori mi riempirono di così tanti pensieri negativi sul corvino, che non riuscii a rivolgergli nemmeno uno sguardo.
Ero arrabbiato con lui non sapendone nemmeno perché.

Mi accasciai al suolo con la schiena contro il muro e le gambe strette al petto, finché una voce non mi riportò alla realtà.
"Eren... che ci fai qui?"

Alzai lo sguardo verso la voce.
"Connie, ciao."

"Amico, sembri un pazzo psicopatico appoggiato in quel modo al muro... al buio."
Mi tese la mano, gliela afferrai e mi alzai.

"Non potevo sembrare semplicemente un ragazzo infelice?"
Chiesi ironico cercando di abbozzare un sorriso.

"Nah... non ti si addice"
Disse con una smorfia sul viso.

Mi avvolse dalle spalle.
"Dai, andiamo, ti accompagno in camera."
Aggiunse.

"Connie, so tornarci da solo."

"Beh... da come stavi rannicchiato prima non sembra"
Mi guardó con espressione divertita.

Risi debolmente.
Aveva ragione, che mi stava prendendo?
Stavo diventando pazzo?
O stavo semplicemente smentendo gli effetti del coma?

Stavo per aprire la porta della camera.
"Connie, che ci facevi in giro a quest'ora?"

"I-io? Ehm... sì, insomma...-"
Iniziò a guardare ovunque tranne che nella mia direzione.

"Se non vuoi dirmelo... è uguale."
Dissi cercando di rassicurarlo.

"Stavo andando da Sasha"
Finì schietto.

Sgranai gli occhi tornandomi alla mente il momento esatto in cui entrambi mi riferirono del loro fidanzamento.

Sbattei un paio di volte le palpebre.
"Oh... scusa, ti ho fatto perdere tempo..."

"Amico, figurati, stai tranquillo l'ho fatto con piacere, tu però pensa a riposare hai avuto dei mesi pesanti"
Mi sorrise.

Ricambiai il sorriso in modo un po' titubante per poi entrare in camera venendo accolto da Marco e Jean.
Si stavano baciando in modo abbastanza passionale.
Quando mi videro entrare si staccarono per un attimo, Marco tentò di salutarmi ma il castano gli afferrò il viso continuando a baciarlo.

Accennai un sorriso stendendomi sul letto senza dire nulla finendo per rannicchiarmi fra le leggere coperte.

"Eren, oggi Marco dorme qui, spero non ti dispiaccia"

"Assolutamente, fate pure ragazzi"
Diedi la mia benedizione.

"Grazie mil-"
Il ragazzo lentigginoso non fece in tempo a finire la frase che Jean lo fece stendere iniziando a baciargli il collo provocandogli delle risa sincere.

Erano indaffarati quella sera, così decisi di non immischiarmi girandomi dalla parte opposta.

Avrei voluto parlare con qualcuno, avrei voluto parole rassicuranti che mi confermassero di non essere diventato pazzo.
Io amavo Levi, eppure mi stava così sul cazzo... e la cosa che più mi fece innervosire fu il fatto che non ne sapevo il motivo.

Insomma, credevo sul serio alle cose che mi dissero i miei genitori?

Allungai una mano verso il comodino afferrando alla cieca la collana che il corvino mi regalò.
Quella me la ricordavo perfettamente.

Mi rannicchiai di nuovo facendo scorrere tra le dita la chiave potendone scorgere la frase incisa sotto i polpastrelli.

Mi scappò inconsapevolmente un sorriso.
Scossi leggermente il capo per riprendere il controllo dei miei muscoli facciali, troppo condizionabili dalle emozioni.
Mi addormentai stringendo la chiave nella mano.

Levi's pov.

Mi svegliai abbastanza stordito ed irritato più del solito.

L'unica cosa a cui pensai in quei mesi fu poter rivedere il ragazzo di nuovo fra le mie braccia.
Non mi aspettai certo di essere così brutalmente respinto.

Mi lavai e vestii in camera, Farlan era uscito per fare delle commissioni, nonostante sapessi fosse stato in giro a cazzeggiare da qualche parte, e non avrebbe potuto scegliere momento migliore per andarsene.

Sarei rimasto lì, in camera per tutta la giornata, le lezioni sarebbero iniziate qualche giorno dopo, e quelli di riposo, avrei potuto impiegarli restando nell'alloggio.

Ero in uno stato di dormiveglia quando iniziò a brontolarmi in modo rumoroso la pancia.

D'accordo, andiamo a mangiare
Dissi fra me e me.
Uscii dalla camera e nel cammino incontrai un gruppo di mocciosi del primo anno che iniziarono a puntarmi occhiate addosso.

Li avrei presi a pugni uno ad uno.
Odiavo certi sguardi, sopratutto rivolti da gente più piccola.
Non c'è più rispetto...

Ricambiai i loro sguardi abbastanza scocciato per poi dirigermi verso la mensa.

Presi una tazza di caffè ed andai a sedermi su una panchina all'esterno della struttura.
Non era frequentata e potevo starmene in pace, quando sentii delle mani incerte ed insicure, posarmisi sulle spalle.
Di scatto, con la mano libera, gli afferrai un polso costringendolo a venire davanti a me.

Con mia grande sorpresa vidi Eren.
"E-ehi..."
Iniziò nervosamente lui con il braccio libero dietro la nuca.

"Non mi sopporti no? Vattene."
Dissi abbastanza scocciato lasciandogli libero il polso.

Il ragazzo abbassò lo sguardo restando fermó davanti a me senza dire una parola.

"Allora? Vai."
Assunsi un atteggiamento duro, fin troppo in effetti.

Vidi il labbro inferiore del ragazzo stretto fra i denti.

"Perchè sei così severo con me? D'altronde sei tu che mi hai abbandonato in questi mesi."
Disse corrugando le sopracciglia ed alzando leggermente il tono di voce.

"Io? Ora falla finita. Vuoi dirmi che cazzo sai di quello che ho passato io durante questi mesi?!"

Lo guardai in modo severo ed arrabbiato.
Perchè non capisci Eren?

"Oh sai che ti dico? VAI AL DIAVOLO LEVI. QUELLO CHE HO PASSATO IO, QUANDO HO SAPUTO DI TE, È STATO DI GRAN LUNGA MAGGIORE."

Aveva alzato il tono di voce avvicinandosi a me.

"Dai, allora vai. VATTENE. Tanto non crederesti comunque al tuo ragazzo."

Eren's pov.

Sentii le lacrime agli occhi.

Continuò a guardarmi in modo accusatorio, come fossi stato io quello dalla parte del torto.
Magari è proprio così.

Ma in quel momento ero troppo arrabbiato per poter ragionare razionalmente.
Le mie guance si tinsero di rosso da quanta rabbia mi aleggiò in corpo.

"Il mio ragazzo?! Il mio ragazzo sarebbe restato al mio fianco!"
Sbottai con ormai le lacrime agli angoli degli occhi.

"Ed è questo che non capisci. IO TI SONO STATO VICINO. Per giorni..."
Abbassò leggermente il tono di voce.

Mi ricomposi per un attimo tentando di ragionare.
Perché ero così arrabbiato con lui?

Avevo le mani strette a pugni lungo i fianchi.
Le mie nocche bianche dalla pressione esercitata.

"Tsk, fanculo."
Fece scoccare la lingua sul palato gettando la tazza con dentro il caffè di lato spaccandola in mille pezzi di coccio, seguito da del liquido scuro riversato a terra.
Caffè amaro, amaro come quella dannata giornata.

Si alzò dalla panchina e senza nemmeno rivolgermi uno sguardo se ne andò.

Restai fermo, con il capo reclino.
Perché hai litigato con lui?

Mi piegai sulle ginocchia, i pezzi di coccio mi ferirono le gambe ma non smossi un dito, ancora troppo sconvolto dall'accaduto.
C'era davvero un motivo per quella litigata?

Ero diventato pazzo, su quello ne ero più che sicuro. Ero frustrato da quella situazione come avessi avuto un vuoto dentro, ed era la mancanza di affetto e l'unico che avrei voluto ricevere sarebbe stato proprio da parte di Levi che mandai al diavolo poco prima.
Pff, perfetto.

Posai anche le mani a terra, incapace di sorreggermi solo sulle ginocchia.
Sentii i pezzi di coccio premere contro il palmo della mano ma non le tolsi, non ne fui capace.

Feci un gemito di dolore non togliendo comunque gli arti.
Perché?

Alzai debolmente le mani tremanti.
I palmi ricoperti di sangue, le lasciai scivolare lungo le gambe.
Amavo quel ragazzo e non mi sarei mai perdonato il fatto di averlo lasciarlo andare.

In quel momento non badai minimamente a quello che i miei genitori mi riferirono.
Io volevo Levi e nulla sarebbe stato in grado di distogliermi dalla mia volontà.

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